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Autore: Emmastory    25/11/2015    1 recensioni
Sempre nel tumultuoso anno 1615, la giovane Miriel continua a vivere la sua vita. Il tempo continua a scorrere, e nessuno sa cosa potrebbe succedere a lei e alle sue amate sorelle dopo ciò che è accaduto al suo amato Xavier. Una nuova avventura attende le tre giovani streghe, che si ritroveranno divise fra il loro segreto e le importanti decisioni che il loro essere impone con viva e inimmaginabile forza.
(Seguito di "Sangue di strega: Origine Magica)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di strega'
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Sangue-di-strega-II-mod
Capitolo X
Una ragione per sorridere
La buia notte diveniva luminoso giorno, ed io ero ormai decisa. Dati i miei trascorsi e le parole pronunciate da mia sorella, avevo scelto di ritagliarmi del tempo nell’odierna giornata per parlare con Xavier. Insieme, avevamo avuto nostra figlia Jocelyn, ma stando ai miei ancora oggi nitidi ricordi, lui non era al mio fianco quando tutto è iniziato. Lasciando la mia stanza, mi sono messa alla sua ricerca, per poi trovarlo nel salotto di casa. Salutandolo, mi sono poi seduta al suo fianco, asserendo di dovergli parlare. C’è qualcosa che non mi hai detto.” Iniziai, per poi concedermi del tempo per raccogliere le idee e riprendere a parlare. Tacevo, e Xavier mi guardava, confuso e stranito dalle mie parole. “Perché mi avevi lasciata?” chiesi, non riuscendo a trattenere le lacrime né ad evitare che la mia voce si spezzasse. “Non l’ho mai fatto.” Mi rispose, tentando di difendersi da quella sorta di accusa giustificandosi al tempo stesso. “Sei un bugiardo! Di chi era quel biglietto?” gridai, continuando a piangere e terminando il mio discorso con quella domanda. Scioccato dalla mia reazione, Xavier rimaneva fermo e inerme, non riuscendo a proferire parole dissimili dal mio nome. “Miriel…” mi chiamò, tacendo nella speranza che riuscissi a calmarmi. “Cosa?” continuai, invitandolo a riprendere la parola. In quel momento, un lugubre silenzio calò nel salotto di casa, ed io mi ritrovai ad assistere ad una scena che non credetti reale. “L’ho fatto per entrambi.” Disse, facendo involontariamente in modo che quelle parole mi colpissero dritte nel cuore, penetrandovi come una sorta di infezione. Le mie lacrime sgorgavano inesorabili, rigandomi il volto senza che io potessi agire per fermarle. Mi limitavo a piangere, non proferendo parola. “Ho dovuto farlo. Sono fuggito, ma mi hanno catturato e sbattuto in prigione.” Continuò, per poi tacere e fissare il suo sguardo traboccante di serietà su di me. A quelle parole, sentii l’atmosfera subire un nuovo cambiamento. Difatti, l’aria divenne fredda come ghiaccio, e al contempo pesante come piombo. “Perché non me l’hai detto? Avrei potuto aiutarti.” Dissi, per poi scivolare nel silenzio e attendere una sua risposta. “Mi avevano minacciato. Se l’avessi fatto ci avrebbero uccisi entrambi.” Continuò, con lo stesso tono colmo di serietà adoperato poco prima. “Devono morire.” Sussurrai allora, parlando a me stessa e sperando che Xavier non riuscisse a sentirmi. “Di chi parli?” mi chiese, comprendendo perfettamente le mie parole e infrangendo quella mia speranza come vetro. “I Cacciatori. Sono stati loro a prenderti, vero?” risposi, ponendogli quindi quella così diretta domanda. Mantenendo il silenzio al solo scopo di confortarmi, Xavier si limitò ad annuire, trovandosi poi costretto ad assistere al mio pianto, che nello spazio di un momento si trasformò in ira cieca. “Perché non volete ascoltarmi? Nessuno di noi è al sicuro! Hanno ferito Minerva, ucciso Valtor e perfino imprigionato te! Cos’altro ci aspetta?” gridai, lasciandomi quindi andare ad un pianto liberatorio nella speranza di ritornare alla calma e alla serenità che sapevo di aver perso. L’abbraccio che seguì quell’istante fu fortissimo, e parve racchiudere la moltitudine di sentimenti che il mio amato Xavier provava per me. Un bacio coronò poi quel momento, ed io mi sentii sciogliere. Un attimo svanì quindi dalla mia vita, e la porta di casa si aprì con uno scatto, rovinando inesorabilmente la magia di quegli attimi. Ad entrare, fu mia sorella Minerva, con un insolito sorriso sulle labbra e l’aria stranamente soddisfatta. Non sapevo cosa le fosse accaduto, ragion per cui, decisi di informarmi. “Logan mi ha parlato, e abbiamo grandi notizie.” Disse, non riuscendo a smettere di sorridere. “Ovvero?” azzardai, sperando che una sua qualunque risposta riuscisse a soddisfare la mia curiosità. “Presto diventerai zia.” Disse, rivolgendosi principalmente a me. “Davvero?” non potei fare a meno di chiedere, credendo per un attimo che facesse tutto parte di una burla. Silenziosa, Minerva si limitò ad annuire, e noi scegliemmo di abbracciarla, per poi congratularci di tutto cuore. Sembrava impossibile, eppure nonostante quanto avessi passato, un raggio di sole stava per tornare a illuminare la mia vita, rendendomi quindi sicura di un mio stesso pensiero, stando al quale, non avevo ormai alcuna ragione di piangere. La rabbia dovuta alle parole di Xavier aveva cessato di esistere, cedendo il posto ad una ritrovata felicità.
   
 
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