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Autore: Biohazard    26/11/2015    4 recensioni
Uno scintillio poco lontano catturò la sua attenzione. Tenendo i sensi all’erta, si diresse verso quel luccichio dorato, domandandosi di cosa potesse trattarsi. Mano a mano che si avvicinava, la curiosità lasciò lo spazio allo stupore: si trattava di un albero, un albero d’oro. Harry era totalmente rapito da quell’immagine, allungò le dita per poterlo toccare, ma in quel momento una voce risuonò direttamente dentro la sua testa.
“Aiutami.”
Genere: Avventura, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Il trio protagonista, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Bound
 
 
A mia madre, che ci ha lasciati  il 2 Novembre.
 
 
“Potter?!?”
“Malfoy?!?”
Harry osservava incredulo il suo antagonista di sempre ed ex Serpeverde, Draco Malfoy.
“Draco, tutto bene? Chi è l’idiota che…?” Pansy Parkinson comparve tra la folla, seguita da Blaise Zabini. Non riuscì a concludere la frase perché le parole le morirono sulle labbra alla vista di Potter.
“Harry!” Allo stesso modo, Ron e Hermione raggiunsero il loro amico, rimanendo gelati alla vista del trio Serpeverde.
“Per le mutande di Merlino! Cosa ci fanno loro qui?” Proruppe Ron, guardando basito i tre ex, poco amati, compagni di scuola.
“Potremmo farti la stessa domanda Weasley,” rispose Zabini, puntando gli occhi scuri sui tre Grifondoro “ma non è buona educazione farsi gli affari degli altri.
Hermione e Pansy si stavano scrutando in cagnesco, senza dire una parola, ma era ben visibile il disgusto della Serpeverde, mentre osservava l’indomabile chioma della Grifondoro.
“Certe cose non cambiano proprio mai.” Pensò Harry tra sé e sé alzandosi. Malfoy fece lo stesso, spolverandosi i pantaloni grigi dal taglio elegante. Ora che la sorpresa iniziale era scomparsa, Harry notò che, nonostante si trovassero in una chiesa in mezzo a un bosco, i tre Serpeverde erano impeccabili nei loro abiti. Lui, Ron e Hermione al confronto, sembravano tre barboni con jeans scoloriti, scarpe da ginnastica che avevano visto tempi migliori e felpe sbiadite.
“Tipica boriosità Serpeverde.”
“Beh, direi che i convenevoli sono finiti” esordì Malfoy bruscamente “Ce ne andiamo.”
“Chi di voi è stato contattato da Merlino?”
Le parole di Hermione gelarono sul posto i tre ex compagni.
“Lo sapevo.” annuì soddisfatta, incrociando le braccia con un cipiglio indagatore.
“Potete scusarci un momento?” chiese Zabini, allontanandosi dalla portata dei Grifondoro.
Harry li osservò farsi largo tra i turisti, mentre Zabini e Malfoy parlavano in maniera concitata.
“Hermione, ma che cosa ti è saltato in mente?”
“Ron, quante probabilità ci sono di incontrare per caso, in questo posto, Draco Malfoy, Pansy Parkinson e Blaise Zabini? Te lo dico io: nessuna. Se c’è una cosa che ho imparato durante la ricerca degli Horcrux è che le coincidenze non esistono.”
Harry era perfettamente d’accordo con l’amica: appena aveva visto Malfoy, aveva intuito che non poteva trovarsi lì per una viaggio culturale. Alzò nuovamente lo sguardo verso i tre Serpeverde e li vide avvicinarsi.
“Scommetto dieci galeoni che si tratta di Malfoy.”
“Io punto su Zabini.”
“Preparali già, ho il presentimento che sarò io a vincere.” Aggiunse Harry, ghignando in direzione dell’amico.
“Cosa avete da ridere?” Malfoy li guardò sospettoso e irritato.
“Assolutamente nulla.”
La riposta di Ron non lo convinse, ma fece finta di nulla.
“Io ho avuto quelle visioni.”
Harry dovette mantenere tutto il suo autocontrollo per non esultare, mentre Hermione gli lanciava uno sguardo di rimprovero.
“Invece chi di voi…”Malfoy non fece terminare la frase a Pansy.
“Potter.”
“Hai indovinato.”
“Quindi siamo tutti qui per lo stesso motivo” decretò Zabini “Che cosa sapete?”
“Blaise!” Lo redarguì Pansy “Non vorrai collaborare con loro?”
“Sono d’accordo!” ammise Ron, nonostante l’affermazione gli fosse costata fatica.
Zabini esitò, guardando alternativamente i due amici Serpeverde, era evidente il conflitto che si stava svolgendo nel suo cervello.
Harry sapeva molto poco di Zabini: Serpeverde e appartenente a una delle ultime stirpi di Purosangue. Taciturno e schivo, da che ne aveva ricordo, il il ragazzo non era mai stato un attaccabrighe e benché avesse idee negative sui Mezzosangue non aveva mai esternato pubblicamente i suoi pensieri sulla purezza del sangue. A detta di Hermione, che frequentava insieme a lui le lezioni di Aritmanzia, il Serpeverde era sempre stato pacato nei modi e aveva dimostrato una lungimiranza e una maturità di gran lunga molto superiore rispetto agli altri compagni della sua casa, il che lo aveva portato, con grande saggezza, a rendersi neutrale durante la guerra. Tuttavia, Harry non avrebbe mai immaginato che potesse essere amico di Malfoy, a differenza di Pansy Parkinson, con cui faceva spesso gruppo insieme a Tiger e Goyle. Forse Zabini, aveva sempre svolto da dietro le quinte, lo stesso ruolo che Hermione aveva svolto per lui e Ron.
“Credo che invece, per una volta” e Hermione scandì bene le parole di quell’ultima affermazione “dovremmo provare a collaborare.”
Ron lanciò uno sguardo scettico e disgustato al trio Serpeverde, ampiamente ricambiato dalla Parkinson.
“Tu non hai niente da dire?” domandò Harry ad un Malfoy stranamente taciturno.
“No.”
“Monosillabi. Stiamo migliorando.”
Harry si aspettò una risposta pungente, che però, con sua sorpresa – o delusione?- non arrivò. Lui e Ron si scambiarono una fugace occhiata di sorpresa, poi gli occhi del Grifondoro tornarono a posarsi di nuovo sul rivale di sempre: era strano trovarsi insieme a Malfoy e non battibeccare.
“Quindi che cosa abbiamo intenzione di fare? Continuiamo a guardarci negli occhi oppure cominciamo a collaborare e risolvere quest’enigma?”
Le parti interpellate sembravano incapaci di prendere una decisione, almeno fino a che Harry, stufo di quella situazione di stallo, prese una decisione.
“Sapete che cosa vi dico? Intanto che state qui a girarvi i pollici, io vado ad indagare sul mosaico.”
Si lasciò alle spalle l’intero gruppo, facendosi largo tra i turisti babbani. Non avevano ancora molto tempo prima di sera e lui voleva trovare più indizi possibili e non di certo aspettare i comodi di Malfoy e dei suoi amici. Doveva ammettere che un altro indizio era comparso, molto diverso da quello che si sarebbe aspettato, ed era proprio Malfoy in persona. Se tra tanti maghi al mondo erano stati scelti proprio loro, nel più improbabile dei casi,voleva dire che lui e Malfoy era collegati in qualche modo.
“Benissimo prima Voldemort, ora Malfoy, che cosa ho fatto di male?” si domandò Harry, appellandosi a tutte le divinità celesti e non, che gli venivano in mente.
Certo, Malfoy non era paragonabile a Voldemort, ma Harry aveva comunque la spiacevole sensazione di avere un gatto attaccato alle palle.
Forse avrebbe dovuto suggerire alla Gazzetta del Profeta un cambio d’immagine da “Il bambino che è sopravvissuto” a “Il ragazzo della sfiga” o qualcosa di simile e forse sarebbe riuscito a vivere una vita serena per il resto degli anni a venire. Sospirò rassegnato, mentre alzava gli occhi sul mosaico: un cervo bianco al centro e quattro leoni rossi agli angoli.
Si avvicinò ancora, fino a trovarsi fino a trovarsi sotto l’arco di pietra. Era strano, sembrava simile all’ingresso di una porta, peccato che ci fosse solo una spessa parete di pietra. Nessun pertugio, nessun passaggio. I turisti lo osservavano curiosi, ma non se ne curò, continuando ad ispezionare l’arco e il mosaico. Stava facendo scorrere le dita sullo stipite di pietra, quando avvertì qualcosa in rilievo: c’erano dei segni sulla pietra, quasi impercettibili, tanto si erano erosi nel corso del tempo. Harry non aveva la mia idea di cosa potesse trattarsi.
“È alfabeto runico.”
Era talmente tanto concentrato da non accorgersi della presenta di Malfoy comparsa esattamente dietro alle sue spalle, con il risultato che, entrambi, finirono nuovamente a gambe all’aria, non senza aver prima fatto cozzare le loro teste con un tonfo sordo.
“Potter!” sibilò Malfoy tra i denti, con il viso rosso e i capelli spettinati. “Sei un’idiota!”
“Ti sembra il caso di fare agguati alle spalle?” lo rimbeccò Harry, massaggiandosi il retro della nuca.
“Potevi spaccarmi il naso!”
“Non riesco proprio ad immaginare la portata di una simile catastrofe!”
“Beh, mi sembra chiaro Potter, considerando che i tuoi lineamenti sono rozzi e antiestetici!”
A Harry scappò da ridere, finalmente un po’di tipica acidità malfoyesca. Si rialzò continuando a massaggiarsi la testa, mentre Hermione e Ron lo raggiungevano seguiti da Zabini e la Parkinson. Sembrava avessero concluso una qualche sorta di tregua.
“Trovato qualcosa?”
“Sì, Granger.” Rispose Malfoy “Potty qui presente ha trovato delle lettere in alfabeto runico, prima di lanciarsi nel tentativo di sfigurarmi.”
“Come sei melodrammatico.” Harry rimase sorpreso dai toni pressoché cordiali con cui Malfoy si era rivolto a Hermione.
“Alfabeto runico?”
“Sì Hermione.” Harry le indicò i segni sbiaditi sugli stipiti. La ragazza lanciò una rapida occhiata ai simboli, annotandoli velocemente.
“Qu’est-ce que vous faites?”
Il gruppo trasalì, quando un monaco dall’aria piuttosto nervosa si avvicinò al gruppo. Hermione cercò subito di intavolare una scusa, ma il monaco sembrava poco incline ad assecondarli, scrutandoli sospettosamente. Pansy Parkinson stava per ribattere in maniera molto poco signorile, quando Jean-Claude e Franҫoise li raggiunsero.
“Àrry, qu’est-ce qui se passe?” il francese lo afferò per il braccio trascinandolo all’esterno.
“Cosa è succosso?” domandò, lanciando poi un’occhiata al trio di Serpeverde “Ils sont tes amis?” Amisci?”
“Più o meno. Ex compagni di scuola.”
“C’est magnifique!” e andò a stringere molto calorosamente le mani degli amici di Àrry.
Ron non riuscì a trattenere una risatina davanti alla faccia schifata di Pansy Parkinson. Blaise Zabini rimase impassibile, ma a Harry non sfuggì la pulizia sommaria della mano sui pantaloni. Malfoy, in compenso, lanciò ai tre Grifondoro una micidiale occhiata omicida. Nonostante tutto si trattava pur sempre di tre snob aristocratici e sarebbe stata una grave mancanza non rispettare le rogole di etichetta ed educazione, nonostante si trattasse di un babbano, anche se Harry era sicuro che se non si fossero trovati in un luogo tanto affollato, avrebbero utilizzato simultaneamente tre incanti Pietrificus Totalus sul povero Jean-Claude. E al diavolo statuto di segretezza.
Hermione gli diede una gomitata per attirare la sua attenzione.
“Harry, non possiamo portarci Jean-Claude e i suoi amici appresso per tutto il giorno, non dopo questi sviluppi, senza contare che tra poco dovremo rientrare e speravo in una materializzazione congiunta, senza dover rifare tutto il tragitto.” Disse, guardando il quadrante dell’elegante orologio da polso “Inoltre voglio scoprire che cosa sanno Malfoy e gli altri.”
“Già, sono curioso anch’io… Hermione,” esordì poi con tono drammatico “secondo te, perché si trovano qui, Malfoy e gli altri due?”
L’amica lo fissò intensamente e conosceva già la risposta, ma sperava che una delle più brillanti studentesse di Hogwarts dell’ultimo decennio, potesse dargli una risposta diversa.
“Non lo so Harry, ma deve esserci per forza un qualche legame, che ha fatto sì che voi foste scelti.”
Ron gemette coprendosi gli occhi.
Erano nella merda fino al collo.
 
 
*****
 
Dire a Jean-Claude che dovevano andare fu piuttosto imbarazzante, soprattutto perché il ragazzo infilò, in maniera piuttosto esplicita, il suo numero nella tasca dei pantaloni di Harry, dicendogli che gli avrebbe fatto molto piacere rivederlo prima che partisse per l’Inghilterra. Ron e Hermione erano arrossiti fino alla punta dei capelli ed Harry non era stato da meno, mentre balbettava e ringraziava scompostamente il francese. Purtroppo anche i tre Serpeverde avevano assistito alla scena, con dei ghigni talmente perfidi stampati su quelle facce da schiaffi, che avrebbero fatto impallidire persino un basilisco.
Non appena il gruppo di babbani si fu allontanato, Pansy era subito partita all’attacco.
“Ollalà Potty! Non sapevamo proprio che avessi certi gusti!”
“Già, chi l’avrebbe mai detto!” aggiunse Zabini.
“Piantatela!”
“Weasley, che effetto ti fa sapere che a Potty piace anche l’uccello?” aggiunse Pansy con una risata malefica “Forse è per questo che ha rotto Weasley femmina.”
Per Harry quello era veramente troppo. Stava per dire alla Parkinson di chiudere quella maledetta boccacia, ma fu preceduto dall’ultima persona che si sarebbe mai aspettato, lasciandolo a bocca aperta.
“Pansy, smettila.”
“Ma Draco, mi sto divertendo un mondo!” si lamentò.
L’occhiataccia di Malfoy fu più che eloquente, mentre Pansy sbuffava offesa, scuotendo indignata il curato caschetto di capelli neri.
Forse il mondo si era capovolto oppure quello non poteva essere Draco Malfoy, era un alter ego che aveva attraversato lo specchio. Guardò Ron e Hermione, a loro volta sconcertati da quel comportamento anomalo. Harry avvertì dentro di sé delle sensazioni contrastanti: non aveva mai più parlato veramente con Malfoy dopo la fine della guerra. Possibile che ci fosse stato un cambiamento così radicale? Possibile che lo spocchioso ragazzino viziato si fosse trasformato in un uomo maturo?
“Suvvia Pansy, non tenere il broncio” aggiunse Malfoy “Infierire su Potter, è come lanciare un Avada Kedavra sulla Croce Magica.” Pansy rise deliziata.
E tanti cari saluti all’idea del nuovo Malfoy.
“Il lupo perde il pelo…” (1) gli soffiò Ron nell’orecchio, mentre Harry avvertiva uno strano senso di déjà-vu e di sollievo. Il gruppo si trovò nuovamente sul sentiero boscoso, il cielo cominciava ad imbrunire.
“Quindi?” esordì Hermione. “Quando siete arrivati?”
“Quattro giorni fa. Abbiamo svolto qualche ricerca nella biblioteca privata di Draco e poi in quelle babbane, prima di cominciare questa strana avventura.” spiegò Blaise.
Harry e Ron continuavano ad osservare dubbiosi l’abbigliamento dei tre Serpeverde, soprattutto i delicati mocassini in camoscio e le ballerine in velluto verde scuro della Parkinson.
“Non siete venuti a piedi suppongo.”
“Deduzione incredibile Potter, mentre mi pare d’intuire dal vostro sciatto abbigliamento che avete preferito farvi una bella scarpina in mezzo al bosco, invece di usare la magia.”
“Beh, sai com’è Malfoy, non è così facile raggiungere un albero d’oro nel bel mezzo di una foresta, per di più frequentata da molti turisti babbani, senza sapere dove si trovi esattamente.”
I tre Serpeverde si bloccarono sul sentiero.
“Un albero d’oro?” domandò Zabini.
“Sì, il simbolo della tomba di Merlino, scusa ma Malfoy…?”
“Harry!” Hermione aveva la tipica espressione di quando raggiungeva la soluzione di un enigma. “Malfoy ha visto luoghi diversi dai tuoi. Non è così?”
Gli occhi grigi di Malfoy si puntarono su Harry.
“Credo che a questo punto sia il caso di discutere di tutta questa faccenda. Dove alloggiate?”
“In un albergo a Paimpont.”
“Non è il luogo adatto per parlare. Raggiungeteci tramite smaterializzazione alla mia tenuta a Rouen. Vi spedirò l’indirizzo e una foto della tenuta via gufo, così saprete dove raggiungerci. Alle otto precise si cena, vedete di essere puntuali.” Detto ciò, Malfoy afferrò i due amici e si smaterializzò con un sono crack, davanti allo sguardo attonito di Harry, Ron e Hermione.
 
 
 
 
 
 
NdA://Salve, come avete letto nella dedica, sapete per quale motivo c’è stato questo grosso ritardo nella pubblicazione. È stato improvviso e inaspettato. Mi dispiace per queste note un po’ tristi, ma è così. Meno male che almeno mi sono un po’ distratta scrivendo di questi due allocchi. Come vi è sembrato il capitolo? E soprattutto come vi è sembrato Draco?
Attendo il vostro riscontro. Vi adoro, grazie a tutti per il sostegno e il supporto. Il capitolo non è ricontrollato, quindi segnalazioni di errori o ripetizioni sono ben accetti. A presto!
  
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