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Autore: carmen16    21/11/2015    1 recensioni
E se Bella ricoprisse il ruolo del vampiro e Edward fosse il fragile umano? e se dovessero incontrarsi nel momento più sbagliato che il destino dovesse scegliere? se dovessero anche risultare nemici?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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Buonaseeeeraaaa a tuttiiiiiii. Dopo un'eternità che non posto sono riuscita finalmente a pubblicare un nuovo capitolo. Non ho scuse per il mio ritardo apocalittico, ma sto studiando per degli esami importanti e non prendo proprio pace. Come sempre desidero leggere tanti commenti e spero di poter pubblicare al più presto possibile.

~BELLA

Ed eccola lì, nel soggiorno con due uomini che non avrebbe mai creduto che si sarebbero trovati insieme nella stessa stanza, a guardarsi con circospezione per poi voltarsi verso di lei con mille interrogativi nello sguardo anche se per motivi diversi. Sapeva di aver fatto un madornale errore lasciando che Edward entrasse con loro e rischiare così che venisse coinvolto, però aveva bisogno della sua presenza calmante e per certi versi lui cosituiva una garanzia contro Ian nell'eventualità che fosse stato mandato dai Volturi per riportarla indietro. La prima legge inviolabile dei vampiri prevedeva proprio che gli umani dovessero rimanere all'oscuro dell'identità e dell'esistenza di quelli della sua specie. Ian non avrebbe mai potuto tradirsi di fronte a lui. Almeno per quel momento erano entrambi al sicuro ma non per molto. Doveva cercare di mantenersi fredda senza cedere a sentimentalismi e scoprire le intenzioni del suo migliore amico. Ne andava della loro incolumità e non solo... Adesso che aveva stipulato un accordo con i licantropi era responsabile di qualsiasi disordine si sarebbe creato in città, e di certo un gruppo di vampiri sanguinari e spietati, che per altro non seguivano di certo la sua stessa dieta, che la cercavano, rientrava nella categoria. Se non era venuto da solo, lei avrebbe trovato il modo di risolvere la questione senza danneggiare il clan dei Quileute, nè i cittadini di Forks, e primo fra tutti Edward. Era un problema fra lei e la sua "famiglia", a costo di fuggire o di morire ma non avrebbe permesso loro di distruggere anche quel mondo e i ricordi felici della sua infanzia custoditi in quella casa. Aveva parlato tanto a Ian di quella dimora, delle stanze e della vista del bosco attraverso le vetrate. Mai avrebbe immaginato che lui adesso si trovasse proprio lì in veste di carceriere/amico/boia. Aveva previsto che sarebbe successo un giorno. I Volturi sapevano bene quali tasti premere per farla cedere, e quale persona migliore del suo unico amico? Di colui di cui si fidava di più in assoluto? Per quello che ne sapeva potevano averlo soggiogato o lo stavano controllando mentalmente obbligandolo a cercarla per loro conto. Le vie di quei vampiri, peggio di quelle del Signore, erano infinite davvero. Alle spalle avevano secoli di tattiche e di guerre, in cui non avevano quasi mai perso. Avrebbe trovato il mezzo per fargliela pagare un giorno. Adesso però doveva cocentrarsi sul dato non irrilevante che nonostante i suoi tentativi di depistaggio, lui l'aveva trovata e che se non aveva già comunicato la sua posizione al suo comandante, sarebbe stata questione di poche ore. Probabilmente era giunto da lei per proporle una soluzione pacifica o un compromesso aspettandosi una sua resa incondizionata prima di denunciarla. Se lo pensava, non la conosceva affatto dopo novant'anni di "convivenza". Doveva risolvere la questione velocemente e allontanare da lì Edward. A quel punto da vantaggio si era trasformato in una debolezza che non poteva permettersi e non poteva mostrare, inoltre doveva risolvere la questione al più presto e non dovevano esserci testimoni. Proprio mentre stava per prendere la parola sentì fra i suoi pensieri una voce estranea, proveniente da un'aura calda e dorata come il sole. Seth le faceva un effetto benefico incredibile, però il messaggio delle sue parole la misero in allerta. Era richiesto il suo intervento per fare una ronda. In qualsiasi altro momento si sarebbe precipitata, entusiasta di dare una mano e onorare il patto, oltre che i licantropi le stessero concedendo fiducia, ma in quel momento, con alle porte uno scontro, non era l'ideale.... Anche se forse il bosco sarebbe stato il luogo migliore per chiarire con Ian senza che nessuno si facesse male o che li disturbasse. Mentalmente le si stava formando già un piano.

Si alzò dal suo posto, di fronte al suo amico, con alla sua destra Edward e guardandoli disse:

- Scusatemi ma ho proprio dimenticato di sfornare le torte! Edward che ne dici di aiutarmi? Avevo promesso che questo fine settimana sarebbero giunte delle deliziose torte in paese e non potrei di certo disattendere le loro aspettative. Perdonami un secondo Ian. La cucina è in fondo al corridoio, prima porta a destra. -

 Lasciò che il ragazzo la precedesse per poter dire impercettibilmente a Ian :

- Dobbiamo parlare-.

Si voltò e fece per uscire dalla stanza, sicura che non l'avrebbe attaccata alle sue spalle, non era nel suo stile, quando sentì la sua risposta che giunse con un tono stranamente collerico:

- Eccome signorina, non hai nemmeno idea di cosa devo dirti-.

Giunta in cucina, richiuse la porta con cura, anche se sapeva che contro i sensi super sviluppati del vampiro del sogiorno sarebbe stato del tutto inutile. Edward aveva uno guardo molto preoccupato e un'espressione strana, che non riusciva a decifrare. Grattandosi il palmo della mano destra le disse:

- Bella, cosa sta succedendo? Ti sei così irrigidita... Eppure hai detto che lui è una vecchia conoscenza... Ti ha fatto del male in passato, per caso? Se lo avessi saputo non lo avrei mai portato da te.-

Con una mano fermò gentilmente quel gesto nervoso che stava compiendo inconsciamente su quella cicatrice e prendendo la mano di lui, la tenne fra le sue. Ma lui non si sottrasse, nè rabbrividì al contatto con la sua pelle fredda. Cercò di tranquillizzarlo:

- Non ti preoccupare, va tutto bene. Abbiamo solo dei problemi in sospeso da chiarire. Adesso non ti posso spiegare ma per il tuo bene devi tornare a casa. Non sei al sicuro qui, io me la caverò da sola. -

La mano che stava stringendo, rafforzò la presa e lo sguardo del ragazzo si fece determinato:

- No, Bella. Non so cosa stia accadendo ma non ti lascio da sola. Smettila di parlarmi come se fossi un debole ramosciello. So badare a me stesso e voglio proteggerti. Parlami. -

I suoi occhi verdi erano di una luminosità incredibile. Che strano scherzo del destino avere incrociato quegli occhi solo in quel momento quando probabilmente se ne sarebbe dovuta andare. Cercò di trovare la calma per usare i suoi poteri e convincerlo ad ascoltarla. Sapeva di star violando la sua mente costringendolo coercitivamente a fare ciò che lei gli chiedeva, ma la sua vita era più importante del rispetto.

Fissandolo negli occhi provò ad entrare nella sua mente con un tono suadente e disse:

- Edward ne devi stare fuori, non ti riguardano queste cose. Dimentica di aver visto Ian o di aver incontrato me. Adesso prendi queste torte e portale in paese. Ho affrontato sempre tutto da sola, e continuerò a farlo. Sono forte, molto più di quanto immagini. Per il tuo bene, per favore vai. -

Era abbastanza sicura che avrebbe funzionato. Dopotutto il suo potere di persuasione aveva funzionato anche con i vampiri più potenti, un normale essere umano non avrebbe potuto resistere. Per un secondo infatti, vide la luce emanata dalle sue pupille affievolirsi leggermente. La sua coscienza stava cercando di lottare contro il suo comando. Poi all'improvviso tornarono a brillare più di prima e lui la afferrò per la vita con entrambe le mani e la strinse con forza, ad una velocità impressionante persino per lei.

Le diede un caldo bacio sulla guancia, pericolosamente vicino alle labbra e le sussurrò vicino all'orecchio:

- So che non sei un semplice essere umano, l' ho sempre saputo, ma non ti permetterò di controllarmi con quei bellissimi occhi dorati. Non ci contare. Me ne andrò perchè me lo hai chiesto e ho capito che ciò di cui dovete parlare non è fatto per le mie orecchie. Ma non pensare che sia finita qui. Voglio sapere la verità Bella. Ti aspetterò al tramonto al limitare del bosco, dove ci siamo salutati l'ultima volta, e lì mi darai delle risposte. - Sfiorando leggermente le labbra con le sue, la lasciò andare ed uscì con passo sicuro dalla stanza, e poco dopo sentì il rumore della porta d'ingresso.

Bella era caduta in uno stato di trans. Non riusciva a pensare nulla se non a quello che le aveva detto e al quasi bacio che le aveva dato. Nessun normale essere umano poteva resistere alla Persuasione di un vampiro. Chi era davvero Edward Cullen? Un momento... Cullen? Non sarà forse...
Fu interrotta nel mezzo di un bruttissimo presentimento dall'arrivo di Ian, di cui si era totalmente dimenticata, logicamente infuriato. Si appoggiò con la schiena al muro, ma non aveva intenzione di aspettare che lui parlasse.

La miglior difesa è l'attacco.

Disse: - Bene, Ian. Adesso che siamo da soli mi puoi dire se Aro mi porta i suoi saluti. Andiamo fuori a chiarire la questione. Questa casa per me è sacra.-
Ian con un gesto della mano si spostò galantemente di lato, lasciando che gli passasse davanti mentre le diceva:

-Ma certo madmoiselle. Ma non è come credi, non sono venuto perchè me lo hanno detto loro. -

Iniziarono a correre l'uno accanto all'altra come avevano sempre fatto quando prestavano servizio per i volturi. Si guardavano le spalle a vicenda e in missione nessuno dei due tornava senza aver trovato l'altro. Lo guardò con sfida, provocandolo a fare una gara. Erano stati da sempre migliori amici ma erano entrambi molto combattivi e competitivi. Cercavano sempre di prevaricarsi, ma in quanto a velocità erano rimasti in pareggio. Nessuno dei due era migliore o peggiore dell'altro. Lo stava portando a un paio di chilometri dal confine e da lì avrebbe avvertito Seth che se avessero sentito trambusto era perchè un "ospite" inatteso era giunto per parlarle. Sentiva già la preoccupazione del ragazzino, ma lo consolò con il pensiero. Mentre Ian la stava leggermente superando perchè lei aveva dovuto evitare un albero, si toccò le labbra che sentiva scottare da quando Edward le aveva sfiorate con le sue. Non andava affatto bene. Anche le mani erano insolitamente calde per il suo tocco. Sperava con tutta se stessa che si stesse sbagliando sull'identità del ragazzo e su ciò che provava per lui. Doveva dimenticarlo per il bene di entrambi, per la sua vita da umano e lei per la sua missione. Non poteva innamorarsi, non lo conosceva nemmeno! Quando nella vita di un vampiro accadeva un mutamento, questo era per sempre. Non poteva vivere per l'eternità o per il tempo che ne restava, a questo punto, con il vuoto della sua perdita. Non l'avrebbe mai trasformato in vampiro, e a quel punto lei stessa temeva il risultato. Edward non era del tutto umano, o meglio aveva delle capacità paranormali, di cui non aveva idea che effetti avrebbe prodotto con la trasformazione. A quanto pare sembrava che non riuscisse a tenersi lontano dai guai per troppo tempo. Certi giorni più che altri sentiva tutto il peso di quei decenni vissuti. Non sempre l'eternità era una bella cosa. Si fermò nel punto che Seth le aveva indicato di dover controllare. Ancora una volta non c'era stato nessun vincitore. Ian aera giunto nello stesso istante e adesso la guardava con uno sguardo molto serio e arrabbiato. Cominciava il divertimento.
   
 
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