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Autore: kary218    28/02/2009    1 recensioni
La storia inizia nel periodo dell'esame di selezione dei Chunin... Cosa succederebbe se una giovane ninja medico in fuga dal suo Villaggio piombasse nel covo di Orochimaru?
Come se la caverà la giovane Hikari nella villa del ninja leggendario? Riuscirà a conquistarsi la stima di Kabuto? E se le cose dovessero complicarsi ulteriormente dopo lo scontro col Terzo Hokage?
Insomma, non sarà tutto facile per la ragazza, totalmente all'oscuro delle terribili ambizioni di Orochimaru... Di chi si potrà veramente fidare?
La storia dovrebbe avere in tutto cinque o sei capitoli, quindi essere relativamente breve, non so ogni quanto potrò aggiornare considerando gli impegni scolastici, ma farò del mio meglio! ^^ Buona lettura!
Edit: l'autrice è un po' demoralizzata dall'assenza di commenti, si chiede se vale la pena continuare o se la storia le è venuta così male... =/
Genere: Generale, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kabuto Yakushi, Orochimaru
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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"Mi chiedo se davvero ci sarà di qualche utilità... Non ne sono convinto"

"Io invece credo proprio di sì"

Capitolo 2: I segreti della luna

Si svegliò di soprassalto, a notte fonda: c'era molta agitazione fuori dalla sua stanza, ne era certa, sentiva molti passi rimbombare per il corridoio.

Chissà che sta succedendo...

La sua curiosità l'avrebbe spinta ad uscire e controllare la situazione ma decise di rimanere a letto, non le pareva saggio disobbedire sin dal primo giorno alle regole impostele da Kabuto: aveva deciso di fidarsi ma dopotutto non sapeva con chi aveva a che fare, avrebbero potuto farla fuori se si fosse sbagliata sul loro conto! No, era decisamente meglio star buona e studiare la situazione.

Ma la sua buona volontà non durò a lungo.

Non si sente più niente... Potrei dare una sbirciatina piccola piccola fuori e non se ne accorgerebbe nessuno!

Così la curiosità, o forse la sua stupidità, ebbe il sopravvento e la ragazza si decise a mettere il naso fuori.

Non c'era nessuno. Il corridoio fiocamente illuminato pareva deserto.

Accostò l'orecchio alla stanza di Kabuto ma non sentì niente, si azzardò perfino a fare la stessa cosa con la stanza di Orochimaru; ancora niente.

Stava per tornarsene a letto quando vide una luce un po' più forte provenire da una porta socchiusa, così vi si avvicinò camminando il più piano possibile e si rese conto che altro non era che la porta del laboratorio di Kabuto.

Si chiese che diamine stesse combinando quello strano ragazzo a quell'ora di notte.

In fondo se do un'occhiata senza farmi notare non faccio torto a nessuno. Dopotutto se mi deve dare lezioni dovrà farmici entrare prima o poi, che importa se guardo cosa nasconde con qualche giorno di anticipo?

Ma proprio mentre rifletteva sui suoi insani propositi delle voci la distrassero: ci doveva essere ben più di una persona là dentro.

"Domattina recati a Konoha e controlla la situazione"

Era la voce di Orochimaru.

"...Intanto io continuerò a occuparmi del villaggio della Sabbia"

"Hai, Orochimaru-sama"

C'era anche Kabuto, come c'era da aspettarsi, ma di che stavano parlando? Konoha era uno dei villaggi più forti, per quanto ne sapeva la ragazza, ed era detto anche il villaggio della Foglia.

"Voi quattro invece rimarrete qui"

Molte voci risposero all'unisono all'ordine di Orochimaru.

Ma in quanti sono?!

Forse era davvero il caso di tornarsene a letto, rischiava davvero di farli infuriare, avrebbe visto il laboratorio quando fosse stato meno affollato...

---

"Vieni pure avanti, Hikari-chan"

Si sentì gelare il sangue nelle vene al sentirsi chiamare da quella che, non c'erano dubbi, era la voce di Orochimaru: ora che sarebbe successo? Si era davvero messa in un bel guaio, Kabuto le aveva raccomandato di non farlo arrabbiare in alcun modo!

Non pensò neppure per un nanosecondo di correre nella sua stanza, avrebbe solo fatto una figura ancora peggiore, così aprì la porta e si fece avanti: il laboratorio era una grande stanza con ai lati due tavoli pieni di oggetti medici, di vasi di ceramica probabilmente contenenti erbe mediche, di contenitori in vetro con animali morti; con riluttanza notò che su uno dei tavoli c'era addirittura una mano: una mano vera, come mozzata, con un anello al dito e perfino dello smalto viola sulle unghie!

Tuttavia la cosa che la inquietava maggiormente era ciò che stava al centro della stanza: Kabuto ed altre quattro persone di aspetto molto strano circondavano Orochimaru, seduto su una sedia di pietra che a Kary ricordò molto un trono; uno di loro le sembrava quasi un ragno, aveva sei braccia, un altro aveva... Due teste?! Era quello il tipo che l'aveva catturata! I restanti due avevano quasi un'aspetto normale, non fosse stato per l'espressione non esattamente rassicurante: una era una ragazza e uno un tizio alto e decisamente robusto.

Inutile dire che tutti la stavano fissando con aria malevola, anzi forse quello meno arrabbiato sembrava addirittura essere l'uomo dagli occhi d'ambra, Orochimaru.

"Mi dispiace Orochimaru-sama" si scusò la ragazza: "Ho sentito dei rumori e... ero curiosa... non volevo..."

Stava sudando freddo e il suo cuore perse un battito quando vide Orochimaru alzarsi e farlesi più vicino, lanciando un'occhiata indecifrabile a Kabuto.

"Non importa, bambina" le disse con calma, poggiandole una mano sulla spalla: "Per questa volta non fa niente"

Kary arrossì, ma non riuscì a capirne il motivo: avrebbe dovuto sentirsi sollevata per non essere stata punita, eppure nel momento in cui la mano dell'uomo le aveva sfiorato la spalla il suo cuore aveva cominciato a battere ancora più forte e non accennava a rallentare.

Cos'è questa sensazione?

Forse era paura. O forse qualcos'altro. Non aveva mai provato niente del genere.

Poi Orochimaru tornò a sedersi.

"Kabuto, accompagnala nella sua stanza" disse ad un tratto: "E che la cosa non si ripeta"

"Hai, Orochimaru-sama"

---

Appena furono rientrati nella stanza della ragazza, Kabuto la prese per la maglia e quasi la sollevò da terra, spingendola contro il muro.

"Non ti azzardare mai più, mai più a disobbedirmi" la ammonì: "Per questa volta ti è andata bene ma il prossimo errore che farai potrebbe essere l'ultimo!"

"P-perdonami"

"Ora vai a letto e restaci"

Così dicendo la lasciò andare di colpo e uscì, chiudendosi la porta alle spalle e lasciando Kary al buio, sola coi suoi pensieri. Quando si sentiva sola o agitata era solita uscire e sedersi da qualche parte a guardare la luna e il non poterlo fare la lasciò ancora più amareggiata, così si distese sul letto e cercò di riprendere sonno senza pensare al fatto che ora probabilmente ce l'avevano tutti con lei.

---

Dormì sonni agitati quella notte e più di una volta si svegliò spaventata e dovette trattenersi a stento dall'urlare, continuava a fare incubi strani su quelle persone nel laboratorio, su Kabuto e soprattutto su Orochimaru: le faceva paura, le ricordava in modo così evidente un serpente che temeva l'avrebbe potuta mordere da un momento all'altro ma, allo stesso tempo, in qualche maniera perversa la affascinava.

La mattina comunque arrivò lo stesso: lo capì solo perchè Kabuto venne a svegliarla e a portarle la colazione, infatti nella sua come nelle altre stanze che aveva visitato parevano non esserci finestre.

"Finisci in fretta di mangiare e poi rimetti in ordine la stanza, io devo uscire e tornerò al più tardi stasera"

Kary lo guardò storto rosicchiando un biscotto, ricordandosi che era ciò di cui stavano parlando la sera prima, ma quello la ignorò e continuò a parlare.

"Stavolta vedi di non ficcare il naso in affari non tuoi"

"Posso almeno uscire?"

Kabuto inclinò la testa da un lato, come stesse pensando.

"Intendi fuori? Sì, ma non ti allontanare, se uno del quartetto pensasse che cerchi di scappare ti farebbe fuori senza rifletterci su due volte"

"Allora è vero che sono una prigioniera"

Il ragazzo sbuffò piano e le si avvicinò.

"Ti ho già detto che sei fortunata, Orochimaru-sama sembra averti preso in simpatia, ma non possiamo permetterci che ci sia gente che se ne va in giro a raccontare a tutti dov'è il nostro rifugio"

"Perchè mai?"

"A Orochimaru-sama non piace essere disturbato" tagliò corto il ragazzo: "E ora basta domande"

"No, aspetta!" esclamò Kary afferrandogli un polso per impedirgli di andarsene: "Quando parli del 'quartetto' intendi i quattro che parlavano ieri con te e Orochimaru?"

"Orochimaru-sama" la corresse subito lui: "Comunque sì, loro sono il Quartetto del Suono, di solito il loro compito è quello di scortare Orochimaru-sama"

Dissolto anche l'ultimo dilemma della giovane ninja medico, Kabuto stava per andarsene, ma proprio sulla porta ci ripensò ed aggiunse: "Non avvicinarti a loro, non gli sei simpatica quanto al signor Orochimaru, almeno non dopo la scenata di questa notte"

---

Resistette un paio d'ore alla tentazione di uscire, poi cedette al desiderio di aria fresca e si avviò per la sua nuova casa. Per il rifugio c'era parecchia gente e Hikari provò anche a parlare con qualche persona, non tanto per fare amicizia, quanto per cercare di scoprire di più su Orochimaru e sul piano di sotto, al quale le era proibito l'accesso: aveva la netta impressione che qualcosa le fosse tenuto nascosto.

Un paio dei servitori che incontrò furono disponibili e le raccontarono qualcosa su ciò che voleva tanto sapere: a quanto pareva Orochimaru era un autentico genio, un ninja dalla forza incredibile, originario di Konoha, che era stato insignito del titolo di Sannin, ninja leggendario, e che sognava di risolvere tutti i misteri dell'universo e scoprire i segreti e il senso della vita umana; il piano di sotto altro non era che un luogo dove svolgeva i suoi esperimenti.

Ora la storia del non voler essere disturbato ha già più senso si disse lei, cominciando a fidarsi di più: Scoprire il senso della vita è uno scopo molto nobile, anche se non credo basterebbero cento vite per riuscirci!

Massì, quasi quasi ora si sentiva davvero onorata di lavorare per un genio del genere! Rincuorata delle risposte ottenute si diresse fuori e dedicò il resto della mattinata a studiare dall'esterno la grande villa, capendo così anche il motivo dell'assenza di finestre: a quanto pareva gran parte dell'edificio era sotterraneo, spuntavano il tetto e forse un paio di stanze.

Che costruzione particolare!

Sorrise.

Credo che potrei abituarmi a vivere qui, magari se mi dimostro brava nelle arti mediche perfino quell'antipatico di Kabuto mi apprezzerà!

Quando cominciò a sentire i morsi della fame decise di rientrare: l'impatto non era piacevolissimo, entrando e scendendo le scale d'ingresso sembrava di immergersi nel buio, ma probabilmente ci avrebbe fatto l'abitudine, era tutto illuminato abbastanza bene, quindi una volta dentro quasi non ci si accorgeva di trovarsi sotto terra.

---

Si stava avviando verso la cucina quando una donna le venne incontro.

"Ciao Yukio" salutò gentilmente Kary riconoscendo una delle persone conosciute poco prima e con la quale aveva scambiato due parole.

Yukio era una specie di sarta e si occupava della lavanderia; aveva dei grandi occhi color nocciola e i capelli castani le arrivavano quasi alle spalle. Dal punto di vista fisico loro due erano quasi all'opposto, Kary aveva gli occhi del colore del mare e i capelli castani, sì, ma molto più lunghi rispetto a quelli dell'altra, infatti le arrivavano quasi alla fine della schiena.

In linea di massima quella giovane donna era simpatica, forse la sua adorazione per Orochimaru era un tantino troppa, ma non poteva certo giudicarla per questo.

"Ah, Kary, proprio te" esclamò quella: "Ti ho portato dei vestiti, te li manda il signor Orochimaru"

"Waoh, che gentile!"

Doveva ricordarsi di ringraziarlo, non si aspettava tanta generosità... Ma Kabuto gli aveva proibito di rivolgergli la parola per prima...

"Adesso non c'è" disse Yukio intuendo i suoi pensieri: "Potrai ringraziarlo stasera, se vuoi puoi portargli un paio di kimono puliti al posto mio, così cogli al volo l'occasione!"

"Grazie mille, sarebbe fantastico!"

Era deciso, non poteva essere scortese con una persona dimostratasi tanto buona e premurosa.

Non avendo niente da fare, decise di fermarsi in lavanderia ed aiutare la sua nuova amica a lavare e piegare lenzuola, tende e completi ninja, trascorrendo così in modo allegro l'intero pomeriggio ed evitando, per una volta, di cacciarsi nei guai.

"Quel Kabuto è arrivato qui da poco" disse ad un tratto Yukio: "Ma sembra che Orochimaru-sama riponga grande stima in lui"

"A te piace?" domandò Kary: "Credo mi trovi antipatica"

"Mah, non si riesce mai a capire cosa gli passa per la mente" sbuffò l'altra: "E' sicuramente un tipo molto intelligente ma non mi fido troppo di lui, ha un non so che di sinistro"

"Già" ammise Kary: "Tipo quel suo modo di sogghignare... Speriamo non sia troppo severo come insegnante, io pensavo di essere brava nelle arti mediche ma ho paura di non essere all'altezza!"

"Se Orochimaru-sama ti ha fatto rimanere deve aver visto qualcosa in te, lo sarai certamente" la rassicurò Yukio: "Ora vieni, ceni con me assieme agli altri che lavorano qui?"

Così la ragazza ebbe modo di fare altre conoscenze: provò un'antipatia fortissima per un uomo in particolare, un certo Kentagu, che sembarava credersi al di sopra di tutti, mentre gli altri le risultarono abbastanza indifferenti.

Forse è vero che ho un carattere difficile si disse, rendendosi conto di non essere riuscita a farsi amico nessuno a parte Yukio: Meno male che c'è lei con cui parlare!

---

Dopo cena l'amica se la trascinò fuori a fare una passeggiata e insieme osservarono il sole tramontare da una radura poco lontana dalla villa, o meglio dal rifugio di Orochimaru; rimasero sedute sull'erba umida fin quando il cerchio del sole non fu del tutto scomparso, poi Yukio si alzò tutta sorridente ed esclamò: "Che vento stupendo, vengo spesso qui la sera ma in due è molto più divertente!"

Era vero, stando da soli anche il paesaggio più bello sarebbe sembrato insignificante...

"Coraggio vieni!" le gridò l'amica che già correva verso casa: "Orochimaru-sama a quest'ora sarà rientrato! Muoviti!"

Sembra così felice! Invece io ho ancora questa strana sensazione addosso. Mi basta sentir nominare Orochimaru...

Appena rientrate mancò poco che andassero a sbattere contro un irritatissimo Kabuto.

"Ah, sei qui" disse osservando la sua futura allieva con disapprovazione: "Volevo appunto dirti che domani ci sarà un po' di agitazione e che non ci sarò di nuovo, quindi fai come hai fatto oggi, le lezioni le rimandiamo di un altro giorno"

"O-okay..."

Che aria di sufficienza, ma perchè non mi può vedere?

Superato anche l'ostacolo Kabuto, le due filarono dritte in lavanderia; a Kary intanto era venuta in mente una cosa: aveva notato che poco prima il ragazzo indossava un coprifronte di Konoha, ben diverso da quello che gli aveva visto indosso la prima volta.

"Oh, quello che hai visto è il simbolo del villaggio del Suono!" le spiegò Yukio: "L'ha fondato il grande Orochimaru... Per ora non è un vero e proprio villaggio, è più un simbolo per riconoscere i suoi seguaci!"

"Quindi ne faccio parte anch'io, giusto?"

"Direi proprio di sì!"

Sorrideva, l'aveva conosciuta da poche ore eppure già era evidente quanto fosse solare: Yukio le era proprio simpatica, assomigliava ad un raggio di sole, sempre pronta a rischiarare la giornata altrui con una frase simpatica o uno scherzo!

"Si sta facendo buio" osservò Kary all'improvviso: "Se non mi sbrigo andrà a dormire, no?"

"In effetti hai ragione, aspetta che ti passo i suoi kimono..."

Così in men che non si dica si ritrovò di fronte alla porta delle stanze private di Orochimaru.

Bussò una volta, poi due. Nessuna risposta.

Cavolo e adesso che faccio? Entro o no? Non posso mica tenermi io i suoi vestiti!

Alla fine si decise ed aprì la porta: la stanza era spoglia, c'era solo un letto con un comodino, una porta che con ogni probabilità conduceva ad un bagno privato e su una delle pareti era appeso una specie di manifesto, una pergamena raffigurante uno strano simbolo che la ragazza non aveva mai visto prima.

Glieli lascio sul letto ed esco.

Ma non aveva ancora mosso un passo che la porta a lato della stanza si aprì, lasciando uscire un sottile velo di vapore.

"Buonasera, Hikari-chan" le disse una voce dal tono notevolmente sorpreso: "Posso sapere che ci fai qui?"

Orochimaru era appena uscito da quella che aveva tutta l'idea di essere stata una doccia calda e indossava solo un ascuigamano stretto in vita, i capelli bagnati che gli ricadevano splendidamente sulle spalle candide, il corpo che sembrava scolpito nell'avorio, solcato qua e là da gocce d'acqua.

"O-orochimaru-sama... I-io...!"

Come vorrei essere una di quelle gocce.

Arrossì di botto: ma come aveva potuto anche solo pensare di formulare un pensiero del genere?!

"M-mi dispiace, le avevo portato i vestiti e--"

"Sta tranquilla" la rassicurò il ninja: "Non mordo mica!"

La risata leggermente roca del ninja la lasciò sconcertata: possibile che anche stavolta non fosse arrabbiato? Kabuto l'aveva descritto come un tipo tutt'altro che paziente!

"Dammi un attimo per mettermi qualcosa addosso, poi vorrei scambiare due parole con te"

Pareva non fosse per niente imbarazzato, anzi era come se la situazione lo divertisse...

Senza farselo ripetere la ragazza balzò fuori dalla stanza e si trascinò la porta alle spalle, sedendosi poi per terra ad aspettare: il cuore le batteva a mille, perchè non riusciva a non pensare a Orochimaru?

Com'era bello...

Si diede della stupida.

Non ti starai mica innamorando, spero? Quello non solo è fuori dalla tua portata, ma se lo fai arrabbiare magari ti ammazza pure!

Si rannicchiò contro il muro cingendosi le ginocchia con le braccia: "Stupida, stupida, stupida! Sono una cretina, ecco cosa sono!"

---

Una risata sommessa la fece zittire e alzare la testa.

"Eccoti qui" disse piano il Sannin: "Che stai facendo?"

"Niente" si giustificò Kary: "La stavo aspettando!"

Rientrò lentamente nella stanza dell'uomo e lo osservò sedersi sul letto, si aspettava scioccamente di essere invitata a sedersi ma questo non accadde, così si rassegnò all'idea di rimanere in piedi.

"Di cosa voleva parlarmi signore?"

"Niente, pensavo avessi tu delle domande per me, sei arrivata qui in modo un tantino brusco, volevo sapessi che sei la benvenuta e che se deciderai di essermi fedele avrai ciò che vorrai"

Un modo 'un tantino' brusco lo chiamava?! Chissà allora cosa considera veramente brusco!!!

Ma rispose in modo nettamente diverso.

"Lei è stato molto gentile, signor Orochimaru, e io non ho niente ad aspettarmi al di fuori di qui, quindi sono molto lieta di poterle essere utile come medico" disse abbassando lo sguardo e chinando la testa in un mezzo inchino: "Kabuto dà l'idea di essere un grande ninja medico, sarà un vero onore averlo come maestro"

"E' molto bravo" ammise il Sannin: "E sono certo che anche tu lo diventerai, i ninja medici sono fondamentali in un team equilibrato"

"Pare che io gli sia antipatica... E' sempre così gelido!"

Orochimaru parve molto sorpreso.

"E' un ragazzo difficile da capire, fa così un po' con tutti" disse: "Ma è stato lui a propormi di prenderti con noi, quando ha capito che avevi le sue stesse attitudini alla medicina"

"Come lui?!"

Poi all'improvviso si ricordò dove aveva sentito la voce del ragazzo la prima volta.

"E' lui che mi ha vista qua fuori e mi ha fatta catturare!" esclamò: "Così quando è entrato nella mia cella ha potuto notare la scomparsa del graffio che mi ero fatta all'arrivo!"

"Esatto" si complimentò l'uomo: "E' da quel particolare che ha capito che eri un medico. Sei molto intelligente, bambina, credo abbia visto in te qualcosa che gli ricorda se stesso..."

Orochimaru rise ancora; come aveva fatto ad avere paura di lui?

"Ora vai a letto, voglio vederti fare progressi in un batter d'occhio, chiaro? Pretendo l'eccellenza dai miei collaboratori e da te non mi aspetto niente di meno"

"Sì, Orochimaru-sama" annuì lei rispondendo al sorriso complice rivoltole: "Potete chiamarmi Kary se vi pare, è così che mi chiamavano di solito"

"D'accordo, se ti fa piacere... Ora vai Kary-chan, domani sarà una giornata intensa e io sono stanco" le disse con un mezzo sbadiglio: "Anche un genio come me ha bisogno di riposo, di tanto in tanto"

Allegramente la giovane shinobi si recò a letto, si infilò uno dei pigiami che le erano stati regalati quella mattina e si stese sul materasso, aspettando che il sonno la cingesse dolcemente nel suo abbraccio.

E così è successo tutto per colpa di quello strano ragazzo, Kabuto... O forse dovrei dire che è successo tutto grazie a lui?

Pensavo mi odiasse...

---

Nel cuore della notte sentì nuovamente delle voci e dei passi ma stavolta pensò bene di girarsi dall'altra parte tendendo solo l'orecchio per cogliere delle eventuali voci: udì solo parole e suoni confusi, parlavano ancora di Konoha, poi di Sabbia, di chunin e di un certo Sarutomi o Sarutobi, non capì bene chi fosse.

Ogni notte qui succede qualcosa... Sarà la luna che ispira questi toni cospiratori?

Sì, dev'essere proprio la candida faccia della luna pensò scherzandoci sopra mentre riprendeva sonno.

Sono i segreti della luna...

  
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