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Autore: Dany Art 99    25/11/2015    2 recensioni
eccomi tornata con un altra storia yeeeeee. qui mi cimento in una narrazione di una figlia di Artemide, lo so mi direte Artemide non può avere figli è una dea vergine.. ma io amo quella dea e volevo che vi fosse qualcosa che la rappresentasse, comunque tranquilli è tutto intrecciato senza intaccare l'idea di "Vergine" di Artemide (che poi amando le cacciatrici ed il loro universo, rispetto molto), comunque spero di avervi incuriosito :) e magari lasciate un consiglio.
dal testo
"Mentre camminavo con affianco i lupi mi chiesi se fossero gli stessi che avevano fissato Maggie mentre mi cullavano la prima notte in cui mi aveva trovato.
Ma dai loro occhi capii che erano loro.
I miei protettori.
Il simbolo di mia madre."
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Apollo, Artemide, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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[Revisionato]


La vita al campo non era così male.
Ti svegliavi alla solita ora che per i mie standard non era neanche così tanto presto.
Avevi i tuoi tre pasti giornalieri e sempre molto buoni e ricchi.
La cabina era molto bella.
Le mura erano di un delicato color argento, con affreschi di scene di caccia, armi, della notte e dei cervi.
Le finestre erano ampie e molto alte così la notte riuscivo a vedere le stelle e la luna anche se ero distesa sul letto.
Durante la giornata, essendo l'unica figlia di Artemide potevo fare tutte le attività che volevo, visto che non consistevo un numero troppo elevato di semidei.
Il più del tempo lo passavo al tiro con l'arco e tanto ero brava, i figlia di Apollo mi avevano chiesto di aiutare gli altri ad imparare...ma non ero di certo la persona più calma di questo mondo.
E per insegnare ci voleva pazienza.
Molta pazienza.
Più di una volta gli altri ragazzini scappavano impauriti per i miei schizzi di impazienza.
-Sai... devi essere un tantino più calma Cloe se vuoi insegnare- mi disse una voce alle spalle e io mi girai con ancora la freccia incoccata verso il ragazzo.
-Non l'ho scelto io... sono stata obbligata... ed io potrei ucciderti in questo momento Simon- mormorai con un sorrisetto sulle labbra.
Lui rise leggermente e alzò le mani in segno di arresa, a quel punto abbassai l'arco e me lo rimisi in spalla.
Lui si avvicinò e mi strinse in un abbraccio senza dire una parola.
-Simon?- lo chiamai cercando di scrollarmelo di dosso, -che c'è?- chiese lui come se niente fosse aumentando la stretta per non farmi allontanare.
-Non mi piace il contatto e lo sai... sopratutto le dimostrazioni di affetto- mormorai guardandolo e cercando di scrollarmelo di dosso mentre una folla cominciava a mormorare qualcosa raccogliendosi intorno a noi.
Lui sbuffò e finalmente mi mollò e mi guardò negli occhi mentre diceva -sei noiosa lo sai? Non ti vedo da anni... avevi detto che ci saremo visti prima o poi no? Ma potevi anche venire un po' prima- disse lui ghignando leggermente.
Mi ritrovai ad osservarlo. La prima volta che lo aveva rivisto era buio e non avevo colto tutti i particolari... ma il piccolo Simon era cresciuto.
Il piccolo fisico da bambino aveva lasciato spazio a un corpo snello e muscoloso, i capelli gli ricadevano in piccoli boccoli ai lati del vico abbronzato e gli occhi sembravano scintillare quando sorrideva.
Non era diventato un brutto ragazzo.
Anzi.
No. Cloe riprenditi. Fai come tua madre e ripudia gli uomini.
No... questa non ero io.
Insomma... come mai solo adesso cercavo di essere come lei? Non l'avevo nemmeno ... mai vista.
Mi aveva lasciata davanti ad un orfanotrofio.
Tutto qui.
Guardai Simon sorridendo leggermente -meglio tardi che mai no?- dissi io.
-Si... meglio tardi che mai... almeno ti posso ancora vedere- disse lui sorridendomi dolcemente.
Tropppooo dolcemente.
-Non devi andare ad importunare qualcun altro?- mormorai io incrociando le braccia e cercando di non focalizzarmi sul suo viso e sopratutto sulle sue labbra.
-Che cos'è cambiato da quando eravamo piccoli?Noi... tu mi volevi bene...cosa ti ha fatto la foresta?- mormorò con un tono di risentimento nella voce che non mi piacque per niente.
-La foresta è stata la mia casa. Ecco cosa mi ha fatto... mi ha dato un posto in cui vivere- dissi seccamente rigirandomi per non guardarlo in viso.
-Non ... mi vuoi più vicino?- disse, oh no... il suo tono era ... così ferito..., trassi un respiro e raddrizzai la schiena guardandomi intorno, le piccola folla non si era ancora tolta dalle scatole.
Ringhiai e guardai Simon.
-Vieni figlio di Apollo... devo parlarti. IN PRIVATO- scandii bene le ultime parole quasi urlando e finalmente gli altri semidei se ne andarono impauriti.
Afferrai la maglietta senza maniche di Simon e lo trascinai vicino agli alberi.
Non lo avessi mai fatto.
Mi ero dimenticata che gli alberi erano le case delle ninfe... e le ninfe erano parecchio chiacchierone, quasi quanto le figlie di Afrodite.
Prima che me ne rendessi conto, la mia super barriera anti-uomini, di figlia della dea anti-ragazzi per eccellenza; si era disintegrata per la storiella che girava su una storia romantica che mi vedeva protagonista con Simon.
Ma siamo seri???
Comunque, torniamo alla mia chiacchierata con Simon.
-Io... sono sempre stata dell'idea di essere da sola... non avevo un esempio da seguire e tu lo sai- mormorai guardandomi le mani già ricche di calli per l'uso del legno, -lo so... ma avevi me... avevi la mamma- mormorò lui con qualche difficoltà nella parola “mamma”.
-Comunque.., adesso boom, ho una casa, una famiglia, un lavoro praticamente ed una madre... a cui credo voler assomigliare..- mormorai io.
Lui sembrò stare per svenire quindi preferii sedermi ed invitarlo ad unirsi a me. Lo fece.
-Quindi... vuoi ripudiare gli uomini? Come le cacciatrici?- mormorò lui senza guardarlo, quello faceva male... Simon era il tipo che guardava sempre negli occhi le persone, con un sorriso incoraggiante... quanti momenti difficili avevo superato grazie a quel stramaledetto sorriso?
-Io... - cominciai io, ma ad un tratto mi resi conto che io effettivamente non lo sapevo, -non lo so... forse il mio posto è nelle cacciatrici...- mormorai guardando l'erba sotto di me.
D'un tratto il volto di Simon era molto vicino al mio, senza che me ne fossi accorta.
-No- disse con voce sicura e secca, -il tuo posto è con me. Non con quelle... se tu andassi con loro, non potrei più vederti... non voglio perderti di nuovo. Il tuo posto è qui come ogni semidea- mormorò lui prendendomi una mano e per una volta non la ritrassi.
-Io non ho un posto vero Simon... tecnicamente io non dovrei nemmeno esistere. Non dovrebbero esistere figli di Artemide... non dovrei essere mai nata- mormorai io corrugando le sopracciglia.
-Non dirlo nemmeno. Per gli Dei, tu sei nata per non farmi avere una vita completamente orribile, nel periodo in cui te ne sei andata... ho pregato perchè ritrovassi la strada di casa... la strada per tornare da ME- disse lui guardandosi le mani.
Sembravano così simili a quelle che aveva da bambino.
Ma un bambino non lo era più e nemmeno io.
-Io.. Simon...- mormorai in cerca di parole, -no. Non dire niente... è una tua scelta... è la tua vita. Devi solo decidere, mortale con me o immortale con le ancelle di tua madre...- disse alzandosi e spazzolandosi i pantaloni leggermente sporchi di verde.
Lo guardai allontanarsi in silenzio, senza dire né fare niente...  mi portai le ginocchia al petto e le strinse poggiando la testa sulle ginocchia senza fare niente.
Lo sto perdendo vero?... mi chiesi a mo di preghiera e una voce candida ma fredda mi invase la mente.
“farai la scelta che seguirà il tuo essere, mia adorata”ma fu così veloce e flebile che fui convinta di essermelo solo immaginato.
Quella sera cenai e dormii ancora più male del solito.
In fondo era la decisione della mia vita,.. e magari un aiutino a decidere sarebbe stato gradito... magari.
Non lo avessi mai pensato.
Un ululato squarciò il silenzio nel momento in cui mi alzai per prendere un bicchiere d'acqua.
Corsi verso la stanza e saltai sopra il letto per arrivare alla finestra della stanza, nana com'ero e lo vidi.
Lo stesso lupo color argento che mi aveva portato fin li.
E con lei... una ragazza.
Mi infilai le scarpe e un maglione al volo, sopra la canottiera ed i pantaloncini del pigiama.
Con delle ridicole pecorelle sopra, ma Simon mi aveva trovato solo quello.
Dettagli.
Comunque... uscii di corsa e la raggiunsi, era una ragazza con un giaccone in pelle con un collo bianco, un diadema sulla fronte a forma di luna, e i capelli raccolti in una traccia che le arrivava al fondo-schiena di un rosso mattone.
Gli occhi erano argento, come se avesse due piccole lune incastonate in quel viso da bambina.
Aveva stretto in mano un arco ed una faretra piena di freccie sulla schiena.
Mi avvicinai guardandola e dissi solamente -tu sei Artemide-, lo dissi come se fosse un dato di fatto anche se non ne ero del tutto convinta... ma era come se lo sentissi.
-Si-rispose lei, la sua voce era giovane... come i suo aspetto... ma nello stesso momento sembrava antica e immortale, come effettivamente era.
-Tu... quindi sei mia madre?- chiesi avvicinandosi leggermente... mi sentivo parecchio a disagio e sembrava lo stesso per lei... continuava a lanciare occhiate al suo arco,smuovendo la terra con la punta del piede.
-Sì... - mormorò lei, -credo sia ... scontato che io voglia la storia vero?- dissi io, -lo presumevo... è complicata- mormorò lei avvicinandosi.
-La vorrei sentire anche io Dea della caccia- disse il Signor D uscendo allo scoperto da un cespuglio, sul serio da un cespuglio anche se pensandoci essendo un Dio... poteva fare quello che voleva.
-Dionosio,..- mormorò lei assottigliando lo sguardo, -bene, a saluti fatti, sto aspettando che mi spieghi come mai questa ragazzina semidea è qui viva e vegeta al mio cospetto, quando tu hai fatto il sacro voto della castità. Lei non dovrebbe esistere quindi se lo ritieni più giusto, prima che lo scopra Zeus possiamo nasconderla... o ucciderla- disse il Dio del vino come se niente fosse.
-Aspettate... uccidermi? Non è stata mia la colpa di nascere!- sbottai, reprimendo l'impulso di rientrare in cabina ed afferrare l'arco.
-Nessuno.,. le farà del male. Nemmeno Zeus. Non l'ha scoperto ancora solo per merito di mio fratello... insomma con tutto quello che combina, io sono la santarellina fra i due... forse dovrei ringraziare Apollo. Ma non lo farò- disse Artemide, -fermi fermi fermi... uccidermi?- mormorai di nuovo, ok... si mi ero fermata al punto in cui avevano preso in considerazione con così tanta facilità l'idea di uccidermi, per mettere fine al mio problema.
-Cloe... nessuno ti farà mai del male. Non lo permetterò- disse ma il suo sguardo non diceva la stessa cosa, -perchè non mi sembri sicura?- poi realizzai.
-C'è già qualcuno che mi da la caccia?- mormorai sgranando gli occhi, lei abbassò lo sguardo poi lo guardò prima me e poi Dionosio.
-Si... senza contare Zeus quando lo scoprirà... insomma non correrai il rischio che un fulmine ti colpisca... ma il capo degli Dei è volubile, potrebbe volerti nascondere- mormorò lei, -ma anche Zeus ha infranto la legge vero? Quella sui figli dei tre pezzi grossi... non può fare la morale a me e tanto meno a te- disse in direzione.,. di mia madre.
Un fulmine squarciò l'aria. Non me ne accorsi nemmeno.
Lei sorrise -combattiva come... me. Ma Zeus il male minore anche se è davvero cocciuto (altro fulmine)... il vero nemico è tuo padre- disse lei.
Aggrottai le sopracciglia, -mio padre... e chi è?- chiesi io con tono angelico, -Orione. È l'unico uomo che abbi mai amato... è dopo che mi ha tradito che ho fatto quel voto di castità... ma quando lo ha fatto... io aspettavo già te- mormorò lei poggiandosi una mano sull'addome mentre mi guardava.
-Ma Orione... insomma non è vissuto.. molti molti molti molti anni fa?- chiesi, -esattamente- mormorò mia madre.
-Non avrai utilizzato il Lotus Artemide? Ecco dov'eri finita... per lo Stige. L'hai tenuta lì finchè non eri sicura che Orione fosse scomparso- disse Dionosio battendosi una mano sulla fronte.
-Io... quindi... quanti anni ho?- mormorai poggiandosi ad un albero li vicino. Ok scoprire di essere una semidea e tutto il resto ci stava... ma scoprire di essere vecchia tipo 2000 anni era troppo.
-Credo tu ne abbia... 3789- mormorò mia madre avvicinandosi e poggiandomi le mani sulle spalle come a sorreggermi... o forse doveva essere sorretta lei... non lo so.
-Devi rimanere lucida... non so come Orione ha scoperto della tua esistenza... ma ti vuole. Non lo so perchè... forse solo per farmi del male... quando ti portavo in grembo ti ho portato dai mangiatori di Loto, li ... il tempo passa molto lento... e sei cresciuta solo di qualche mesi in degli anni interi, ti cancellavo la memoria ogni qualvolta cominciavi a capire cosa fossi, poi ho visto Margareth e ho capito che dovevo lasciarti vivere la tua vita... e quindi sei cresciuta come ogni ragazza... diventando una splendida giovane donna... ora devi solo capire che il pericolo è Orione. È un segugio. Ti braccherà finchè non ti avrà. Io lo fermerò per quanto mi è concesso, voglio solo che tu stia attenta- mi disse guardandomi fisso negli occhi con un dolore lungo millenni.
La fissai negli occhi.
-Le cacciatrici ti ... aiuteranno ?- chiesi, non volevo che andasse da sola... anche se non la conoscevo... era pur sempre mia mamma.
-Si. Mi sono ancora fedeli.. non sarò da sola- disse e mi diede un bacio in fronte, -stai attenta...- mi sussurrò.
-Mamma... il mio posto non è con le cacciatrici?- chiesi, volevo davvero un aiuto.
-No. Non lo è. Non voglio privarti di quello che potresti avere... quando sarai pronta lo capirai tranquilla. Nel frattempo stai attenta e rimani qui, il tuo aiuto a questo campo serve- disse per poi scomparire in una nube color argento.
-Beh,.. abbiamo risolto l'enigma- disse il Signor D poi mi guardò fisso negli occhi e disse -domani mattina verrai con me da Chirone a parlare della tua esistenza, figlia della luna- mi disse e scomparve anche lui come era apparso.
Dentro un cespuglio.
Non dormii quella notte ma mi sembra abbastanza chiaro.
insomma.
Avevo 3789 anni. Qualcosa di molto normale... visto che ne avevo appena 16.
Quello forse era la spiegazione del mi vuoto quando cercavo di ricordarmi le sensazione che provi quando sei neonata...il calore della mamma, il suo odore..
era lei stessa che me le aveva tolte.
Ma mentre mi giravo non potevo sapere che un pericolo molto maggiore incombeva su di me e su quelli che amavo.




ok ok scusatemi tanto per il ritardo ma causa mpegni etc.. mi è stato impossibilitato scrivere.. comunque vedo molte visite e questo mi piace moltooooo, probabilmente continuerò finchè non smetterò di avere ispirazioe questa storia muhahaha
scherzi a parte (tanto non faceva ridere scusate XD), se vi va lasciate una recensione e ditemi cosa ne pensate della storia, mi fareste molto molto contenta :)
Un bacione, Dany

   
 
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