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Autore: Lux_daisy    23/11/2015    2 recensioni
"Ohi, Bakagami, alla tua età non sai ancora vestirti da solo?"
Il rosso si bloccò e si voltò verso il proprietario della voce –e della frecciatina: alto quanto lui, capelli scuri corti, pelle bronzea, penetranti occhi blu, le mani in tasca, la borsa sulla spalla e un ghigno da schiaffi.
Aomine Daiki.
Vicino di casa, migliore amico e fastidio giornaliero.
"Ahomine, quante volte ti ho detto di non entrare dalla finestra?" sbottò il rosso.
(coppie: Aokaga, Aokise, Kagakuro)
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Daiki Aomine, Ryouta Kise, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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We are... misunderstanding





Eccomi tornata, carissimi! ^^ lo so, sono di nuovo in ritardo... perdonatemi!!! Questo mese è stato decisamente incasinato e sono pure stata male, ma come avevo già detto, non lascerò incompiuta questa storia ;D vi faccio aspettare molto e mi scuso, ma come sempre spero che il nuovo capitolo vi piaccia e un grazie enorme a tutti voi che leggete, commentate e continuate a seguirmi nonostante tutto ^^ un abbraccio




 

“Ah dannata Satsuki! Non voleva più lasciarmi andare” pensò Aomine con fastidio. Sbuffò e fece schioccare la lingua, nella mente ancora la voce dell’amica e le sue chiacchiere infinite. Dopo aver finito di mangiare al Café, lei lo aveva trascinato in giro per i negozi della zona, causando occhiatine e risate da parte degli estranei alle sue lamentele non trattenute.

Fortuna che Aomine Daiki non era certo il tipo di persona che si curava di certi dettagli.

Quando finalmente era riuscito a svignarsela, si era diretto verso casa con tutta l’intenzione di parlare con Taiga, ma, una volta passato dal campetto di basket, fu costretto a fermarsi alla vista di Kagami e Kuroko che giocavano insieme.

Vide il rosso andare a canestro con una schiacciata e poco dopo lui e Kuroko far scontrare i pugni chiusi con i sorrisi sulle labbra.
Sentì un’ondata di rabbia attraversarlo dalla testa ai piedi e al contempo un fastidioso e persistente dolore alla bocca dello stomaco. “Dopo tutto quello che è successo, lui gioca tranquillamente a basket con Kuroko?”.

Era talmente preso dai suoi pensieri pieni di gelosia e istinti omicidi che non si accorse subito che intanto gli altri due lo stavano fissando e quando lo fece, fu troppo tardi: Kuroko e Kagami gli si erano avvicinati, anche se quest’ultimo teneva accuratamente lo sguardo fisso per terra.

<< Buon pomeriggio Aomine-kun >> lo salutò il piccoletto, << stavi tornando a casa? >>.
Daiki strinse gli occhi e dovette reprimere l’impulso di mandarlo al diavolo. << Sì >> fu la sua unica risposta. Temeva che se avesse parlato di più, avrebbe dato in escandescenza.

<< Vuoi unirti a noi? >> gli chiese allora Kuroko e non gli sfuggì il piccolo sussulto di Kagami.
Il moro alternò lo sguardo tra i due e strinse i pugni fino a conficcarsi le unghie nei palmi. << No, grazie, non mi va. Me ne torno a casa >> e detto questo, diede loro le spalle e si allontanò dal campo.

Solo allora Taiga risollevò lo sguardo da terra e osservò la schiena di Aomine: ebbe l’impulso di corrergli dietro, afferrarlo per la maglietta e fermarlo, ma sentì le gambe rigide e pesanti e non riuscì a muovere un solo passo.
<< Kagami-kun, va tutto bene? >>.

La voce di Kuroko e le sue dita che gli sfioravano il polso lo riscossero dalla trance. Afferrò con entrambe le mani il pallone che teneva sotto braccio e forzò un sorriso. << Tutto okay. Continuiamo? >>.
Tetsuya sospirò e scosse piano la testa. “Cosa cavolo è successo sta volta?”.
 
 
 
 

“Aaaah, finalmente ho finito!” pensò Kise con grande sollievo mentre usciva dallo studio fotografico che lo aveva visto impegnato per quasi cinque ore. Si passò una mano tra i capelli e sospirò sonoramente, i piedi che lo portavano verso la macchina dall’altro lato della strada senza che lui ci facesse davvero caso.

Quel lavoro era stato più stancante e stressante del solito: non solo la modella con cui doveva fare il servizio era arrivata con un ritardo di quasi tre quarti d’ora, ma a un certo punto due delle luci erano andate in corto circuito e c’era voluta mezz’ora per sostituirle e riprendere a lavorare. Inoltre la modella ritardataria ci aveva pure provato con lui, dimostrandosi una persona assolutamente non professionale.

Per tutti questi motivi Kise non si era mai sentito così sollevato dal potersene tornare finalmente a casa. Salì in macchina, ma giunti a metà strada convinse Sakuchi-san a lasciarlo continuare a piedi: escluse le volte in cui si allenava in palestra, non faceva molto altro movimento e si disse che fare una bella passeggiata avrebbe fatto bene sia al suo corpo che alla sua mente.

E quella decisione sembrò essere quasi un segno del destino quando s’imbatté in Kuroko lungo la strada.
<< Buon pomeriggio, Kise-kun >> lo salutò lui con il suo solito tono educato.

<< Buon pomeriggio a te, Kurokocchi. Fatto compere? >> s’informò il biondo notando la busta di plastica che Tetsuya teneva in mano.
<< Ho dovuto comprare alcune cose per mia madre. E tu, come mai in giro? >>.
<< Ho finito da poco un servizio fotografico e ho deciso di tornare a casa a piedi >>.

Tetsuya inclinò leggermente la testa e lo fissò. << Sembri piuttosto stanco: non hai una bella cera >>.
Ryota ridacchiò: la schiettezza di Kuroko non finiva mai di meravigliarlo. << In effetti lo sono >>.
<< Problemi a lavoro? >> gli chiese curioso il piccoletto.
Kise scosse la testa e abbozzò un sorriso. << No, il lavoro va bene. Stancante, ma è okay >>.

<< Allora è un problema di cuore? >>.
Il biondo sgranò gli occhi: adesso Kuroko sapeva pure leggere il pensiero o aveva solo tirato ad indovinare?
<< Beh in un certo senso… >> disse vago. Non che avesse davvero intenzione di confidarsi con Tetsuya, ma c’era qualcosa in quel suo sguardo impassibile che gli rendeva difficile mentire.

<< Come sta Aomine-kun? >> se ne uscì dopo Kuroko, cambiando completamente argomento e lasciando Kise spiazzato per alcuni secondi.
<< Aominecchi? >> ripeté Ryota confuso, << come mai mi chiedi di lui? >>.

Tetsuya fece spallucce. << L’ho incontrato ieri mentre ero al campetto con Kagami-kun e sembrava… strano >>.
“Oh, se sapessi quante cose strane stanno succedendo!” pensò Kise, ma se lo tenne per sé. Non erano passate neanche quarantotto ore da quando aveva visto Aomine e Kagami baciarsi ma, in effetti, il giorno prima Daiki era rimasto a casa ad oscillare tra lo studio e la pigrizia, privilegiando quest’ultima.

Era sembrato decisamente giù di morale.
<< Beh, non saprei… >> iniziò Ryota e non sapeva davvero cosa dire o pensare.
<< E dire che ieri era ad un appuntamento con la sua ragazza >>.

“Eeeeeeh?”. Per lunghi secondi Kise credette di aver sentito male. Kuroko non poteva davvero aver detto che Aomine aveva una ragazza.
<< C-come, scusa? >> farfugliò incredulo.
<< A quanto pare nessuno lo sapeva >> commentò Kuroko, << Kagami-kun era sorpreso quanto te >> e raccontò ciò che aveva detto anche a Taiga il giorno prima.

Alla fine Kise rimase in silenzio, la mente che cercava di elaborare tutta quella situazione incasinata. Possibile che Aomine avesse baciato Kagami anche se aveva una ragazza? Che poi era veramente la sua ragazza? E se quella sera lui avesse visto male? Forse non si erano davvero baciati…

Quei continui shock stavano cominciando a farlo dubitare di tutto, persino di se stesso: non sapeva proprio più a chi o cosa credere.
Eppure, dentro di sé, non poté evitare di sentirsi sollevato all’idea. Se Aomine aveva davvero una ragazza… beh, Kise era pronto ad accettarlo. Era quello a cui si era sempre preparato, la consapevolezza che il ragazzo che amava avrebbe trovato la felicità con una ragazza.

Forse era un pensiero meschino, ma se Daiki doveva stare con qualcuno, quel qualcuno doveva essere una ragazza, perché solo in quel caso il cuore di Kise avrebbe potuto sopportare il dolore.
 
 
 
 
Evitare Aomine fu più strano di quanto Kagami avrebbe mai pensato. Non che lui volesse davvero evitarlo, ma non riusciva davvero a rimanere calmo in sua presenza.

Tutta quella situazione lo stava mandando fuori di testa: prima il bacio, poi la notizia che Daiki aveva una ragazza e infine il suo strano comportamento al campetto.

“Dovrei essere io quello arrabbiato, non lui…” aveva pensato più volte, dandosi poi dello stupido. Perché continuava a sentirsi così? Perché non riusciva a smettere di pensare a tutto quel casino? Avrebbe dovuto far finta di niente e lasciarsi tutto alle spalle, lo sapeva, ma la sua mente era ormai fittamente ingarbugliata, come una matassa di cui non si può più venire a capo.

I suoi pensieri si aggrovigliavano su loro stessi e più provava a tirarsene fuori, più quelli lo avvolgevano e lo seppellivano.
Così, pur odiando il suo comportamento codardo, si tenne a debita distanza da Aomine; cosa che, considerando l’essere vicini di casa, lo costrinse a passare molto tempo fuori.

Al secondo giorno di “allontanamento sistematico”, mentre stava per rientrare a casa, si imbatté in Kise che invece stava uscendo.
<< Oh, guarda un po’ chi si vede: Kagamicchi! >> lo salutò il biondo con un sorriso.

Il rosso si bloccò davanti al cancello del vialetto e si voltò verso l’altro ragazzo. << Ehilà, Kise. Stai andando a lavoro? >>.
Ryota gli si avvicinò e annuì. << Ho un incontro con alcuni tizi che vorrebbero farmi fare una pubblicità. E tu? >>.
<< Ah niente di che… ero all’università >>.
<< Capisco >> disse, poi gli si fece ancora più vicino, come se volesse dirgli qualcosa di confidenziale, << hai saputo di Aominecchi? >>.

Taiga sgranò gli occhi per un attimo ma si impose di mantenersi impassibile. << Riguardo cosa? >>.
<< Come cosa? Che Aominecchi si è finalmente trovato una ragazza! >> rispose Kise con un’allegria del tutto finta che il suo talento recitativo riuscì a far sembrare sincera.

<< L-lo sai anche tu? >> gli chiese Kagami sorpreso. Possibile che lo sapessero tutti?
Il biondo fece spallucce. << Oh beh, a dir la verità, l’ho saputo per caso: quel cattivo di Aominecchi non mi ha detto niente. Immagino volesse tenerlo segreto, ma tu lo sapevi, giusto? >>.

Taiga annuì ma il suo fu più che altro un gesto istintivo: la sua mente era da tutt’altra parte.
<< Ma certo! Tu e Aominecchi siete come fratelli: a te non l’avrebbe mai nascosto >> continuò Ryota apposta, conscio di quanto quel comportamento fosse meschino, ma incapace comunque di fermarsi.

<< Già… >> rispose il rosso in un sussurro, mentre il desiderio di prendere Daiki a pugni si faceva strada in lui.
<< Beh è fantastico, no? Adesso non dovrai più prenderti cura di lui >>.

Kagami riportò lo sguardo sul biondo e aggrottò le sopracciglia. << Che vuoi dire? >>.
<< Oh niente, niente, Kagamicchi. È solo che voi due vi siete sempre presi cura l’uno dell’altro da quando eravate piccoli, ma adesso le cose cambieranno. La sua ragazza si prenderà cura di lui al posto tuo: non avrà più bisogno di te >>.

A quelle parole Taiga ebbe l’impressione che il respiro gli si bloccasse in gola e non riuscì a rispondere in alcun modo.
Kise gettò un’occhiata all’orologio. << Oh, cavolo, se rimango qua a parlare, arriverò in ritardo all’incontro. Scusa se scappo così all’improvviso, ma devo proprio andare >> gli posò una mano sulla spalla e sorrise, << ci si vede, Kagamicchi >>.

Si allontanò rapido, ma Taiga non gli prestò attenzione.
Probabilmente in quel momento non avrebbe fatto caso neanche se un alieno fosse atterrato con la sua astronave davanti a lui.
 
La sua ragazza si prenderà cura di lui al posto tuo: non avrà più bisogno di te.
 
 
 
 
<< Dai-chaaaaaaan! >>.
Una voce acuta e penetrante invase i canali uditivi di Aomine, seguita da due braccia che si avvinghiavano al suo. Il moro sbuffò e guardò Momoi in cagnesco.

<< Che fortuna incontrarti! >> esclamò la ragazza con un sorriso, ignorando come sempre le reazioni di Daiki, << come mai sei in facoltà? >>.
Aomine alzò gli occhi al cielo e sbuffò una seconda volta. << Dovevo sbrigare una questione burocratica e tu? >>. Non aggiunse che stava anche cercando una scusa per tenersi lontano da casa.

<< Dovevo parlare con Tsukushima >>.
Daiki emise un verso di disgusto che fece ridacchiare Satsuki. << Quanto sei esagerato, Dai-chan! >>.
<< Sai che detesto quel tipo… Non vedo l’ora di passare l’esame e togliermi Tsukushima dai piedi >>.

La ragazza rise di nuovo e strinse ancora di più il braccio di Aomine.
Stavano camminando per i corridoi della facoltà, quando, svoltato un angolo, furono costretti a fermarsi di colpo.

<< Taiga… >> disse Daiki, fissando il ragazzo davanti a lui che lo guardava con la stessa espressione sorpresa stampata sulla sua faccia.
Dopo alcuni secondi di stallo Kagami si impose di rilassarsi e mostrarsi indifferente. << Daiki, anche tu qui… >> rispose banalmente e si diede subito dello stupido. “Cazzo!”.

<< Già… che coincidenza… >> convenne il moro altrettanto banalmente. Schioccò la lingua e imprecò nelle sua mente diverse volte.
In tutto questo Momoi alternava lo sguardo tra i due ragazzi, mentre gli ingranaggi del suo cervello si mettevano in moto e d’improvviso i pezzi del puzzle cominciarono ad andare ai loro posti.
 
Mettiamo, per ipotesi, che due si baciano e sono entrambi coinvolti, ma poi all’improvviso uno caccia via l’altro senza una spiegazione. Secondo te che significa? Sempre per ipotesi, ovviamente…
 
“Non ci posso credere! Possibile che Dai-chan…”. Un sorrisetto che non prometteva niente di buono curvò le labbra della ragazza. “Il mio intuito femminile non sbaglia mai”.

Si allontanò da Aomine e, cogliendo i due di sorpresa, si avvinghiò rapida al braccio di Kagami. << Dai-chan! Perché non mi hai mai detto di avere un amico così carino?! >> esclamò con fare civettuolo, sorridendo e sbattendo le ciglia.

Normalmente non si sarebbe mai comportata in modo così sfacciato, ma aveva bisogno di confermare i suoi sospetti e se questi erano corretti, di far sbloccare la situazione tra quei due. Vide le facce di entrambi contrarsi in un’espressione sorpresa, ma se quella del rosso era anche imbarazzata, quella di Daiki si trasformò in una decisamente irritata.

<< Che cavolo stai facendo, Satsuki? >> esclamò il moro, gli occhi affilati e i pugni stretti.
Ignorando apposta l’amico, Momoi si rivolse a Taiga. << Quindi sei tu il famoso Kagami… Dai-chan mi ha parlato tanto di te: ero proprio curiosa di conoscerti >>.

Il rosso sgranò gli occhi e schiuse le labbra, ma non gli uscì alcun suono. Come poteva comportarsi in quel modo davanti al suo ragazzo? Sollevò lo sguardo e lo puntò su Aomine: sembrava sul punto di dare in escandescenza.
“Beh, è ovvio che sia geloso se la sua ragazza fa così con un altro…”. Provò ad allontanarsi, ma le braccia di lei si dimostrarono più forti di quanto avrebbe pensato.

<< Satsuki, falla finita >> sibilò Aomine con fare minaccioso.
“Come volevasi dimostrare, avevo ragione” pensò Momoi e non poté trattenere un sorriso di soddisfazione. << Oooh, Dai-chan, non avrei mai detto che tu fossi un tipo geloso e possessivo >>.

La sua intenzione era solo quella di stuzzicarlo un po’, ma dovette ammettere con se stessa che la reazione dell’amico la sorprese non poco.
Gli occhi che sembravano pronti a sputare fiamme, Daiki afferrò la ragazza per la spalla e la allontanò di peso da Kagami. La velocità del gesto fu tale che Satsuki ebbe quasi l’impressione che i suoi piedi si sollevassero dal pavimento per un attimo e un verso di sconcerto le uscì dalla gola senza che potesse controllarlo.

<< Sta’ lontana da lui! >> le disse il moro e per la prima volta Momoi fu costretta a dare ragione a quelli che dicevano che Aomine Daiki aveva uno sguardo spaventoso.
“Forse ho esagerato…” pensò la ragazza, ma si sentiva abbastanza compiaciuta con se stessa per aver avuto ragione che non si scusò.

Dal canto suo Taiga, rimasto in silenzio ad assistere a tutta la scena, sentì l’urgente bisogno di allontanarsi il possibile da là. Tutti i suoi sforzi degli ultimi giorni per evitare Daiki e ora se lo beccava mentre si ingelosiva a causa della sua ragazza.

Si era detto che non doveva pensarci, che doveva lasciarsi tutta quella storia alle spalle, che non doveva dare importanza a un incidente in un momento di debolezza, ma si sentì comunque come se l’avessero preso a pugni.
<< Devo proprio andare >> fu tutto ciò che disse prima di allontanarsi rapido per il corridoio e sparire dietro un angolo.
<< Tai, aspet… >> provò a chiamarlo Daiki, ma non fece in tempo. Sospirò e lanciò un’occhiataccia a Momoi.

La ragazza fece spallucce. << Che c’è? >> domandò con nonchalance, abbozzando un sorriso.
<< Cosa cavolo ti è saltato in mente prima? Avvinghiarti a Taiga in quel modo… >>.

Satsuki incrociò le braccia sulla schiena. << Volevo solo confermare una mia teoria >>.
Aomine inarcò un sopracciglio. << Teoria? Quale teoria? >>.
<< Ricordi quello che ti ho detto l’ultima volta, quando mi hai chiesto un consiglio d’amore? Che bisogna combattere per ottenerlo, anche a costo di provare vergogna e imbarazzo? Beh, ecco, diciamo che adesso mi è tutto molto più chiaro >>, concluse il tutto con un occhiolino e un sorriso furbetto.

Il ragazzo sgranò gli occhi, ma rimase in silenzio, mentre Momoi poté giurare di aver visto le sue guance tingersi di rosso.
“Come pensavo, il mio intuito femminile non sbaglia mai” si compiacque con se stessa per le sue capacità deduttive, “forse dovrei fare il detective, come Sherlock Holmes”.
 
 
 
 
<< ‘Giorno, Momoi-chan >>.
Satsuki sollevò gli occhi dallo schermo del suo cellulare e li puntò sul ragazzo che l’aveva appena salutata, Shoichi Imayoshi, un senpai che aveva conosciuto qualche mese prima. Se ne stava in piedi davanti a lei, bibita in mano e sorrisetto infido sul volto, le ciocche dei capelli che gli coprivano la fronte.

<< ‘Giorno, Imayoshi-san >> rispose lei con una gentilezza forzata. Quel tipo non le era mai piaciuto particolarmente: sembrava il cattivo di un film che sta sempre a macchinare qualcosa di perfido per mettere nei guai il protagonista.
<< Posso sedermi? >> chiese lui educatamente, indicando con la mano il posto libero accanto a lei sulla panchina.

Lei annuì e lo osservò mentre si sedeva, chiedendosi cosa mai potesse volere. A parte i convenevoli e alcune chiacchiere frivole, non avevano mai parlato molto.
<< Belle giornata oggi, non trovi? >> iniziò lui, osservando l’ambiente circostante.

<< Un po’ caldo >> replicò lei, ringraziando mentalmente di aver trovato libera quella panchina all’ombra. Per essere un pomeriggio di luglio, la temperatura era più bassa del solito, ma Satsuki poteva sentire l’umidità estiva che cercava di impregnarsi alla sua pelle.
Imayoshi bevve un sorso del suo caffè freddo e sospirò piano. << Dove hai lasciato Aomine? >>.

Momoi aggrottò le sopracciglia e lo guardò con la coda dell’occhio. << Come mai mi chiedi di Aomine? >>.
Lui fece spallucce. << Nessun motivo in particolare; solo mi aspettavo di vedervi fare i piccioncini. Beh, comunque, congratulazioni >>.
Lei sgranò gli occhi e incrociò le braccia al petto. << Di che diavolo stai parlando? >>.

Il ragazzo aggrottò le sopracciglia per un attimo per poi tornare a ghignare. << Oh, non c’è più bisogno che tu la nasconda >>.
<< Nascondere cosa? >>.
<< Di te e Aomine >> rispose lui e l’espressione inferocita di Satsuki gli fece venire dei seri dubbi.
<< Io e Aomine cosa? >> sibilò lei, confusa e nervosa.
<< Che state insieme, ormai lo sanno tutti >>.

A quelle parole la ragazza scattò in piedi così velocemente che la gonna ondeggiò, offrendo a Imayoshi una breve ma piacevole visione delle sue cosce.
<< Che razza di storia è questa? Da chi l’hai sentito? >> lo incalzò lei con voce alterata.
<< Da Wakamatsu che a sua volta l’ha saputo da Sakurai, ma non chiedermi da chi è partita la voce perché non lo so >>.

<< È… è ridicolo! Assurdo! Io e Dai-chan non stiamo insieme! >> esclamò lei furiosa, << siamo solo amici! >>.
<< Beh, a quanto pare qualcuno ha messo in giro un falso pettegolezzo >> commentò lui con tono pacato, << in effetti, mi sembrava strano che voi due foste una coppia >>.
Momoi lo guardò in cagnesco ma non rispose. “Devo scoprire chi è stato e fargliela pagare”.
 
 
 
 
Aomine sospirò e si rigirò sul letto per l’ennesima volta. Avrebbe dovuto studiare per l’esame imminente, ma la sua mente non riusciva a concentrarsi su nulla.
Tutto ciò a cui riusciva a pensare era Kagami, ma le sue emozioni erano talmente confuse che non riusciva a mettere ordine né alla sua testa né al suo cuore.

Lui non era bravo con le cose da femmine, tipo i sentimenti e in quel momento si sentiva peggio di una stupida ragazzina in preda agli ormoni.
Era felice se ripensava al bacio di quattro sere prima, arrabbiato e ferito se ripensava al comportamento di Kagami ai sorrisi che si scambiavano lui e Kuroko mentre giocavano a basket, geloso marcio se ricordava Satsuki avvinghiata al braccio di Taiga e triste quando si rendeva conto che il suo Tai lo stava evitando da giorni.

Non era più sicuro di niente e non sapeva cosa fosse meglio fare.
E detestava sentirsi in quel modo.
Era tutto più semplice prima, quando erano solo loro due, amici e fratelli.
“Perché cavolo mi sono innamorato di lui?!”.

A quel suo stesso pensiero scattò a sedere sul letto, gli occhi sbarrati e il cuore che batteva veloce.
“I… innamorato? Di… Taiga?”. In preda a un attacco di panico, si prese la testa tra le mani, ma non ebbe altro tempo per deprimersi perché la porta della sua stanza si spalancò di colpo, rivelando la figura di…

<< Satsuki?! >> esclamò sorpreso, gli occhi fissi sull’amica, << che diavolo ci fai qua? >>.
Lei si avvicinò rapida al letto. << Mi ha aperto Kise, ma non è questo il punto >> tagliò corto lei, chiaramente di fretta, << sei per caso andato in giro a dire a tutti che io e te stiamo insieme? >>.
Daiki aggrottò le sopracciglia. << Eh… c-cosa? >>.

Momoi si sedette sul letto accanto a lui e lo fissò negli occhi. << Per caso hai detto a qualcuno che io e te stiamo insieme? >> ripeté lei con tono serio. Non credeva davvero che fosse lui il colpevole, ma non era riuscita a sapere nulla di utile da Kasamatsu e Sakurai, quindi si era precipitata da Aomine nella speranza che lui sapesse qualcosa.

<< Ti sei forse bevuta il cervello? >> sbottò lui, << perché mai avrei dovuto fare qualcosa del genere? >>.
Lei sospirò, delusa e raccontò ad Aomine tutto ciò che sapeva, anche se non era un granché.
<< Ehi, io non c’entro niente >> precisò lui alla fine.

La ragazza sbuffò e mise su il broncio. << Vorrei proprio sapere chi ha messo in giro una simile scemenza… ora tutti quanti credono che noi due siamo una coppia >>.
<< Mi raccomando, non mostrarti così entusiasta della cosa… >> replicò Daiki con sarcasmo, punto nell’orgoglio. Okay che era tutta una bugia, ma non c’era bisogno di essere tanto delusi e arrabbiati.

Momoi fece una breve risata. << Non è per te, Dai-chan, è solo che mi dà fastidio che la gente metta in giro false voci su di me >>.
Lui annuì e lei continuò: << A te non dà fastidio? Insomma, tu hai pure Kagami… >>.
Le parole dell’amica lo colpirono come un pugno allo stomaco. << Aspetta… dici che anche Taiga… >>.

Possibile che anche Tai pensasse che lui e Satsuki stessero insieme?
<< Merda! >>. Scattò in piedi e si precipitò fuori casa. Doveva assolutamente chiarire con Taiga!

E che cavolo, lui era Aomine Daiki! Non era una stupida femminuccia senza palle! Non poteva rimanere a crogiolarsi in quel limbo di dubbi e confusione: doveva agire, prima che fosse troppo tardi.

Si fiondò a casa di Kagami e scampanellò finché la madre non venne ad aprire.
<< Daiki, che sorpresa >> lo salutò lei sorridente, << di solito non passi mai dalla porta d’ingresso. Come mai qua? >>.

Si diede mentalmente dello stupido per non essere passato dalla finestra come sempre. << Devo parlare con Taiga >> disse soltanto.
<< Oh mi spiace, tesoro, Taiga non c’è: è andato a casa di Kuroko >>.
Aomine sgranò gli occhi e schiuse la bocca. << Ku-kuroko? >>.
<< Sì, è stato invitato per cena. Non lo sapevi? >>.

Il ragazzo abbassò lo sguardo e abbozzò un sorriso sconsolato. << Ah, già, l’avevo dimenticato… Scusi il disturbo >>. Si allontanò lungo il vialetto sotto lo sguardo preoccupato della madre di Kagami e appena rientrò a casa, fu accolto dal sorriso dolce e triste allo stesso tempo di Momoi.



 
  
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