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Autore: jellyfish    01/03/2009    2 recensioni
Balor, dio della morte, decide di prendere moglie e sceglie la bellissima dea dell’amore Branwen. Dal matrimonio nascono tre figlie femmine che il dio della morte educa come sue future aiutanti. Ma cosa succederebbe se una di loro si dovesse innamorare di uno dei mortali, che invece dovrebbe uccidere? Scatenerebbe di sicuro l’ira del padre. “-saranno le mie eredi. Diventeranno il mio braccio destro. Appena avranno compiuto tutte cinque anni, le educherò io, come più mi aggrada. Mi avete capito? -sì, ma non ho intenzione di ascoltarvi! Non me le porterete via e non ne farete dee di morte e di disperazione come voi! Non lo permetterò- la voce della dea adesso era forte e acuta, disperata quasi. Sapeva benissimo che le sue erano solo vuote minacce, Balor avrebbe fatto comunque quello che voleva e nessuno lo avrebbe mai fermato.”
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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XIV

XIV

 

Badb era appena arrivata sulla terra ed era fermamente decisa, come sempre del resto, a compiere la missione affidatagli dal padre. Non vedeva ciò che doveva fare solo come un semplice compito, ma come una sorta di vendetta sulla sorella. Macha era sempre stata caratterialmente opposta a lei e questo Badb non era mai riuscita ad accettarlo. Adesso aveva l’opportunità di dimostrare a tutti la sua superiorità di carattere. Doveva solo entrare in quella casa e prendere l’anima a quel Natan.

Si avvicinò alla porta d’entrata e si trasportò all’interno della casa, senza nemmeno degnarsi di aprirla normalmente. Trovò la sua vittima seduta su una sedia barcollante e mezza marcia e sorrise malignamente. Il ragazzo stava mangiando un piatto di una minestra verde che non aveva nulla di accattivante. Natan si girò verso di lei e Badb poté chiaramente vedere un guizzo di paura attraversare i suoi grandi occhi viola. Il ragazzo non si aspettava una visita da quella dea.

-aspettavi mia sorella per caso?

La voce di Badb era, se possibile, più fredda e cattiva del solito. Indirizzò al povero Natan uno sguardo divertito, mentre già pregustava la sua vittoria assicurata.

-sì, in effetti aspettavo vostra sorella

Badb stavolta alzò le sopracciglia, sorpresa dalla tranquillità e dall’arroganza con cui il ragazzo le aveva risposto. Era come se la paura che aveva visto nel suo sguardo fosse completamente scomparsa, per lasciare il posto ad una sicurezza che forse in realtà non c’era.

-mi dispiace, ma non credo che la rivedrai molto facilmente!

-su questo non ne sarei tanto sicura!

Badb girò di scatto la testa verso la voce che aveva sentito alle sue spalle. Si sentì frustrata. Presa dalla foga della sua assurda e immotivata vendetta, non aveva prestato attenzione a quello che le succedeva intorno. C’era sua madre, ferma sulla porta, che la osservava con sguardo fermo e più autoritario del solito.

-allontanati dal ragazzo

Branwen non era mai stata tanto ferma e la sua voce non era mai stata più rigida. Badb non si spaventò, ma si accigliò per il contrattempo.

-dovevo immaginarlo! Hai coperto tu Macha! Quando lo saprà mio padre…

-stai zitta! Non pensavo assolutamente che avrei mai potuto partorire una vipera come te! Stento a credere che tu sia mia figlia! Ti ripeto: allontanati dal ragazzo!

-non puoi darmi ordini! Sto facendo solo il mio lavoro, sotto ordine di vostro marito!

Adesso Badb iniziava a spaventarsi. Non aveva mai pensato a sua madre come un’autorità che potesse rivaleggiare con suo padre. Nello stupore iniziale, non aveva ancora notato l’alta e scura figura che accompagnava Branwen. Era un uomo alto e biondo, con lo stesso aspetto rude e severo di suo padre.

-ascolta tua madre

La sua voce era calma e profonda, ma aveva lo stesso tono deciso di Balor e di Branwen in quel preciso momento.

-e voi chi sareste? Per caso il nuovo amante di mia madre?

La voce di Badb era tremante, ma rimaneva comunque una vena di ironia sprezzante. Flaren alzò un sopracciglio, infastidito dall’insolenza di quella giovane dea. Cercò comunque di mantenere un tono calmo, anche se il rossore della sua faccia non l’aiutava a nascondere la sua crescente rabbia.

-sono il dio del fuoco, Flaren, e sono il padre del ragazzo che stai per uccidere. Io fossi in te non vorrei assaggiare la mia rabbia per la morte di mio figlio, del mio unico figlio, oltretutto

L’espressione di rabbia sulla faccia di Badb adesso era evidente. La giovane dea spalancò gli occhi e arricciò le labbra in una smorfia d’ira e bruciante sconfitta. Non aveva nemmeno preso in considerazione l’idea di perdere, figuriamoci contro la madre, che non aveva mai osato fare nulla contro il marito.  

-bene, adesso che abbiamo chiarito, allontanati da Natan

Il ragazzo intanto se ne stava seduto sulla sua sedia come se volesse sparire da quella stanza. Per tutto il tempo era rimasto immobile e completamente in silenzio; era un miracolo se si era ricordato di respirare.

 

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Intanto, nel palazzo dorato di Balor, il dio se ne stava tranquillamente seduto sul suo trono anch’esso dorato per riflettere sulla giusta punizione per sua figlia. Aveva appena ricevuto i tre scagnozzi che si erano occupati di imprigionare la ragazza e aveva saputo da loro che tutto era andato secondo il suo volere. Il crudele dio, a sentire che la figlia mentre veniva portata nella torre si disperava tra le lacrime, fece un ghigno soddisfatto: secondo lui quello era il minimo della sua punizione. Congedò allora i tre uomini vestiti di nero e rimase ancora a pensare al resto della punizione. Per un momento gli passò per la mente che avrebbe potuto anche eliminare del tutto la figlia, ma poi pensò che fosse meglio lasciarla semplicemente rinchiusa nella torre di cristallo per sempre, dove non avrebbe potuto causare ulteriori guai per la famiglia.

Presa quella decisione, si sentì molto più leggero, come se avesse effettivamente eliminato fisicamente la figlia. Un sospiro di sollievo gli uscì pesantemente dal petto e il dio si alzò pigramente dal suo trono. Gli restava da fare solo un’altra cosa e poi, finalmente, avrebbe potuto chiudere nello scrigno del passato quell’evento nefasto: doveva dire lui stesso a Macha quale sarebbe stato il suo destino. Voleva vedere con i suoi stessi occhi la faccia della figlia e godersi fino in fondo la sua espressione sofferente. La sua adesso non era più una semplice punizione, ma puro e semplice gusto per la cattiveria inferta gratuitamente ad una persona, seppure questa era sua figlia. Mentre continuava a sogghignare in silenzio, percorreva con lunghe falcate la distanza tra il suo trono e la torre di cristallo. Non voleva teletrasportarsti e rovinare così quel momento, fece anche i quindici piani di scale a piedi, come un comune mortale, e finalmente arrivò davanti alla porta della cella di Macha. La aprì con le chiavi che tirò fuori da una tasca del suo scuro abito ed entrò nella piccola e buia cella. Trovò la figlia che dormiva appoggiata ad una parete, con le lacrime che ancora non si erano asciugate sulle guance.

-sveglia!

La voce possente di Balor avrebbe svegliato anche un morto probabilmente. Macha aprì lentamente gli occhi, temendo di trovare di nuovo quella luce insopportabile che non le permetteva di guardare fuori. Invece si rese conto che era ancora tutto buio, quindi aprì con più sicurezza gli occhi verdi e li piantò in quelli dello stesso colore del padre.

-sono venuto solo per dirti quale sarà la tua punizione – il dio aveva subito catturato l’attenzione della figlia – bene, oltre, ovviamente, alla morte dello sciagurato essere umano con cui sei stata, passerai il resto della tua vita immortale qui dentro, almeno fino a quando io lo deciderò

Appena finito di parlare Balor si girò per andarsene, non vedendo alcuna reazione da parte della figlia. La reazione arrivò qualche attimo dopo.

-no! Non potete fare questo! Vi prego risparmiategli la vita!

La ragazza stava urlando disperata contro le spalle del padre e aveva iniziato a piangere di nuovo. Non poteva vedere che Balor aveva sfoderato un altro dei suoi ghigni. Aveva ottenuto quello che voleva, la disperazione della figlia. Sempre sogghignando uscì dalla cella e si richiuse la porta alle spalle, mentre Macha sbatteva con violenza i pugni contro la porta.    

 

Ecco che finalmente ho aggiornato!! Ci sono stata una vita!!! Scusatemi!!!!!!!!!!! Spero almeno che vi sia piaciuto il capitolo!!! Bye…Jelly^^

 

 

  
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