Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: L_Lizzy    18/11/2015    1 recensioni
Se a dodici ragazzi che non si aspettavano una seconda possibilità questa fosse finalmente concessa?
E se loro si mettessero d'impegno per cercare di afferrare la felicità?
E a pensarci, che pazzia, è una favola, è solo fantasia... o forse c'è ancora una speranza?
Scopritelo immergendovi in questo ultimo anno ad Hogwarts, chissà che la vita non abbia in serbo per tutti loro certe sorprese.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Luna Lovegood, Neville Paciock, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Luna/Ron
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



“N-eville?”

Il ragazzo sentendosi interpellato si fece violenza per alzare lo sguardo dal volto del moro che, poco prima, si era addormentato sul letto dell’infermeria. Quando però due occhi umidi si specchiarono nei suoi la sua piena attenzione calamitò verso la ragazza che era appena entrata. Daphne si ergeva instabile sulle sue stesse gambe mentre, come privata della forza, gli si avvicinava. Spettro di sé stessa. Visibilmente scossa cercava di trattenere lacrime e singhiozzi che avrebbero peggiorato la sua condizione. La ragazza teneva una mano a nascondere il collo e l’altra a coprire il polso.
Neville si alzò dal capezzale del ragazzo e, stando attento a non urtarne il letto, aprì le braccia cercando di sostenerla al meglio delle sue capacità.
Titubante si azzardò a cingerle la vita e carezzandole la schiena cercò di calmare i singhiozzi che piano piano si erano fatti strada nella sua gola. Indietreggiando riuscì a farla sedere su di un letto. Pareva troppo sconfitta per essere solo stanca, per sentirsi solo male. Con gentilezza il ragazzo le prese le mani scostandole da dove la ragazza si ostinava a premerle.

“Ho cercato di-ma lui…”provò ad articolare lei.

Neville ostentando estrema calma gliele fece posare sulle ginocchia mentre, orripilato, si chiedeva chi avesse osato muovere violenza verso la ragazza. Le impronte di due mani spiccavano rosse in netto contrasto con la pelle nivea di lei. Quattro dita sul polso, come se chi l’avesse aggredita l’avesse tirata in un angolo per non farsi vedere, cinque, nitide, sul collo: una minaccia?
Neville era sopraffatto dall’orrore, chi aveva osato toccarla?
Aiutarla, doveva aiutarla.
Madama Chips era uscita qualche minuto prima dell’arrivo di Daphne lasciando, a tutti gli effetti, l’infermeria nelle sue mani. Carezzandole la schiena e stringendola ancora un po’ aspettò che si acquietasse per poi dirigersi verso lo studiolo impossessandosi di un paio di pozioni e unguenti. Tornato da lei, la vide fissare Blaise ancora profondamente addormentato, per fortuna, erano scuse quelle che leggeva nei suoi occhi? Cosa cavolo stava succedendo?

“Non dirglielo, ti prego.”

Neville non provò nemmeno a farle notare che, fisicamente, non avrebbe potuto bensì iniziò ad adoperarsi per limitare il dolore di Daphne. Non si aspettava certo che la ragazza gli desse delle spiegazioni e rimase stupito quando la voce della Serpeverde lo riscosse dai suoi ragionamenti.

“M-alcom non era cattivo con me… so che sembra che non m’interessano i sentimenti degli altri ma…”

Cercai di esortarla a continuare con uno sguardo mentre, nel modo meno espansivo che trovai, spalmai un unguento in modo che non si creasse in seguito un ematoma che le avrebbe reso difficile tenere nascosta la questione come aveva chiesto.

“So che può sembrare strano ma quello che voglio è una stabilità” mano a mano che parlava il suo tono si faceva più sicuro, meno imbarazzato, più sveglio. Stava tornando a combattere, stava ricostruendo i suoi muri, i suoi capi saldi, ripartendo dalle macerie. “So che ti sembrerò una stupida ragazzina che si lamenta di tutto ma la mia famiglia non mi ha mai dato l’amore di cui avevo bisogno. Io quell’amore lo anelo, lo cerco costantemente!”

Pozione rinvigorente: somministrata.
Sentimenti in subbuglio: presenti.
Capiva perfettamente cosa intendesse la ragazza e pensava di sapere anche dove volesse andare a parare, anni prima, due o tre forse, aveva avuto una conversazione simile con un amico. Un amico dalla chioma corvina perennemente spettinata e dagli occhi verdi che si spegnevano e accendevano di continuo per ogni piccola cosa.

“La cerco perché voglio una mia famiglia, per quanto possa sembrare egoista… vorrei che qualcuno mi amasse, che mi capisse, che mi supportasse ed è per questo motivo che non dico no a nessuna possibilità.” Daphne prese una pausa per poi continuare “non sono una poco di buono, vorrei solo l’amore e per trovarlo devo continuare a cercare, a tentare. Malcom è stato l’ultimo tentativo.”

A quel punto il ragazzo tirò fuori il blocco che, immancabilmente, portava in borsa.

*Lo hai lasciato?*

“Non era adatto a me. Insomma lui… mi riteneva una bella statuina, una bambola di cui vantarsi. Non potevo affrontare una discussione con lui perché non mi riteneva capace.”

*Razza di energumeno, sei più intelligente di tanta altra gente che conosco.* Il ragazzo riuscì a strapparle un sorriso e, dopo averla guardata negli occhi riprese a scrivere per poi girare il blocco nella sua direzione. *Lui non ha accettato che tu lo abbia mollato, vero?*

“È andato su tutte le furie, ho tentato di spiegargli che eravamo incompatibili ma lui è riuscito solo a non ascoltare le mie ragioni e a darmi della sgualdrina. I-io… non lo sono, Neville. Non sono una puttana! Sto solo c-cercando…”

*L’amore.*

Incrociai il suo sguardo che riconoscente sembrava accarezzare i contorni della mia figura. Io stesso, in effetti, non avrei mai pensato che dietro a una ragazza come Daphne si potesse nascondere una così vasta sfaccettatura di sentimenti. Lei d'altronde voleva solo cercare di raggiungere la felicità, una felicità che le permettesse di vivere stabilmente. Una felicità che le permettesse di esprimersi per quella che era, per lasciarsi alle spalle il passato. Voleva una felicità che la proiettasse nel futuro. Se avesse potuto sarebbe saltata in avanti di un paio, forse cinque o addirittura una decina d’anni, sacrificando la sua adolescenza se solo avesse avuto la certezza che nel futuro avrebbe trovato quello che andava cercando.

“Non è la prima volta che mi prende da parte… l’ultima volta è stato Blasie a fermarlo dal farmi male oggi invece è stata la McGranitt, seppur indirettamente, quando ha annunciato il pranzo. Sapeva che i corridoi si sarebbero riempiti a momenti e non poteva permettersi un provvedimento disciplinare. Avevo promesso a Blaise di andare a parlarne con la preside… ma non sono sicura capirebbe.”

*Daphne, hai tutto il diritto di essere felice. Non sei tu a sbagliare, è lui. Sappi che in qualsiasi modo io possa esserti utile puoi contare su di me. Non posso certo andare a ridurre Malcom uno straccio perché è un dannatissimo armadio, ma ho amici, ho amici di amici, ho amici di amici che sono amici di altri amici. E tu sei mia amica, quindi se e quando sei pronta a rialzarti fai un fischio perché posso radunarti un esercito di gente che ha combattuto, combatte e combatterà sempre per l’amore.*

Tra gli odori degli unguenti, quelle verità finalmente rivelate che smettevano di essere un peso e il silenzio dell’infermeria, anche i due ragazzi finirono per addormentarsi. Fu davvero comico cercare di spiegare a Blaise, il primo a svegliarsi, che Dapne era solo venuta a trovarlo e che aveva finito per stendersi dato che era cotta per le lezioni. Che cosa ci facesse Neville affianco a lei non lo sapeva, certo che no!
Alla fine l’unico che dovette sorbirsi l’espressione imbronciata del moro fu Neville, per il tempo record di due minuti e quaranta secondi, perché quando il grifone stanco di ripetergli -riscrivergli- che si era semplicemente appisolato lì gli chiese se tutto quel nervosismo fosse perché era geloso l’altro si mise a balbettare a mezza voce, imprecando contro Odino e chiedendo la forza a tutti gli dei conosciuti e sconosciuti di riuscire a non mettere le mani al collo a quel dannatissimo mago di nome Paciock!
Quando tutti e tre raggiunsero la Sala Grande dove gli altri si stavano ingozzando fino a scoppiare furono accolti come sopravvissuti poiché dati per dispersi. Furono rimpinzati a dovere con la scusa di dover rimettere in circolo abbastanza zuccheri per la rivincita. Peccato che l’unico che volesse giocare la seconda partita fosse Draco.
Blaise stava bene, se fosse anche riuscito a non dirigere lo sguardo ogni due secondi verso il tavolo dei Grifoni forse sarebbe stato anche meglio. Era… strano per lui, i suoi occhi venivano calamitati da quel disastro di ragazzo che, al momento, era intento a grattarsi la chioma imbarazzato. Neville infatti, dall’altra parte della Sala, aveva appena fatto fare a Hermione un bagno nel succo di zucca.
Grazie al cielo esisteva la magia!
Daphne sembrava tranquilla, Harry continuava a prendere in giro Draco e Draco fingeva di arrabbiarsi con lui perché ormai non si trattava più di veri litigi. Ron controllava che Ginny non s’imboscasse in bui sgabuzzini con chiunque, Luna cercava di far entrare del sale in zucca a Gregory e Hermione tentava disperatamente di vivere come concerne ad un’adolescente, per quanto possibile. E poi c’erano Seamus e Dean… loro due era meglio vederli sparire in qualche aula vuota durante il dopo cena piuttosto che sorbirsi amoreggiamenti vari in corso; dopo cinque minuti la faccenda si faceva davvero imbarazzante per il gruppo.
Lentamente erano passati i mesi.
Settembre era volato mentre i ragazzi cercavano di stare dietro a compiti e lezioni. Ottobre li aveva visti partecipi delle prime marachelle e scherzi. Minerva McGranitt non era nemmeno riuscita a trattenere un risolino quando Gazza le si era presentato a inizio mese lamentandosi dei dispetti che avevano fatto alla sua gatta. Una volta l’avevano colorata d’arancio, un’altra pettinata e imbellettata con la brillantina di Malfoy.
C’era stata poi la piega ai ciuffi ribelli che caratterizzavano le cuti dei folletti e la maratona coi centauri che non si era proprio svolta lecitamente.
Si erano impegnati tutti a decifrare le istruzioni in gaelico del nuovo forno che Hagrid
aveva acquistato da un mercante rumeno. Luna si era persino buttata, con tanto di scarpe, nella crociata che ormai riteneva personale: voleva che finalmente il guardiacaccia imparasse a cucinare dei biscotti che non spaccassero denti di alcun essere -fosse esso umano o fantastico- poiché quando si erano offerti di aiutarlo a raccogliere le zucche per Halloween aveva dato a loro tutti, come ricompensa, i suoi friabili dolci.
Friabili un corno!
La Corvonero, armata di buone intenzioni, aveva affondato i denti nella pasta… salvo poi giocarci tutta la mascella.
Ora il guardiano andava fiero dei suoi biscotti al rabarbaro, alle prugne aromatizzate al Brandy e ancora di più di quelli a forma di Schiopodo allo sciroppo d’acero. Uno peggio dell’altro per quanto riguardava il sapore ma lui ne andava così fiero che nemmeno Draco aveva avuto cuore di contestarlo. E questo era valso alla Serpe uno sguardo di riconoscimento dalla riccia rosso-oro.
A Halloween le zucche intagliate da loro avevano avuto un modesto successo sollevando complimenti da tutti coloro che si fermavano ad osservarle nel tragitto che dal campo di Quidditch portava alla scuola. Le aveva poste a lato del sentierino in modo da rendere il paesaggio “caratteristico”. Come se i quintali di ragnatele procurate da Hagrid non fossero abbastanza! Ci aveva decorato pure gli alloggi privati dei professori seppur a loro insaputa. Ron si rifiutò di mettere piede fuori dalla sala comune dopo il primo shockevole impatto; nel giro di due ore si era ricreduto e, armato di mascherina sugli occhi, si era fatto guidare verso il banchetto serale.
Novembre aveva portato a tutti calzini pesanti da parte di Molly Weasley, tenuta in costante aggiornamento da Ginny su ciò che accadeva a scuola tramite corrispondenza per gufi. La ragazza si era ormai alleata con Daphne e, ad ogni momento libero, tiravano fuori dalle borse una nuova rivista di moda. Il loro scopo? Ovviamente quello di commentare malignamente gli abbinamenti che un tale stilista magico aveva osato far fotografare per la copertina.
Vennero rispolverati anche cappelli, sciarpe, maglioni e cappotti colorati tanto che quando gli studenti andavano ad Hogsmade sembravano dare vita alle strade ingrigite.
A proposito di studenti… dovevano essersi dati tutti una svegliata perché avevano messo da parte l’euforica gioia che dopo la guerra li aveva pervasi trasfigurandoli in fuochi d’artificio scoppiettanti poiché anche loro si erano dimostrati pronti ad aiutarsi gli uni con gli altri. Che ci fosse lo zampino della Mc lo sapevano tutti ma mai nessuno lo disse ad alta voce. La Mc opera per vie imperscrutabili, si sa!
A fine Novembre la prima nevicata smosse l’euforia generale costringendo tutti gli abitanti del castello a una buffissima battaglia di neve dove solo in pochi riuscirono a scampare al raffreddore. Neville, purtroppo, non si rivelò essere uno dei fortunati. Era stato costretto a recarsi in infermeria fradicio da testa a piedi; dietro di lui Seamus e Dean non smisero un attimo di prenderlo in giro per la sua aria da pulcino bagnato sgomitando con Blaise che si divertiva come un matto a vedere il grifone provare a borbottare il proprio dissenso tra una vampata di imbarazzo e l’altra.
Draco era scappato alla battaglia a palle di neve trenta secondi dopo il suo inizio rifugiandosi nel bagno di Mirtilla più che scandalizzato. In quel momento che Potter gli stesse dando del pappamolle nel cortile passava in secondo piano: come avrebbe fatto a riparare i danni alla sua chioma albina? A Luna erano bastati cinque minuti per localizzarlo e costringerlo a lavarsi i capelli con il suo shampoo alla camomilla, appellato dalla propria camera, per dare nuova speranza al ragazzo. Molto meno tempo le era servito per convincere la serpe del potere schiarente della pianta che, disperata, si era trovata ad accettare qualsiasi compromesso pur di riavere indietro la sua chioma. Fu Hermione, poco dopo, a sorprenderli mentre si scambiavano consigli sulla cura dei capelli. Completamente rilassati loro se ne stavano con le gambe lunghe distese, appoggiati con la schiena alla parete piastrellata del bagno; in testa due asciugamani identici arrotolati alla bell’e meglio. Era stato impossibile non scoppiare a ridere a quella vista, era a dir poco esilarante e poi come la guardavano! A un certo punto si mise persino a rotolare per terra scossa dal riso tanto che Mirtilla ipotizzò di andare a chiamare un’esorcista.
Dicembre infine aveva coperto il giardino di un manto candido e il suo gelo aveva ghiacciato l’intera superficie del Lago Nero. Tutti erano elettrizzati poiché di lì a pochi giorni si sarebbe tenuto il ballo di Natale e, alla ripresa dei corsi, il rito degli elementi.
Con esattezza mancava un solo giorno al ballo, le lezioni erano state sospese e parte degli studenti era rientrata a casa per le feste. La settimana prima erano andati ad Hogsmade a provare i vestiti che quella mattina a colazione erano arrivati per posta in grandi pacchi.

"Oddio Ginny! Posso davvero? Posso, posso, posso?"

Per quanto Draco fosse cambiato in quei mesi non riuscì a non coprirsi gli occhi con una mano. Possibile che la sua Nene si fosse rintontita a furia di passare tutto il suo tempo libero con le ragazze?

"Ma certo" rispose Hermione al posto della rossa "e anche tu Luna! Presentatevi davanti alla nostra Sala Comune dopo pranzo così ci prepariamo assieme."
Il sopracciglio di Harry non era riuscito a non spiccare oltre le ciocche di riccioli neri che gli cadevano sulla fronte. Hermione non aveva mai amato particolarmente farsi bella. Anzi, il ragazzo pensava proprio che alla riccia non importasse ma, evidentemente, l’influenza delle tre amiche era stata positiva.

"Ok, appuntamento da voi alle quattordici! Daph, passo a prenderti ai sotterranei un po’ prima così ti aiuto a portare su la roba."

Gli sguardi interrogativi che la frase di Luna suscitò fecero ridere la Serpeverde!

"Non crederete mica che staremo a girarci i pollici! Dobbiamo apparire al meglio e voglio truccarvi tutte io!"

Se le ragazze emisero un gridolino di anticipazione i ragazzi si fissavano sconsolati. Non dovevano solo infilarsi un vestito? Non era mica una cena di gala, Merlino gliene scampi!

"Oh sì Harry, perché non vieni nei sotterranei? Potrei aiutarti con il nodo alla cravatta" enunciò tutto zuccheroso Draco mentre Dean e Seamus si battevano reciprocamente le mani sulle spalle per quello che sarebbe stato l’ennesima frecciatina.
Quella era diventata un’abitudine oramai. I due vecchi nemici giurati amavano prendersi per i fondelli amorevolmente.
Mentre anche Gregory disse la sua, “o sì, attento che non stringa troppo!”, Blaise si sporse verso Neville.

"E tu vedi di allacciarti bene i bottoni della camicia, non vorrei doverti vestire io!"

*Davvero?! Ero sovrappensiero e spazientito, non è mica colpa mia se quella pazza della sarta mi ha fatto provare mezzo atelier! Avevo le mani stanche!*

Inutile dirsi che Blaise intese fischi per fiaschi e ridacchiando sotto i baffi gliela diede vinta, per quella volta.
Neville non poté far altro che pensare ai brividi che lo avevano fatto irrigidire quando Blaise gli aveva sfiorato il petto facendo entrare i bottoni della sua camicia nelle rispettive asole.
Brividi, sì.
Peccato lui non sentisse freddo.
Accidenti.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: L_Lizzy