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Autore: Emmastory    23/11/2015    1 recensioni
Sempre nel tumultuoso anno 1615, la giovane Miriel continua a vivere la sua vita. Il tempo continua a scorrere, e nessuno sa cosa potrebbe succedere a lei e alle sue amate sorelle dopo ciò che è accaduto al suo amato Xavier. Una nuova avventura attende le tre giovani streghe, che si ritroveranno divise fra il loro segreto e le importanti decisioni che il loro essere impone con viva e inimmaginabile forza.
(Seguito di "Sangue di strega: Origine Magica)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di strega'
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Sangue-di-strega-II-mod
Capitolo VII
In fuga
Correvo a perdifiato, e sulla foresta calava il buio. Nell’aria non c’era alcun suono, salvo il sibilo del vento e il fruscio dei rami degli alberi. D’improvviso, una nuova freccia viene scoccata, ed io sento gridare. Un urlo così potente da essere udito anche in lontananza, capace di squarciare la placida notte. Una voce troppo conosciuta. Minerva. Voltandomi nella direzione opposta, ricominciai a correre alla volta del bosco, andando alla ricerca di mia sorella e trovandola distesa su un fianco, con la freccia di un abile arciere conficcata nella schiena. Chiamando flebilmente il suo nome, mi avvicinai, conservando la segreta e forse vana speranza che fosse ancora viva. Le sue ferite erano gravi, e non riusciva a muoversi. Non c’era molto tempo, ma dovevo agire. Eravamo sorelle, ed io le volevo bene, ma non potevo certamente permettere che morisse sparendo per sempre. Animata quindi da una forza che non credevo assolutamente di possedere, la presi in braccio come avrei fatto con mia figlia, e caricandomela in spalla, la portai con me fino alla mia destinazione. Xavier mi aveva aspettato, e insieme, eravamo tornati a Bakriat. Dopo il nostro primo viaggio, avevo fatto delle ricerche in merito alla città stessa, e avevo scoperto che oltre ad essere una delle più ricche, era anche il covo delle Streghe Superiori. Fissando quindi il mio sguardo su un immaginario punto lontano da me, chiusi gli occhi, concentrando il mio pensiero su mia figlia Jocelyn. Conoscevo bene i miei poteri, e sapevo che quello era l’unico modo che avevo per ritrovarla. Il suo pianto mi martellava in testa, tanto che per un attimo temetti di svenire. Ad ogni modo, strinsi i denti, e facendomi forza, raggiunsi il nascondiglio delle Streghe. “Dov’è mia figlia?” urlai, attendendo una risposta da una di loro. Poco dopo, il silenzio cadde nella sala dove Xavier ed io ci trovavamo. Nessuna risposta, solo silenzio. Gli attimi scorrevano inesorabili, e improvvisamente, la mia attenzione fu catturata da un enorme fascio di luce. Lo stesso, era così abbagliante che dovetti coprirmi gli occhi, ma la scena che ne seguì mi ridusse al mutismo. Una delle tre streghe di fronte a me sollevò una mano, e il corpo di Minerva iniziò a fluttuare, fino a toccare nuovamente terra e guarire da ogni ferita. Subito dopo, vidi mia nonna Zelda stringere fra le braccia mia figlia Jocelyn, sua amata nipote. In quel preciso istante, mi avvicinai. “Perché me l’hai portata via?” le chiesi, attendendo una risposta e sentendo gli occhi bruciare a causa di alcune lacrime a lungo represse, che ora desideravano sgorgare. “Questa bambina è speciale, e dovrai promettere di prendertene cura. Lei è in pericolo, proprio come te.” “È mia figlia, e nessuno le farà del male.” Dichiarai, prendendola in braccio. “Che cosa le avete fatto?” chiesero Xavier e Minerva, parlando quasi all’unisono. “Niente, sappiate solo che lei è diversa.” Disse una delle Streghe, avvicinandosi lentamente alla bambina e spostandole delicatamente un braccio perché potessi esaminarlo. Guardandolo, notai la presenza di un incredibile particolare. Per qualche strana ragione, Jocelyn possedeva entrambi i nostri marchi, e sia io che Xavier non potevamo fare altro che guardare, immobili. “Questa bimba è una Sangue Striato.” Disse mia nonna, riprendendo a parlare dopo un silenzio protrattosi per un tempo indefinito. A quella notizia, sbiancai. Non sapevo cosa fare. Ad essere sincera, non avevo mai sentito parlare di una simile stirpe prima d’ora. Mantenendo il silenzio, spostai lo sguardo su mia nonna, sperando che mi confortasse in quel momento così delicato. “Prendila con te, e fuggite.” Mi disse, lasciando che la prendessi nuovamente in braccio. Ad ogni modo, rimasi completamente immobile. Subito dopo, quattro semplici parole risvegliarono in me un orrore a lungo sopito. “La fine è vicina.” Dissero le tre Streghe, parlando all’unisono, per poi scomparire grazie ai loro poteri e alla luce che avevo visto poco prima. Mantenendo il silenzio, mi voltai, e prendendo la mano di Xavier, ricominciai il mio cammino. Minerva aveva deciso di seguirci, e tutti noi non avevamo certezze. Difatti, non facevamo altro che brancolare nel buio, e all’improvviso, mirando il cielo, vidi la luce di una stella. In quel momento, mi decisi. Poco prima di andare, rivolsi un ultimo pensiero a mia sorella Astrid, sapendo di essere in procinto di lasciare Farebury e abbandonarla al suo destino, augurandomi che un fato maligno non si incroci mai con il suo cammino verso la gioia. Così, con la mente confusa e il cuore dolente, continuai al fianco di Xavier e Minerva quella che consideravo la mia fuga.  
   
 
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