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Autore: MichiDDLyang    21/11/2015    4 recensioni
ho sempre immaginato una mia versione di come fosse realmente andata la storia fra Bulma e Vegeta, la mia coppia preferita in assoluto di quell'anime che mi ha così rapita sin da piccola.
lei,così spavalda, petulante.. lui, tenebroso ,cupo,arrogante ma cos' bisognoso d'amore e di comprensione.. e perchè no, di qualcuno che potesse tenergli testa.
"Per lui, e solo lui, si era rialzata, raccogliendo con estrema dignità i cocci rotti del suo cuore e della sua anima e ricomponendoli a poco a poco: ogni sorriso, carezza, gesto di suo figlio la rendevano sempre più forte, mettendo, un pezzo dopo l'altro, tutto al posto giusto. O almeno cosi voleva pensare.
nel profondo sapeva che un tassello sarebbe sempre mancato."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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SONG: Thereason I come home- Ron Pope

Bulma non riusciva a credere ai suoi occhi: pensava, o meglio sperava, che fosse un'allucinazione, un sogno ad occhi aperti.
Volse, allora,lo sguardo verso il figlioletto e vide che  Trunks non distoglieva lo sguardo dalla vetrata,  "Possibile che i suoi lamenti fossero legati all'arrivo del padre? TRUNKS, un bimbo di appena sei mesi, ha sentito, o meglio RICONOSCIUTO, l'aura del padre?"  pensò la ragazza sbarrando gli occhi e deglutendo.
Trunks, dal canto suo , fissava come incredulo quella figura massiccia anche se minuta che , a braccia conserte e con un sorriso sprezzante stampato su quella sua espressione così perennemente crucciata, li stava fissando immobile.
Il signor Brief ,allora, decise di fare il primo passo e andare ad "accogliere" il sayan, pronunciando con voce tremante  un semplice " Vado io.".
Anche  la moglie lo seguì, mentre Bulma rimase come pietrificata in mezzo alla sala.  
Non riusciva a muoversi, a respirare.
Strinse Trunks al petto come a non volerlo lasciar andare, per averlo vicino al cuore.
Quel cuore così ferito, sanguinante, che non appena aveva percepito la sua presenza sembrava aver ripreso vita dal nulla.
Era sicura che Vegeta potesse sentire quel martellare furioso, quindi s'impose di calmarsi respirando a fondo due o tre volte: Non avrebbe permesso a quello stupido scimmione di fare ancora i suoi comodi, soprattutto ora che Trunks era venuto al mondo.
Quando nacque, Bulma fece una solenne promessa: avrebbe messo la felicità di suo figlio prima della sua, anche a costo di patire le peggiori sofferenze.  A costo della sua stessa vita, avrebbe protetto quel bambino che per lei, ora ,era diventato il centro del suo universo.
Con rinnovata determinazione, senza sciogliere  quel possessivo quanto indispensabile abbraccio, a testa alta percorse  il corridoio uscendo dalla porta e raggiunse i genitori nel giardino.
Sentì il padre dialogare educatamente, sebbene con un tono palesemente infastidito,  con il sayan.
"….  Qui. Spero tu possa comprendere che sarà alquanto impossibile che Bulma accetti questa situazione." si accorse subito ,però, della presenza della figlia che, con sguardo tagliente e  atteggiamento fiero li stava osservando.
"Cos'è che non riuscirei ad accettare? Sentiamo un po'…" esclamò altezzosa la turchina " Non dirmi che questo scimmione vuole accasarsi di nuovo qui alla capsule per proseguire gli allenamenti ! Cos'è, Vegeta- pronunciare quel nome fu più difficile che prendere il fuoco a mani nude, e si stupì di esserci riuscita - la gravità dello spazio non ti è bastata a farti trasformare in super sayan?" Lo guardò dritto negli occhi: Bulma aveva nascosto la sua sofferenza  dietro maschere d'arroganza ed orgoglio, cosa che aveva imparato sicuramente da lui, ma tutte le barriere crollavano nel momento in cui i loro occhi si scontravano.
Ecco perché Vegeta capì la domanda implicita della donna, e,dopo un attimo di tentennamento, rispose ghignando : "Non essere cos' precipitosa, donna. Se vuoi sapere se sono riuscito a trasformarmi in Super sayan, la risposta è Sì. Andare nello spazio non è stato poi tanto inutile, non trovi?"
Bulma sussultò. Quel maledetto giorno gli aveva urlato, fra le lacrime, di restare almeno fino a quando non fosse riuscito a trasformarsi.  A parer suo, lo spazio non avrebbe dato più possibilità di riuscita di quanto non avesse potuto fare la Gravity Room.
Ma a quanto  pare si era sbagliata, e ora Vegeta glielo stava bellamente rinfacciando.
Si sentì stupida, e di riflesso strinse ancora dì più il suo bambino.
"La ragione per la quale sono tornato qui in questo luogo è per confrontarmi con Kakaroth, e fargli capire così chi è il più forte, adesso! Ora che sono un  super sayan  niente e nessuno potrà mettersi contro di me: tantomeno quel buon a nulla  di Kakaroth.
Tuttavia, per quanto abbia cercato di reperirlo in questi giorni in cui sono ritornato sulla Terra, sembra sparito nel nulla e ho pensato che, da bravo fannullone qual è, fosse venuto insieme al suo mezzosangue qui a spassarsela un po' … ma  a quanto pare mi sbagliavo."  volse il capo da un lato all'altro come a voler controllare, poi ripuntò gli occhi sulla famiglia Brief.
Per un attimo il suo sguardo rimase su Bulma, o meglio sul pargoletto che beatamente le dormiva in braccio. Ma durò solo un secondo.
Vegeta parve rinsavire da chissà quale sogno, e con aria diffidente si alzò in volo, quando una voce femminile lo chiamò, intimandolo a fermarsi.
Di spalle, il sayan ghignò.
 "Vegeta , aspetta!" Bulma non fece in tempo a mordersi la lingua. Perché non l'aveva lasciato andare? Da quando era diventata così masochista? Ora però non poteva tirarsi indietro, allora continuò: " mamma, papà, tornate in casa. Devo parlare con lui , da sola." La signora Bunny, allora,  fece per prendere il bambino ma Bulma si spostò come scottata.  "NO. Trunks rimane con me."
Sapeva che, se lo avesse lasciato, sarebbe crollata. E non poteva permetterselo. E poi lui DOVEVA vederlo.
Un po' titubanti, i genitori della donna rientrarono in casa, rassicurati dalla figlia che, con gli occhi umidi, disse loro: "Non mi farà del male"  Non con suo figlio qui con me , aggiunse mentalmente, perché era convinta che , anche se per lei era chiaro non provasse più nulla - sempre ammettendo che avesse provato mai qualcosa- quel bambino, suo figlio, non gli era poi tanto indifferente.
"Donna, come fai ad esserne sicura? Potrei schiacciarti come un moscerino, se solo volessi" Appena si rese  conto di ciò che disse, ammutolì. 
"Ecco, se solo volessi. Ma in realtà non vuoi" Ghignò Bulma. Doveva almeno provarci: sperava almeno di far conoscere Trunks al Padre, di convincerlo a restare, anche solo per lui. Avrebbe sofferto da morire averlo vicino senza però poterlo amare realmente, ma almeno il suo bambino avrebbe avuto suo padre.
"senti stupida terrestre, ti ho già detto chiaramente che non me ne frega nulla ne di te ne del marmocchio, perché sei tanto ostinata?"
 
"Ehi stupido scimmione, non voglio certo implorarti di stare con me, sai nemmeno io sono più interessata sotto quell'aspetto" Mentì spudoratamente lei " Ma sono decisa a far conoscere a Trunks la faccia di suo padre, così da poter dargli un volto su cui riversare tutto il disprezzo che da grande avrà per l'uomo che lo ha CODARDAMENTE abbandonato!"  Sapeva che l'unico modo per avere una sua reazione era far leva sull'orgoglio, allora continuò : "Trunks è un bambino forte ed intelligente, anche se ha solo sei mesi ha SENTITO la tua aura mentre venivi qui e  e l'ha Riconosciuta. Presumo, quindi ,non avrà difficoltà a ricordare il tuo volto per gli anni a venire." Sorrise  consapevole di aver intaccato quella corazza dura intorno al suo cuore . E in effetti l'affermazione lo aveva spiazzato.
"beh, non sarà certo il primo a disprezzarmi per avergli rovinato la vita" rispose Sprezzante Vegeta "è questo che fanno i sayan: combattono e vincono distruggendo il nemico!" Continuò mentendo. In realtà una piccola parte di sé detestava l'idea che  qualcuno pensasse che era un CODARDO, tantomeno QUEL bambino: anche se lo considerava un ibrido, Vegeta sentiva che quel piccoletto sprigionava un'aura potentissima, seppur stesse dormendo. Sicuramente era dovuto al fatto che fosse lui il padre. Il principe dei sayan. Eppure… no. Non poteva essere.
Era solo un mezzo sangue, e a lui non importava nulla di quella specie di ibrido. D'altronde ,non per questo che era tornato sulla Terra, no? Era tornato da quella terrestre SOLO per cercare il suo eterno rivale.

Era quella la ragione.
Scosse la  testa confuso, e Bulma capì subito.
"Si ma lui non è il nemico. È un bambino, TUO FIGLIO.  E per quanto tu cerchi di negarlo, so che riesci a sentire la sua forza, e che in quella tua testaccia dura adesso tu stia pensando che, anche se è solo per metà un sayan, se allenato potrà diventare degno di essere figlio di suo padre. Figlio del principe dei sayan."  Bulma sapeva di aver toccato le corde giuste; adesso aspettava soltanto una  sua risposta.
"In effetti il nanerottolo non è poi tanto rammollito ,potrebbe ritornare utile" esclamò Vegeta, cominciando a provare una strana curiosità .
Bulma si avvicinò ancora di più, fino ad arrivare a mezzo metro da lui. Cauta, girò il bambino che nel frattempo si era svegliato e che, stupito, stava fissando il padre. " Ecco, Trunks, questo è tuo padre. Decidi tu, ora, cosa pensare di lui"
Vegeta distolse lo sguardo dagli occhi della donna puntandoli in quelli del figlio: Non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere.
Trunks, anche se piccolissimo, era vigile ed attento. Sapeva lui chi fosse.  L'espressione accigliata era così simile alla sua, tranne che per il colore degli occhi ,uguali a quelli della madre.
In quel momento sentì qualcosa smuoverlo: una piccola parte del suo essere, lui sapeva, sarebbe rimasta indissolubilmente legata a quell'esserino che, nel frattempo, allungava le braccia verso di lui.
Allungò la mano come se volesse afferrarlo, ma si ritrasse subito.
Non doveva cedere alle debolezze. Ad un guerriero sayan non era permesso.
Quello scatto così repentino fece piangere disperatamente il bambino, così Bulma lo cullò teneramente fra le braccia. Solo un secondo in più e le barriere di Vegeta verso il figlio avrebbero ceduto.
Poco male, non si sarebbe arresa così facilmente.
"Oh donna.. Cosa farfugli? È chiaro che è un rammollito! Senti come frigna! E che voce stridula, di sicuro in questo è uguale a te. AHH. Ed io che … Senti terrestre, se non vuoi aiutarmi a trovare Kakaroth lo farò da solo!" Strinse i denti irritato.
"Oh.. Aspetta tu hai bisogno del mio aiuto? È questo che mi stai chiedendo?" chiese speranzosa
"Io non ho bisogno dell'aiuto di nessuno. Sono il principe dei sayan e di certo non chiederò mai nulla ad un'insulsa sgualdrina come te! E fa star zitto il moccioso che mi sta scoppiando la testa e confondendo le idee!" urlò innervosito.
"Senti, stupido principe dei miei stivali. È inutile che cerchi di trovare scuse. Se fossi venuto qui per cercare Goku non avresti cambiato la versione dei fatti per ben tre volte, ne tantomeno avresti tentennato di fronte a tuo figlio! Diamine, capisco che tu non voglia più  saperne nulla di me, mi sta bene, ma come puoi rimanere indifferente di fronte al sangue del tuo sangue? Che razza di mostro riuscirebbe a fare ciò?" Ormai esasperata e sull'orlo delle lacrime, Bulma non ebbe timore di dire ciò che realmente pensava" Ho sperato che la ragione che ti ha portato qui fosse un' altra, ma devo ricredermi. Sei solo un guscio d'uomo, Vegeta.
Spero realmente che la tua arroganza, strafottenza e il tuo ostinato orgoglio possano darti la pace che il tuo cuore cerca da tempo, anche se dubito che questo basterà. "gli diede le spalle  e fece per andarsene, quando si fermò e continuò:
"Vuoi sapere perché Goku, nonostante non sia  un principe, riesce sempre a superarti?" A queste parole vegeta ebbe un sussulto: come si permetteva di parlargli in quel modo? "Perché nonostante non rinneghi la sua natura, ha accettato la parte umana di sé e ascolta il suo cuore, così pieno di sentimenti e puro. È in pace con se stesso, e questo gli permette di combattere qualsiasi nemico, qualsiasi avversità con una forza correlata non solo alla sua potenza fisica.
Adesso, ti prego, per un secondo metti da parte quel tuo stupido orgoglio e ammetti che la ragione per cui se venuto qui è per conoscere Trunks, per vederlo anche solo una volta." si voltò verso il guerriero, fronteggiandolo spavalda.
Vegeta era come paralizzato. Quella donna riusciva a leggergli dentro come mai nessuno prima d'ora era riuscito a fare. Era andata oltre l'apparenza e aveva bypassato tutte le barriere erte con così tanta fatica e sofferenza da quel guerriero dai capelli a fiamma che, anche se immensamente potente, era stato battuto e ridotto ad un infimo esserino dalle PAROLE di Bulma che, delusa ,ormai non riusciva più a trattenere le lacrime.
Avrebbe voluto prenderlo a pugni, fargli capire che sotto quel cuore all'apparenza freddo e duro si celava un uomo, e non un guerriero spietato , forgiato da mille battaglie intestine, che avevano finito per consumarlo e fare di lui l'essere apparentemente inscalfibile che aveva adesso davanti.
 
Silenzio.
Questo fu quello che seguì alle parole della donna. Non perché non ci fosse nulla da dire, tante erano le parole che in quel momento ronzavano nella testa di lui e di lei, ma semplicemente nessuna avrebbe migliorato la situazione. Nessuna era adatta.
Si guardarono negli occhi per un momento che parve infinito, dopo di che Vegeta, con la mascella contratta, chinò il capo e, dopo aver dato le spalle alla turchina, spiccò il volo e scomparve in una nuvola candida.
Allora bulma si arrese alle emozioni e cadde ginocchio: il bambino, come se avesse  letto nel  cuore della madre, le posò una manina paffuta sul viso e si strinse a lei.
"SI Trunks: tuo padre non ti abbandonerà".  E un sorriso comparve sui loro volti.
 
 
Vegeta volava ad una velocità mai vista prima: era frustrato ed arrabbiato.
Aveva mentito, su tutto.
Sull'essere super sayan, in primis.
Nonostante avesse passato mesi su di un pianeta totalmente deserto, con una gravità circa 350 volte superiore a quella terrestre, allenandosi duramente per tutto il tempo fino allo stremo delle forze, non era riuscito a trasformarsi. Nemmeno una volta.
Così aveva deciso di ritornare sulla terra, spinto-  apparentemente- dall'egoismo e dalla superbia di voler superare il livello combattivo del suo eterno rivale.
Se qualcuno glielo avesse chiesto, avrebbe affermato di esser rimasto per proseguire indisturbato gli allenamenti nella gravity room  per poter tenere sotto controllo la potenza combattiva di Kakaroth.
 
Ma paradossalmente non era quella la cosa che più lo infastidiva in assoluto: quando era tornato alla capsule corporation, una parte di sé, la meno orgogliosa, quella che quella  terrestre petulante era inevitabilmente riuscita a possedere- ormai aveva imparato a non negarlo a se stesso- sperava che sarebbe potuto rimanere lì, assieme a quei terrestri che già una volta erano stati stranamente così disponibili ad accoglierlo.
Ed invece aveva ottenuto tutt'altro: la donna lo aveva insultato e addirittura considerato inferiore a quel rammollito.
 
Mentre volava alto nel cielo , si struggeva pensando alle parole brucianti di quella donna che , tempo addietro, lo aveva già stupito, incendiandolo di una passione che non sapeva di avere.
"Qual è la ragione per cui sei tornato?" gli aveva detto.
Tempo fa, il sayan di una volta avrebbe risposto senza esitazioni . La vendetta ,il desiderio di rivalsa erano un motivo più che sufficiente, all'epoca,  per giustificare qualsiasi azione.
Ma adesso Vegeta si era reso conto che non era possibile rispettare gli ideali inculcatigli dal severo padre che vedevano l' 'odio e vendetta come unici moventi del loro animo guerriero.
Ripensava agli occhi delusi e il tono di voce rassegnato di quella donna che , nel breve tempo che avevano condiviso sotto le lenzuola ad accarezzarsi, gli aveva fatto scoprire una parte di se che non pensava  di avere e che veniva fuori solo e soltanto con lei, unica testimone inoppugnabile di un Vegeta veemente ma non rude, le cui carezze - pur essendo le sue mani callose e ruvide- riuscivano ad essere le più delicate dell'universo.
Aveva imparato che quella donna era molto più forte di una comune terrestre- era stato questo ad attirarlo inevitabilmente verso di lei, durante i primi incontri intimi- e  vederla  in bilico aveva fatto vacillare anche lui, per un secondo.
Quella donna che aveva condiviso con lui più che qualche notte di passione, e che ora, con la solita testardaggine che lui aveva capito appartenerle, era diventata la madre di suo figlio, un bambino innegabilmente forte e vispo, portando avanti una gravidanza potenzialmente mortale.
 
Trunks. Era questo il nome di suo figlio.
Tornò indietro con la mente , ripensando a quando, anni prima, dinanzi al padre,  affermava con la solita altezzosità che suo figlio sarebbe stato un guerriero di tutto rispetto, più forte di qualsiasi altro guerriero, degno di essere l'erede del principe dei sayan.
Di certo non avrebbe mai immaginato fosse un mezzosangue. Figlio di una terrestre .
Forse , però, era proprio questo che lo infastidiva …. Nonostante fosse per metà umano, aveva capito fin da subito che la forza di Trunks era molto superiore a quella di un sayan puro della stessa età.
Perfino della sua, quando era un neonato.
Era questo che non riusciva a spiegarsi, e che lo portava inevitabilmente a pensare che tutte le sue teorie fossero infondate.
 
"Vuoi sapere perché Goku, nonostante non sia  un principe, riesce sempre a superarti?"  Le parole di Bulma riecheggiavano nella mente con veemenza. Il suo corpo cominciò a tremare. Sapeva che, infondo, lei aveva ragione.
E si detestava: per essersi lasciato insultare da lei, per essersi  sbagliato e per aver dovuto ,soprattutto, ammetterlo, anche se solo verso se stesso.
"Perché nonostante non rinneghi la sua natura, ha accettato la parte umana di sé e ascolta il suo cuore, così pieno di sentimenti e puro. È in pace con se stesso"
Era in pace con sé stesso. Certo, questo perché non si era mai trovato a dover sottostare alle dure regole di un padre severo e violento, con una madre assente.
Kakaroth era stato spedito sulla terra da neonato, quando lui era solo un bambino, e non aveva dovuto assistere impotente al massacro della sua famiglia, alla distruzione del suo pianeta.
Non sapeva come ci si sentisse ad essere l'unico superstite, a sottostare alle leggi di un sadico dittatore spaziale che si era rivelato artefice della distruzione della sua razza e a cui lui, invece, era stato fedele come un cagnolino.
Non sapeva come ci si sentisse stupidi, increduli di non esser riusciti a capirlo prima. UMILIATI.
Quella donna parlava senza sapere nulla!
"Certo-" disse una voce nella testa del guerriero che da tempo s'insinuava prepotentemente in lui, una voce a lui familiare
 " - questo perché non le hai mai raccontato nulla di te" .
Aumentò esponenzialmente la velocità e un urlo, dal profondo della gola, rauco e carico di rabbia non celata da indifferenza, si espanse nel cielo così simile , per colore, agli occhi di quella donna che lo aveva messo ancora più in guerra con se stesso di quanto non fosse già.
 
Atterrò su un'isola deserta, e lì, dopo aver raso al suolo la vegetazione circostante creando una voragine desertica, concentrò tutta la sua rabbia sprigionando un'energia tale, che sembrava non appartenergli, che scosse l'acqua circostante creando onde altissime che s'infrangevano le une sulle altre.
Fu allora che successe: il cielo s'iscurì d'improvviso e una nube sempre più dorata si innalzò dal luogo in cui Vegeta si trovava.
Sentiva i muscoli bruciargli e la testa martellare furiosa.
Chiuse gli occhi e, con un ultimo grido, anche i suoi occhi pece virarono.
C'era riuscito: finalmente era diventato un super sayan.

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buonasera a tutti.
ho deciso di postare abreve distanza siccome il primo capitolo lo considero soltanto come un'introduzione. ( aproposito la canzone che da' il titolo è sempre di Ron Pope)
Inoltre , questo secondo capitolo è un po' più lungo,ma non me la sentivo proprio di tagliarlo. nonsarebbe stato completo.
Spero sempre vi piaccia e vi faccia sognare almeno un po' su questa coppia a mio parere molto introspettiva e davvero meravigliosa.
Un bacio a tutti, alla prossima.


MichiYang

  
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