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Autore: adirtywinter    16/11/2015    4 recensioni
[...] - Quindi è per Malfoy che piangi? -
- Io non piango per Malfoy, diamine! - Si girò di scatto Hermione fulminando Luna con lo sguardo, capendo subito dopo di aver esagerato e moderando i toni – Perché mai dovrei piangere per un idiota del genere? Dato che vedo che il Gossip va di moda ad Hogwarts, metti in giro questa voce: Hermione Granger e Draco Malfoy si odiano ancora profondamente, si insultano dalla mattina alla sera, quella sulla scopa era una ragazza che le assomigliava molto e la terra è tornata a girare sul proprio asse. E ora perdonami, Luna, ma devo proprio andare. - Asserì decisa, girando i tacchi.
Luna Lovegood si guardò un po' intorno, incrociando lo sguardo di Draco che la scrutava profondamente da qualche metro di distanza.
Aveva sentito tutto, e non gli era di certo sfuggita la parte delle lacrime della Granger.
***
Cosa potrebbe succedere se due acerrimi nemici storici venissero uniti da un progetto scolastico e fossero costretti a collaborare insieme?
Cosa potrebbe succedere, ancora, se la chiave d'accesso alla serenità fosse la causa della sua più totale distruzione?
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna) | Coppie: Draco/Hermione, Luna/Neville
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Buonasera a tutti!
Dire che sono affezionata personalmente a questo capitolo sarebbe davvero riduttivo per descrivere l'emozione che ho provato nello scriverlo, e spero vivamente che anche a voi arrivi almeno in minima parte quello che ha trasmesso a me. Qui abbiamo un punto di svolta, finalmente, e non potevo descriverlo se non in un capitolo più lungo dei precedenti! Ci vediamo in fondo per dei chiarimenti.

 

 

You are here, on my return.

 

 

#10. No. 1 Party Anthem

 

 

 

"So you've never felt the attraction that comes
when someone who's capable
of doing terrible things, for some reason,
cares only about you?"

 

 

 

Hermione Granger sentiva il cuore esploderle dentro la gabbia toracica. Attendeva in cima alla scalinata cercando più aria possibile da immagazzinare dentro i polmoni, mentre abiti vistosi e colorati le sfrecciavano affianco facendosi largo tra la folla. Teneva una mano poggiata sulla lussuosa ringhiera bordeaux credendo che potesse reggere anche il suo umore instabile.
Non si sentiva per niente una Grifondoro, in quel momento.
Stava quasi per domandarsi se il Cappello Parlante avesse fatto la scelta più giusta, molti anni prima.
Osservava dall'alto la Sala Grande che iniziava pian piano a riempirsi di gente, mentre un grande orologio alla sua destra rintoccava le 23 in punto.
Draco Malfoy si voltò proprio in quell'istante. Era lì, in fondo alla scalinata, sempre con quel bicchiere di Whisky Incendiario ormai quasi vuoto, e prese a guardarla.
Lei ricambiò lo sguardo.
Erano entrambi agitati, e ogni più piccola parte della loro ansia trasudava dai loro volti perplessi, mentre cercavano quasi di darsi forza vicendevolmente da lontano. La Granger fece un altro grande, lungo respiro, e prese a scendere gli scalini, reggendosi con l'altra mano il vestito lungo per non farlo strusciare troppo in terra. Non sapeva se era più imbarazzante sentire gli occhi penetranti del Serpeverde scrutarla così attentamente, oppure gli occhi penetranti di tutto il resto della sala che attendevano impazienti che lei si unisse al suo accompagnatore.
Arrivò da lui, che mandò giù in un sorso il resto del liquido biancastro del bicchiere, e si guardarono per un istante.
Forse lui doveva tenderle una mano, oppure allungare un braccio, ma dopo attimi di silenzio non fece nessuna delle due cose.
Andiamo, Granger. - Asserì – Hogwarts non vede l'ora di parlare di noi. -
Lei sorrise, sorrise davvero, e annuì avviandosi col suo accompagnatore verso il centro della sala, man mano che teste curiose si voltavano indicandoli col dito, sussurrandosi qualcosa. Draco camminava fiero, col mento alto, non guardando in faccia nessuno, e Hermione ogni tanto si voltava verso di lui per tentare di non vacillare sotto le frecciatine di tutti i presenti.
Signorino Malfoy, signorina Granger! -
Entrambi si voltarono insieme verso la voce femminile di Minerva McGranitt che si avvicinava loro frettolosa, con un'aria un po' preoccupata, avvolta nella sua solita veste nera da strega.
Buonasera, professoressa McGranitt. -
Sono felice di avervi trovati, vorrei scambiare due parole con voi. - Proseguì la preside facendogli cenno di seguirla un po' più distante da tutti quegli occhi indiscreti, andando in un corridoio un po' meno illuminato.
Non so se sto facendo la cosa giusta a parlarne con voi, ma temo di non avere molte altre alternative. Vorrei che voi mi teneste d'occhio il professor Pattitch e sua moglie. -
Parlò velocemente e frettolosamente, guardandosi ogni tanto intorno, mentre Draco aggrottò la fronte lanciando un'occhiata alla Grifondoro che rispose alla preside – Tenerli d'occhio? -
Sì, signorina Granger. So che vi hanno imposto il loro corso e credo anche che sia abbastanza utile, giudicando il fatto che vi vedo qui insieme. - Disse scrutandoli con attenzione – Però ho sentito qualche voce ultimamente, come quella della scomparsa improvvisa di Theodore Nott e del suo ritorno, come dire... sospetto. Mi fido più del vostro giudizio che di quello di qualcun altro. - Continuò guardandosi ancora intorno.
Cosa intende per tenerli d'occhio? - Domandò Malfoy con una punta di voce isterica.
Voi due siete Prefetti, siete del settimo anno, e sono certa di poter chiudere un occhio su qualche improvvisa ronda notturna senza permesso. Non saprei come indagare altrimenti. Mi dispiace di coinvolgervi, sapete, a volte mi chiedo sempre cosa avrebbe fatto il professor Silente al posto mio... - Abbassò lo sguardo, rendendosi poi conto di aver parlato troppo apertamente, nota stonata nel duro ruolo che si era imposta da anni. Quindi si schiarì la gola e tornò a fissarli.
Bene, dunque, ora tornate al vostro ballo e... Mi raccomando, non parlatene con nessuno. - Detto questo si allontanò, lasciando dietro di sé una moltitudine di interrogativi muti.
Anche Blaise mi ha detto che quel Pattitch è sospetto. - Soffiò Draco, e Hermione annuì. In effetti quell'uomo incuteva terrore un po' a tutti. Sicuramente però, mai si sarebbe sognata di dover indagare insieme al suo compagno meno probabile. Rimasero qualche istante all'estremità di quel corridoio fiocamente illuminato, guardando la sala ormai affollata di gente vistosa e truccata più che mai iniziare ad aprire le danze al ritmo di una canzone allegra.
Beh, dunque, ora io vado dai miei amici. -
Perché, tu hai degli amici Granger? -
Hermione gli lanciò un'occhiataccia e decise di non rispondere, lasciandolo lì per avvicinarsi a Neville e Luna che stavano seduti su una delle panche adiacenti alla pista. Si unì alla loro conversazione felice di trovarli lì per non dover più sopportare il silenzio pesante tra lei e Malfoy, pregando mentalmente di non dover sentirsi fare delle domande riguardo il suo accompagnatore. Il cantante della band parve riluttante a consegnare il microfono a quello strano omino infilato in una camicia davvero troppo stretta che sembrava esplodere da un momento a un altro, ma poi fu costretto a farlo.
Buonasera a tutti! Per chi non mi conoscesse, mi chiamo Palbo Pattitch e conduco un corso di nome Smascherati con i ragazzi del sesto e settimo anno. L'obiettivo di questo progetto è infrangere le barriere che si sono create negli anni all'interno di questa scuola tra gli studenti, smascherandosi di ogni pregiudizio. Per questo, invito i miei studenti ad unirsi al centro della pista da ballo per mostrare a tutti i progressi che abbiamo fatto assieme. - Disse scrutando dal palco tutti i presenti.
Credo che tu debba cercare il tuo accompagnatore, Hermione. - Disse Luna voltandosi verso la Grifondoro – A me sembra che lui stia facendo lo stesso. -
La Granger si voltò verso Draco che sembrava guardarsi intorno, mentre Pansy Parkinson gli sfrecciò accanto premurendosi di dargli una leggera spallata prima di unirsi a Oliver Baston al centro della pista. Gli sguardi dei due si incrociarono, e Hermione decise che era conveniente evitare di farlo avvicinare; così si alzò e gli andò incontro, con un leggero rossore che si faceva spazio tra le sue gote fresche. Sospirarono insieme una volta vicini, e la Granger lo prese a braccetto avvicinandosi alla pista. Si guardarono qualche istante prima che Draco trovò il coraggio di prenderle una mano – come a lezione – per poggiare poi l'altra sul di lei fianco, lasciando che lei la adagiasse alla sua spalla. Anche con i tacchi era più bassa di lui, e poteva sentire il profumo di quel pomeriggio di nuovo accarezzarle le narici.

So you're on the prowl wondering whether
She left already or not...

Sentirono la musica partire, e Draco mosse un passo verso di lei che lo indietreggiò, lasciandosi accompagnare dalle mani più esperte.

Leather jacket, collar popped like Cantona
Never knowing when to stop

Per quella frazione di tempo, tutto attorno a lei sparì: la Sala Grande, la festa, gli occhi dei compagni e dei professori, non c'era più niente se non la concentrazione per non sbagliare piede.

Sunglasses indoors, par for the course
lights in the floors and sweat on the walls
Cages and poles

- Sei troppo concentrata, Granger. - Si sentì soffiare vicino all'orecchio, rabbrividendo fino alla punta dei piedi.
Sto cercando di non cadere, Malfoy. - Sussurrò a sua volta.
Non cadrai. Lasciati andare. -

Call off the search for your soul
or put it on hold again

Quelle parole furono ossigeno puro, e iniziò a volteggiare con lui senza più alcuna inibizione, lasciandosi trascinare dalla melodia di quella dolce musica che andava a riscaldarle l'anima.
Draco trovò il modo di guardarla un attimo.

She's having a sly indoor smoke
She calls the folks who run this her oldest friends...
Sipping her drink and laughing at imaginary jokes
as all the signals are sent

Si accorse solo in quel momento di quanto fosse improvvisamente più leggera; senza tutti quei pesanti libri sempre in mano, senza quel volto concentrato a rimanere immacolato, senza quella solita agitazione e compostezza che era solita accompagnarla, la Granger era una piccola piuma in grado di volare via col vento.

Her eyes invite you to approach
and it seems as though
those lumps in your throat
that you just swallowed have got you going...

Prese in mano la situazione e la condusse come un bravo cavaliere, accompagnando i suoi gesti facendo presa con le mani su quel corpo improvvisamente libero da strati di pesanti vestiti, ma fasciato da un abito bianco che la faceva assomigliare a un angelo.
Sapeva, però, che non glielo avrebbe mai detto.

Come on, come on, come on...

Un altro passo indietro, e lei tremò per un attimo.
Draco la tenne stretta con la mano sul suo fianco, facendola di nuovo avvicinare al suo petto, possessivo.

Come on, come on, come on...

Lei arrossì violentemente, e alzò lo sguardo sui suoi occhi grigi che la stavano scrutando dall'alto, mentre il resto ormai aveva definitivamente cessato di esistere.

...Number one Party Anthem...

Erano davvero troppo presi da quella situazione surreale da rendersi conto che accanto a loro si muovevano quasi allo stesso modo Ginny Weasley e Theodore Nott.

She's a certified mind blower
knowing full well that I don't
I may suggest that there's somewhere
from which I might know her
just to get the ball to roll...

La rossa aveva un'espressione molto seria e si muoveva sicura di sé, mentre Nott la seguiva come imbambolato e abbastanza rintontito, lasciando condurre a lei le danze. La gente attorno a loro non sapeva più cosa guardare: stranissime coppie erano accerchiate in quel luogo, e quella musica stava diventando quasi inquietante da quanto era ritmata e calcolata, ma la maggior parte degli occhi erano – come sospettato – puntati su Draco Malfoy ed Hermione Granger, che nei loro splendidi abiti erano arrivati al centro della pista volteggiando.

Drunken monologues, confused because
it's not like I'm falling in love
I just want you to do me no good
and you look like you could...

Ancora un altro sguardo tra i due, e Hermione si sentì vacillare. Lui la stava accompagnando davvero, non la stava lasciando abbandonata e sola a fronteggiare quelle facce curiose; lui la stava toccando davvero, senza schifarsi indignato per ciò per cui l'aveva insultata per anni, e la stava guardando, la guardava come si guarda un essere umano e non uno "scherzo della natura".

Come on, come on, come on...
Come on, come on, come on...
Number one Party Anthem.

La musica cessò, e tutti si fermarono insieme. Draco si guardò intorno come risvegliato da uno stato di trance, catapultato in un universo parallelo. Qualche attimo di silenzio, e la folla esplose in un boato di grida e applausi, mentre Palbo alzò il calice di vino elfico in loro direzione brindando a quel ballo. Hermione sorrise schiarendosi poi la gola, alzando gli occhi ancora una volta verso il Serpeverde che pareva un po' nervoso: Blaise Zabini lo scrutava dall'altra parte della sala, con un sopracciglio inarcato.
Non è stato così tremendo, no? - Riuscì a dirgli, maledicendosi un po'.
Draco la fissò, e fu glaciale. Non erano più quegli occhi grigi che la stavano guardando qualche attimo prima, ma erano saette di metallo pronta a dilaniarla.
No, Granger. E' stato solo disgustoso. - Asserì freddissimo, risparmiandole una smorfia schifata. Hermione sentì le proprie ginocchia tremare come una foglia in autunno, mentre un impeto di rancore e rabbia era già pronto ad avvolgerla per intero.
Non devi per forza essere così idiota, Malfoy. - Gli rispose scombussolata.
Non sono idiota, sono solo contaminato. Devo andarmi a fare una doccia prima che sia troppo tardi. -
Hermione fronteggiò il suo sguardo per un po', giurando di poterlo vedere spezzarsi per qualche secondo, mentre il suo stomaco si contorceva e si aggrovigliava come un gomitolo di lana impasticciato. Improvvisamente era tornato tutto: la sala, gli sguardi, l'oppressione, l'odio, la vendetta, il passato, la realtà.
Spero di contaminarti a tal punto da lasciarti in infiermeria per sempre. - Gli rispose fredda come non lo era mai stata, riducendo gli occhi a due fessure e allontanandosi in fretta da lì, fuggendo da quella battaglia. Arrabbiata, delusa, triste, le lacrime stavano affiorando ma già si era inoltrata per un corridoio, mentre il suo accompagnatore Serpeverde la fissava andar via da dietro, pregando mentalmente di non averle fatto troppo male.

 

***

 

A molti chilometri di distanza dal castello, in una piccola locanda con un sottostante odore di muffa e di alcol, un uomo e una donna erano seduti sul tavolo più buio della stanza, mentre i camerieri si tenevano a debita distanza da loro.
Sta procedendo tutto secondo i piani? -
Sì. -
Sì, cosa? -
Sì, signora. -
Perché a me sembra che ci stai mettendo un po' troppo? -
Non ci sto mettendo un po' troppo, signora. - Disse l'uomo rimarcando l'ultima parola con particolare attenzione – Ogni cosa ha bisogno del suo tempo. -
Non venirmi a fare prediche sul tempo, Pattitch. -
Il ragazzo si è dimostrato più complicato da gestire di quanto sospettassimo, e ci sto lavorando. -
Non stai facendo abbastanza! - Urlò la donna in un grido glaciale che fece allontanare addirittura la cameriera babbana intenta a sparecchiare il tavolo adiacente al loro, provocando a Palbo una scarica di brividi da pelle d'oca.
Io... Io sto facendo il possibile. -
Il possibile non è sufficiente. Abbiamo delle scadenze, e confido nella tua puntualità.
Sì, signora. Non la deluderò. -
E la ragazza... La ragazza è più malleabile? -
Non esattamente, signora, ma ci si può lavorare più facilmente rispetto al ragazzo. Hanno più scheletri nell'armadio di quelli che pensavo, e sono entrambi, come dire... cocciuti. -
Non mi aspettavo il contrario. - Disse la donna mandando giù un grande sorso di Rum babbano, contraendo poi il suo volto in una smorfia disgustata – Questa roba babbana fa schifo. -
Non è adatta a una donna del suo calibro. -
Non cadermi ai piedi, adesso, Pattitch. -
No, signora. -
Torna al castello, e cerca di non deludermi. -
L'uomo annuì e si alzò dalla sedia malconcia, guardando per qualche istante la donna prima di gettare polvere nel camino sul retro.
Signora, non mi punirà se utilizzerò metodi alternativi per raggiungere lo scopo prefissato, giusto? -
Il fine giustifica i mezzi, Pattitch. -

 

***

 

Hermione sfrecciò via dai compagni come scottata da qualcosa. Evitò lo sguardo di chiunque, camminando in fretta e ascoltando il suono dei suoi tacchi leggeri sul pavimento laccato e lucidato.
Ogni passo che faceva, era una minaccia alle sue lacrime di cadere da un momento a un altro, mentre il suo orgoglio Grifondoro dettava le sue leggi per cercare di ricacciarle dentro.
Ogni passo che faceva, era una caduta libera verso l'illusione, mentre la sua testa era già partita a senso unico verso una direzione che non capiva, una direzione che non si poteva spiegare leggendo enormi manuali della biblioteca o esercitandosi al buio nella sua stanza.
Ogni passo che faceva, era un passo lontana da lui, e da tutto ciò che – in un piccolo e remoto angolo del suo essere – aveva creduto di poter aggiustare.
La sua solitudine era accompagnata dall'odio da parte di persone che la detestavano senza che ne avesse mai compreso appieno il perché, e quella sua incapacità di combatterle le faceva male dentro più di qualunque mostro che avesse mai ucciso o torturato.
Si allontanò di molto dalla Sala Grande, appoggiandosi a un muretto che dava sul cortile esterno del castello, percependo il freddo pungente della notte sulla sua pelle diafana. Si strinse in se stessa strofinando le mani sulle braccia, tentando di coprire più parti del corpo possibile che il vestito aveva lasciato scoperte.
Maledetto abito...
Maledetto abito, maledetto ballo, maledetto corso e maledetto lui.
Le facevano male quelle sue improvvise offese, e le faceva ancor più male la consapevolezza che Draco Malfoy potesse farle del male. Non capiva... Una goccia traditrice le scivolò via dagli occhi, mentre continuava a non capire. Un'altra goccia l'accompagnò, ma come poteva essere? Perché era ferita? Perché doveva pensare che quel brivido sulla scopa, quella folla che li acclamava, quegli esercizi strani che dovevano eseguire in coppia, quel ballo così diverso dovessero stabilire la pace tra lei e il suo più acerrimo nemico? Scosse la testa asciugando con le dita un'altra infame lacrima, alzandosi dal muretto, ma una voce maschile la interruppe.
Bene, bene, bene. Guardate chi abbiamo qui. Hermione Granger. -
La ragazza non riconobbe istantaneamente la voce, ma la cadenza del tono con la quale era stato detto il suo nome la fece rabbrividire. Si voltò lentamente, inarcando poi un sopracciglio. Fu costretta a sbattere un paio di volte gli occhi impastati dalle lacrime prima di riconoscere, nella penombra di quel corridoio buio, Euan Abercrombie, Stewart Ackerley e altri due ragazzi di grossa stazza che non aveva mai visto. Uno di questi si appoggiò al muro accanto a lei, incrociando le braccia e guardandola con quello che la ragazza riconobbe come un ghigno, mentre un forte odore di alcol e dopobarba le inondò le narici. Euan era un Purosangue di Grifondoro, profondamente irritato al primo anno per esser finito nella "casata sbagliata"; Stewart, Corvonero, veniva definito da Harry come il "matto", per il suo solito incontrollabile nervosismo. Infatti stava battendo più volte il piede a terra con fare agitato, masticando compulsivamente una gomma tra i denti.
Euan, Stewart, se volete scusarmi... - Disse passando tra i quattro ragazzi, ma uno di questi le afferrò malamente un braccio trattenendola lì sul posto.
Dove te ne vai? - Soffiò Euan, con una punta ironica nella voce – Siamo appena arrivati. -
E io me ne sto appena andando. - Rispose la Grifondoro lanciandogli un'occhiataccia, strattonando il braccio per dileguarsi velocemente da quel posto. Girò il primo corridoio ritrovandosi di fronte al bagno delle donne, ed entrò chiudendosi la porta alle spalle per andare a sciacquarsi il volto. Sospirò un po' agitata, colta alla sprovvista da quello strano comportamento. Sentì dei passi nel corridoio e qualche risatina di scherno, e si allontanò in fretta dalla porta guardandosi intorno, appiattendosi dietro una parete. Il cigolìo arrugginito della porta, e di nuovo avvertì quella voce fastidiosa.
Hermione... Dove ti nascondi? -
La ragazza impallidì, andando freneticamente a cercare con la mano la bacchetta nella tasca dov'era solita portarla, ma non trovò niente se non la morbidezza di quel lungo abito bianco.
Non poteva crederci...
Non le era mai successo di non portarsi dietro la bacchetta.
Ma l'abito, la festa, il ballo, a tutto aveva pensato tranne al fatto che avrebbe potuto averne bisogno. Trattenne il respiro mentre dei calci sordi spalancavano le porte del bagno, e i quattro ragazzi ridevano lanciandosi gomitate l'un l'altro, continuando a chiamare il suo nome in modo spaventoso. Hermione strinse gli occhi, quando quell'odore forte di alcol le inondò di nuovo le narici da vicino.
Oh, eccoti qui! - Disse Euan ghignando, mostrandosi alla luce nel suo abito da cerimonia scuro e nel suo sorriso beffardo.
Che cosa vuoi, Euan? - Disse lei sentendo le mani sudare, e indietreggiando ancora di un passo fino a sentire la superficie di un corpo sbatterle contro la schiena. Si voltò impaurita, mentre le sorrisero i denti storti di un altro dei quattro ragazzi.
Hai paura, Hermione? Non eri la salvatrice del mondo magico? -
Che cosa vuoi?! - Chiese di nuovo urlando, assottigliando gli occhi in direzione del nemico che, in tutta risposta, ampliò il ghigno.
Solo fare quattro chiacchiere. -
Avanti, Euan, un bel Cruciatus non potrebbe che farle bene! - Disse un ragazzo alto e secco, con la faccia tempestata di brufoli. Hermione tremò violentemente a quell'affermazione, stringendo i pugni per artigliare le unghie nel palmo della mano.
Una Maledizione Cruciatus?
Euan... Ti conosco da sette anni, ma cosa...? - Riuscì a dire lei sentendo la propria voce molto più instabile di quel che sospettasse, colpita al cuore nel ritrovarsi davanti persone con cui non aveva avuto mai niente a che fare ma che, bene o male, erano state smistate con lei durante il primo anno. Euan si accigliò continuando ad avanzare in sua direzione, con un nuovo sguardo ancor più cattivo di quello di prima.
Non m'interessa un accidente! Tu e i tuoi due amici avete distrutto tutto ciò in cui credevo! - Tuonò pericolosamente vicino al volto di Hermione, che indietreggiò ancora di un passo sbattendo nuovamente contro il petto del più grosso dei quattro, mentre veniva accerchiata da tutti loro.
Tutto ciò in cui credevi?! - Rispose incredula – Tu credevi in Lord Voldemort? -
Certo che ci credevo! E anche loro! Vero, Stewart? - Domandò voltandosi verso l'amico che continuava a ciancicare rumorosamente la gomma, che annuì con la fronte aggrottata – E voi ce lo avete portato via. - Soffiò ancora, afferrando improvvisamente con la mano il volto di Hermione in una morsa ferrea, stringendo più del dovuto. La ragazza sentiva il cuore rischiare di esplodere dentro il petto, ma sicuramente non era nel suo animo Grifondoro tentare di non reagire. Avrebbe voluto rispondergli per le belle, ma alzò una gamba più veloce che poté tirando un forte calcio a Euan liberandosi di quella mano stretta, voltandosi per iniziare a correre verso l'uscita. Era a metà del percorso quando sentì le sue gambe bloccate da qualcosa, e cadde malamente in avanti graffiandosi mani e volto. Si voltò di nuovo, ma questa volta inerme com'era sul terreno, notando la bacchetta di Stewart sollevata a mezz'aria. Euan torno in sé e il suo volto diventò rosso come poche cose in natura, e prese a camminare a grandi falcate verso di lei sibilando lentamente ogni parola.
Tu, brutta, piccola, schifosa Mezzos...-
Petrificus Totalus! -
Un lampo argenteo sfrecciò accanto al volto di Hermione scagliandosi contro Euan Abercrombie che cadde a terra immobilizzato e pallido come un albero secco. Una mano le afferrò il braccio e la tirò su con forza, mentre un nuovo odore fu pronto a penetrarle l'olfatto: un odore di tabacco, di menta, di uomo.
Draco Malfoy, ora al suo fianco, teneva la bacchetta alzata puntata sui tre ragazzi rimasti in piedi. Mentre lei stava ancora tentando di sorreggersi sulle gambe, un fascio di luce lanciato dal ragazzo alto e secco stava per colpirli in pieno petto, ma Draco mosse in modo fluido la bacchetta respingendo l'incantesimo e tirandone uno non verbale al soggetto in questione che sbatté rumorosamente contro uno degli specchi mandandolo in frantumi. Draco trascinò Hermione facendo pressione sul suo braccio dietro un'altra parete, facendola appoggiare ad essa mentre Stewart e l'altro ragazzo grosso si nascondevano negli anfratti del grande bagno. Draco la guardò e le fece segno di non parlare avvicinandosi un dito alla bocca, vicino come non lo era mai stato. Hermione prese a respirare di nuovo il più piano possibile, mentre le mani e il volto le bruciavano lasciando piccole macchie di sangue sul suo abito diafano, dovute alla caduta di prima. Malfoy la guardò per un attimo, e tutto si bloccò: passò l'indice lentamente sulla ferita della di lei guancia, mentre i suoi occhi sfumavano in un'altra di quelle strane tonalità che solo loro potevano possedere.
Non era più quel solito ghiaccio, era letteralmente l'azzurro del cielo.
Durò davvero troppo poco, perché Draco sentì un rumore di passi dall'altra parte del bagno e voltò velocemente la bacchetta in quella direzione, gridando – Stupeficium! - scagliando il ragazzo grosso contro la parete e facendolo così svenire. Prese la mano di Hermione in modo possessivo, posizionando tutta lei un po' dietro di sé, come a pararla con il proprio corpo. Attese qualche secondo, e poi sbucò tutto per intero fuori da quella parete, agitando la bacchetta talmente veloce da non farla nemmeno vedere.
Expelliarmus! - Disse ancora una volta, mentre la bacchetta di Stewart cadde molto lontano da lui che, pallido e spaventato più che mai, alzò le mani in segno di resa. Malfoy assottigliò gli occhi non accennando ad abbassare la propria, fissando l'avversario in modo glaciale.
Ackerley. – Asserì freddo come non lo era mai stato, con un tono che non aveva mai adottato neanche nelle lunghe dispute con Hermione stessa – Mi trasuda dalle mani la voglia di ucciderti, proprio qui, nel bagno delle signore. Ma credo che la McGranitt abbia più voglia di me, di farlo. -
Stewart iniziò a tremare convulsamente, facendosi ogni secondo più piccolo - M-M-Malfoy... T-t-tu st-stavi dalla no-nostra p-parte. -
Io non sono mai stato dalla parte di voi idioti, e sicuramente non sarebbe stato nel mio stile questa aggressione da quattro soldi che avete improvvisato. - Rispose Malfoy usando ancora quel tono, mentre Hermione ascoltava appiattita alla parete, tentando di immagazzinare tutta l'aria che credeva di aver trattenuto fino a quel momento.
M-ma M-Malfoy... - Balbettò ancora Stewart – T-tuo padre è d-d-dentro per colpa sua! -
Fu troppo presto per impedirgli di fare qualcosa, perché Draco già aveva preso a camminare velocemente in direzione di Ackerley che cercò di pararsi il volto spaventato a morte, ma quando gli arrivò davanti la sua reazione fu inaspettata. Non gli lanciò nessuna maledizione, non pronunciò nessun incantesimo, ma si limitò a colpirlo in volto con un pugno talmente forte da far quasi tremare i restanti specchi intatti della stanza, facendolo cadere a terra. Gli poggiò un ginocchio sul petto chinandosi verso di lui, soffiando al suo orecchio col suo solito fare Serpeverde.
Prova ancora una volta a dire una parola su mio padre, o a toccare la Granger, che giuro quanto è vero che mi chiamo Draco Malfoy che ti faccio fuori. -
Nessuno avrebbe osato rispondere a quella minaccia, e Stewart Ackerley, svenuto sul pavimento delle donne con del sangue che gli usciva dal naso, non fu certo da meno. Hermione aveva assistito alla scena pietrificata, quando Draco la raggiunse riponendo la bacchetta in tasca come se non fosse mai successo. Non riuscirono a dirsi niente, ma quello che accadde dopo fu sorprendente: Draco le prese la mano con la propria aprendo la porta e uscendo da quella stanza, mentre un corteo di professori e alunni capitanato dalla professoressa McGranitt correva in loro direzione. Ebbero il tempo di guardarsi ancora una volta, mentre Hermione non riusciva davvero a togliere la mano dalla sua.
Il colore dell'autunno e il colore del più gelido inverno crearono una perfetta sintonia, qualcosa che al mondo probabilmente non si era ancora mai visto.

 

 

Qualche ora più tardi, Hermione stava uscendo dall'ufficio della professoressa McGranitt che li aveva interrogati entrambi separatamente per più tempo del dovuto, rimarcando più e più volte le stesse domande e promettendo che tutti e quattro i ragazzi dell'aggressione sarebbero stati espulsi al più presto. La Granger salì pigramente le scale verso la Sala Comune, sentendo le gambe molto più pesanti del solito, mentre il lungo abito bianco macchiato di sangue l'accompagnava in quel percorso. Avevano stabilito che non si sarebbe recata in infermeria, tanto le ferite erano lievi e non magiche, cose che avrebbe potuto curarsi da sola, ma la ferita dentro di lei era ben presente.
Era una ferita strana, perché per tutto il tempo non era più riuscita a realizzare che stava per subire chissà cosa nel bagno delle donne da persone che conosceva da anni, ma piuttosto era il pensiero di chi aveva evitato che le accadesse ciò che non la faceva stabilizzare. Arrivò davanti alla Sala Comune in un tempo che parve lunghissimo, girando l'ultima rampa di scala prima di trovarsi la figura di Draco Malfoy appoggiata accanto al ritratto della Signora Grassa, con un'espressione indecifrabile, i pantaloni scuri di prima con la stessa camicia con le maniche arrotolate fino all'avambraccio, e senza la giacca.
La stava fissando.
Hermione ricambiò lo sguardo salendo gli ultimi due gradini che li separavano, arrivandogli di fronte.
La Signora Grassa non ha voluto dirmi la parola d'ordine. -
Oh, certo che no! - Sbottò il ritratto – O la sai, o da qui non si passa! -
Hermione sorrise sinceramente divertita, con una però reale stanchezza negli occhi.
Non è stato di certo il ballo che mi aspettavo. - Disse lei, con ancora il volto ferito e i capelli un po' arruffati. Draco la guardò ancora qualche istante, prima di spiazzarla totalmente.
Stai bene? - Le domandò. Hermione si perse ancora una volta in quello sguardo criptico, aggrappandosi al proprio autocontrollo per evitare di sprofondare nel nulla, e annuì.
Volevo solo accertarmi di questo. - Proseguì lui, staccandosi dalla parete – E' meglio che tu vada a dormire, ora. -
Draco... -
Lo so, Hermione. -
Si fissarono ancora qualche istante e lei minacciò di piangere di nuovo, anche se per un motivo completamente diverso, ma per fortuna riuscì a trattenersi.
Buonanotte. - Disse Malfoy prima di sparire lungo il corridoio, mentre lei si girò per seguirlo con lo sguardo.

 

 

 

SPAZIO DELL'AUTRICE:

Dunque, dunque, dunque... Sta finalmente succedendo qualcosa? Questo è un punto di svolta e, come sempre, vi invito a darmi qualche consiglio e/o suggerimento (cosa avrà in mente anche Pattitch? Eheh). Essendo qualcosa di diverso dai precedenti, vorrei sapere qual è il vostro pensiero! Ringrazio vivamente chi ha recensito in precedenza, e ci tengo ad aggiungere che i due nomi che ho utilizzato per gli "importunisti" son realmente ragazzi di Hogwarts, e non mi sono inventata niente di sana pianta. Inoltre, se vi va, vi consiglio di ascoltare la canzone che accompagna questo capitolo (è stupenda!) , perché anche il testo è molto pertinente al racconto ("No 1 party anthem – Arctic Monkeys). Detto questo, alla prossima! 

  
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