Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: FreeMara    20/11/2015    1 recensioni
Kimama non sapeva di essere una semidea. Ma nessuno lo sa davvero finchè non è ormai tardi.
Vita in pericolo, mostri che ti attaccano... la solita semidivina storia per tutti.
Che sia il momento di cambiare le regole? E' il momento di scoprirlo, e stravolgere i piani di tutti gli dei.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tutti pensano che si stia bene nei Campi Elisi. Ma per me non è così.
In realtà non starei bene da nessuna parte, qua sotto.
Ora non pensate che sia una di quelle persone che si presenta qui e inizia a piagnucolare dicendo che si tratta di un errore … sono una semidea, sono consapevole che ogni giorno ho “l’occasione” di morire.
Ma io non DOVEVO morire, profeticamente parlando, mi capite?
Prima mi assegnano una pericolosa impresa, ma “Tranquilla, il signor Sole Splendente ha detto che non morirai” e poi BOOM! Sei morta.
Consiglio, non fidarti mai degli dei.
Adesso potevo stare ancora al Campo, e invece mi ritrovo in mezzo a degli strambi individui che non fanno altro che ridere, passeggiare e fare barbecue… A quanto pare la Ermes Express arriva fin qui con le spedizioni culinarie; o è solo la carne di qualche animaletto di Ade… l’idea mi fa rabbrividire.
Ma torniamo ai fatti, ormai sono qui e devo cercare di godermi l’Elisio; ma è troppo difficile per una ragazza iperattiva stare senza far nulla.
L’unico posto in cui riesco a stare tranquilla è una piccola radura sul lago… Meglio andarci prima che qualcuno mi inviti al Barbecue dell’Amicizia.


Trovo il mio pioppo, il più grande di tutti, e mi abbandono appoggiandomi al tronco. Da qui posso vedere le Isole dei Beati, al centro del lago; chissà com’è la vita lì, rispetto all’Elisio. In fondo, sono stata fortunata a finire qui invece che ai Campi delle Pene o alle Praterie degli Asfodeli; ma il mio posto è ancora quello fuori di qui…
“Rilassati, Kimama” mi dico alla fine “riposati un po’, non pensare più a nulla”
Chiudo gli occhi per un po’, finchè non sento dei passi; ma resto immobile, non voglio seccature.
-Hai tutta la cadaverica morte per dormire, unisciti a noi per divertirti!
Non mi muovo, ma non riesco a fare a meno di sorridere. Solo una persona può dire una cosa simile imitando una delle nonnine del quartiere; infatti apro gli occhi e mi ritrovo di fronte il mio amico.
-Lascio a te tutto il divertimento, Nathan.
-Stesa in quel modo mi sembravi morta, ero preoccupato!
Scoppio a ridere mentre si siede accanto a me. Lui è l’unico qui capace di farmi ancora divertire, e per questo lo adoro.
Nathan in vita doveva essere davvero un bel ragazzo, ma ormai sta qui da molto  tempo, e chissà quanti anni ha. O aveva, quando è morto… se è un semidio, non mi stupirebbe la giovane età, ma non gliel’ho mai chiesto. Non abbiamo più un futuro, perché pensare al passato?
-Allora, che ci fai qui in tutta la tua cadaverica solitudine?
-Sai che è stupido dire per ogni cosa “cadaverica”?
Mi fa il suo solito sorriso idiota. –Ehi, sono morto! Lasciami almeno questo sfizio.
-Okay, come vuoi. Comunque non ne posso più di quelli del quartiere… Stanno diventando più strani del solito.
La sua espressione si fa per un attimo pensierosa, poi torna normale solo per dire: -Vuoi vedere qualcosa di ancora più strano?
Conoscendolo, potrebbe essere qualcosa di preoccupante. E folle. Ma non ho nient’altro da fare, così sono costretta ad accettare; ma qualcosa mi blocca.
-Non è qui all’Elisio, vero? Come hai intenzione di uscire?
Sul volto gli si dipinge un’espressione degna di ogni ladro. –Seguimi.


Arriviamo al margine occidentale della recinzione che circonda i Campi Elisi; nessuno ci arriverebbe perché troppo distante dal blocco abitativo.
Davanti a noi si erge un piccolo bosco di pioppi, davvero ottimo per un picnic a base di carne di Benevole.
Mi allontano un momento da Nathan per addentrarmi tra gli alberi.
–Quando ero bambina, spesso mia madre mi raccontava la storia del primo pioppo: un giorno Ade andò a far visita ad Oceano, e lì in fondo al mare vide una ninfa, Leuce. Si prese una sbandata per lei, ma quando Persefone lo venne a sapere costrinse Ade a liberarsi della ninfa. Però il dio non voleva ucciderla, così la trasformò in un pioppo, alto e pallido proprio come lei. Alla fine mia madre diceva sempre che come morta è molto bella, ma Leuce non è davvero morta. Ha solo concluso la sua prima vita.
Mi giro e vedo Nathan seduto a gambe incrociate e occhi sognanti, proprio come fanno i bambini quando i genitori gli raccontano una favola.
-Scusa, mi sono persa nei ricordi.
Lo aiuto ad alzarsi. –Tranquilla. E’ la prima volta che parli di te.
Forse si aspettava che continuassi a parlarne, ma resto in silenzio, così riprendiamo a camminare mentre mi spiega la nostra via di fuga.
-Dietro questi alberi c’è una piccola crepa nella recinzione che può portarci fuori di qui, e fortunatamente tu sembri abbastanza in forma per passarci.
Non so se prenderlo come un complimento, così lascio perdere. –E tu come avresti fatto a scoprirla?
-Come te, mia cara Mama, mi infastidisce quella gente sempre allegra, così ogni tanto vado in giro alla ricerca di nuovi tesori!
All’improvviso corre verso una roccia lì vicino, e una volta salito sopra, inizia a imitare un pirata con un cannocchiale fatto con le mani.
-Alla ricerca del tesoro, capitano!- gli dico di rimando –e non chiamarmi Mama.
Con un salto scende dalla roccia. -Suona bene, però.
Così arriviamo alla crepa e aveva ragione: solo una persona minuta riesce a passarci.
Subito inizio a guardarmi intorno, alla ricerca di qualche inseguitore.
-Siamo sicuri di volerlo fare, Nat?
Ma quando mi giro verso di lui è già nel piccolo passaggio, con una gamba fuori le mura e l’altra ancora dentro. -Dicevi?
Sospiro, perché a questo punto sono costretta a seguirlo; non voglio stare di nuovo da sola. Passo attraverso la crepa e mi ritrovo fuori accanto a lui, di fronte all’immensità degli Inferi.
-Non ti senti più libera, Kimama?
E anche questa volta devo dargli ragione, mi sento davvero libera dopo tanto tempo.
-Ma qualcuno non vedrà la crepa? Anche se dall’interno è coperta dagli alberi, qui fuori non c’è nulla.
-Tutti sono troppo occupati per notare una piccola crepa. Hai paura?
-Certo che no.
Mi sorride. -Allora andiamo.


Siamo arrivati alle Praterie degli Asfodeli e diretti chissà dove; ma intanto sto pensando a un suo ipotetico genitore divino e a tutte le maledizioni che potrei dirgli se ci prenderanno. -Finiremo per farci ammazzare.
-La vedo dura dal momento che lo siamo già.
-Diamo nell’occhio rispetto agli altri morti, e potrebbero sempre mandarci ai Campi delle Pene.
Il mio sguardo si abbassa sulle nostre tuniche; sono uguali a quelle degli altri morti, così come la nostra pelle: sbiadita come una vecchia foto. Ma noi fortunati dell’Elisio abbiamo un aspetto più “curato” rispetto agli altri morti.
Nat alza le spalle. -Ne dubito. Come ti ho detto, hanno altro da fare. Non hai notato l’assenza di sentinelle?
-Si, ma a volte può capitare.
Ma non ne sono davvero convinta, così continuiamo a camminare; ma più mi guardo intorno, più noto che qualcosa non va.
-C’è… così poca gente. Dove sono?
-Ci stiamo andando. Datti una mossa!
Ed è in quel momento che inizio a sentire dei mormorii in lontananza, e mi blocco per ascoltare meglio, ma Nathan mi prende la mano per farmi muovere.
Avvicinandoci, le voci si fanno più forti; ma sono gutturali, altre invece stridule, come quelle degli spiriti delle Praterie degli Asfodeli.
-Che ci fanno lì que…
-Shhh! Abbassati!
Siamo nascosti dietro delle rocce, ma da quella posizione sono comunque in grado di mettere a fuoco la scena: poco più in basso di noi ci sono centinaia di spiriti ammassati, che reclamano qualcosa davanti a loro.
Non sapevo che facessero concerti negli Inferi, ma quello deve essere stato sicuramente annullato, date le lamentele. Chissà se Caronte sa cantare…
Ma Nathan interrompe subito i miei pensieri sul traghettatore in veste di cantante rock. -E’ da giorni che questa cosa va avanti.
-E tu sai di cosa di tratta?
Fa cenno di no. –Ho solo una teoria.
-Quale?
A quel punto si gira verso di me. –Qual è la cosa che ogni morto vorrebbe ad ogni costo, pur di sfidare gli dei?
Sento le lamentele sempre più forti dei morti, che si accalcano, e quasi le voci dei dannati dai Campi delle Pene. Tra le loro urla, Sisifo è inconfondibile.
-Scappare da qui.
Qualcosa deve essersi aperto perché tutti iniziano a corrervi contro.
-Tornare in vita.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: FreeMara