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Autore: Emmastory    24/11/2015    1 recensioni
Sempre nel tumultuoso anno 1615, la giovane Miriel continua a vivere la sua vita. Il tempo continua a scorrere, e nessuno sa cosa potrebbe succedere a lei e alle sue amate sorelle dopo ciò che è accaduto al suo amato Xavier. Una nuova avventura attende le tre giovani streghe, che si ritroveranno divise fra il loro segreto e le importanti decisioni che il loro essere impone con viva e inimmaginabile forza.
(Seguito di "Sangue di strega: Origine Magica)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di strega'
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Sangue-di-strega-II-mod
Capitolo IX
Scoperta dell’ignoto
Come ogni mattina, mi sveglio al sorgere del sole, e la presenza di Xavier è la mia unica compagnia. Alzandomi dal letto, ho deciso di prepararmi per una nuova giornata. Non appena fui pronta, scelsi di avvisare Xavier della mia imminente partenza verso il covo delle Superiori. Sapevo bene che mia nonna era una di loro, e che la sorta di segreto riguardante la vera identità di mia figlia non poteva continuare ad essere celato alla mia conoscenza. Notando con piacere che Xavier volle unirsi a me, partimmo entrambi alla scoperta dell’ignoto, sperando di far luce sui misteri che circondavano nostra figlia Jocelyn. Essendo suoi genitori, l’avevamo vista nascere, e l’avevamo amata sin dal primo giorno, ragion per cui, non avremmo mai rinunciato a proteggerla. Ad ogni modo, dopo un viaggio senza tempo, raggiungemmo il covo delle Superiori, e una volta arrivata, mi avvicinai a mia nonna. “Cosa sai di Jocelyn?” le chiesi, attendendo una risposta e fissandola con sguardo truce. “Dimmi la verità.” Aggiunsi, evitando di staccare il mio sguardo da lei. “Va bene. Tua figlia ha il sangue striato, e i membri di questa stirpe non sono che figli dell’amore che nasce fra i primi due ordini.” Ascoltando le sue parole, mantenni il silenzio, non osando parlare e limitandomi a riflettere. In quel momento, tutto fu più chiaro. Nostra figlia non era che il frutto del nostro amore, e questo significava che non ci eravamo mai sbagliati sul suo conto. Era diversa, ma al contempo speciale. “Perché non avete voluto dirmelo?” azzardai, rivolgendo stavolta anche al resto delle sue compagne. “Sei una strega forte, e il tuo coraggio ti fa onore.” Disse una di loro, posando forse istintivamente una mano sul mio petto. “Un’amore come il vostro è malvisto dalla nostra legge, ma data la forza dello stesso, e il frutto che ne è conseguito, vi lasceremo andare. Siete ora liberi di vivere ed essere.” Continuò una seconda strega, dando manforte alla prima. Non proferendo parola, annuii lentamente, per poi ringraziare ognuna di loro. Le stesse, non fecero altro che mostrarmi dei deboli sorrisi, e al loro scomparire, non vidi altro che l’ormai conosciuto fascio di luce, bianco come marmo e lucente come oro. Subito dopo, mi voltai verso Xavier, posando le mie labbra sulle sue. Ogni mistero era ormai scomparso, e l’umida nebbia che pareva aleggiare sulla mia vita permeando l’aria che respiravo si era finalmente diradata. Volgendo il mio sguardo verso il tiepido sole, iniziai a camminare al fianco di Xavier. Entrambi, ci dirigevamo verso una meta comune, ovvero casa nostra. Saremmo presto tornati a casa da Jocelyn, ed avremmo rivisto la nostra amata bambina. In un mondo come quello di noi maghi, streghe e creature magiche, nessuno è mai al sicuro, e il pericolo è sempre dietro l’angolo. Ad ogni modo, e per quella che Xavier ed io definiamo semplice e sporadica fortuna, noi due siamo legati da un rapporto che vanta un valore inestimabile. Siamo felicemente sposati, e il nostro amore, unito a quello che entrambi sappiamo di provare per la nostra piccola Jocelyn, è l’unica cosa che conta. Seppur lentamente, il mondo continuerà a cambiare, e nessuno di noi potrà mai riuscire a scoprire ogni singola sfaccettatura del mondo stesso, in perenne mutamento e guerra con gli astri che sembrano dominarlo. Ad ogni modo, Xavier ed io giungemmo a casa stremati e distrutti dalla lunga giornata. Al mio arrivo, mi precipitai subito nella stanza di mia figlia, scoprendo con piacere che non era da sola. Difatti, Minerva era passata a trovarmi, e accorgendosi della mia assenza, aveva scelto di prendersi cura della nipotina. Guardandola, la ringraziai sorridendo, e lei si limitò a stringersi nelle spalle. Voleva davvero bene alla sua adorata nipotina, e il modo in cui era solita tenerla in braccio intonando canzoni insegnateci dalla nostra defunta madre, lo denotava. Istintivamente mi avvicinai a lei, sentendola pronunciare una frase che mi colpì duramente. “Xavier non c’era mentre tu eri con lei.” Queste le uniche parole che mia sorella mi rivolse, e che mi portarono a rimembrare i primordi della mia gravidanza. Appena un attimo dopo, sbiancai. Minerva aveva ragione. A quel tempo la piccola Jocelyn dimorava sotto il mio cuore, e Xavier sembrava essere sparito senza un motivo apparente. In quel preciso istante, chiesi a Minerva di lasciar dormire la bambina, per poi vederla uscire dalla stanza. Fu allora che presi un’importante decisione, secondo la quale, avrei fatto luce sul mistero della sua temporanea scomparsa.
   
 
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