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Autore: Golden Eyes    19/11/2015    3 recensioni
Le Nazioni trattennero il respiro, mentre il dito indice di America si levava verso un punto imprecisato della sala.
Qualcuno sarebbe finito male. Andava sempre così quando America aveva un'idea.
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Okay, ora BASTA!"
Il grido dallo spiccato accento tedesco si levò alto nella sala, e nel silenzio assoluto che ne seguì sembrò quasi rimbombare.
Tutti nella grande sala meeting si girarono a occhi sgranati verso Germania.
La scena non era nuova, eppure il composto, pragmatico, essenzialmente tedesco Ludwig che perdeva la calma riusciva sempre a zittire tutti.
Inghilterra aveva smesso di litigare con Francia.
Ungheria era immobile nell'atto di mulinare la sua padella, che in quel momento sostava a circa dieci centimetri dal naso di Prussia mentre Gilbird si tuffava in picchiata nel mezzo per salvare il suo padrone.
Spagna smise di allungarsi a dismisura per cercare di baciare Romano, mentre lui rimase stirato all'indetro tipo limbo, o Matrix, per cercare di evitarlo.
Quanto a Canada, nascose il viso nella lunga pelliccia di Kumajiro, tremante.
Persino Italia, che, seduto alla destra di Germania, lo prendeva in giro con Kiku per la sua faccia che sembrava prossima ad esplodere come ( e qui Romano sarebbe stato orgoglioso del suo fratellino) una patata nel microonde, si era fermato, il labbro che tremava come se stesse per mettersi a piangere dal panico.
"Cercate di essere seri per una volta!" riprese Germania, calmatosi leggermente dopo essere riuscito a ottenere l'attenzione delle altre Nazioni. "Il prossimo punto. Chi ospiterà l'Esposizione universale del 2015?"
"Io no di certo! Ne ho fatte fin troppe!" affermò sicuro Inghilterra, portandosi alla bocca la tazza di tè.
"Je également" asserì Francia. "Una Tour Eiffel basta, avete idea di quanto ci abbiano messo i miei cittadini ad accettarla?".
"Ah, non guardate me, io ho ospitato l'ultima" si levò la voce di Cina.
"E non è stato neanche un granché" aggiunse Russia (che non aveva smesso di sferruzzare neanche dopo il grido di Germania) guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Yao.
"Senti, io..." iniziò Cina, ma poi si zittì di colpo. All'improvviso il silenzio calò sulla sala.
Le Nazioni percepirono qualcosa che non andava, lo si sentiva nell'aria.
Lentamente, si girarono verso la direzione opposta al tedesco.
Qui, un inquietante scintillio si levò da un paio di occhiali. L'espressione delle Nazioni si fece via via più terrorizzata mentre la sua bocca si apriva in un sorriso.
"Come al solito" proferì America "tocca a me, l'eroe, salvare la giornata. E so già come fare".
L'atmosfera nella sala era veramente vicina al panico.
Le Nazioni trattennero il respiro, mentre il dito indice di America si levava verso un punto della sala. Qualcuno sarebbe finito male. Andava sempre così quando America aveva un'idea.
E stavolta, il povero malcapitato era Italia.
"Italy! Propongo te per organizzare l'Esposizione. Con la tua cultura e i tuoi bei paesaggi, sarà perfetta!"
Italia non si premurò di ricordare per l'ennesima volta che i paesaggi che intendeva America non erano suoi ma di suo fratello Romano. Questi però non poté fare a meno di lasciare un lungo sbuffo, che fece sorridere Spagna sotto i baffi.
Inaspettatamente (ma non troppo) le altre Nazioni sembravano quasi contente che la falce di America non si fosse abbattuta sulla loro testa, e si affrettarono a farsi vedere d'accordo.
"Mon petite frére, è dal 1906 che non ne organizzi una" disse Francia con un sorrisino.
"Ma anche Romano rappresenta l'Italia" si lamentò debolmente il ragazzo.
Il suddetto guardò male suo fratello, come a dire non ci pensare neanche.
"Ti sembra che Romano sia in grado di organizzare un evento del genere?" osservò ironicamente Inghilterra, che stava bevendo la stessa tazza di tè di prima. "Probabilmente il giorno dell'apertura direbbe che non ha fatto niente perché non aveva voglia".
L'oggetto di tale rimprovero arrossì. "Senti un po', inglesino del cazzo..." iniziò, ma per fortuna Spagna interruppe in fretta quello che si prevedeva come un monologo particolarmente colorito. "Lovinito, ha ragione lui."
E dire che ce ne voleva per fare in modo che Spagna desse ragione alla sua inglese nemesi. Ma sulla svogliatezza del suo querido c'era poco da discutere.
"Fanculo" borbottò Romano.
"Beh, quindi, se siamo tutti d'accordo" disse Germania. "Italia, la prossima Esposizione sarà da te>".
"Ma... la crisi...." pigolò Italia.
"Riuscirai a cavartela" lo liquidò America con un gesto della mano.
A quel punto il ragazzo si lasciò andare a un pianto disperato sulla spalla di un imbarazzatissimo Giappone, che tentennando iniziò timidamente a battergli il palmo sulla schiena mentre con lo sguardo supplicava Germania di aiutarlo.
"Va tutto bene, è solo emozionato" assicurò Germania, dopo aver visto le altre Nazioni iniziare a preoccuparsi. "Gott, Italia, RICOMPONITI!"
"Doitsuuu" ululò lui.
"Bene, dichiaro il meeting finito" disse America. "Potete andare a casa. E ricordatevi sabato prossimo. Sarà il pigiama party migliore di tutti i tempi!", terminò con un sorriso.




Tana dell'autrice
Heeeeey!
Ciao a tutti, sono su questo fandom da tipo (brividi polacchi) una vita e questa è la prima fic che pubblico. Vi prego, abbiate pietà della mia povera anima :O
Se vi piace la storia, lasciatemi una recensioncina-ina-ina... cioè, lo so che inserire le recensioni è un'autentica rottura di palle, perché poi devi riaprire tutto eccetera eccetera... ma... *prega*
Un bacino ciascuno,
Golden Eyes-
   
 
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