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Autore: Valerie Leyl Alekxandre    22/11/2015    5 recensioni
Come già qualcuno sa, questa Long-Fic è nata come NaLu Week, ma ho deciso di trasformarla in base alle mie esigenze e a quelle dei lettori in una Long.
Ringrazio gaia21 che senza di lei non avrei mai cominciato a scrivere questa long.
Spero possa piacervi quello che la mia mente ha dato origine.​
*§*§*§*
Lucy è una normale ragazza condannata a vivere una vita infelice sin dalla nascita.
Orfana di genitori e cagionevole di salute, si ritrova ad affrontare tante sventure nel corso della sua vita, finché è una delle sue stesse sventure a farle conoscere l'amore di una famiglia e l'amore della sua vita.
*§*§*§*
Un bacione a tutti e che la lettura sia di vostro gradimento!
[REVISIONE IN CORSO]
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non ho un cuore per poterti amare
Capitolo VIII.
Il racconto di un passato, l'amore del presente e la preoccupazione per un futuro.
**❤**

Com'era generoso e crudele allo stesso tempo, il destino. Eppure eccolo lì, l'esempio di quanto questo fosse strano e imprevedibile. 

Era strano ritrovarsi di nuovo lì, tra quelle quattro mura bianche – se si potevano dire tali – ad attendere il risveglio della ragazza che se ne stava placidamente sdraiata tra le lenzuola; a farle compagnia solamente il rumore dei suoi battiti cardiaci divenuti ormai udibili per via della macchina che le era collegata. 

Natsu e Gray erano fuori, tra i corridoi dell'ospedale, uno seduto su una delle sedie con le braccia incrociate al petto e un cipiglio grave in viso, mentre l'altro camminava da più di due ore avanti e indietro nervoso, preoccupato e anche arrabbiato; accartocciato in una delle sue mani vi era il foglio che aveva causato loro tutte quelle pene, in prima persona a Lucy. 

-Siediti e calmati- il corvino chiuse gli occhi cercando di apparire il più tranquillo possibile, ma vedere e sentire il suo amico camminare nervoso in quel modo lo stava facendo impazzire, letteralmente. 

-No- rispose secco, continuando a fare quel via vai stringendo qualche volta i pugni per scaricare almeno un minimo di tensione, naturalmente invano. 

-Ho detto: siediti e calmati. Se continui così mi farai uscire di testa- ripeté stringendo i denti, o Natsu si sarebbe fermato da solo o lo avrebbe messo K.O. lui stesso. 

-Come fai a dirmelo? E soprattutto, come dovrei calmarmi?- 

-Prima di tutto, smettila di camminare e sta' zitto giusto il tempo per prendere dei respiri pro..!- cominciò a spiegare calmo Gray, ma venne quasi subito interrotto. 

-Mi pigli per il culo?- si fermò davanti al suo amico d'infanzia incrociando le braccia al petto inarcando nel frattempo un sopracciglio. 

-E perché dovrei? Soprattutto in una situazione del genere- rispose, serio, aprendo gli occhi e lanciando subito dopo occhiate di sfida al rosato. 

Quest'ultimo perse la sua posizione e fece roteare gli occhi al soffitto, sospirando mentre sentiva i muscoli sciogliersi un poco da tutta la tensione accumulata in quelle ultime ore. Cavoli se era preoccupato. 

-Comunque- riprese la parola, attirando nuovamente l'attenzione di Natsu su di sé -dobbiamo cercare di trovare il modo per sistemare questa situazione- aggiunse riferendosi al foglio di carta tenuto in mano dal suo migliore amico. 

Il ragazzo si sedette a sua volta su una sedia, mettendosi di fianco al corvino mentre riapriva la palla di carta, lentamente, per poter rileggerne il contenuto. 

-Se dovesse ricapitare una cosa del genere, non credo che saremo così tanto fortunati da scamparla come stanotte- constatò, sempre Gray, puntando il suo sguardo preoccupato sulla porta che conduceva alla stanza in cui era tenuta la loro amica.  
 
 

Il bianco la investì violento facendole richiudere gli occhi di scatto. La sensazione di debolezza e stanchezza aveva già cominciato a darle fastidio, nonostante si fosse svegliata da pochi secondi. 

In quel momento sentì solo il parlottare leggero che c'era nella stanza e, ascoltando meglio riusciva a distinguere bene le voci di Natsu e Gray. 

-Ehy- sussurrò poi, richiamando la loro attenzione. Rimase sorpresa dell'improvviso silenzio calato nella stanza: era strano che ci fosse con loro due nei paraggi. 

-Lucy!- 

La ragazza sorrise ancora guardando Natsu avvicinarsi al suo letto mentre vedeva il suo migliore amico sorridere a sua volta, evidentemente sollevato e felice di vederla finalmente sveglia. 

-Natsu, Gray- li salutò, guardandoli senza osar sedersi. Si sentiva talmente stanca che le era difficile anche solo battere le palpebre. 

-Come ti senti?- chiese subito lui, prendendo nel frattempo una sedia per potersi sedere accanto a lei. 

-Stanca- sospirò la bionda chiudendo gli occhi e cercando intanto di non pensare alla fastidiosa flebo nel braccio. Se fosse stato per lei, se la sarebbe strappata via ogni volta che le pizzicava o doleva il punto in cui quel 'coso' di ferro era nella vena, ma così avrebbe solo scatenato la furia della 'vecchia pazza', come la chiamavano i suoi amici, e non ci teneva poi così tanto ad affrontarla. 

Riaprì gli occhi quando sentì un dolce calore avvolgerle la mano, incrociò all'istante quelle iridi smeraldo preoccupate, sentendo subito dopo del calore sulle guance. 

-Mi hai fatto preoccupare davvero tanto- ed ecco quelle parole che le arrivarono dritte al cuore come una stilettata nel petto. 

Non riuscì a mantenere il contatto visivo per altri secondi, così distolse le sue iridi cioccolato da quelle di lui, senza però non ricambiare la stretta di mano. 

-Mi dispiace- sussurrò serrando gli occhi, mentre questi presero a bruciarle. Strinse ancora più forte la mano del ragazzo in un moto di disperazione: non lo voleva vedere così, assolutamente, soffrire per lei... in quel modo... era una cosa insopportabile. Come avevano fatto ad arrivare a quel punto? La sofferenza di uno era anche quella dell'altro. 

Ma lei era solo una sconosciuta, vittima di una malattia e capitata per pura sfortuna in un incidente che le aveva fatto perdere casa e lavoro, come avevano fatto ad innamorarsi così, nonostante tutto questo dolore? 

Natsu non disse nulla, rimase a fissarla immobile ricambiando la stretta: perché non poteva fare qualcosa per lei? Perché era costretto a guardare la donna che amava spegnersi ogni qual volta che una qualunque difficoltà intralciava il loro cammino, accorciando sempre di più quella vita già breve? 

-Lucy- la richiamò il corvino, alzandosi camminando poi verso il suo letto -probabilmente non è il momento più adatto- continuò, fermandosi vicino alle lenzuola dopo aver catturato lo sguardo della ragazza su di sé -ma ci devi spiegare cosa significa questa- disse mostrandole la lettera accorciata -perché credo che si è capito fin troppo bene che la cosa sia grave- 

Natsu rimaneva sempre fermo, ma con lo sguardo puntato sulla lettera, come a volerla incenerire solamente con gli occhi: quella era una delle cause della sofferenza di Lucy. 

Questa si irrigidì e cominciò ad accelerare il respiro mentre dentro di lei l'ansia di dover parlare con loro l'assaliva cattiva, facendole battere all'impazzata quel cuore già malandato. 

-Ehi tranquilla- Gray si fece avanti preoccupato -non farti prendere dall'ansia, lo sai anche tu che così non fai altro che peggiorare- aggiunse dando un'occhiata preoccupata al suo migliore amico. 

Il ragazzo stringeva ancora la mano della bionda cercando di tranquillizzarla meglio che poteva. Era palpabile la sua paura e la sua preoccupazione per lei e a Gray sembrava così strano vederlo così, non capitava da quando, anni prima, Igneel era in condizioni pietose per via di quell'incidente, quell'incidente che non tardò molto per portarselo via lasciando loro un grande vuoto nel cuore. 

-Te la senti di parlarcene?- Natsu la guardò facendole capire che mai l'avrebbe costretta a fare qualcosa che in qualche modo l'avrebbe fatta soffrire, ma lei sapeva molto bene che dentro lui stava bruciando di rabbia, scaturita da impotenza e ignoranza su ciò che le stava capitando, perché lui non conosceva i motivi dei suoi attacchi di panico e di ansia, e non poterli nemmeno fermare era diventata una vera e propria tortura. 

Lucy accalappiò ancora un po' d'aria per poi annuire poco convinta mentre chiudeva gli occhi in un ultimo sospiro, sentendo nel frattempo gli sguardi dei due addosso. 

 

Piccola Lucy, non puoi fuggire e nasconderti da me. 

Io ti vedo, ti sento e ti osservo, mia cara, 

non c'è luogo in cui potrai mai trovare rifugio da me. 

Ricorda, ciò che mi hai fatto non rimarrà impunito. 

 

Le parole della lettera le rimbombarono nella testa come una cantilena, aveva paura di quale punizione avrebbe subito, perché lei sapeva molto bene che lui gliel'avrebbe fatta pagare molto cara. 

Scosse la testa mentre gli occhi presero a bruciare, quando un pensiero le si insinuò nella mente: era sicura che avrebbe messo in pericolo la sua famiglia e non sapeva come poterlo evitare. 

-Io devo tutto a Sting- disse ad un tratto, interrompendo il silenzio che si era venuto a creare, colmo solo delle occhiate che qualche volta i due ragazzi si scambiavano nell'attesa che lei rincominciasse a raccontare. 

I due drizzarono le orecchie confusi, cosa voleva dire che lei doveva tutto a Sting? Era una presa in giro quella? Quel ragazzo l'aveva pestata a sangue l'ultima volta e ciò provava che poteva non essere nemmeno la prima volta che accadeva una cosa del genere. 

-Cosa significa Lucy?- Natsu la guardò con uno sguardo così intenso che la ragazza, nonostante non lo stesse guardando, sentì quelle iridi smeraldo trapassarle l'anima nel tentativo di capire ciò che intendeva. 

-Significa che, quando raggiunsi la maggiore età, fu lui a darmi una casa e un lavoro quando ebbi i miei primi contatti con la società- rispose atona annullando la presa sulla mano del ragazzo, senza però mai interrompere quel contatto ricambiato.

-Cosa?- gli uscì spontaneo da dire mentre sgranava gli occhi ancora più confuso. Natsu non stava davvero capendo niente. 

Gray rimase con le braccia conserte ad osservare la bionda mentre aggrottava la fronte, illuminato da un pensiero che gli fece accapponare la pelle; sperava davvero che non fosse successo quello che stava pensando. 

-Ma naturalmente non senza avere qualcosa in cambio, da me- 

Un muto silenzio si espanse testardo nella stanza, Lucy se ne stava apparentemente tranquilla a fissare il vuoto mentre interruppe definitivamente il contatto con il ragazzo portando la mano sul lenzuolo fresco e candido. 

Il corvino chiuse gli occhi distogliendo lo sguardo dal letto ritrovandosi nel frattempo a stringere convulsamente le proprie braccia conficcando le sue dita tra i muscoli dei suoi arti. 

Natsu si alzò dalla sedia serrando la mascella, digrignando i denti. Il rumore della sedia che si spostava fece riaprire gli occhi a Gray e attirò l'attenzione di Lucy, la quale si mise seduta sul letto con la poca forza che aveva ancora in corpo. 

-Come?- chiara, decisa, uscì quella domanda dalle sue labbra, e non un sussurro come poco prima, Natsu stavolta pretendeva di sapere, anche se purtroppo in fondo già sapeva di quella triste realtà che li circondava crudele. 

Lucy alzò lo sguardo per poter guardare la figura del ragazzo di fianco a lei. Non poté non notare i pugni stretti e le nocche bianche, cadaveriche, i muscoli tesi sotto la maglia, il respiro accelerato ma al contempo controllato, vide i denti muoversi sotto lo strato della guancia e infine gli occhi, stavolta chiusi come se fosse concentrato sul trattenere quell'istinto rabbioso nato dentro di lui. 

-I-io...- la ragazza tremò, si portò le ginocchia al petto allacciandole subito con le braccia mentre appoggiava il mento nella fessura stringendo gli occhi, questi chiusi troppo tardi poiché le lacrime presero comunque a scorrere ininterrotte. 

Passarono diversi secondi in cui i singhiozzi colmarono il silenzio della stanza, le lacrime bagnarono le lenzuola, una ceca rabbia e una muta frustrazione riempirono i loro animi. 

La ragazza dai capelli biondi, qualche minuto più tardi, alzò lo sguardo verso Natsu con ancora il fiume di lacrime a strariparle dagli occhi e le gote rosse, marchiate dal passaggio di quelle furiose e inarrestabili gocce salate. 

-Perché... io? Perché doveva capitare... a me? Cosa ho fatto... per meritarmi tutto questo?- chiese interrotta dai singhiozzi tenendo lo sguardo fisso sul ragazzo, il dolore che le usciva dagli occhi era così tanto che non poté che rimanere immobile, sovrastata dalla sofferenza che si era portata dietro per tutta la sua vita, tra le insoddisfazioni della vita, la sfortuna, la malattia, e il prezzo da pagare per poter anche solo assaggiare una sola e piccola briciola di una vita vissuta in modo normale. 

A quel punto fu chiaro, cristallino come quelle innumerevoli gocce che le uscivano dagli occhi, che Natsu non poté più sopportare altro: mosse un passo verso di lei così velocemente che la colse di sorpresa. 

Veloci le braccia l'avvolsero come una calda coperta in pieno inverno, una sensazione piacevole e calda le invase il cuore, ma non fu abbastanza, perché i singhiozzi e il suo pianto non si fermarono. 

Ricambiò l'abbraccio stringendosi a lui, soffocò i suoi pianti e le sue urla di sfogo contro il petto di Natsu mentre una grande rabbia prendeva il possesso del suo corpo dandole abbastanza forza da riuscire a stringere così forte la maglia del ragazzo da stropicciarla. 

Lui nascose il suo viso tra i capelli biondi di lei stringendo i denti dalla frustrazione, consapevole di non poter far nulla per lei, consapevole di essere arrivato troppo tardi, sicuro che se l'avesse incontrata prima, tutto questo non sarebbe successo perché ci sarebbe stato lui a proteggerla. 

-Ti prometto che si sistemerà tutto, te lo giuro- le sussurrò all'orecchio, chiudendo gli occhi mentre approfondiva quel contatto, stringendola ancora di più a sé, lui ci credeva davvero che tutto prima o poi si sarebbe sistemato -ci sarò io a proteggerti-. 
 
 

-Come sta Lucy?- chiese Juvia sdraiata sul lettino mentre il medico le monitorava il battito cardiaco del bambino e le dimensioni di quest'ultimo. 

-Si è svegliata, sembra stare meglio- rispose Gray sedendosi sulla sedia posizionata accanto al lettino della ragazza -adesso è con Natsu- aggiunse cominciando a stringere la mano dell'amata sorridendole. 

La turchina ricambiò il sorriso per poi rivolgere le sue attenzioni al pancione messo in bella vista, si trattenne dall'accarezzarlo poiché il dottore non aveva ancora finito, ormai era consapevole che tra circa una settimana finalmente avrebbe avuto tra le sue braccia suo/a figlio/a. 

Ma nonostante il felice evento molto vicino, la preoccupazione per Lucy l'assillava, vederla svenire tra le braccia di Natsu per via dell'attacco cardiaco l'aveva preoccupata così tanto che pochi minuti dopo si era sentita mancare anche lei. 

-Spero che Lucy si rimetta presto- sussurrò tra sé e sé stringendo più forte la mano dell'amato per poi ascoltare ciò che il medico aveva intenzione di comunicare riguardo la salute del loro futuro bimbo. 
 
 

Dopo che Juvia finì tutte le visite che aveva in programma, fu riaccompagnata da Gray a casa, ormai si era fatto tardi e lei era stanca, aveva bisogno di riposarsi e far scivolare via lo stress che aveva accumulato durante il giorno precedente. 

Nel frattempo Lucy si era ripresa, sia fisicamente che mentalmente. Chiacchierare con Natsu le aveva fatto bene, soprattutto rivelargli le preoccupazioni che l'assillavano ormai da diverso tempo. 

Finirono addirittura a ridere qualche volta, dimenticandosi completamente l'accaduto del giorno prima e le cose riguardanti le rivelazioni del giorno stesso. 

Andarono anche in giardino, come avevano fatto quando avevano cominciato per la prima volta a parlarsi e a conoscersi, Lucy gliene fu davvero grata. 

Il suo morale era salito nonostante la lettera che Lui le aveva scritto e fatto recapitare causandole il malore, e così la preoccupazione generale dei suoi amici. 

-Cos'è quella faccia?- il rosato si chinò davanti alla sedia a rotelle dove era seduta la bionda, la quale era con lo sguardo perso nel vuoto a ripensare a quello che era accaduto in così poco tempo. 

Lucy batté le palpebre come risvegliatasi da un sogno, subito dopo le si presentò il volto di Natsu davanti facendola sussultare dallo spavento. 

-Cosa?- le uscì dalla gola con un ottava di troppo ritrovandosi nel frattempo a stringere i bracci della sedia a rotelle nel tentativo di calmarsi, l'aveva presa alla sprovvista. 

Natsu si alzò in piedi incrociando le braccia al petto fissandola nel frattempo con un sopracciglio inarcato -Cosa ti prende?- le chiese stavolta intuendo che si fosse isolata da sola chissà da quanto. 

La bionda si sistemò meglio il giacchetto del ragazzo sulle sue spalle mentre lanciava un'occhiata veloce a un paio di uccellini che in quel momento spiccarono il volo da un albero non molto lontano da dove si trovavano loro due. 

-Niente, mi stavo chiedendo come sta Juvia- sospirò mentendo spudoratamente e portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio -ho paura di averla fatta preoccupare davvero tanto questa volta- fissò i suoi occhi in quelli del ragazzo nell'attesa di una risposta. 

Lui si passò una mano fra i capelli -Juvia sta bene, ha appena finito i controlli per il bimbo, dovrebbe partorire tra meno di una settimana- disse poi evitando di parlare in specifico sullo stato emotivo della loro amica. 

-Davvero?- Lucy si sentì inondare da una grande energia e felicità, con tutto quello che era successo nell'ultimo periodo la cosa le era passata di mente, aveva perso il conto del tempo che rimaneva prima del parto della turchina e saperlo così l'aveva presa alla sprovvista sì, ma era davvero felice del lieto evento così vicino. 

-Certo- le sorrise lui rincuorato di vederla gioire contenta dopo di che si voltò verso l'entrata dell'ospedale -credo sia meglio rientrare, si sta facendo un po' buio- disse voltandosi verso la ragazza mettendosi intanto le mani in tasca. 

-Va bene- la bionda si appoggiò contro lo schienale mentre sentiva il ragazzo camminare e andare dietro di lei cominciando a potarla verso la sua stanza. 

Chiuse gli occhi facendosi cullare da quel camminare lento, differente dalla volta in cui Natsu si era divertito a correre tra i corridoi; sorrise al ricordo addormentandosi senza nemmeno accorgersene con un lieve sorriso dipinto sulle sue labbra. 

 

-Oh.. si è addormentata..- appena arrivati vicino al letto della ragazza Natsu si rese conto che questa si era addormentata durante il breve tragitto dal giardino. 

Sospirò per poi prenderla in braccio cercando di non svegliarla e adagiarla sul materasso. Al contatto con la superficie morbida del letto lei aprì gli occhi sbadigliando. 

-Natsu- disse mentre lui la copriva con il lenzuolo. 

-Shh.. dormi- le posò un bacio sulla fronte quando subito dopo lei annuì chiudendo gli occhi, le diede una carezza sul capo per poi camminare e uscire dalla stanza. 

Non appena mise piede fuori sentì un urlo e poi dolore al fianco sinistro, ma non ebbe nemmeno il tempo di capire costa stava succedendo che si ritrovò per terra con qualcuno gravargli addosso. 

-Che intenzioni hai di fare bastardo?!- disse riconoscendo subito Gray, ancora riverso sopra di lui che si massaggiava il capo. 

-Sei tu lo stupido che sbuca all'improvviso senza darmi nemmeno il tempo di fermarmi- brontolò il corvino alzandosi per poi porgere la mano al suo amico d'infanzia aiutandolo così a rimettersi in piedi. 

Dopo essersi spolverati entrambi i vestiti si guardarono in cagnesco finché uno dei due non sbuffò -Sei arrivato tardi. Ormai si è add..!- 

-Voi dovreste essere gli amici di Lucy- Polyushka comparì alle spalle del rosato impedendo a quest'ultimo di completare la sua frase. 

Natsu si voltò annuendo insieme al suo migliore amico mentre l'anziana dottoressa riprese a parlare. 

-Quindi deduco che siete le persone attualmente più vicine a lei- disse la dottoressa mettendo le mani nelle tasche del suo bianco camice guardando nel frattempo i due che aveva davanti. 

-Sì, perché lo vuole sapere?- Gray rispose temendo qualcosa di grave per la loro amica. Il fatto che la donna volesse parlare con quelli che le erano più vicini lo stava allarmando. 

-Vorrei mettervi al corrente della salute attuale di Lucy, immagino che ormai saprete che è malata- rispose lei lanciando un'occhiata alla vetrina che le si apriva di fianco permettendole di intravedere la bionda riposare. 

Il rosato si fece attento indurendo lo sguardo, c'era sicuramente qualcosa che non andava e voleva che la dottoressa arrivasse dritta al punto. 

Lei non aspettò che i due le rispondessero, così riprese subito dopo a parlare -Un modo per guarirla dalla malattia che la danneggia da anni c'è, ed è un trapianto di cuore- disse guardando negli occhi Natsu vedendo lo stupore che per primo si presentò sul suo viso. 

-Cosa? Davvero?- il ragazzo dai capelli rosa sciolse la postura rigida che aveva facendo scivolare le braccia lungo i fianchi, quasi non ci credeva, quello che si stava presentando era un'opportunità, era un qualcosa che assolutamente non si sarebbero fatti scappare perché se c'era anche una sola possibilità per Lucy di guarire, niente e nessuno gliel'avrebbe impedito. 

-Sicuramente saprete che questa operazione sarà rischiosa- ed ecco che la speranza vacillava, anche solo il pensiero di non rivederla più, e soprattutto così presto gli fece mancare l'aria dai polmoni così violentemente che un forte dolore gli si espanse lungo il petto. 

-Ma se questa possibilità c'era, perché Lucy non si è fatta operare prima?- Gray si intromise facendo un passo avanti mentre ricongiunse le braccia al petto con fare serio. 

La donna sospirò serrando le mani dentro le tasche stropicciando così il tessuto del camice -Il problema è questo, semplicemente lei stessa ha rifiutato quando l'opportunità si era presentata- disse tornando a fissare i due. 

-Perché mai avrebbe dovuto rifiutare un'opportunità del genere?- chiese Natsu confuso, era sorpreso, non capiva il motivo di quella decisione. 

-Non lo so, per questo vorrei che la faceste ragionare, io l'ho sempre messa in lista ma l'unica volta che un donatore aveva fatto recapitare l'organo soggetto al trapianto, ha rifiutato senza dare alcuna spiegazione- a quella risposta lo sguardo di tutti e tre si andò a posare sul lettino della bionda, tutti non riuscivano a capire il perché, se davvero aveva risposto in modo negativo prendendola poi così alla leggera, non era l'operazione in sé a spaventarla eppure non riuscivano lo stesso a capire la motivazione di ciò. 

-Ne parleremo con lei- il rosato si girò per poi aprire la porta ed entrare raggiungendo così Lucy e come suo solito prese la sedia e si sedette accanto a lei. In quel momento sentiva che doveva stare da solo. 

-La ringraziamo per averci tenuti informati- Gray, una volta ridestatosi dai suoi pensieri, ringraziò la dottoressa la quale annuì e se ne andò tornando al lavoro. 

Dopo di che se ne andò pensieroso, con una sola domanda a riecheggiargli nella testa "Perché, Lucy?". 
 
 

Il giorno seguente Lucy fu dimessa dall'ospedale in mattinata, al suo ritorno a casa organizzarono una bellissima grigliata per festeggiare il fatto che si fosse ripresa, e lei, felice, raccolse questo piccolo regalo con gioia regalando a sua volta sorrisi sinceri a coloro che si erano impegnati quel giorno per non farle mancare nulla. 

Come l'ultima volta che si era sentita male, Juvia non si era scollata da lei per tutto il pranzo, felicissima di rivederla in forma. 

Ma nonostante tutto Natsu non riusciva a farsi coinvolgere molto durante la grigliata, continuava a lanciare occhiate a Lucy con ancora il pensiero fisso di ciò che la dottoressa gli aveva detto: voleva sapere il perché di quel rifiuto. Era sicuro che la ragione di quel rifiuto fosse la stessa che l'aveva spinta a rifiutare anche lui. Doveva sapere a tutti i costi perché. 
 
 

-Mi devi dire cosa diavolo ti prende- 

Lucy era stanca, stanca di sentire quell'assillante presenza, quel costante sguardo impiantato su di lei, non riusciva proprio a capire il comportamento di Natsu: era rimasto in disparte quasi tutto il tempo e la fissava con uno strano sguardo, come se volesse leggere qualcosa dentro di lei. 

Allora, una volta che si era allontanata dal trambusto prese Natsu per il braccio e lo trascinò su per le scale raggiungendo i corridoi del dormitorio per chiedere finalmente il motivo di tale comportamento. 

-Niente- rispose lui voltando il capo verso la combriccola che ancora se la spassava tra i bocconi di carne e qualche risata. 

Lei non poté fare a meno di sbuffare innervosita da quell'atteggiamento. Eppure non le sembrava di avergli fatto un torto, anzi, fino al giorno prima andava bene, d'amore e d'accordo. Non si spiegava quello strano cambiamento. 

-Natsu ti prego, dimmi cos'hai- gli si avvicinò afflitta. Non capire quella che considerava la persona più importante della sua vita le faceva male, voleva in qualche modo aiutarlo e non sapere come... la faceva sentire inutile. 

Lui incatenò le proprie iridi con quelle cioccolato di lei, la guardò intensamente, così tanto da stordirla, tutta la preoccupazione che lui aveva avuto fino a quel momento l'attraversò malefica, facendole intuire che il centro delle sue attenzioni era proprio lei e la sua salute, soprattutto quello che stava accadendo nell'ultimo periodo. 

Inconsapevolmente si ritrovò a tremare, seppur leggermente, ma tremò, non per paura, ma perché sapeva che c'era qualcosa di davvero grave in quegli occhi magnetici dal colore del più bel smeraldo. 

Lui se ne accorse e provvedette subito, poggiò le proprie mani su quelle di lei afferrandogliele dolcemente, dopo di che se le portò al petto e gliele fece appoggiare lì. 

Non osò mai distogliere lo sguardo dai suoi occhi, almeno fino a quando non le circondò le spalle con le proprie mani, tirandola a sé, le fece appoggiare l'orecchio proprio dove si trovava il suo cuore e facendole percepire i suoi battiti forti, possenti, un cuore forte che chiaramente batteva solo per lei. 

-Lucy- la chiamò stringendola a sé, il suo fiato caldo le scaldò il capo, a quel punto chiuse gli occhi appoggiando il mento tra quei fili dorati. 

Lei si ritrovò a stringere la maglietta del ragazzo con le sue mani mentre si premeva ancora di più contro di lui, come se sentire quel muscolo palpitare fosse l'unica cosa che la tenesse ancora in vita. 

-Davvero non vuoi rimanere qui con noi? Con me?- gettò all'improvviso causando una stretta al cuore alla ragazza. 

Questa non ebbe nemmeno la forza di aprire gli occhi e sollevare lo sguardo su di lui, anche solo al pensiero di dover sorreggere quelle iridi smeraldo, la intimoriva perché Natsu aveva centrato il punto, o almeno in parte. 

-Polyushka ci ha informati della possibilità che hai per lasciarti finalmente alle spalle questa malattia-  

Lucy strinse gli occhi, li serrò, non voleva, non voleva affrontare con lui quell'argomento, voleva altro tempo anche se  a lei ne rimaneva ben poco, non si sentiva ancora pronta... ma chi voleva prendere in giro? Non sarebbe mai stata pronta a parlare della sua condizione di salute, soprattutto per quello che aveva intenzione di fare della sua vita e poi... parlarne con Natsu... le mancò il fiato al sol pensiero, ma cercò comunque di tenere i piedi ben saldi a terra, non voleva farlo preoccupare più di quanto da quel momento lo avrebbe fatto. 

-Perché?- chiese il ragazzo non capendo, non riusciva a capire, voleva spiegazioni, eppure da solo non riusciva a trovarne almeno una valida per poter morire senza aver vissuto fino in fondo la propria vita. 

La bionda sciolse il contatto tenendo il capo chino, com'era strana la cosa, alla fine in Natsu non c'era niente che non andava, era lei il problema, lo era sempre stato, per lei e per gli altri. 

Una forte tristezza si insinuò dentro di lei, ormai sapeva che non aveva scampo: si sarebbe aperta con lui nonostante sapesse che Natsu l'avrebbe presa malissimo e ciò la spaventava, non voleva farlo soffrire, ma più ci provava e più lo inondava di dolore, se non di delusione. 

Fece scivolare via le sue mani dal petto tonico del ragazzo per poi afferrargli una mano, e con il capo chino, cominciò a camminare in silenzio portandolo verso la sua camera, era sicura che se sarebbero stati lì in mezzo al corridoio non sarebbe riuscita a reggere il confronto con lui, aveva bisogno di un luogo che l'avrebbe tranquillizzata almeno in parte e soprattutto un appoggio, poteva capitare che l'agitazione la facesse mancare e non voleva rischiare, non con la presenza di lui davanti. 

Fu grata del fatto che Natsu rimase in silenzio per tutto il tragitto fino alla sua camera, ogni volta la stupiva dell'empatia che il ragazzo aveva nei suoi confronti, la capiva quasi sempre, ogni stato d'animo e gesto, ma soprattutto se c'era qualcosa che la turbava nel profondo, dove nessuno sarebbe stato in grado di capire cosa le passasse per la mente, lui lo capiva, se ne accorgeva. 

Lasciò la presa sulla mano di lui appena entrarono, lei richiuse la porta mentre fece accomodare il rosato sulla sedia, quest'ultima presa dalla scrivania. 

Dopo di che Lucy si sedette sul letto cominciando a stringere la stoffa della gonna stropicciandola con fare nervoso. 

Non nascondeva che era agitata, avrebbe rivelato a Natsu i suoi dubbi e i suoi pensieri, che mai aveva espresso a qualcuno. 

Prese un piccolo respiro, ma quando provò a parlare le uscì solo un leggerissimo rantolo, era l'ennesima prova che ancora non si sentiva pronta. 

Sussultò sentendo la mano calda del ragazzo posarsi su una delle sue, fredda e ghiacciata, il calore la inondò rincuorandola. Alzò lo sguardo e incontrò le sue iridi e il suo mezzo sorriso rassicurante. 

Lo ringraziò con un cenno del capo per poi intrecciare le dita una volta che il ragazzo si fosse riseduto composto interrompendo così quel contatto. 

-Della possibilità che ho per guarire... ne sono a conoscenza da quando ero piccola- la voce risultò vellutata, calda con una nota di tristezza a stornare. Il ragazzo dai capelli rosati la guardò preparandosi ad ascoltarla, finalmente avrebbe saputo. 

La osservò mentre lei si prese la libertà di prendere una piccola pausa per poter tornare a respirare più tranquilla. 

Il ragazzo, osservandola, vide come la stoffa della gonna che lei indossava le accarezzava le cosce scoprendola dalle ginocchia in giù, rivelando così il loro candore causato dall'isolamento che lei stessa si era imposta pochi giorni prima, e la camicia a maniche corte a fasciarle il busto e le spalle con una dolcezza tale da farla sembrare un angelo aggiungendo poi quei capelli biondi a ricaderle lungo la schiena e un po' sulle spalle. 

-Non nascondo che ero felice del fatto che finalmente sarei guarita, finalmente così avrei potuto cominciare a giocare con i bambini della mia età, ma purtroppo il tempo non volle essere dalla mia parte- continuò sciogliendo l'intreccio di dita che cercava di tenerla occupata pur di non incontrare ancora il viso del suo interlocutore, era sicura che se avrebbe osato ancora una volta incatenare i suoi occhi a propri non sarebbe più riuscita a continuare -ero troppo piccola per poter affrontare un'operazione così rischiosa, così mi misero in lista aspettando che un giorno un donatore si fosse presentato nel momento in cui avrei avuto la giusta età per fare il trapianto- puntellò i palmi sul materasso raddrizzando così la schiena e trovare finalmente il coraggio di poterlo guardare negli occhi -ma più il tempo passava e più mi rendevo conto che anche se l'operazione sarebbe andata a buon fine non avrei avuto una casa dove tornare, degli amici da cui tornare e rassicurarli, dei genitori, una famiglia che mi avrebbe accolto a braccia aperte e con le lacrime agli occhi, gioiosi di potermi vedere crescere e continuare la mia vita come una persona normale. Quindi... che differenza farebbe se non accettassi l'operazione e morissi rapita da questa malattia prima di aver vissuto fino infondo la mia vita? Nessuna- 

Natsu rimase ad ascoltarla a braccia conserte, impiantando le sue mani nella carne nel tentativo di soffocare quel peso che mano a mano che Lucy raccontava, gli gravava sempre di più nel petto. 

Il dolore della ragazza era così palpabile che si ritrovò a soffrirne lui stesso perché nonostante quei ragionamenti non gli piacessero affatto, lui, almeno in parte, la capiva. 

Igneel gli aveva lasciato un vuoto così grande nel cuore che anche lui, per un lunghissimo periodo, non era più stato sicuro di poter continuare a vivere, soprattutto per quel peso che gli gravava, esser stato la causa scatenante della morte di suo padre lo aveva talmente distrutto che se non fosse stato per Gray avrebbe davvero abbandonato la voglia di vivere. 

-Ricordo che in quel periodo c'era un alta probabilità che il cuore di un donatore sarebbe stato portato nell'ospedale dove ero tenuta, tenendo presente la lista e la compatibilità del gruppo sanguigno... quel cuore sarebbe toccato a me- la bionda alzò lo sguardo cominciando a fissare il soffitto, le sembrava strano il modo in cui si stava aprendo per l'ennesima volta con lui, la naturalezza, l'assenza di lacrime... sinceramente aveva pensato che sarebbe andata peggio, inoltre Natsu sembrava tranquillo, anche se la postura rigida che aveva non la rassicurava molto -purtroppo non ero l'unica che aveva bisogno di quel trapianto, c'era una donna, ricordo era stata da poco ricoverata e messa in lista, e pensa che addirittura era ricoverata nella mia stessa stanza- sorrise triste fermandosi per un attimo per sospirare sentendo la tremarella pervaderla ancora una volta -com'era bella... credo avesse almeno il doppio dei miei anni, aveva i capelli di un colore così chiaro da sembrare bianchi, per non parlare dei suoi occhi... di un blu così intenso da affogarci ogni volta che la guardavi, e poi... era così gentile, calorosa, aveva un animo purissimo- 

Il rosato la guardò affascinato, il modo in cui parlava di quella donna era un qualcosa che lo aveva sorpreso davvero tanto, sembrava quasi ammirazione, un'ammirazione davvero profonda, e ciò lo testimoniava la luce che Lucy aveva negli occhi mentre parlava di lei. 

-Da quando era arrivata lei, la mia stanza d'ospedale era sempre stata la più rumorosa di tutte, la sua famiglia la veniva a trovare sempre, tutti i giorni pur di non farla sentire sola e non amata- sorrise triste, le sarebbe piaciuto anche a lei avere in quel periodo qualcuno che non la faceva mai sentire sola -aveva una sorella che le assomigliava tantissimo, sembravano due gocce d'acqua, ma la differenza di età era visibile così tanto da far capire che la sorella era più piccola di lei, aveva anche un fratello, penso facesse il pugile come professione... ma non ricordo molto bene. Non nascondo che qualche volta mi faceva ridere con i suoi modi di fare e di dire molto strambi- rise al ricordo facendo sorridere a sua volta il ragazzo che le stava seduto davanti -non mancava mai un uomo... credo sia stato suo marito, un tipo molto serio ma che sotto sotto nascondeva anche lui un lato molto dolce che riservava solo a lei e ai loro bambini, biondi come il padre- inevitabilmente si ritrovò a piangere, le lacrime le scendevano copiose lungo le guance mentre la voce tremava sempre di più, mano a mano che continuava a raccontare -erano così vivaci che continuavano a correre per la stanza e per i corridoi con un entusiasmo sempre nuovo, disturbavano molto la quiete dell'ospedale- singhiozzò mentre con una mano cercava di ricacciare le lacrime e asciugarle, ma queste non ne volevano sapere di arrestare la loro corsa -morivo ogni volta che loro chiedevano alla loro mamma quando sarebbe tornata a casa, perché ormai tutti sapevano che non le sarebbero rimaste che poche settimane da vivere, il suo cuore piano piano si stava spegnendo e non c'era altra soluzione che un maledetto trapianto- si portò anche l'altra mano al viso bagnandosi ancora di quelle lacrime salate così crudeli -non potevo sopportare che una persona del genere potesse morire, lasciando così la propria famiglia... quanto avrebbero pianto la sua scomparsa i suoi fratelli? Suo marito? E quei poveri bambini?- 

Natsu si alzò e l'abbracciò sentendosi impotente, tutto quello che era in grado di fare era solo di abbracciarla, sperando di riuscire a consolarla il più possibile. 

Eppure nemmeno lui riuscì a trattenersi dal non provare una sorta di disperazione per quella famiglia, lui conosceva fin troppo bene quel dolore, il dolore della perdita di un genitore, di una parte di sé e della propria vita. 

Riuscì inoltre a mettersi nei panni di Lucy, non riusciva a immaginare il dolore che lei provava ogni giorno guardando quella famiglia, soprattutto se lei sarebbe stata la causa della loro sofferenza. 

-Sapevo che un'opportunità del genere non mi sarebbe più capitata, ma nonostante questa consapevolezza, quando ebbi la conferma che ci sarebbe stato un donatore.. decisi di togliermi dalla lista e donare questa possibilità a quella famiglia. Mi resi conto che c'era chi aveva bisogno più di me di quel cuore, non avrei sopportato di sopravvivere con la consapevolezza che molti avrebbero sofferto solo perché ero io quella destinata al trapianto, tanto se io sarei morta nessuno avrebbe pianto o sofferto per me, nessuno mi avrebbe ricordata, nessuno... tanto valeva far vivere qualcun'altro al posto m...! 

-Stupida- 

Solo in quel momento si rese conto del calore del ragazzo che la stava avvolgendo, stringendola forte tra le sue braccia. 

-Sei una stupida, una grandissima stupida- Lucy alzò lo sguardo verso quelle iridi smeraldo ricominciando a piangere quando vide gli occhi lucidi di lui -Io cosa sono? E Gray? Juvia? Gli altri? Saremmo nessuno?- la rimproverò stringendola più a sé -credi che ci dimenticheremo di te? Che per noi non sei importante? Che non soffriremo se tu... oh! Diamine Lucy! Non riuscirei nemmeno a immaginarlo! Noi siamo la tua famiglia!- 

La ragazza sussultò ancora sentendo qualcosa che non avrebbe mai pensato di sentire in vita sua: lacrime non sue. Lacrime calde, bollenti le caddero sul viso.. qualcuno stava davvero piangendo per lei, no... non era qualcuno... era Natsu, Natsu stava piangendo per lei. 

-Dio solo sa quanto soffriremo se dovesse accadere- sussurrò lui prendendole il viso fra le mani guardandola -Lucy, io ti amo e non potrei più vivere senza di te, ormai sei parte essenziale della mia vita, di me, non potrei sopportare di perderti per sempre- 

-Natsu..- 

In quel momento per Lucy si aprì una nuova porta, una nuova consapevolezza, una nuova realtà a cui non aveva creduto fino a quel momento, eppure mai le era stato così chiaro di avere una Famiglia. 

Quante volte se lo era detto che finalmente aveva un famiglia, degli amici.. eppure fino a quel momento non aveva davvero capito il reale senso di quella parola, ma Natsu le aveva aperto gli occhi: anche lei adesso aveva dei fratelli, delle sorelle, seppur non di sangue, persone su cui avrebbe sempre potuto contare e che l'avrebbero accolta a braccia aperte sempre e comunque. 

Lui aveva davvero ragione: era una stupida, una grandissima stupida, perché non si era resa conto di ciò che la circondava. 

Ma ora che aveva capito che anche lei era importante per qualcuno, non riusciva più a capire il motivo per cui era stata così ostinata a voler mettere la parola fine alla sua esistenza. 

Mai era stata così sicura come in quel momento, finalmente il coraggio di andare avanti e superare il suo passato la inondò, rifornendola di una determinazione che non era mai stata sua, e poi si rese conto dell'enorme errore che aveva commesso: aveva rifiutato di vivere, condividere esperienze future con la sua famiglia, ma soprattutto aveva rifiutato di amare, di amare lui. 

-Perdonami ti prego- le sue mani scivolarono dietro il collo del ragazzo, raggiungendo la nuca, gli strinse le ciocche di capelli mentre veniva scossa da un ultimo singhiozzo. 

Lo vide guardarla confuso, non capendo quella richiesta di venir perdonata, aveva colto in lui il fatto che per quella volta non avesse compreso il significato delle sue parole, un po' se ne compiacque, era un motivo in più per poter continuare a vivere insieme a lui, per conoscersi fin nei minimi dettagli, così tanto che solo guardandosi negli occhi avrebbero capito cosa uno voleva dire all'altra. 

Lucy voleva stabilire un vero rapporto con lui, un rapporto che oltre a includere la loro amicizia avrebbe incluso qualcos'altro, qualcosa di davvero importante. 

Lo baciò. 

Lo baciò e il sollievo che ne derivò da quell'atto d'amore fu così immenso che si lasciò sfuggire un sospiro, un gemito, come se fino a quel momento aveva trattenuto il respiro per chissà quanto tempo e che solo dopo averlo baciato, constatando la morbidezza e il sapore delle sue labbra, poté tornare a respirare, ma stavolta veramente. 

Entrambi furono inondati da un immensa felicità, gioia, di sentimenti così solari, illuminanti e soprattutto positivi, da farli sorridere entrambi labbra contro labbra, bagnati da quelle lacrime salate, che invece di rendere amaro quel nuovo e profondo contatto lo faceva divenire ancora più dolce. 

Natsu la ricambiò, fece scivolare le sue mani dietro la schiena di lei premendola a sé, ipnotizzato dal sapore che tanto agognava di lei, aveva sempre provato ad immaginare come sarebbe stato assaggiare quelle labbra, eppure nonostante avesse immaginato fossero soffici e dolci, si stupì lo stesso di quanto queste fossero buone. 

Quando sentirono i loro polmoni bruciare per l'assenza d'aria, si staccarono con il fiatone sovrano nelle loro gole, si guardarono negli occhi. 

Lucy aveva le guance in fiamme, ma non le importava, in quel momento aveva altro a cui pensare, una cosa importante che doveva assolutamente sistemare, subito. 

-Cosa significa?- la prima cosa che vide in quegli occhi verdi fu la paura, paura che quello era stato solo un misero sogno e che in realtà lei non provasse nulla per lui. 

La bionda, con il battito a mille, rossa in viso e con un coraggio di sui non sapeva avere, posò la propria fronte contro quella del ragazzo chiudendo gli occhi cercando di regolarizzare il respiro. 

-Hai ragione, sono sempre stata una stupida- sussurrò lei premendosi ancora di più a lui -spero tu possa perdonarmi per quello che ho fatto, pensavo di fare il tuo bene e lo penso tutt'ora- la voce tremò trovandosi nel frattempo a serrare ancora di più gli occhi -io ti amo Natsu, ti ho sempre amato, fin dalla prima volta che ci siamo incontrati e stupida me ne sono accorta solo da poco- 

Il ragazzo la fissò incapace di pensare o formulare anche un solo sbuffo, mugolio o altro, semplicemente non riusciva a credere che lei lo amava, infondo, anche lui era uno stupido... perché non se n'era accorto prima. 

-Allora perché Lucy? Se davvero volevi il mio bene, perché mi hai rifiutato?- e posò una mano sulla guancia accarezzandola mentre venne investito ancora una volta da quel ricordo che gli fece spezzare il cuore. 

Lei distolse lo sguardo, come se fosse indecisa, intimorita dal rispondere alle domande del suo amato. 

-Perché ho paura- rivelò alla fine tenendo il capo chino, la frangia a coprirle gli occhi e i lunghi capelli biondi scivolarle frusciando piano davanti le spalle. 

-Di cosa?- le sollevò il mento prendendolo tra le dita, pizzicandoglielo dolcemente, e nuovamente le loro iridi tornarono a scontrarsi. 

La bionda fece cadere le sue palpebre e chinare di lato la testa -So che ci sarai sempre tu a proteggermi- disse sospirando aprendo poi gli occhi -ma chi proteggerà te? Io ho paura che ti accada qualcosa di male, hai visto anche tu che Sting- rabbrividì a pronunciare quel nome -mi ha dichiarato guerra, e so che potrebbe fare del male a me arrivando a te e alle persone che mi stanno vicino- gli accarezzò dolcemente una guancia per poi ritornare a parlare -sapevo che prima o poi lui sarebbe tornato a cercar...!- 

Non ebbe nemmeno il tempo di finire che le labbra di Natsu si scontrarono contro le sue, intrappolandola in quella morsa che erano le braccia del ragazzo e le sue stesse labbra, roventi come il fuoco. 

-Te l'ho già detto, non mi accadrà nulla te l'ho promesso- disse lui una volta staccatosi da lei mantenendo comunque quella vicinanza permettendo ai loro nasi di sfiorarsi. 

Posò le sue mani sulle gote della ragazza asciugando quello che rimaneva delle lacrime che lei aveva versato, le sorrise contagiandola, rassicurandola nel frattempo, dopo di che posò nuovamente le sue labbra su quelle di lei regalandole un casto bacio a stampo. 

-Bene! E ora scendiamo! La grigliata non è ancora finita!- lui si alzò di scatto asciugandosi i resti di quelle lacrime, per poi prendere per mano la bionda e trascinarla fuori. 

-Piano Natsu!- rise lei cercando di non inciampare per le scale correndo dietro di lui.

Ormai lo sapevano entrambi, che da quel momento avrebbero cominciato a vivere insieme nelle gioie e nella tristezza che la vita avrebbe riservato per loro, avrebbero cominciato a sostenersi l'un l'altra per davvero.
Perchè loro si amavano, e avrebbero fatto qualunque cosa per realizzare la felicità dell'altro, quella che ormai era diventata la loro felicità.

**❤**
Angolo dell'autrice
Eccomi finalmente! Waaaaa sono davvero felice di esser riuscita finalmente a pubblicare questo capitolo!!
Ringrazio prima di tutto Tata Randagia per avermi corretto gli obbrobri che avevo scritto ahah
Voglio ringraziare anche gaia21, Jiyu_no_yume85, sayaka e daimler per avermi sostenuta, è stato davvero un periodaccio tra scuola, casa e tantissimi intoppi durante la stesura del testo.
So di essere terribilmente in ritardo, ma oggi è il compleanno di mia sorella minore e ci tenevo a dedicare il capitolo a lei, anche se so che non lo leggerà mai :P lei non è un amante della lettura purtroppo.
Voglio ringraziare anche quelli che mi seguono su facebook e wattpad, sapere che i miei lettori erano sempre dietro l'angolo per sapere qualcosa in più sul nuovo capitolo mi ha sollevata ahah
Inoltre grazie anche a quelli che mi hanno sosteuta con l'idea di cambiare questa storia in una Long, davvero, così mi avete reso la vita meno difficile!
Beh.. passando al contenuto.. vi è piaciuto?
So che non è successo un gran che in questo cap (a livello di contenuto intendo) ma se avessi aggiunto anche le parti che ho lasciato per il prossimo aggiornamento, sarebbe stato davvero pesante da leggere.
Per chi era in ansia di vedere Sting, lo condanno ad aspettare i prossimi capitoli xD
Non ho molto da dire, in questo momento dovrei fare i compiti prima che i parenti mi invadino casa per il compleanno, quindi se volete ricevere qualche informazione in più, per esempio riguardo a spoiler che potrei mettere in giro, potete visitare il mio profilo facebook C:
Grazie a tutti i lettori, a coloro che lasciano recensioni (prima o poi giuro che troverò un modo per ringraziarvi! ahah Mi rendete davvero felice quando mi fate sapere i dubbi che vi attanagliano, cosa vi ha suscitato il cap e cosa vi è piaciuto o meno!), a quelli che seguono questa fic e le altre.
Ok! Allora..! Finalmente quei due si sono chiariti! Non vedevate l'ora vero?! Però vi anticipo.. i guai non tarderanno a tornare! Adesso dovranno affrontare i problemi come coppia e non più da soli! Spero di aver saziato la vostra sete di conoscenza sul passato di Lucy c: niente flashback o quant'altro, un semplice racconto di Lucy tanto per cambiare un po' ^^ Spero di non avervi deluso su qualcosa nel cap, ho sudato e sputato sangue per scrivere questo dannato capitolo ahah vi giuro.. un vero parto!
Con questo vi lascio e spero davvero che la lettura sia stata di vostro gradimento!
Auguri sorellina!
Un bacione a tutti e tanti, tantissimi grazie!
Al prossimo aggiornamento che spero di non tardare molto!

Mary
   
 
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