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Autore: JulesB    18/11/2015    1 recensioni
Magnus ha un'importante domanda per Alec. La sua risposta potrebbe influenzare entrambi, in diversi modi ovviamente.
Storia tradotta dell'autrice Cumberbatch Critter.
Dal testo: "La caduta fu breve prima di atterrare sullo stomaco muscoloso di Magnus. Le braccia serpeggiavano attorno alla sua schiena, poi Alec, sospirando tranquillamente, poggiò il mento sul petto dello stregone per guardarlo. Ricevette un semplice sorriso, mentre le braccia attorno a lui lo stringevano. Ad Alec non importava, non lo facevano sentire in trappola, ma al sicuro."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Il party sembrava strano a Magnus quando cercò di mescolarsi ed evitare i suoi pensieri. Una parola sbagliata e avrebbe detto il nome di Alec in quella discussione sui mondani che stava avendo con quella piccola e graziosa ragazza che era inciampata contro di lui.

“Sono incredibilmente ciechi. Solo ieri, per sbaglio ho mostrato il mio fascino quando questo carino, maldestro coso mi è camminato accanto, e lui ha semplicemente sbattuto le ciglia e guardato meglio! Ovviamente, comunque, ho riparato all’errore, ma lui ha continuato solo a camminare. I mondani provano sempre a pensare che il soprannaturale non esista, ma noi ci siamo, e non è che infrangerei le Leggi sposandone uno, giocare con uno di loro è sempre divertente, comunque, ma il punto è che fa sempre male quando non ti riconoscono.”

Magnus sbatté le palpebre distratto, guardando in basso verso la piccola bionda. Aveva intrapreso un discorso di cui non era sicuro su come ci fosse arrivata, finché non notò che stava tenendo un drink dai colori vivaci in mano. Non si ricordava di qualcuno che avesse offerto loro quel drink, ma ne aveva uno, un drink con una superficie cristallina.

“Beh, i mondani possono essere abbastanza stupidi. Perché mischiarsi con loro quando tutto quello di cui abbiamo bisogno è qui?” lui gesticolò nell’aria per la stanza; era piena di Nascosti di ogni tipo. “Incrociarsi… è una cattiva idea, l’amore” rifletté assente.

La ragazza sospirò semplicemente, girando pigramente il liquido nel suo bicchiere. “Sì, forse. Ma un brivido è un brivido per una ragione, giusto?” suonò nuovamente normale, forse solo un po’ infelice. Magnus realizzò che non aveva per nulla toccato il liquido nel suo bicchiere, ma lei era semplicemente una di quelle ragazze. Persone che parlavano troppo… Roteando gli occhi, si voltò per andarsene.

“Oooh, cosa stai bevendo? È accattivante!”

Magnus guardò il suo luccicante, chiaro intruglio e si strinse nelle spalle. “Non lo so. Lo vuoi provare?” lui le rivolse un sorrisetto, osservando la sua reazione.

“Sembra diamanti liquidi”

“Vuol dire che ti piace?” chiese con umorismo, porgendole il drink.

“Naturalmente.” Lei lo prese, bevendolo tutto senza pause e senza controllare cosa fosse. Veramente, qual era il punto? Sembrava solo come diamanti, e comunque non ci aveva fatto caso…

La donna fece uno strano rumore subito dopo, e la sua attenzione tornò su di lei- e immediatamente arretrò di tre passi.

Il bicchiere nella sua mano cadde sul pavimento prima che lei allungasse una mano alla sua gola- la sua pelle stava gorgogliando grottescamente, rosse infiltrazioni attraverso invisibili pori che diventavano sempre più grandi, finché non mangiarono ogni traccia di carne. Magnus sputò una maledizione attraverso il suo respiro, delle scintille blu divamparono dalla punte delle sue dita. Ma anche se si era avvicinato di un passo, il rosso divampò attorno al collo della donna, che stava vomitando sul pavimento. Ci fu un tonfo, e fu chiaro perché- la testa della donna era scivolata di netto, cadendo sul pavimento.

Un'insolita ondata di nausea colpì Magnus. Aveva visto molto in ottocento anni, ma quello era più disturbante del solito. Era come se lei avesse bevuto dell’acido, che le aveva semplicemente mangiato la gola. Forse non sarebbe stato male se la corrosione si fosse fermata. Ma stava continuando, nonostante il fatto che la donna fosse ovviamente morta. Il movimento gorgogliante della pelle, lo scoppio di bolle di sangue… Magnus stava guardando il volto della donna, e la sensazione di un pugno allo stomaco lo colpì ancora quando gli occhi della donna ribollirono e scoppiarono in due geyser di sangue.

L’ultima volta che aveva sentito la bile nella gola era quando pensava di aver perso Alec. Non era per la stessa ragione che stava correndo via da quella urlante, confusa scena con una mano premuta fermamente sulla sua bocca. Non era per lo spargimento di sangue che uscì in quel momento, prendendo veloci e profondi respiri dell’aria fresca del mattino con il naso. Lo spargimento di sangue lo poteva sopportare. La cosa che lo perturbava di più…

…era che avrebbe dovuto berlo lui quel drink.

xXxXxXx

Alec iniziava a sentirsi un po’ stordito dal caldo quando finalmente spense l’acqua. Erano appena passate le nove, vide, prima di guardarsi allo specchio. L’acqua stava grondando dai suoi capelli e lui sembrava più pallido del solito, ma, stringendosi nelle spalle, afferrò il suo asciugamano per asciugarsi.

Dopo indossò i suoi vestiti, e tornò nel corridoio. Ora, se solo avesse trovato qualcosa da mangiare per poi ritirarsi nella sua stanza o in biblioteca, il resto del giorno sarebbe andato bene.

Sentì Church miagolare prima dei passi. Guardandosi alle spalle, il profilo di una donna gli apparve alla vista, e un momento dopo realizzò che era sua madre.

“Alec.”

Immediatamente percepì che Maryse non era di umore allegro. Grato che non aveva avuto quell’incontro finché non si era cambiato i vestiti, si voltò “Che c’è?”

“Robert e io siamo entrambi a casa oggi… Il Conclave non ha bisogno di noi oggi, o forse ci sta solo dando una pausa, ma speriamo di poter avere una cena di famiglia stasera. Jace ha invitato Clary, o lei si è autoinvitata” a quello, Maryse aggrottò un po’ la fronte “e ci piacerebbe se tu invitassi il tuo” si fermò, aggrottando di più la fronte. “Magnus. Invita Magnus, se vuoi.”

Prima che finì la frase, Alec aveva sentito il suo stomaco cadere sul pavimento. Non sul pavimento, ma proprio attraverso, e si sentiva come se stesse fluttuando nel vuoto. Se avesse fatto un passo, sarebbe sicuramente caduto.

Maryse non aspettò una risposta- gli passò accanto e percorse velocemente l’ingresso. A lei non era mai piaciuto Magnus, o almeno, non la loro relazione, allora perché invitarlo a cena? Solo per torturarlo? Aprì la bocca per dire qualcosa, ma sua madre era sparita dietro l’angolo e si stava dirigendo, presumibilmente, in cucina.

Sentendosi improvvisamente malato allo stomaco, si voltò e raggiunse la sua camera. Invitare a Magnus per cena, con la sua famiglia… era come una visione distorta dell’incontrare i genitori. Distorta per Alec, almeno. Magnus sicuramente si sarebbe messo a ridere.

A proposito di quello, Jace avrebbe dovuto sapere di quella cosa. Ecco il perché gli aveva sorriso, con quella misteriosa risata nei suoi occhi. Alec si sentì ancora più male.

Sbatté la porta della sua camera dietro di lui, lanciandosi sul letto. Aveva già in mano il cellulare e compose il numero familiare, schiacciandolo contro l’orecchio dopo un momento silenzioso. Ma il tono nel suo orecchio suonò e suonò, finendo con un “Siamo spiacenti, ma la festa che state cercando di contattare non è al momento disponibile. Per favore riagganci e provi a chiamare più tardi.” Accigliato, Alec schiacciò il tasto di ricomposizione. Magnus non poteva non rispondere.

Quella volta rispose dopo il secondo squillo “Hey Alec, ora non è proprio un bel momento.” Alec si accigliò. Per primo, Magnus aveva sempre tempo per parlare con lui. Disse che lo avrebbe sempre trovato. E secondariamente, Magnus suonava un po’… spento.

“Cosa sta succedendo?”

“Sto scappando dal paese. Sai, il solito.”

“Magnus! Sarebbe meglio che tu non scappassi. I miei genitori ti aspettano per cena stasera.”

“Beh, per quanto mi piaccia-“ il rumore dall’altra parte del telefono si fermò bruscamente “Cena?”

“Sì, cena!” scattò Alec, premendo i palmi delle mani contro gli occhi. Si sentiva stanco, e leggermente infastidito. Poi sospirò, aprendo la bocca per scusarsi, ma Magnus lo precedette.

“…Sono da Taki. Incontriamoci lì. Non dimenticare la tua Spada Angelica.”

E poi mise semplicemente giù, e Alec allontanò il telefono dal suo orecchio, sentendo una lenta sensazione di affondo nel suo petto.
 
 
 
Scusatemi per il ritardo nel postare questo capitolo, ma ho perso la chiavetta con tutti i capitoli tradotti e sto ritraducendo da capo. Spero di trovarla entro stasera o al massimo domani, altrimenti devo ritradurre tutto e ci metterò un po’.
Comunque sia, spero che la storia inizi a piacervi sul serio! Le cose si fanno interessanti, anche se un po’ lente, ma questo è il bello <3
Buona lettura! 
   
 
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