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Autore: itachiforever    18/11/2015    3 recensioni
Dal capitolo 1
“Sono già passati mesi dal mio arrivo, ma ricordo ogni singola cosa sia successa da quel giorno come se fosse passato solo qualche minuto. Non so ancora come andrà a finire questa storia. Ho deciso di scrivere tutto dal principio, non si sa mai dovessi fare una brutta fine…magari qualcuno troverà questo libro e cercherà di portare avanti la mia causa. Mi chiamo Sasha, ho 17 anni e questa è la storia di come sono arrivata qui, a Minecraft, e di come sono diventata “Colei che porterà l’ordine”.”
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 2


Sasha era appena tornata dalla passeggiata con Piggly. Aprì una delle chest e prese qualche biscotto, andando di nuovo a sedersi sulla scrivania e riprendendo a scrivere mentre li sgranocchiava. Il porcellino invece era andato a stendersi sul tappeto di lana rossa ai piedi del letto a due piazze della ragazza, appisolandosi.
“Vediamo dove ero rimasta…Spuntò l’alba e decisi di uscire…”

“A non troppa distanza da me c’era uno zombie, proprio in riva al mare, che vedendomi uscì dall’acqua, ma riuscì a fare solo due passi prima di prendere fuoco, accasciarsi a terra e scomparire in una nuvola di fumo, lasciando solo un pezzo di carne marcia. Lo andai a prendere, seppur con molto ribrezzo. Se avessi incontrato dei lupi avrei potuto usarlo per addomesticarne uno, il che mi avrebbe fatto comodo.                                                                         Poco più lontano, nelle stesse condizioni del creeper c’era uno scheletro. Lasciai i due a farsi il bagno e mi girai verso il rifugio. In quel momento lo vidi: davanti a me, proprio accanto a quel piccolo mucchio di legna che era stato la mia salvezza quella notte, c’era un grosso ragno nero con gli occhi rossi come il sangue. Restammo a fissarci per qualche minuto, proprio come era successo poche ore prima con il creeper, senza muoverci e senza emettere un suono. Perché non mi attaccava? E perché io non stavo attaccando lui?! Avevo molte domande che mi frullavano in testa e nessuno che mi potesse spiegare qualcosa. Sorprendentemente si girò, come se non fossi neanche lì. Che in realtà i mob non fossero ostili? Ma allora perché quello zombie mi stava venendo incontro appena mi ha visto? Per essere sicura mi avvicinai con cautela e paura al ragno, che continuava a ignorarmi. Solo quando fui arrivata ad un passo da lui si girò, per darmi un’ultima occhiata prima di andarsene in mezzo agli alberi. Di certo quella non era una cosa normale, ma stavo perdendo troppo tempo e ogni minuto era prezioso, quindi mi rimisi a lavoro.   Distrussi il rifugio, riprendendo la legna, e raccolsi alcune canne da zucchero. Presi la chest e la misi vicino al banco da lavoro, mettendoci dentro tutto quello che avevo con me, in modo da poter andare nella caverna senza il rischio di perdere qualcosa. Portai solo il piccone di legno, le spade, un po’ di legna e la mela che avrei tenuto come ultima risorsa in caso avessi avuto bisogno di mangiare qualcosa.                                                                                       Sfortunatamente non c’era molto in quella caverna, che si era rivelata abbastanza piccola, solo un po’ di carbone. Lo presi e con il piccone raccolsi anche alcuni materiali come cobblestone, sabbia, arenaria e terra. Feci quindi un altro giro della piccola isola e trovai un maialino. Non avrei mai neanche pensato di uccidere un animale nella “vita reale”, ma quella mela non sarebbe durata per sempre e io sentivo già la fame farsi più forte. Uccisi il maialino, sentendomi profondamente in colpa e lasciando che le lacrime mi rigassero il volto. Spero solo che non abbia sofferto… Si accasciò al suolo e scomparve in una nuvola di polvere, come lo zombie, lasciando tre pezzi di carne.                    
Si fece di nuovo notte. Presi tutto quello che avevo procurato e partii con la barca.                                                                                                                       Vidi un’isoletta con altri maiali e delle pecore, ma c’erano anche uno scheletro, un creeper, un ragno, un enderman che spostava blocchi di sabbia e uno zombie che appena mi vide si gettò in acqua. Non sarei andata mai su quell’isola, o almeno la pensavo così.                                                                                                                                                          L’isola successiva era come la prima, con un trio di mucche e vari mob, tra cui un piccolo zombie che correva di qua e di là e due streghe che scrutavano attentamente l’orizzonte.                                                                                                                                         Non vedendo altre isole vicine decisi di tornare alla prima, sperando che l’alba arrivasse presto portando via i mob.                                                                                                                                                                                           Mi resi purtroppo conto che il ragno della mattina era stato un’eccezione e che i mob erano effettivamente ostili. Uccisi uno zombie e uno scheletro, beccandomi anche dolorosamente un paio di frecce al braccio sinistro, tirando fendenti con la spada di legno come se stessi scacciando mosche. Non avevo mai usato una spada e non avevo neanche mai combattuto con esseri simili, quindi ero terrorizzata all’idea che potessero prevalere. Provai ad uccidere un paio di creeper senza farli esplodere, ma ero troppo vicina e rimasi coinvolta in una doppia deflagrazione. Come non fossi morta non lo sapevo neanche io. Mi tirai su a fatica, arrampicandomi fuori dal buco che si era creato in mezzo al terreno. Neanche a farlo apposta l’enderman si teletrasportò accanto a me e dovetti fare appello a tutte le forze che mi erano rimaste per contrastare la curiosità che avevo di guardare dal vivo i suoi grandi occhi viola che mi erano sempre piaciuti.                                                                                                                 Mangiai la mela, recuperando un po’ le forze e mentre spuntava il giorno andai ad uccidere, sempre a malincuore, tre pecore, una mucca e un pollo. Avrei tanto voluto non dover più fare una cosa simile.                      Recuperai, oltre che carne, sabbia e terra, anche del filo, un occhio di ragno, altra carne marcia, un osso, delle frecce (comprese quelle che mi ero staccata dal braccio dolorante) e la lana che mi avrebbe permesso di farmi un letto. Accesi un fuoco nella fornace che avevo appena costruito e cucinai la carne, mangiandone un po’.                                                                       Poi partii di nuovo con la barca alla ricerca di un posto migliore. Capii che l’unica cosa che avrebbe potuto aiutarmi sarebbe stata trovare un villaggio, o comunque qualcuno che non voleva uccidermi."

 


Angolo Autrice
Eccomi qua con il secondo capitolo! E con il formato tutto sfasato come al solito! Che ve ne pare?                                                                                           Riuscirà Sasha a sopravvivere e a trovare un villaggio? Lo scoprirete solo se continuerete a seguire la storia XD io non faccio spoiler, anche se in effetti mi è stato detto che la trama potrebbe essere un poco scontata…quindi forse faccio meglio a dirvi due cose: 1. Non saltate a conclusioni affrettate perché alcune frasi potrebbero farvi, a ragione, pensare che le cose stiano andando in una certa maniera, mentre non è così. 2. Mi hanno detto che con il primo capitolo ho spoilerato il finale…invece no OuO la storia non finisce con Sasha che scrive il libro, ma…no, non dio niente, è ancora troppo presto uwu.
Recensite dai su u.u aspettiamo tutti un vostro parere *armata di scheletri dietro di lei pronti a colpire chi non recensisce*
Ciauuuu!
  
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