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Autore: Marti Lestrange    26/11/2015    6 recensioni
[STORIA SOSPESA]
Harry alza le dita a toccarle la guancia fredda, la linea della mascella e infine le labbra, mentre lei sospira, e non riesce a fare a meno di guardarlo. È ancora più bello se visto da vicino, i suoi occhi sono più verdi che mai e sono grandi e le fossette che gli si dipingono ai lati della bocca sono fatte per essere baciate. Alycia poggia le mani sul suo petto e lo sente tremare leggermente e la sua pelle è calda sotto la stoffa della t-shirt. Ora Harry le fissa le labbra, che Alycia si ritrova a dischiudere, ed è abbastanza perché lui si decida a baciarle, prima in un contatto lieve e incerto, poi sempre più avidamente. Alycia risponde al bacio senza riserve, circondandogli la vita e passandogli le mani sulla schiena, mentre il petto di Harry aderisce al suo e le toglie il fiato. Lo sente gemere sulle sue labbra mentre accarezza quelle di lui con la lingua e le sue mani la stringono sui fianchi, per poi scendere sempre più giù.
[Long; Harry/OC; AU.]
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Aftertaste - cap3
Prima di lasciarvi al capitolo,
vi ricordo che ci ricolleghiamo finalmente agli eventi del prologo,
quindi scopriamo cosa succede prima di tutto.
Spero vi piaccia, buona lettura.
{Scusate ma sto litigando con l'impaginazione,
credo che questa sia la versione definitiva.}




Aftertaste.

Capitolo III.
Bite.
[Marzo 2015.]

"Kiss me on the mouth and set me free
Sing me like a choir
I can be the subject of your dreams
Your sickening desire".



"Reckless Serenade" è appena cominciata quando Alycia arriva alla festa organizzata da Liam Payne nel suo appartamento. La musica è alta quanto basta, i bicchieri sono pieni di birra e altri alcolici e le risate si sentono dal piano inferiore. Entro l'una partirà una chiamata di segnalazione da parte della signora Hughes, al quarto piano, che odia il rumore e le feste e i ragazzi vocianti.
Ad aprirle la porta è la sua amica Natalie, i capelli rossissimi raccolti sulla nuca in uno chignon scomposto, le belle gambe nascoste sotto un paio di collant neri rotti su un ginocchio, un microscopico vestitino argentato e i Dr Martens slacciati.
- Alycia, amore! - esclama facendola entrare, depositandole poi un bacio umido sulla guancia (e sa di qualcosa a metà tra la vodka lemon e il profumo forte di Liam sul collo).
- Sono in ritardo, scusa, ma non trovavo nulla da mettermi.
- Saresti potuta scendere in pigiama, tanto qui c'è la solita gente che conosci.
Nat le sembra un po' brilla e Alycia la guarda da sotto le ciglia, decretando che sì, è brilla. Ride.
Alla fine ha acchiappato la prima t-shirt trovata, ancora stesa ad asciugare in ingresso, nera con una stampa floreale, e ha indossato i suoi jeans grigi preferiti, tagliati sulle ginocchia, stretti e consumati, e un paio di Converse bucate. I capelli sono un disastro, ma non ci fa caso.
Segue Natalie nello striminzito salotto di casa Payne, che è decisamente troppo affollato, pieno di gente che non conosce, contrariamente a quanto asserito dalla sua amica. I presenti sono divisi in piccoli gruppi, qualcuno accanto alla finestra che affaccia sul giardino stretto tra quattro mura, altri sparsi dietro il divano in pelle marrone, sul tappeto persiano ormai consunto e macchiato, vicino alla porta della cucina, incastrati nel passaggio, e qualcuno riempie i bicchieri con leggerezza, mentre il cielo scurisce sempre più e la luna si fa attendere.
Alycia si guarda intorno e saluta un paio di persone con la mano e un sorriso tirato e poi gira al largo, decisa ad evitarle. Natalie è ancora con lei e sta parlando con una ragazza bassa ma bruttina, una compagna di corso di Liam, che ride troppo sguaiatamente e beve avidamente birra dal suo bicchiere di carta e annuisce ad ogni cosa Natalie le dica. Alycia distoglie lo sguardo perché ha deciso che le dà fastidio e si sposta tutto intorno nella stanza. Individua Niall Horan spalmato sulla poltrona in tessuto nell'angolo, accanto alla libreria: sta bevendo anche lui - sicuramente birra - e ride in compagnia di un paio di ragazzi che lei non conosce. La t-shirt azzurra che indossa è abbinata ai suoi occhi. Lui intercetta il suo sguardo, dice qualcosa agli amici e si alza per raggiungerla.
- Ce l'hai fatta - esclama senza neanche salutarla.
- Ciao anche a te, Horan - replica lei incrociando le braccia al petto.
Niall ride e alcune ragazze si voltano a guardarlo. Alycia le osserva per qualche secondo e queste si girano dall'altra parte, parlottando tra loro.
- La finisci di spaventarle tutte?
- Io non spavento nessuno, a parte le oche senza cervello. Lo faccio per te, lo sai.
Niall ride di nuovo e poi fa un cenno intorno a sè. - Liam ha invitato un sacco di gente, stavolta.
- Già, non ne conosco la maggior parte - e Alycia si guarda nuovamente intorno, sentendosi leggermente spaesata e fuori luogo.
- E vai a conoscere questa maggior parte, no? - le sussurra Niall facendole l'occhiolino.
Alycia ride. - Non ci tengo, grazie lo stesso.
- Andiamo, non starai ancora pensando a quell'Henry...
- Harry - lo corregge prontamente lei, pentendosene subito dopo. Si mordicchia il labbro inferiore, sulle spine. Il suo amico la guarda, le mani sui fianchi, un'espressione severa che mal gli si addice ma che ogni tanto sfodera solo per lei.
- Alycia...
- Okay, okay, lo so - si affretta a precisare lei alzando le mani e cominciando ad indietreggiare. - Me l'hai detto, e ho recepito il messaggio: troppo inconsistente e incostante. Va bene.
Si allontana sempre più da Niall e sorride, mentre lui la guarda andare via, e alla fine non può fare a meno di ridere. Nessuno si volta a guardarlo, questa volta, e Alycia sparisce in cucina.


#


Alycia è seduta sul davanzale della finestra, la schiena contro il vetro, un bicchiere ancora mezzo pieno poggiato lì accanto, e ha caldo. Le cose non si sono fatte interessanti, per niente. Non è andata a conoscere "la maggior parte", come le ha suggerito Niall, anche perché non le interessa. Preferisce vivere nella sua piccola cerchia, protetta, senza interferenze esterne.
Con Harry è stato diverso. Con lui ha sentito fin da subito una strana connessione, un legame istantaneo che l'ha spiazzata, confondendola e mandandola in tilt. La loro ultima conversazione le frulla ancora per la testa, seguita dal breve scambio di parole sotto casa sua. Vuole saperne di più, vuole conoscere meglio Harry, vuole viverlo. Sa che lui non è una di quelle persone che si fanno conoscere facilmente, è barricato in se stesso, nascosto dietro alti muri e Alycia l'ha capito. Eppure quando pensa a lui sente lo stomaco ribollire, il cuore le esplode nel petto e le gambe le tremano. Natalie asserirebbe che è l'inizio dell'amore,  ma Alycia non glielo dice, perché sa che potrebbe avere ragione, ma allo stesso tempo sa anche che è impossibile, è stupido, è folle. Lei non ama Harry Styles. Lo conosce a malapena. Non lo ama e non lo sente da sette giorni.
Si sono scambiati dei messaggi, nel corso di quel mese, e Alycia ha creduto davvero che quell'Harry fosse diverso dall'Harry scostante che emergeva ogni tanto, quell'Harry che faceva fatica a capire. Alycia ha creduto che fosse l'inizio di qualcosa e invece si è rivelata la fine di tutto. Dopo l'ultimo messaggio in cui le diceva che le avrebbe scritto perché al momento era impegnato in casa discografica, da Harry non erano più arrivate notizie. Alycia tace ancora, non sa se scrivergli lei stessa, rompere il silenzio, farsi viva e fargli presente che lo è e lo aspetta, oppure continuare a tacere perché forse è meglio così, ché tanto sarebbe stato troppo difficile e troppo doloroso e lei nemmeno sa come gestirla, una relazione normale, men che meno a distanza. Londra e Los Angeles sono divise da otto ore di fusorario, da circa ottomilasettecentosessanta chilometri e da differenze climatiche, sociali e politiche che costituiscono un divario difficile da colmare, una distanza abissale quanto l'Oceano, e loro due sono agli estremi di questo abisso, lontani e divisi, e tutti i messaggi di questo mondo non potrebbero mai colmare il vuoto. Alycia se ne rende conto, è per questo che mette via il cellulare nella tasca dei jeans, senza scrivergli, senza cedere a quell'improvvisa voglia, ché probabilmente Harry si è dimenticato di lei, troppo impegnato com'è, ché è fin troppo semplice, per uno come lui, è fin troppo normale e banale in questa sua normalità, ché forse è solo una delle tante che lo cercano e che si illudono di poterlo trovare, senza successo.
Osserva la gente intorno a sè ridere e scherzare e bere e cerca Natalie tra la folla accalcata - che nelle ultime due ore è notevolmente aumentata e si chiede come sia possibile farla stare tutta nel salotto di Liam - ma non la trova e sbuffa, alzando gli occhi al cielo. Poi un movimento attrae la sua attenzione e con la coda dell'occhio individua due persone sulla porta della stanza, e stanno parlando con il padrone di casa. Si volta e li vede distintamente, ora, anche se parzialmente nascosti dietro l'ampia schiena di un ragazzo che sembra un giocatore di rugby.
Con un balzo, Alycia scende dal davanzale e si siede a gambe incrociate per terra, da dove può ancora vederli attraverso il groviglio di gambe che li dividono, ma senza essere vista - non vuole essere vista, lo realizza nel momento esatto in cui li riconosce. Non sono cambiati per niente, pensa. Louis Tomlinson indossa ancora lo stesso giubbino di jeans consunto e troppo grande per lui, con un taglio sotto il taschino, le mani infilate con noncuranza nelle tasche. I jeans neri gli stringono le gambe e la t-shirt dello stesso colore gli segna i muscoli dell'addome. Delle vecchie Vans verde militare sono le stesse Vans che hanno comprato insieme, in un negozio a Camden, in un pomeriggio estivo. Lo ricorda come fosse ieri. Gli occhi troppo azzurri di Louis sono fissi sul volto di Liam, in piedi davanti a loro, le mani nelle tasche dei jeans chiari. Accanto a Tomlinson, Zayn Malik invece sonda la stanza tutto intorno, come alla ricerca di qualcuno o qualcosa, e non sembra prestare molta attenzione a ciò che Liam ha da dire loro. Alycia ricorda bene i jeans sdruciti che indossa, grigio scuro, strappati sulla coscia destra; ricorda bene il maglione di un altro grigio, leggermente sfilacciato sui polsi magri; ricorda bene gli anfibi neri, i lacci spessi, il buco sotto la suola; ricorda bene il parka verde che indossa, le tasche che contengono il tabacco e le cartine, l'accendino sempre scarico, il vecchio cellulare sgangherato dei tempi del liceo ma che ancora funziona alla grande, e quelle mani grandi e magre, nervose ma attente; ricorda bene la barba leggermente incolta che gli irrobustisce la mascella e che le prudeva sulle guance, gli occhi color ambra che svolazzano qua e là e che quando ti si piantano addosso non c'è verso di scappare, la lingua incastrata tra i denti quando sorride e lo sguardo storto quando deve rispondere ad una domanda; ricorda bene i tatuaggi sulle braccia forti, i bracciali di pelle al polso destro, i capelli scuri che adesso sono più lunghi e tirati indietro, leggermente umidi; ricorda bene i vestiti tolti e quelli dimenticati chissà dove, le corse a perdifiato nella metro, le sigarette fumate a St James's Park seduti su una panchina fredda, le mani che la toccano e la sfiorano; ricorda bene i baci sul collo, i morsi, i gemiti, la sua auto scassata sotto casa e la gita ad Oxford e il suo piccolo appartamento a Shoreditch dove a volte salta il riscaldamento e si muore di freddo. Alycia ricorda ogni cosa.


#


- Mi dispiace, tesoro - inizia Natalie, le mani unite in preghiera davanti al volto dell'amica, che cerca di schiacciarsi contro il muro esterno del piccolo balconcino di Liam, evitando di essere vista dall'interno. - Mi dispiace, non sapevo che Liam li avesse invitati...
Alycia respira profondamente. - Non c'è problema, davvero. Passerò il resto della mia serata qui fuori, aspettando che se ne vadano.
- Sei troppo rigida, Alycia - la sgrida Natalie incrociando le braccia al petto. - Devi solo salutarli se li vedi e poi girare loro al largo.
- Facile per te ma non per me. E conosci bene Zayn Malik. Non voglio vederlo. Non voglio parlarci.
- Lo so che è difficile - e Natalie le sfiora un braccio con le dita leggere. - So anche che non potrai evitarlo per sempre, però...
- Lo so anche io - ribatte Alycia cercando le sigarette che ha lasciato scivolare nel giaccone di Liam che si è frettolosamente messa addosso prima di uscire. - Lo so, credimi, ma non voglio vederlo adesso.  
Natalie sospira e poi si accende anche lei una sigaretta ed entrambe fumano in silenzio, osservando la notte prendere forma. È un silenzio strano, carico di parole non dette ma che non sono necessarie, perché Natalie semplicemente sa - e le basta.
- Prima stavo per scrivere ad Harry - butta lì Alycia facendo cadere la cenere nel piccolo piattino che Natalie ha poggiato sul davanzale esterno, attenta a non esporsi troppo. Dall'interno arrivano le voci leggermente attutite dei presenti, la musica che si è fatta un po' più alta e qualche accenno di risata. Alycia vorrebbe essere come tutti gli altri.
Sente lo sguardo della sua amica piantato addosso e sente il suo cervello elaborare una risposta che non sia un insulto. - Cazzo, Alycia - e si passa una mano sui collant che sono ancora più rotti.
- Lo so - continua lei sottolineando l'ovvio. - Sono una cogliona, ma alla fine non l'ho fatto. Capito? Non l'ho fatto.
- Ho capito che non l'hai fatto, quello che non capisco è perché cazzo si comporti così, quell'idiota - borbotta.
Alycia espira del fumo e lo guarda fluttuare via nella notte. Lo sguardo si perde oltre i tetti delle case di fronte e il silenzio preme un po' di più su di loro.
- Non mi importa - dice alla fine. - Davvero. Non me ne importa niente.
- Dici così adesso, cambierai idea quando lui tornerà qui. E ti verrà a cercare. Perché ti verrà a cercare, Alycia. Lo so.
È incredibile come Natalie sia così sicura di sè e delle sue convinzioni. Una sicurezza che la rende bella e seria e temibile dietro quelle apparenze da angelo preraffaellita.
- Sai troppe cose, Nat.
- Ne sono cosciente - asserisce lei annuendo e schiacciando la sigaretta nel posacenere. Si stringe nelle spalle. - So anche che non vuoi soffrire, non dopo Zayn. Lo so e capisco cosa provi, anche se non direttamente. Soffro attraverso di te, Alycia, perché sei la mia migliore amica e ti voglio bene, e proprio perché è così, ho il dovere morale di farti il culo, ogni volta che ti demoralizzi e ti butti giù e fai la stronza con te stessa. Okay?
Alycia non può fare a meno di ridere. - Okay - dice solo annuendo e sorridendo all'amica.
In quel momento, la portafinestra si apre e Louis Tomlinson sbuca sul piccolo balcone. I capelli castani sono spettinati e sparano da tutte le parti e tiene ancora le mani in tasca mentre avanza lentamente e le guarda, in silenzio.
Alycia ne studia il volto bello e magro, le guance leggermente incavate che gli conferiscono un'aria sofisticata, l'accenno di barba chiara sul mento e la mascella, gli occhi così azzurri da fare male, le labbra sottili. È bello e sa di esserlo, Louis. È letale nella sua spavalderia. Sfrontato.
- Avete una sigaretta, ho dimenticato le mie? - chiede, stringendosi nelle spalle magre.
Alycia è immobile mentre Natalie tira fuori il pacchetto di Marlboro e glielo tende. Louis ne prende una e se la fa accendere, fissando Natalie attraverso la fiamma. Poi fuma lentamente, buttando fuori il fumo senza fretta. Alycia lo fissa, silenziosa, mentre i minuti scorrono e la sigaretta si accorcia.
- Vado a vedere se Liam ha bisogno di me - e Natalie si affretta verso la porta, sfregandosi le mani imbarazzata. - Ci vediamo dopo.
Nessuno dei due sembra accorgersi di lei e di quello che dice e Alycia sente solo il suo sguardo addosso un'ultima volta prima che sparisca all'interno.
- Come stai? - le chiede Louis nell'esatto momento in cui spegne la sigaretta sotto la suola delle sue Vans e poi la butta nel posacenere. Ora la guarda fissamente.
Alycia scrolla le spalle. - Esisto.
Louis annuisce. - Mi dispiace di essere sparito così.
- Sei uno stronzo, lo sai?
Louis annuisce ancora, sorridendo impercettibilmente. Non dice niente.
Alycia si stacca dal muro e si appoggia al parapetto. E chi se ne frega se qualcuno può vederla.
- Non ci vediamo e non ci sentiamo da quanto? - rompe il silenzio Louis alzandosi da una delle sedie che Liam tiene sul balcone e sul quale si è seduto per fumare. - Sei? sette mesi? e la prima cosa che mi dici è "sei uno stronzo"?
- È perché lo sei, Tomlinson, non c'è bisogno di offendersi.
- E chi si offende, Roberts.
Fa così perché non vuole ammettere che forse possono essere stati amici, seppur con le dovute cautele, che avevano condiviso Zayn, e che i rapporti - seppur di differente natura - che li legavano a lui costituivano un ponte tra loro, tra due persone così intrinsecamente diverse. Con la coda dell'occhio lo vede appogiarsi anche lui al parapetto, accanto a lei, con naturalezza, come se si fossero visti soltanto ieri, in qualche locale o nella casa che Louis divide con Zayn, un rapido incrocio in un corridoio semibuio, mentre Alycia cerca il bagno e lui un bicchiere d'acqua in cucina. Si sono sempre incrociati al limitare delle loro esistenze, senza sentirsi in dovere di dirsi alcunché. E a tutti stava bene così. Nonostante il silenzio, però, Louis era comunque sempre presente, chiassoso ai limiti dell'assurdo ma discreto, sprezzante ma gentile quando Alycia litigava con Zayn e se ne andava sbattendo la porta e poi tornava sempre e lui le apriva, facendola entrare senza una parola ma solo un semplice sorriso teso sulle labbra, indifferente ma paziente, come quando non le chiedeva di accompagnarlo a fare acquisti, un paio di scarpe come la spesa, ma lei lo seguiva comunque - soprattutto quando Zayn non c'era e lei doveva aspettarlo e si annoiava.
- Non mi chiedi come sta? - rompe il silenzio Louis, il tono di voce imbronciato.
- No, non mi interessa più di tanto, sono sincera.
- Si è pentito molto, Alycia. Era davvero a pezzi, era devastato quando lo hai lasciato.
- Devo ricordarti che lui ha devastato me, Louis? - e lo guarda negli occhi, cerca quei pezzi di cielo così distanti e freddi, e lui sembra capire, perché annuisce e poi distoglie lo sguardo.
- Prima o poi dovrete parlare, e lo sai - e le ricorda terribilmente Natalie e altri "lo so". - Non potrete andare avanti ad ignorarvi ed evitarvi, soprattutto perché frequentate le stesse persone.
- Adesso no - risponde Alycia, le mani nelle tasche del giaccone troppo grande. - Magari domani, o tra un mese, sei, un anno. Chi lo sa?
Louis scrolla le spalle e la guarda andare via.


#


- Cosa voleva Tomlinson, prima?
Alycia si riscuote e si volta, sbirciando olte la spalliera del divano in salotto.
Niall è appoggiato allo stipite della porta, indossa ancora la t-shirt azzurra e sembra stanco. Alycia ha lasciato la festa di Liam subito dopo la conversazione avuta con Louis. Non ha nemmeno cercato Natalie o salutato Liam. Ha scritto alla prima un messaggio, promettendole che le avrebbe spiegato il giorno dopo, e mandando dei saluti per il suo ragazzo. È tornata a casa, si è messa il pigiama e si è fiondata sul divano, bevendo del tè e cercando di non pensare a Zayn Malik e alla sua ingombrante presenza al piano di sopra proprio in quel momento, ad Harry Styles e a cosa diamine stesse facendo a Los Angeles, e a se stessa, perché si sentiva troppo stupida e patetica e ridicola. Avrebbe tanto voluto gridare a pieni polmoni. E ora Horan le chiede di Louis. Che serata di merda.
- Le solite palle - risponde lei appoggiandosi nuovamente allo schienale e fissando la televisione spenta di fronte a sé. Sente Niall muoversi e avvicinarsi. Poco dopo le si siede accanto e le cinge le spalle con un braccio e lei semplicemente si lascia abbracciare, poggiando la testa sulla sua spalla che sa di fumo e sapone. Rimangono in silenzio per un po' e si sentono solo i loro respiri cadenzati a rompere l'immobilità della stanza.
- Tu credi che Zayn si sia pentito?
Alycia sente Niall trattenere il respiro per un attimo, per poi rilasciarlo lentamente. - Perché me lo chiedi?
- Perché Louis ha detto che era "devastato".
- Non dare ascolto a Louis, farebbe di tutto per difenderlo.
- Credo fosse sincero - e Alycia sente Niall irrigidirsi. - Davvero. Ma non me ne importerebbe, anche se fosse così. Non mi importa più di Zayn.
Il suo amico le carezza la testa goffamente, com'è tipico di lui, e Alycia sorride, perché si sente a casa e protetta e perché l'abbraccio di Niall sa di familiarità, di calore, di serate al cinema a vedere vecchi film in bianco e nero e a mangiare pop corn e nachos, dei concerti ad Hyde Park in estate, le note di una canzone e una bottiglia di Guinness, delle serate all'Hurricane aspettando la fine del suo turno, per poi vagare abbracciati per le strade di Mayfair e finire sulle panchine di un parco a veder sorgere il sole; sa del suo profumo lieve dopo la doccia, i capelli grondanti acqua sul pavimento del loro appartamento, mentre lei è accoccolata sulla poltrona sotto la finestra e mangia della pizza ormai fredda; sa del temporale mentre loro due dormono nel letto di lui, vicini, senza alcun imbarazzo, e condividono gli stessi sogni. Vorrebbe tanto ringraziarlo, ma preferisce tacere, ché il silenzio non ha mai avuto peso, tra loro.


#


[Cinque giorni dopo.]
La porta del negozio si apre lentamente mentre Alycia è china dietro il bancone a sistemare alcuni vecchi registri. Niall è scappato via alla fine del suo turno per andare chissà dove e le ha lasciato da finire il grosso del lavoro. Piove da un po', ormai, e i clienti scarseggiano. Il pomeriggio sembra eterno e Alycia vorrebbe tanto mandare avanti gli orologi per poter essere già a casa, accoccolata sul divano a guardare The Walking Dead o a mangiare schifezze davanti al frigorifero.
Quando si raddrizza e alza gli occhi, i quaderni polverosi che tiene in mano le cadono a terra, si aprono e vecchi scontrini si spargono sul pavimento. Harry Styles è in piedi di fronte a lei, bagnato fradicio, e la guarda così intensamente che le mani cominciano a tremarle e sente le gambe in pappa. Cazzo, le fa sempre effetto vederlo ed essere guardata così da lui, anche se si ripromette di odiarlo e dimenticarlo, anche se i giorni passano e le notizie scarseggiano, anche se gli ottomilasettecentosessanta chilometri sono qualcosa di troppo grande da poter essere quantificato, ottomilasettecentosessanta chilometri che si riducono a pochi metri scarsi quando lui si avvicina sempre di più al bancone dietro il quale lei è trincerata, ottomilasettecentosessanta chilometri di nulla, l'aria che brucia, la testa che gira, il cuore a mille. È bellissimo con i capelli lunghi sulle spalle bagnati dalla pioggia, stretto in un corto giubbotto marrone dal quale l'acqua scivola via in piccoli rigagnoli, per poi cadere sul pavimento scuro del negozio; i jeans sono scoloriti e leggermente lisi sulle ginocchia, porta un paio di stivali color ocra e sotto il giaccone si intravede una t-shirt dei Pink Floyd e una felpa blu. Gli occhi verdi premono più del solito mentre la bocca si arriccia in un sorriso accennato, incerto, come a volerle dire "non mi odi, vero?".
E come fa ad odiarlo? Alycia capisce che non ci riesce nel momento esatto in cui lo vede lì dentro, in cui i loro occhi si incontrano, in cui il cuore le batte forte contro le ossa e quasi le spezza. Le è mancato pur conoscendolo appena, di una di quelle mancanze che ti divorano, che giorno dopo giorno ti rendono instabile e fragile e irrequieta, che quando si annullano non spariscono mai del tutto, perché si accorge di desiderare Harry in modo totalizzante, eppure sa che, anche se dovesse averlo, lui le mancherebbe sempre. C'è qualcosa nei suoi occhi che glielo dice, qualcosa che si riconduce a parole non dette e  taciute, qualcosa che lui si porta dietro e che Alycia forse non capirà mai, a meno che lui non glielo permetta. Nonostante tutto gli sorride, perché non c'è alternativa, perché i messaggi mai ricevuti e il silenzio di quei dodici giorni non sono niente - almeno niente di così importante da fermarla. Capisce che in fondo non gliene importa. Adesso Harry è qui, in carne ed ossa, e cazzo, Natalie ha ragione. Natalie ha sempre ragione.
- Ciao - inizia lui poggiando le mani sul bancone tra loro.
- Ciao, Harry - Alycia ricambia il saluto, trattenendo leggermente il respiro. Poi si ricorda del casino ai suoi piedi e si china prontamente per mettere in ordine.
Non lo sente avvicinarsi e capisce cosa sta facendo solo nell'esatto momento in cui la fa: si è chinato anche lui e la sta aiutando a raccogliere gli scontrini sparsi, impilandoli uno sull'altro senza fretta. Lei alza gli occhi e incontra quelli di Harry, che la guardano divertiti e interessati. Non dice niente, e dopo pochi minuti si rialza e poggia i quaderni poco più in là, nascondendo poi le mani nelle tasche posteriori dei jeans neri.
- Scusa se sono sparito - Harry le sta davanti, non si è spostato nonostante abbia finito di aiutarla.
Alycia alza gli occhi su di lui e lo studia per un lungo momento, soppesando le sue parole.
- Non ti ho più scritto e sono un coglione. Un vero coglione.
- Finisce sempre che ti scusi per qualcosa - dice lei, incrociando le braccia al petto.
Alla fine si sorridono e Harry si passa una mano tra i capelli bagnati.
- Sei fradicio - continua Alycia, abbandonando il discorso di poco prima e facendogli quindi capire che per lei è concluso.
- Già. Sono uscito senza ombrello e mi sono lavato.
- Chi è che esce di casa senza ombrello a Londra, scusa?
- Stamattina non pioveva, tesoro.
- Sei in giro da stamattina?
- Ho fatto diversi giri, sì  - risponde Harry e il tono elusivo che usa fa capire ad Alycia di non porgli ulteriori domande, ché molto probabilmente non riceveranno risposta. - Sono passato di qui, pensando di trovarti. Sai, la prima volta che ci siamo visti era un lunedì e tu il mattino lavoravi...
- Avevo dato un cambio al mio amico Niall, il biondo che hai visto l'ultima volta - gli spiega.
Harry annuisce, ridendo. - Il musicista, sì. Stamattina non è stato così cortese, però... Soprattutto quando gli ho chiesto di te.
Alycia ride e sente lo sguardo di Harry studiarla avidamente, e non riesce a smettere di fissarlo. - Niall è parecchio protettivo, diciamo così.
- Okay - asserisce Harry annuendo, divertito.
- Come mai mi cercavi, comunque? - gli chiede, giocherellando con la collana che porta al collo, lo smalto nero sbeccato sugli indici e i capelli sciolti sulle spalle strette. Continua a guardarlo.
- Primo, per scusarmi - inizia Harry prendendo tra le mani il ciondolo di lei, e le loro dita si sfiorano. - Secondo, per vederti - e lo stomaco di Alycia si contorce e le dita di lui si spostano sui suoi capelli biondi. - E terzo, per invitarti a pranzo, che ormai è diventata una cena, vista l'ora - e le sue dita rimangono lì, a giocherellare, mentre le mani di Alycia sono ferme lungo i fianchi, le braccia distese, immobili ma nervose. Vorrebbe tanto passargliele in mezzo ai capelli, dietro il collo, toccargli le clavicole sporgenti e baciare i tatuaggi che escono dalla t-shirt; vorrebbe mordergli le labbra fino a farle sanguinare e stringersi a lui con insistenza fino a morirne; vorrebbe sentire la sua pelle nuda contro la sua e le sue mani grandi dappertutto; vorrebbe avere Harry Styles tutto per sè, anche se solo per una notte.
- Che ne dici? Mi potresti perdonare davanti ad un Big Mac? - continua lui, riscuotendola dalle sue audaci fantasticherie.
Alycia ride e si riavvia i capelli e Harry abbassa le dita. La guarda speranzoso, come un bambino in attesa di un premio.
- D'accordo, mangiamoci questo Big Mac - acconsente lei alla fine, perché tanto ha capito che non potrebbe mai dirgli di no, non davanti a quel finto broncio adorabile e quegli occhi verdi belli da morire.
- Ci vediamo dopo, allora. Io intanto vado da qualche parte a far asciugare i miei vestiti - ride Harry dandosi una veloce occhiata.
- Se vai alla caffetteria dell'altra volta, trovi la mia amica Natalie. Oggi eccezionalmente fa il pomeriggio e sarebbe felice di prepararti qualcosa.
- Oh, volentieri.
- La rinosci subito, ha i capelli rossi ed è bellissima - spiega Alycia sorridendo e pensare a Natalie che incontra Harry la diverte.
- Direi che vi siete trovate, allora - conclude Harry facendole l'occhiolino e allontanandosi lentamente per raggiungere la porta.
Alycia rimane a guardarlo senza dire niente e poi lui alza una mano in segno di saluto. - A dopo - ed esce dal negozio. E Alycia respira un po' meno.


#


Quattro ore dopo sono seduti uno di fronte all'altra ad un tavolino bisunto del McDonald's. Alycia ha già divorato il suo panino e si sta ingozzando di patatine, mentre Harry mangia lentamente, senza smettere di guardarla, e non si sporca nemmeno il mento con le salse. Insomma, è un supereroe.
Ora i suoi vestiti sono asciutti, dopo le ore passate da Caffè Nero, seduto al tavolino dell'altra volta e dopo gli innumerevoli bicchieri di caffè che Natalie si è premurata di riempirgli. Secondo quanto raccontato da Harry, la "rossa" ha manifestato fin da subito una "spiccata simpatia" per lui e Alycia non sa se credere a quella versione o immaginare l'esatto opposto. Mentre Harry ritorna alla cassa per ordinare un'altra porzione di patatine, recupera il cellulare dalla borsa e trova un messaggio di Natalie.


NUOVO MESSAGGIO.

DA: Nat.
Cazzo se è FIGO, Alycia!


NUOVO MESSAGGIO.
DA: Nat.
Mi ha fatto prendere un colpo, giuro.
 Comunque è simpatico, anche se subito
avrei voluto prenderlo a sberle per la
storia dei messaggi, ma dettagli.


NUOVO MESSAGGIO.
DA: Nat.
So che siete a "cena" fuori, ora.
Domani voglio un racconto DETTAGLIATO.


Alycia sorride e non può farne a meno, con Natalie. È pazza e sa di esserlo e l'adora, per questo. Oltre che per altri millemila motivi.



NUOVO MESSAGGIO.

A: Nat.
Scusa per l'agguato, rossa (Harry ti chiama così).
Domani ti chiamo.
Grazie per oggi ;)
xoxo


Mette via il cellulare mentre Harry prende nuovamente posto. La osserva divertito.
- Natalie mi ha scritto che sei figo.
Ad Harry va di traverso la Coca Cola e tossicchia. Alycia ride.
- Be', grazie - replica lui alla fine schiarendosi la voce.
Poi le sorride sornione. - La rossa ha dei gusti eccellenti.
Alycia sbuffa e alza gli occhi al cielo. - Adesso non te la tirare, Ciuffo Ribelle.
Il soprannome le sfugge dalla labbra senza pensarci e guarda Harry con gli occhi sbarrati, indecisa se ridere o nascondersi sotto il tavolo.
- "Ciuffo Ribelle"? - le chiede, stupito e incuriosito.
- Lascia perdere - si affretta a replicare lei abbassando gli occhi e concentrandosi sulle sue patatine.
- Adesso me lo devi spiegare - insiste lui allungando una mano e solleticandole la pelle scoperta del braccio sinistro con le lunghe dita.
Alycia guarda le sue dita e poi i suoi occhi, mentre brividi freddi le percorrono il corpo.
- È solo un soprannome che ho "ideato" quando ti ho visto per la prima volta, tutto qui - spiega stringendosi nelle spalle. - E ho anche pensato che ti credessi Hugh Grant.
Harry scoppia a ridere e Alycia sente gli occhi della maggior parte della sala addosso, ma non se ne cura. È così bello sentirlo e vederlo ridere che ci passerebbe delle ore, così.
- Non assomiglio per niente a Hugh - protesta Harry.
- Sì, be', tu sei più bello - butta lì lei sorseggiando la sua Diet Coke senza guardarlo, facendo la disinvolta, forse sperando che il suo complimento passi inosservato. O magari il contrario.
Finiscono per guardarsi negli occhi, a lungo, e Harry allunga ancora una volta le dita e tocca la sua mano, disegnandole dei cerchi sulla pelle, in un contatto velato che però la scuote dentro. Non riesce a resistergli, e nemmeno ci prova. Allunga un piede sotto il tavolo, verso la sua gamba, e lo sente irrigidirsi, mentre la sua bocca si piega in un sorriso malizioso.
- Che ne dici se ce ne andiamo? - le propone alzando un sopracciglio.
- Dico anche subito.
Lasciano il resto del cibo nei vassoi, senza nemmeno svuotarli, ed escono nella notte. Passeggiano per un po' verso casa di Alycia, le braccia vicine, a toccarsi attraverso i giubotti. Alycia fuma una sigaretta lentamente, buttando il fumo lontano da Harry.
- Fumi da tanto? - le chiede interessato.
- Da quando avevo diciassette anni, più o meno - spiega lei scrollando le spalle. - Ti dà fastidio?
Harry scuote la testa. - No, tranquilla.
La guarda con insistenza e Alycia si sente andare a fondo, sempre più giù. Vorrebbe annullare lo spazio che li separa, ma si trattiene. Sente che deve essere Harry a farlo, sente che ne ha bisogno più di lei.
Arrivano sotto casa Roberts-Horan in Colville Square che sono le dieci e la luna illumina parzialmente il marciapiede, gli alberi del giardino lì di fronte e le finestre del suo palazzo. Si fermano davanti alle scale del numero venticinque, porta blu oltremare e un vasetto di gerani alla finestra del salotto. Al secondo piano, casa Payne è illuminata e quasi sicuramente Natalie e Liam stanno guardando qualcosa su Itv, accoccolati sul divano, sotto una coperta. Mentre lei aspetta che Harry Styles la baci.
- Eccomi qui - inizia Alycia, le mani nelle tasche del parka blu. Indica la casa alla sua sinistra e la finestra buia.
- Mi piace casa tua - dice Harry avvicinandosi di un passo, lo sguardo fisso su di lei, la bocca dischiusa.
- È perché non hai visto che casino c'è all'interno... - ride lei senza smettere di guardarlo. Ora ha la schiena poggiata al basso muretto e fissa Harry negli occhi, in attesa.
- E tu mi piaci ancora di più, lo sai? - continua lui ignorando la sua risposta, e finalmente i loro corpi sono a contatto e, anche se divisi da strati di vestiario, Alycia rabbrividisce.
Harry alza le dita a toccarle la guancia fredda, la linea della mascella e infine le labbra, mentre lei sospira, e non riesce a fare a meno di guardarlo. È ancora più bello se visto da vicino, i suoi occhi sono più verdi che mai e sono grandi e le fossette che gli si dipingono ai lati della bocca sono fatte per essere baciate. Alycia poggia le mani sul suo petto e lo sente tremare leggermente e la sua pelle è calda sotto la stoffa della t-shirt. Ora Harry le fissa le labbra, che Alycia si ritrova a dischiudere, ed è abbastanza perché lui si decida a baciarle, prima in un contatto lieve e incerto, poi sempre più avidamente. Alycia risponde al bacio senza riserve, circondandogli la vita e passandogli le mani sulla schiena, mentre il petto di Harry aderisce al suo e le toglie il fiato. Lo sente gemere sulle sue labbra mentre accarezza quelle di lui con la lingua e le sue mani la stringono sui fianchi, per poi scendere sempre più giù.
- Sono sola a casa, Niall è fuori - sussurra lei mentre Harry le bacia il collo. Ringrazia che Colville Square non sia troppo illuminata.
Lui la guarda intensamente e Alycia si rende conto che potrebbe morire, sotto uno di quelli sguardi. Potrebbe morire sotto le sue dita. È da quando lo ha visto la prima volta che aspetta quel momento, ora ne è cosciente e la consapevolezza le alleggerisce lo stomaco, mentre lui lo riempie di farfalle.
- Vuoi salire? - gli chiede quindi, perché forse Harry aspettava solo una richiesta diretta. Infatti la prende per mano e si fa condurre verso la porta, che Alycia apre in fretta, recuperando le chiavi dalle tasche del parka.
Lo sente schiacciato dietro di sè, a baciarle il collo dopo averle scostato i capelli, mentre lei cerca di aprire la porta di casa, la prima sulla sinistra. Capisce di non riuscire più ad aspettare.
Sbatte la porta ed Harry è di nuovo su di lei, baciandola e cercando il suo corpo, le mani che frettolosamente le tolgono il parka e il maglione grigio, mentre lei lo libera del giubbotto e della felpa, indumenti che lasciano cadere a terra, sul pavimento umido, incuranti di tutto a parte loro stessi.
Questa volta lo sente di più, sente il suo corpo forte, il suo desiderio, le mani che le stringono le natiche, i morsi sul collo, i respiri spezzati, tutto quanto. E da quel momento ignora lo quillo del cellulare, ignora la segreteria telefonica e la voce di Niall, ignora la pioggia che ha ripreso a cadere dietro le finestre, ignora il caos del salotto e quello nella sua testa, ignora tutto ciò che non sia Harry Styles - su di lei, dentro di lei, ovunque.


#


[Marzo 2013.]
Il pavimento del piccolo appartamento a Shoreditch - incastrato in un alto palazzo stretto fra due vecchi prefabbricati - è freddo. Alycia esce dal bagno e scivola di nuovo verso la camera da letto, lentamente e a piedi nudi, immersa nel silenzio e nell'immobilità del corridoio semibuio.
Si richiude la porta alle spalle e Zayn è steso nel letto basso, le lenzuola azzurre stropicciate, la testa sul cuscino, una sigaretta in mano e il fumo che gli esce dalle belle labbra. Non si volta a guardarla e continua a fumare, la t-shirt grigia spiegazzata e i tatuaggi in vista. Alycia rabbrividisce sotto la vecchia maglietta che ha trovato buttata su una sedia, con davanti disegnato un murales, e che sa di bucato e fumo e Zayn. Sente la pelle d'oca percorrerle le gambe nude, così si nasconde velocemente sotto la coperta e Zayn l'accoglie sul suo petto senza dire niente, il braccio a cingerle un fianco, il suo corpo caldo e il cuore forte. Spegne la sigaretta e con la mano nuovamente libera le carezza il braccio che lei gli stringe intorno al corpo e canticchia "Sex" dei 1975 - dopo che lei gliel'ha fatta ascoltare come minimo dieci volte quello stesso pomeriggio, chiusi in macchina, parcheggiati davanti ad un supermercato chiuso.
Zayn incastra una mano tra i capelli biondi di Alycia e le bacia le labbra lentamente, percorrendo il suo corpo senza fretta. - Sei così bella... - le sussurra sul collo.
Lei lo vuole guardare negli occhi, cerca quelle iridi ambrate che non le danno tregua, ferma quella mano che vuole scavarle dentro, e gli pianta lo sguardo addosso: si guardano come sono soliti fare, e non c'è via d'uscita.
- Sei mio, Malik - dice lei con voce roca, e piano piano gli sfila la t-shirt e gli si siede in braccio, le mani aperte sul suo petto. Lo bacia lentamente, mentre le mani di Zayn scendono sui suoi fianchi e le stringono le cosce. - Hai capito?
- Credo di amarti, Roberts.
- Credi?
- Ti amo. Va bene così?
- Va bene.




NOTE

  • Titolo + citazione arrivano da Bite di Troye Sivan.
  • Itv è un'azienda televisiva privata britannica.
  • Sex - The 1975


Eccoci eccoci. Come al solito lo spazio autrice è un mix di "roba" senza senso.
Finalmente leggiamo cosa è successo tra Harry e Alycia e cosa li ha condotti sul divano (LOL) ed entra in scena Zayn Malik, gente, non siete contenti? A parte di scherzi, per quanto riguarda Zayn non voglio svelarvi niente, ma lo ritroverete - più impertinente che mai - nel capitolo cinque. Per quanto riguarda Louis Tomlinson, purtroppo non si tratta di un personaggio ricorrente e mi duole dirlo, ma non avrei saputo dare il giusto spazio a tutti (sorry, Lou).
Detto ciò, come al solito spero che il capitolo vi sia piaciuto e attendo i vostri preziosi riscontri - siete preziosi. Nel prossimo capitolo iniziano le complicazioni, non odiatemi.
Vi dò appuntamento alla prossima settimana - e comincio già col dirvi che man mano che si avvicina il Natale, gli aggiornamenti potrebbero subire un rallentamento, lavorando in un negozio purtroppo avrò sempre meno tempo da dedicare ai "fatti miei" (*sigh*), ma in ogni caso non abbandonerò questi bimbi, state tranquilli.
I ringraziamenti finali vanno come sempre alle belle anime che seguono/preferiscono, leggono/recensiscono e fangirlano con me in allegria: grazie a tutti <3

Vi lascio as usual il mio contatto Facebook e il gruppo Facebook dedicato alle mie storie (mi sta frullando in testa l'idea di farne uno solo per questa storia, ci penso e vi faccio sapere).

Infine, Malik e Tomlinson "partners in crime".

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