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Autore: Emmastory    23/11/2015    1 recensioni
Sempre nel tumultuoso anno 1615, la giovane Miriel continua a vivere la sua vita. Il tempo continua a scorrere, e nessuno sa cosa potrebbe succedere a lei e alle sue amate sorelle dopo ciò che è accaduto al suo amato Xavier. Una nuova avventura attende le tre giovani streghe, che si ritroveranno divise fra il loro segreto e le importanti decisioni che il loro essere impone con viva e inimmaginabile forza.
(Seguito di "Sangue di strega: Origine Magica)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di strega'
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Sangue-di-strega-II-mod
Capitolo VI
Caccia aperta
Sono appena trascorsi tre mesi, ed io non ho fatto che pensare all’idea avuta da Xavier. Secondo il suo pensiero, io e lui dovremmo fuggire da Farebury, portando con noi anche la piccola Jocelyn. Ad ogni modo, ogni volta che ci rifletto, mi convinco che ha ragione, ma allo stesso tempo, mi rendo conto di non poter lasciare la mia famiglia e i miei affetti nel luogo in cui sono nata e cresciuta. In fin dei conti, sono la maggiore di tre sorelle, e abbandonare Minerva e Astrid risulterebbe in una pugnalata alle loro spalle. Ora come ora, il tempo scorre, e quell’interrogativo continua a ronzarmi in testa come un fastidioso insetto. Alzandomi dal divano dove sono tranquillamente seduta, scelgo di raggiungere la stanza di mia figlia, ma non appena entro, un inquietante particolare attira la mia attenzione. La culla di Jocelyn è completamente vuota. Iniziando inconsciamente a tremare, tento di non scompormi e mantenere la calma, per poi mettermi subito alla ricerca di Xavier. “Jocelyn è scomparsa.” Lo avviso, mostrandomi profondamente preoccupata. “Qualcuno l’ha rapita.” Mi disse, parlando con una calma a mio dire mostruosa. A quelle parole, lo fissai attendendo spiegazioni. Fu quindi questione di un attimo, e le parole pronunciate da Xavier mi colpirono. Fu come ricevere un doloroso pugno nello stomaco. “Le Superiori.” Ammise, guardandomi con aria seria ma oltremodo preoccupata. “Come hanno potuto?” chiesi, ponendo una domanda pesantemente retorica. “È tutta colpa mia.” Confessò, chinando il capo a causa della vergogna. “Cosa?” esclamai, incredula. “Volevano ucciderti, ma ti ho difesa, e hanno preso la bambina. Non ho potuto fare niente.” Continuò, parlando con voce sempre più bassa, e reiterando quindi il suo dolore. “Dove l’hanno portata?” continuai, furiosa. “Non lo so.” Rispose Xavier, mentre la sua voce si spezzava come un ramoscello e il suo corpo era scosso da tremiti sempre più evidenti. In quel momento, ero animata unicamente dal mio istinto materno, ragion per cui, afferrai il polso di Xavier, con la ferma e precisa intenzione di uscire di casa e cercare nostra figlia. Mi incamminai quindi verso uno dei sentieri del villaggio, per poi iniziare a percorrerlo nella speranza di ritrovare la mia amata bambina. Seppur lentamente, i minuti scorrevano, e sapevo che ogni passo mi avvicinava a mia figlia. Camminavo senza mai fermarmi, notando che qualcosa in me stava lentamente mutando. Per qualche strana ragione, un acuto dolore alla testa mi spingeva a fermarmi. Ad ogni modo, quel dolore mi appariva troppo forte per essere normale. Difatti, non sentivo dolore, ma più precisamente, il pianto di mia figlia. Era ormai evidente. I miei poteri stavano cambiando, e grazie agli stessi, ero ora divenuta capace di rintracciare le persone a me care semplicemente concentrando il mio pensiero su di loro. Ad ogni modo, mia figlia piangeva, e questo poteva avere un solo significato. Qualcuno le stava facendo del male. Intanto, la mattina stava lentamente sfumando nel pomeriggio, e prima che avessi modo di accorgermene, avevo già raggiunto il misterioso e verde bosco al confine con il mio villaggio. Arrestando solo per un attimo il mio cammino, iniziai subito a correre, per poi imbattermi in mia sorella Minerva. “Che cosa ci fai qui?” le chiesi, tacendo nell’attesa di una sua semplice risposta. “Mi hanno trovata, e devo fuggire.” Disse, faticando a respirare a causa della corsa in cui sembrava essersi impegnata. A quelle parole, raggelai. Sapevo bene che si riferiva ai perfidi e spietati Cacciatori, ed ero sicura che se l’avessero presa per lei sarebbe stata la fine. “Scappa. Vattene subito.” Le risposi, fornendole un utile consiglio. Guardandomi negli occhi, mia sorella ebbe appena il tempo di annuire e voltarsi, fuggendo nel tentativo di salvarsi e rimanere in vita. Il suo corvo la seguiva volando senza sosta. per poi venir colto di sorpresa venir colpito all’ala da una freccia infuocata. A quella scena, seguì un urlo  straziante. Minerva non era scappata, e aveva avuto modo di assistere a quella tragedia senza muovere un muscolo. Iniziando istintivamente a piangere, si avvicinò al suo amato corvo, per poi fissarlo pregando che non morisse. I suoi occhi erano ormai pieni di lacrime, e non avendo scelta dissimile dal farlo, mia sorella scelse di usare i suoi poteri, teletrasportandosi altrove e sparendo dalla mia vista come un etereo fantasma. Subito dopo, scoprii che delle piccole lacrime avevano iniziato a rigarmi il volto. In quel momento, mi voltai verso Xavier, per poi scegliere di continuare il mio viaggio alla ricerca di mia figlia. Durante la corsa, sentii le gambe deboli, sentendo che il mio corpo veniva investito da una sorta di scoramento. Improvvisamente, ricominciai a piangere, per poi formulare un assurdo pensiero, secondo il quale, la caccia a noi streghe era ormai aperta, mia figlia era scomparsa, ed io non avrei avuto modo di riaverla indietro. Ero furiosa, ma assalita anche da un forte senso di impotenza e rammarico. Non sembravo avere scelta, e Xavier aveva ragione. Dovevamo fuggire alla ricerca della salvezza.
   
 
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