Era stato tutto talmente veloce che non poté fare altro che chiedersi cosa fosse successo: era incatenata ad una sedia con delle catene d’ambra, veleno per gli elfi e davanti a lei suo padre, orrendamente sfigurato da una lama incandescente sugli occhi.
Splendidi erano stati i suoi occhi grigi ma mai freddi, i suoi capelli lunghi e neri erano il vanto della sua specie. Ora era un essere scheletrico, rattrappito dall’età, che cercava di percepire il mondo senza uno dei sensi più importanti.
-Padre?- si stupì lei stessa della sua voce, sembrava così infantile,
- Sono morti, sono tutti morti… Klas, Frua, Mijo, Nara, li hanno uccisi!- urlava suo padre, perché era da più di un secolo che voleva urlare il suo dolore, ma mai aveva potuto.
-E Loa?-
Riina sputò a terra- Loa ci ha traditi e ora la Natura vuole la sua vendetta contro i traditori… al contempo vuole che torniamo da lei-.
La Gatta sgranò gli occhi –Cosa stai dicendo?-, suo padre la fissò con il suo volto senz’occhi –Ma non senti con quanta grinta ci richiama? Le manchiamo noi e i Clorianensi, ha sofferto nel vederci ridotti in schiavitù… vuole solo vendetta-.
Vendetta… quante volte dentro di sé quella parola era stata usata?
La Natura vuole vendetta per i suoi cari, vuole un destino crudele per i traditori, vuole… ma come possiamo darle quello che vuole?
Iosoina nam aurios. Chiama la Natura, le ti difenderà.
-Padre… ti hanno accecato per non farti usare i tuoi poteri, vero? E faranno lo stesso con me- abbassò la voce ad un sussurro, suo padre annuì mestamente Era come… spento.
Gratais nam arios. Prega la natura, lei ti vendicherà.
Volle provarci.
Clam arios. La Natura sta arrivando.
-Padre, ricorda chi sei. Sei un elfo, uno dei sette ed è tuo dovere difendere il tuo popolo- sperava che quelle parole arrivassero a destinazione perché davvero non sapeva cos’altro fare.
- Ragazza mia, Asha, sono vecchio e cieco ormai sono inutile- un singhiozzo uscì da quelle labbra che Asha tanto amava.
-No padre. ,dobbiamo chiamarla, ora-
-Siamo solo in due Asha noi non…-
Iosoina nam aurios
Gratais nam arios
Clam rios…. Asha cominciò a pronunciare la formula, l’avrebbe fatta con l’aiuto di suo padre o senza.
La sentì arrivare come un’onda d’urto, magia pura nelle vene, vita che scendeva dal soffitto.
Continuò a cantare sempre più velocemente, suo padre aggiunse la sua voce, il ritmo si fece sempre più forsennato.