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Autore: Soul Mancini    17/11/2015    5 recensioni
"Camilla, una ragazza angelica.
Generosa, saggia, spigliata, intelligente, allegra.
Una migliore amica, una bella famiglia, voti al di sopra della sufficienza.
Insomma, proprio un tesoro.
Ma, si sa, non è tutto oro ciò che luccica.
Un'estate per cambiare, per trovare se stessa, per capire che la perfezione non esiste."
Ciao! ;)
Premetto che quando, anni fa, ho cominciato a scrivere questa storia, non avrei mai pensato che sarebbe andata a finire così.
Vi spiego da cosa è nata quest'idea: dopo aver letto innumerevoli romanzi e storie, mi sono decisamente stancata di protagonisti simpatici, saggi, mai in torto. Allora mi sono chiesta: "Perché non scrivere una storia dove la protagonista è così insopportabile da non trovare nessun modo per giustificarla?"
Ed ecco cosa ne è venuto fuori. Sarò riuscita nell'intento di farla odiare anche a voi lettori?
Se pensate di conoscere le persone peggiori del pianeta, leggete e cambierete idea! ;)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era passata una settimana dal litigio con Nadia e nessuna delle due aveva intenzione di chiedere scusa.

Cominciai a temere per la nostra amicizia: non avrei mai creduto che sarebbe andata a finire così, ma non avevo nessuna intenzione di scusarmi con lei, mi aveva trattato troppo male ed ero stanca di essere presa in giro da tutti!

Ovviamente la storia con Diego andava avanti, ma ogni tanto lui parlava di Gaia e questo non mi piaceva per niente. Possibile che facesse sempre riferimento a lei? Questa cosa mi irritava parecchio.

Un giorno glielo dissi, lui si offese terribilmente.

Non ti fidi di me” mi accusò.

Certo che mi fido cucciolo mio, ma non nominarla più, mi dà fastidio!” ribattei.

Perché sei così gelosa?”

Perché ti amo, Diego, e non voglio che nessuna ti porti via da me!”

Proprio per questo devi fidarti, anch'io ti amo, non devi dubitarne” mi rassicurò.

In quella settimana avevo anche rivisto Ismaele.

Un giorno volevo uscire e stare da sola per riflettere, così mi recai come al solito al parco.

Lì incontrai Ismaele; passammo tutta la sera insieme, lui si aprì molto con me. Era un ragazzo molto sensibile e comprensivo, ma parlava poco di sé e non perdeva mai la sua timidezza.

Per salutarci ci abbracciammo anche quella volta.

Quando lo raccontai a mia sorella, si scandalizzò.

Tu hai già il ragazzo, non puoi andare ad abbracciare il primo che passa!” sbottò.

Ehi, calmati! Non mi ci sto mica sposando! È solo un amico e l'ho abbracciato, che c'è di strano?” mi giustificai.

Ma quale amico, l'hai visto due volte in tutta la tua vita! Vedi di darti una calmata, Camilla.”

A volte mia sorella era esagerata. Che c'era di male se abbracciavo un amico? Del resto, anche lei abbracciava le sue amiche!

Quella sera decisi nuovamente di andare al parco da sola, dato che Diego era a casa di un suo amico e Valentina stava poco bene. Sarei arrivata lì e avrei sicuramente trovato Ismaele!

E infatti lo vidi: era seduto su un muretto di pietra e si guardava attorno.

Andai da lui e lo salutai: “Ciao Mae!”

Lui mi regalò un enorme sorriso radioso. Era una vera gioia per me sapere che era così felice, sorrideva di rado eppure era un peccato perché in quei momenti era molto più carino e sembrava risplendere di luce propria.

Trascorremmo un po' di tempo a parlare seduti sul muretto e anche la sua sorellina venne a salutarmi.

Oggi il gelato lo offro io” esclamò Ismaele.

Non me lo aveva detto apertamente, ma avevo intuito che la sua famiglia aveva gravi problemi economici. Rosemary sarebbe presto entrata alle elementari e questo era un grosso problema, perché significava spendere di più. Doveva essere complicato anche per lui andare a scuola, lo capii quando mi confidò che dopo quell'anno stava pensando di abbandonare gli studi.

No, non lo fare! La scuola ti servirà molto, soprattutto per il lavoro. Non fare cose di cui potresti pentirti” gli consigliai.

Lui si limitò a borbottare qualcosa di incomprensibile e cambiò discorso.

Prendemmo posto in un tavolino e mangiammo il gelato, chiacchierando e ridendo. Mae era capace di farmi sempre sorridere. Quando ci si metteva, era davvero divertente, anche se in genere ostentava grande serietà.

Dopo la merenda ci sedemmo sul prato, vicino all'albero in cui io e Diego avevamo parlato la prima volta. Nessuno veniva in quella parte del parco, eravamo praticamente soli e non davamo nell'occhio.

Parlammo a lungo, scherzando e giocando con i fili d'erba.

Gli raccontai di mia sorella, della mia classe, gli parlai di Valentina e lui ascoltò con interesse.

Poi fu il suo turno: mi disse che stava per entrare in terza superiore, che frequentava l'Istituto Agrario e che a scuola non era mai stato molto bravo perché non aveva tempo e voglia di studiare. Mi raccontò dei suoi compagni, che erano quasi tutti maschi, e sembravano tutti una massa di idioti. Mi disse che in estate gli piaceva andare a passeggiare da solo nel boschetto vicino a casa sua, amava stare in mezzo alla natura e respirare aria fresca e pulita.

Anch'io lo ascoltai attentamente, quello che diceva era molto interessante, mi aiutava a capire che tipo di persona fosse. Non parlava mai della sua famiglia, sospettavo che ci fossero più problemi di quelli che apparivano ai miei occhi.

Tu e Rosemary siete fratelli, ma siete così diversi...” osservai.

Infatti siamo nati da due padri diversi. Mio padre è morto quando ero piccolo e ora mia madre sta con un altro” spiegò.

Oh capisco. Mi dispiace...”

Io non mi ricordo quasi niente di mio padre. Avevo quattro anni quando è morto.”

Queste furono le uniche informazioni che mi diede sulla sua famiglia.

Il tempo passava ma a noi non importava, continuavamo a parlare e a stare insieme.

Guarda!” esclamai ad un certo punto, indicando una meravigliosa e bianchissima farfalla che svolazzava intorno a noi.

Se la catturi ti porta fortuna” disse Ismaele.

Mi alzai e cominciai ad inseguirla. Sembravo una bambina, ma con Ismaele non mi vergognavo di essere me stessa. Ero felice, tutto qui.

Anche lui partì all'inseguimento del grazioso insetto. Ci divertimmo un sacco e non smettemmo di ridere anche quando la perdemmo di vista.

Ci ritrovammo sdraiati sull'erba, uno accanto all'altra. Avevo tanta voglia di abbracciarlo, di fargli capire cosa provavo quando stavo in sua compagnia. Sentivo che anche lui era felice, era un momento magico, perfetto.

Così lo strinsi forte e rimanemmo lì, accoccolati ad ammirare il cielo azzurro e le pigre nuvole bianche che cambiavano lentamente forma.

Mentre l'aria si faceva più fresca e il sole proiettava ombre sempre più lunghe, mi misi a sedere. Ero stordita, ero rimasta tanto tempo sdraiata e mi girava la testa.

Che c'è?” mi domandò Ismaele.

Dai, alziamoci!”

Oddio, mi sento una tartaruga a pancia in su!” esclamò mentre tentavo di tirarlo su.

Ci guardammo e scoppiammo di nuovo a ridere. Noi due ridevamo sempre, insieme ci divertivamo un mondo, tra noi c'era una sintonia pazzesca.

Gli occhi di Ismaele, inzialmente malinconici e velati di tristezza, in quel momento brillavano della più pure e innocente gioia.

Ti voglio bene Mae!” gli dissi.

Lui abbassò lo sguardo. Come non detto, era troppo timido.

Ma stava per fare una cosa che non mi aspettavo: mi cinse i fianchi e mi attirò a sé. Inizialmente posai il mento sulla sua spalla, poi incrociai il suo sguardo. Una scintilla passò nei suoi occhi azzurri e in quel momento capii.

Lui azzerò la distanza tra i nostri volti e posò le sue labbra sulle mie. Era un bacio leggero, semplice, caldo come il sole di un mattino estivo, innocente come la risata di un bambino.

Non lo rifiutai, anche se avrei dovuto. In fondo era quello che volevo anch'io. Non esisteva niente oltre noi due.

Rimase un bacio superficiale, ma fu il più dolce che si potesse desiderare.

Camilla!”

Mi staccai di botto da Ismaele. Conoscevo fin troppo bene quella voce.

Mi voltai e vidi Nadia che mi fissava con uno sguardo pieno d'odio e di disprezzo, le mani sui fianchi e le sopracciglia aggrottate.

Merda, mi aveva visto mentre baciavo Ismaele, non poteva essere vero!

Si avvicinò a noi a passo di marcia, mentre Ismaele la squadrava con aria interrogativa.

Io sono senza parole, Camilla! Non avrei mai pensato che ti saresti ridotta così” disse disgustata.

Ti prego Didi, non dirlo a Diego, non dirglielo!” la implorai mentre avvertivo le lacrime pungermi gli occhi.

Chi è Diego?” ebbe il coraggio di chiedere Ismaele, perplesso.

Come, la principessina non te l'ha detto? Beh, Diego è il suo ragazzo. Ops, non lo sapevi?”

La reazione di Ismaele mi lasciò stupefatta: sbarrò occhi e bocca, poi arrossì e corse via.

Non tentai di fermarlo, avevo problemi più grandi da risolvere in quel momento.

Sono senza parole, davvero. Fossi in te, mi vergognerei. Fai quel che vuoi, non sarò io a farti la predica” concluse, poi si allontanò.

Ti prego, non dirlo a Diego, lo farò io, giuro... ma non dirglielo... Didi!”

Ma fu tutto inutile, lei ormai era andata via e non mi prestava più attenzione.

Ero triste e mi sentivo uno schifo. Ismaele era scomparso e presto Nadia avrebbe detto a Diego quel che avevo fatto. Non era possibile, mi ero cacciata in un bel guaio.

Perché capitavano tutte a me queste tragedie?

Non mi restava che tornare a casa.

Percorsi la strada assorta nei miei pensieri e con un grande vuoto nel petto.

Varcai la soglia di casa e mi diressi subito in camera mia, ma andai a sbattere contro mia sorella.

Camilla, che è successo? Hai una faccia spaventosa...” chiese.

Scoppiai a piangere, sfinita.

   
 
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