Erano le 8 e Luke stranamente si era svegliato presto. La sera
prima avevano fatto tardi: dopo cena erano andati in discoteca ed erano rimasti
lì fino alle quattro e mezza del mattino. Fece un mega sbadiglio e si
stiracchiò stando attento a non svegliare Ashton che se la dormiva a pancia
sotto.
Si girò di colpo verso sinistra per potersi alzare ma un forte mal di testa lo
fece rimanere sdraiato; si portò le mani sulle tempie e le massaggiò. Cos'aveva
fatto ieri sera? Aveva bevuto, si, e poi? Si ricordava gli avvenimenti a
tratti: aveva ballato, aveva visto dei ragazzi ballare con Kim e l'ultima cosa
che gli veniva in mente era che ballava con lei. Aveva ballato con lei? L'aveva
fatto veramente? Divenne d'un tratto tutto rosso e per nasconderlo istintivamente
si portò le coperte fino sopra la fronte. Si stava vergognando a morte, non si
ricordava tutto quello che aveva fatto: doveva chiedere ad Ashton. Sperava solo
di non aver fatto cose sconvenienti.
"Ash – chiamò non ricevendo nessuna risposta – Ashton,
svegliati"
Il ragazzo mugugnò qualcosa di incomprensibile al che Luke lo
richiamò.
"Che c'è?" parlò l'amico con la voce ancora impastata
dal sonno.
"Cos'ho fatto ieri sera? – Il riccio lo guardò accigliato non
capendo a cosa volesse andare a parare l'amico. Luke non poteva pretendere che
il suo criceto facesse funzionare gli ingranaggi del suo cervello alle 8 di
mattina dopo aver dormito neanche quattro ore. Era rimasto in una sottospecie
di trance indeciso se tornare a dormire o mandare l'amico a quel paese quando
il biondo continuò – Mi fa male la testa. Ho bevuto?"
Ashton si girò a guardare il compagno di stanza e quasi spontaneamente le sue
labbra si piegarono in un sorriso biricchino: "Oh sì, man, e come se hai bevuto. Eravate ubriachi tutti e due"
"Tutti e due?" chiese il ragazzo non capendo.
"Sì, tu e Kim. Ora posso dormire? Stavo facendo un bel sogno
– l'unica cosa che Ash voleva fare era dormire. Quando aveva deciso di fare una
vacanza con Luke aveva messo in conto le notti insonni però in quel momento
aveva veramente bisogno di stare almeno altre due ore tra le braccia di Morfeo.
Purtroppo, però, l'amico non era del suo stesso avviso così decise di
raccontargli tutto. Prima lo faceva prima Luke l'avrebbe lasciato in pace. Si
tirò su; poggiò i gomiti sul letto e mise la faccia tra le mani – allora ieri
sera dopo cena siamo andati in discoteca. Inizialmente ho ordinato quattro
cocktail, uno per ognuno. Ho offerto io perché sinceramente di 36 cocktail non
so proprio che farmene. Che mi era passato in testa quando ho comprato quel
pacchetto non lo so. Comunque stavo tutto tranquillo a lavorarmi Abigail quando
ti avvicini e mi chiedi la tessera del pacchetto perché tu e Kim avevate finito
quelli che vi avevo preso. Torni tutto feliciotto con due drink per ognuno ma
tu non hai neanche il tempo di finirti il primo che lei si è già finita i suoi
e si butta in pista. Ovviamente una ragazza tutta sola balla in pista è un bel
bocconcino e alcuni egiziani non se la sono lasciata scappare. Così mezza intontita
dai cocktail se la stava spassando con quelli quando ti alzi di botto, scacci
quei tizi e ti metti a ballare con lei – Luke deglutì – un ballo molto sexy a
mio avviso. E niente, avete continuato così per un po’ e poi io e Abi vi
abbiamo dovuto riportare in camera che Kim non si sentiva affatto bene e tu non
eri da meno"
"Oddio – esclamò Luke in preda all'imbarazzo. Era tutto rosso
in faccia – dici che lei si ricorda? Che figuraccia. Ma che mi diceva la
testa?"
"Vuoi sapere che ti diceva la testa? Beh ti basti sapere che
prima di alzarti ed andare in pista hai detto testuali parole: l'alcol aiuta a sciogliere e poi hai
mandato giù tutto d'un fiato quello che era rimasto del tuo drink"
"Perché non mi hai fermato? Sei mio amico! Devi evitare che
io faccia cazzate" il tono di Luke
si era leggermente alzato.
"Man, non sono mica
la tua badante. Avevo cose ben più importanti da fare"
"Come limonare con Abigail?" ammiccò il biondo
scordandosi perché due secondi prima stava per sbroccare all'amico.
"Non abbiamo limonato"
"Ahi! E qui casca un mito! Ragazzi, il grande Ashton, dopo
due incontri, ancora non riesce a far cadere ai suoi piedi Abigial. Fidati
amico, questa non te la da"
"Ma la smetti? Mi svegli presto per una cazzata e rompi pure?
E comunque entro oggi sarà cotta a puntino. Ora alzati che non ho più sonno.
Andiamo a fare colazione e poi ce ne andiamo in palestra" disse Ashton un
po’ scazzato mentre se ne andava in bagno. Questo riuscì a tenere il muso per
soli cinque minuti, il tempo di andare in bagno e già l'incazzatura stava
iniziando ad andare via. Non perché non fosse capace a stare incazzato per più
di due minuti ma perché Luke era di una tenerezza tale che anche volendo
nessuno sarebbe riuscito a tenere il muso per tanto tempo. I suoi subdoli sorrisi
potevano incantare chiunque e lui lo sapeva bene; ecco perché per tutto il
tragitto fino al buffet e mentre mangiavano non perdeva occasione di far cadere
Ashton nella sua trappola.
"Ok, man, smettila di fare
così" disse Ash mentre entravano in palestra.
"Così come?"
"Così come stai facendo adesso. Questi sorrisetti bastardi
che non mi permettono di incazzarmi con te "
"Non capisco di cosa tu stia parlando" disse Luke facendo spallucce e
impostando il tapis roulant in una delle modalità pre-impostate.
Ashton gli rivolse uno sguardo di fuoco; odiava quando faceva il
finto tonto: "Spero che Kim si ricordi di ieri sera così non vorrà mai più
combinare qualcosa con te"
A quelle parole Luke, che si era momentaneamente scordato di ciò
che l'aveva turbato di prima mattina, iniziò a sudare freddo, iniziò a farsi
mille paranoie pensando a Kim, a cosa gli avrebbe detto se si fosse ricordata
di quello che era successo la sera prima. "Però
Ashton ha detto che era sbronza come me, magari non ricorda nulla"
pensò ma subito dopo si diede mentalmente una manata in fronte e si corresse "Abigail, non ho preso in
considerazione Abigail. Sicuramente le ha raccontato tutto. Sono fottuto".
Il ragazzo era così preso a ingarbugliarsi il cervello che non si era accorto
che la protagonista di tutto quel trambusto che aveva in testa era appena
entrata in palestra e lo stava raggiungendo.
"Ciao ragazzi" esordì.
Luke aveva rischiato di cadere dal tapis roulant dallo spavento.
Si resse alle maniglie ricoperte di gomma dell'attrezzo che stava usando e con
voce stridula disse: "K-Kimberly! Che ci fai qui?"
La ragazza guardò prima lui e poi l'amico, non era abbastanza
evidente che voleva fare un po’ di sano sport? Quando una persona va in
palestra si presuppone faccia questo. Si diede una rapida occhiata addosso:
voleva essere sicura di portare la tuta, magari con il sonno che aveva mentre
si vestiva si era messa i jeans. Ma, come volevasi dimostrare, era vestita in
tenuta sportiva, non si era nemmeno truccata perché sapeva che avrebbe sudato e
non voleva diventare kung fu panda, portava le trainers e la coda alta, che
altro doveva mettersi? Un cartello con scritto "vado in palestra ad allenarmi"? sospirò e sorridendo
disse: "Lo stesso che fai tu. Mi tengo in forma"
In quel momento i venti minuti a disposizione dei due ragazzi per
usufruire del tapis roulant finirono. Ashton, visto che non c'era nessun altro
a voler utilizzare l'attrezzo, impostò altri venti minuti; Luke invece lasciò
il posto a Kim e se ne andò dalla parte delle cyclette: meno stava vicino a lei
meglio era per la sua sanità mentale.
"Oggi ti sei svegliata presto, eh?" esordì Ashton con la voce
spezzata dal fiatone.
"Si, avevo un mal di testa atroce, mi sa che ieri sera ho
bevuto un po’"
"Eh si, hai alzato un po’ il gomito, ma niente di che – la
tranquillizzò il ragazzo non accennando minimamente al fatto che si era
strusciata contro un gruppo di egiziani e che aveva ballato in modo molto
sensuale con Luke. Per non permettere all'amica di indagare oltre, decise di
cambiare discorso; voleva bene a Luke e non avrebbe mai raccontato nulla a
Kimberly della sera prima se lui non voleva che lo facesse – Abigail?"
"Lei, per sua fortuna, si trova ancora nel mondo dei sogni.
Probabilmente quando tornerò in camera la troverò ancora sotto le lenzuola"
Ashton rimase in silenzio per un po’ e poi disse: "Perché non vi unite a
noi per pranzo? Magari poi andiamo tutti insieme ad esplorare la nave. Ho
troppa voglia di andare alla sala giochi o al cinema 4D"
"Nooo, che fico! Sembra troppo divertente. Appena vedo Abi glielo dico ma,
conoscendola, accetterà sicuramente"
Per il riccio un altro giro sul tapis roulant era finito così decise di andare
insieme a Luke sul bilanciere. Notò lo sguardo preoccupato dell'amico e così
gli chiese cosa c'era che non andasse.
"Si ricorda qualcosa di ieri sera?"
Ashton, che voleva vendicarsi del fatto che l'aveva svegliato
presto, decise di raccontargli una bugia e di farlo soffrire un po’, così gli
posò una mano sulla spalla e disse "Sei nella merda, man" facendo impallidire di colpo Luke.
"Abigaaaaail – urlò felice Kim aprendo la porta della sua stanza
aspettandosi di trovare la cugina già sveglia e pimpante che si finiva di
sistemare. L'interpellata, al contrario delle sue aspettative, stava ancora
sotto le lenzuola, in pigiama, un po’ sudaticcia, con i capelli legati a
formare uno pseudo chignon che tutto faceva tranne che tenere i capelli –
ancora così stai? Sbrigati! Spegni la tv. Dobbiamo prepararci o si farà
tardi" aggiunse quasi presa da un
attacco isterico.
La ragazza la guardò accigliata, non capiva il perché di tutta quella scenata.
Scavò in ogni angolo della sua mente per cercare di ricordare se la cugina le
avesse detto qualcosa oltre il fatto che se ne andava in palestra ma non
ricordava niente. Non si arrese e cominciò a scavare più a fondo perché era
consapevole che la maggior parte delle volte, per distrazione, dimenticava
quello che le dicevano di fare. Dal tono di voce di Kim sembrava una cosa
importante ma cercò di non farci caso e con tutta la tranquillità del mondo si
girò verso il comodino alla sua sinistra per prendere il telefono e vedere
l'ora: mezzogiorno meno venti. Non le diceva proprio niente di niente
quell'orario a parte che tra un'oretta dovevano presentarsi al ristorante per
pranzare. E ora che ci rifletteva su il suo stomaco iniziava a farsi sentire:
non aveva mangiato più nulla dalla sera prima a cena.
Rassegnata Kim sbuffò e la raggiunse sul letto. La guardò per qualche secondo
senza dire niente, poi un sorriso comparve sul suo viso. Abigail conosceva bene
quell'espressione: ogni volta che faceva quel sorrisetto voleva dire che c'era
qualcosa di losco sotto. Da piccole ogni singola volta che dovevano combinare
qualcosa di nascosto era quello il sorriso che le si stampava in faccia.
"Mi arrendo, sputa il rospo. Che cosa mi sono persa? Ti conosco troppo
bene"
Kimberly si sistemò meglio sul letto: "Allora come sai questa mattina sono
andata in palestra e fin qui niente di nuovo. Arrivo in sala, mi fanno firmare
la liberatoria, alzo gli occhi e chi mi ritrovo davanti? Ashton e Luke –
Abigail era rimasta a bocca aperta. Era possibile che per una volta che era
rimasta a dormire aveva sprecato una simile occasione? Chi dorme non piglia
pesci le ricordò una vocina nella sua testa al che lei annuì rassegnata e
continuò a sentire il racconto della cugina – li raggiungo e li saluto. Poi non
ho ben capito perché Luke se ne va e mi lascia da sola con Ashton"
"Luke ti ha lasciata da sola con Ashton – ripetè Abigail sconcertata – ma
io pensavo che a Luke tu piacessi"
"Ma pure io. E poi si vede chiaro come il sole che Ashton ci prova con te.
Qui le cose sono due: o siamo noi che non sappiamo più interpretare i segnali
da parte dell'altro sesso o sono loro i cretini che sbagliano approccio. Guarda
non ho parole. Ci sono rimasta un po’ male sinceramente, poi, però mi è subito
passato di mente. Indovina perché?"
"Cosa? Che è successo? Oh mio dio, non mi dire che Ashton e Luke stanno
insieme"
Kimberly scansò la cugina con un gesto della mano: "Ma la smetti di dire
cacchiate? Non stanno insieme...almeno credo. Comunque penso di no perché poi
Ashton ci ha invitate a pranzo e a passare il resto della giornata in loro
compagnia. Abbiamo l'appuntamento tra una cinquantina di minuti"
Per poco Abigail non si strozzò con la sua stessa saliva. Si diede qualche
colpo sul torace e poi urlò: "CHE COSA? E me lo dici così? Oddio e cosa mi
metto adesso? È tardissimo e devo anche lavarmi i capelli. Kimberly io ti odio,
potevi dirmelo direttamente cinque minuti prima d'andare eh" in un nano
secondo la ragazza si era alzata dal letto, era andata a rovistare nell'armadio
e si era chiusa in bagno a lavarsi.
Tutta la tranquillità che aveva mentre stava guardando il programma in tv era
svanita. Mentre si spogliava iniziò a sudare più di quanto non stesse già
facendo per il caldo; il cuore iniziò a pompare più sangue alle arterie e una
strana sensazione alla bocca dello stomaco le fece venire un po’ d'ansia. Aprì
il getto d'acqua e lo impostò su freddo: doveva in qualche modo calmarsi, doveva
in qualche modo cercare di non pesare a cosa l'aspettasse ma più se lo ripeteva
e più la voglia di vedere Ashton si impossessava di lei.
Benissimo era cotta di un perfetto sconosciuto.
Prima di uscire dalla stanza si rimirarono per l'ennesima volta nelle grandi
ante vetrate dell'armadio che arrivavano fino sopra il soffitto; tutto sommato
si erano vestite comode: pantaloni corti e maglietta. Abigail era rimasta sul
neutro scegliendo dei calzoncini di jeans a vita alta e una maglia grigia che
finiva poco più sopra dell'ombelico. Kimberly era andata su un look più
colorato optando per dei pantaloncini arancioni che riprendevano il colore
delle ciliegie sopra la maglietta.
Le due erano elettrizzate all'idea di pranzare con i ragazzi. Avevano già
mangiato insieme la sera prima e quella prima ancora ma stavolta erano agitate
come se fosse il loro primo vero appuntamento; non sapevano spiegare il perché
ma avevano una buona sensazione.
Appurato che stessero bene e che fossero presentabili uscirono dalla stanza,
chiusero la porta e si incamminarono verso l'ascensore con il sorriso stampato
in faccia. Ogni volta che i loro sguardi si incrociavano scoppiavano a ridere
senza avere un motivo preciso. Erano troppo felici.
Fecero il percorso che le avrebbe portate al buffet in modo meccanico, neanche
vedevano dove stavano andando come se una qualche forza magnetica le stesse
guidando e attirando verso Ashton e Luke. Avevano la testa tra le nuvole;
pensavano a cosa avrebbero dovuto dire, a cosa avrebbero dovuto fare, a come
avrebbero dovuto comportarsi. Erano così prese dai loro pensieri che quasi non
si accorsero di essere arrivate. Tornate con i piedi per terra li videro:
stavano in piedi davanti l'entrata a parlottare. Sentivano Ashton ridere di
cuore, probabilmente Luke aveva fatto qualche battuta idiota o magari aveva
fatto qualche figuraccia.
"Buongiorno" salutò Abigail quando fu abbastanza vicina da essere
sentita.
"Buongiorno dormigliona" la canzonò Ashton prima di avvicinarla a se
e darle due baci sulle guance che la fecero un po’ arrossire. Poi si girò a
salutare Kim e Luke fece lo stesso.
Continuava a fare un po’ il sostenuto e Kimberly se ne accorse immediatamente
ma provò a non dargli peso, magari aveva bisticciato con Ashton o aveva qualche
problema suo, avrebbe indagato più tardi, provando a parlargli un po’. Ora non
voleva farsi guastare il malumore.
"Allora, andiamo a mangiare? Ho una fame!" disse, indicando il
ristorante alle loro spalle.
"Sì! – esultò Ashton, prendendo sotto braccio Luke e Abigail ed entrando –
cerchiamo di mangiare in fretta, così possiamo fare molte più cose in giro per
la nave!"
Li trascinò all'interno senza minimamente preoccuparsi, poi si divisero per
prendersi da mangiare. Abigail e Kim si lanciarono un'occhiata piena di
sottointesi, elettrizzate al pensiero del pomeriggio che stavano per
trascorrere.
"Allora, da dove vogliamo iniziare?" esordì Luke stiracchiandosi
appena uscirono dal locale esprimendo al contempo i pensieri delle due ragazze.
Quasi in maniera automatica gli sguardi si spostarono su Ashton; in fondo era
stata sua l'idea di esplorare la nave: "Non so – disse grattandosi la
testa – che ne dite di iniziare dalla sala giochi? Magari poi potremmo andare
al casinò o al cinema 4D. Vi piace come idea?"
"Si, mi piace come idea – disse Kimberly mentre incominciava
ad avviarsi all'ascensore per andare al settimo piano. Poi si girò verso i
compagni e indicandoli continuò – quindi iniziatevi a preparare
psicologicamente al fatto che verrete battuti"
"Questa dovrebbe essere una sfida?" domandò Luke con tono
provocatorio lasciando la ragazza un po’ disorientata visto che per tutto il
pranzo non aveva fatto altro che rispondergli a monosillabi.
"Forse" rispose lei ammiccando con le sopracciglia.
I quattro presero l'ascensore e scesero al settimo piano. Il livello, al
contrario degli altri, era pieno di gente; c'era un via vai continuo dato
probabilmente dalla presenza sia della sala giochi per i ragazzi che dal casinò
per i più grandi.
I ragazzi, entrati nella sala giochi, rimasero estasiati: c'erano così tante
cose da poter fare che non sapevano da che parte iniziare. Ashton in quel
momento si sentiva molto il maschio alpha della situazione, colui che doveva
prendere le redini del gruppo e risolvere l'arduo problema. Scrutò attentamente
il locale e vide che la gente era posizionata strategicamente attorno ai giochi
in modo tale da prendere il controllo di questi non appena il giocatore
precedente lo lasciava per qualcos'altro di più interessante. Non erano
persone, erano avvoltoi in attesa del proprio turno. Il ragazzo stava per
rassegnarsi all'idea di fare una fila che arrivava fino a poppa solo per farsi
una partita al simulatore di formula uno, quando riuscì ad intravedere tra la
folla un paio di ragazzini che giocavano a biliardino. Fece segno ai suoi
compagni di seguirlo e, non appena raggiunsero i due ragazzi, notarono che
nessun altro stava facendo la fila per quel gioco.
"Sapete giocare a biliardino?" chiese alle ragazze mentre aspettavano
il proprio turno. Queste inizialmente si guardarono dubbiose, poi all'unisono
risposero: "Più o meno"
"Dai, allora vi insegniamo noi – Ashton si avventò sul gioco
appena i ragazzini se ne andarono – vediamo...Kim tu vai con Luke, Abigail
starà in squadra con me"
Nonostante le due non fossero degli assi nel biliardino possiamo
tranquillamente affermare che, dopo aver ricevuto qualche piccolo aiutino, se
la cavarono. Inizialmente Ashton e Luke le avevano piazzate in porta: in
sostanza giocavano solo loro due in attacco; quando la pallina raggiungeva gli
estremi del campo la maggior parte delle volte finiva in porta senza neanche
aver dato la possibilità a Kim e ad Abi di controbattere. Stanche di stare in
piedi a guardare gli altri due giocare chiesero ai ragazzi se potessero fare a
cambio di posizioni, almeno avrebbero toccato qualche pallina in più e non
sarebbero state a braccia conserte ad aspettare che la palla arrivasse nella
loro parte di campo. In quel preciso istante, quando la zona d'attacco diventò
la loro, i loro spiriti combattivi vennero a galla. Ce la misero tutta per
cercare di sembrare delle brave ed educate giocatrici; in fondo erano anche
delle donne, dovevano mantenere un certo contegno ma, evidentemente, girare una
stecca di metallo era troppo complesso per le loro capacità. Iniziarono a bassa
voce, senza farsi sentire troppo, con delle imprecazioni dette in mezzo ai
denti stretti; poi, dopo l'ennesima palla persa, Kimberly inveì ad alta voce
lasciando un po’ tutti esterrefatti. Immediatamente si giustificò dicendo che
non era per niente capace e Luke si offrì volontario per aiutarla mentre Ashton
spiegava ad Abigail la strategia da attuare per vincere la partita.
"Il movimento da fare è questo" disse Luke facendo scorrere con
potenza la mano verso il basso e bloccandola quando il manico della stecca era
arrivato alla fine del palmo. Un po’ goffamente Kim cercò di imitarlo al che
lui le si avvicinò, le prese la mano e l'accompagno nel movimento. In quel
momento una qualsiasi persona si sarebbe fatta gli affari suoi ma Ashton non
era una qualsiasi persona e infatti se ne uscì fuori: "Ehi, man, che sei
rimasto in discoteca?"
"In che senso?" chiese il ragazzo aggrottando la fronte.
"Beh, le stai appiccicato come una cozza" disse ovvio lui.
Luke si staccò subito come se avesse scoperto che Kimberly fosse affetta da
ebola. Senti il mondo cadergli addosso; sbiancò di colpo per poi diventare di
un intenso color rosso. Dentro di se una marea di emozioni stavano lottando per
avere la meglio su di lui: disperazione, imbarazzo, rabbia, vendetta. Ma come
era saltato in mente a Ash di dire una cosa del genere; avrebbe preferito
morire che sentirsi addosso lo sguardo curioso di Kim. Ma perché? Perché
l'aveva fatto? Gli piaceva così tanto vederlo in difficoltà? Lui non gli aveva
mai fatto niente di male, era sempre stato gentile e cosa riceveva in cambio?
Figuracce che preferiva evitare, specialmente se così imbarazzanti. Fece un
respiro profondo deciso a dirgliene quattro quando sarebbero tornati in camera.
Di sicuro non avrebbe fatto una scenata in quel momento, non voleva mettere il
dito nella piaga.
"Forza riprendiamo la partita, stavamo quattro a due per noi" disse
Abigail cercando di smorzare quell'atmosfera imbarazzante che si era creata.
Ricominciarono a giocare e, grazie al colpo che Luke aveva insegnato a
Kimberly, i due recuperarono e addirittura vinsero la partita. Per festeggiare
si abbracciarono felici e Ashton, che ovviamente non si faceva sfuggire nulla,
ma proprio nulla, disse: "Oh come coppia, però, funzionate bene".
Abigail, che aveva visto lo sguardo di fuoco che Luke stava rivolgendo
all'amico mentre era stretto nell'abbraccio, diede una botta a Ash per fargli
capire di finirla. Questo, invece, come se nulla fosse fece l'occhiolino a Luke
e invitò la ragazza a farsi una partita al simulatore di formula uno.
La giornata passò velocemente e in un batter d'occhio Abi e Kim si ritrovarono
in camera a sistemarsi per la cena di gala che l'aspettava quella sera. Come
dei veri gentiluomini Ashton e Luke si erano proposti di passarle a prendere alle
20 in camera loro e le ragazze non stavano più nella pelle: li avrebbero visti
vestiti eleganti, con lo smoking e, si sa, un uomo in smoking è qualcosa a cui
non si può resistere, soprattutto poi se è già bello vestito casual.
I primi dieci minuti li passarono a discutere su chi dovesse entrare in bagno
per prima incuranti che così stavano solamente perdendo tempo prezioso; era la
prima volta che si incaponivano su una cosa così frivola ma entrambe volevano
essere bellissime quella sera, volevano stupire i ragazzi, e stare venti minuti
sdraiate sul letto a guardare il soffitto non era un buon inizio. Decisero di
giocarsela a morra cinese e, con la solita fortuna che aveva Abigail, aveva
finito per ritrovarsi davanti la tv a vedere la replica del programma che aveva
visto quella mattina. Fece un po’ di zapping ma poi, stanca di cercare ancora,
lasciò la tv sintonizzata su un programma musicale russo e andò in bagno a dare
fastidio a Kimberly.
Bussò alla porta e senza aspettare una risposta aprì la porta ed entrò. Abbassò
la tavoletta del wc e si sedette li sopra. Kim la guardò per tutto il tragitto:
"No, ma fai pure" disse scherzando.
"Che c'è?" chiese Abi prendendo dal beautycase lo specchietto per
controllare se nel corso della giornata si era presentato qualche brufolo
inatteso.
"Prendi e entri così" rispose Kimberly facendo la parte della finta
indignata.
Abigail prima la guardò storto, poi, accompagnata da un eclatante gesto della
mano, disse: "Ma zitta! Come se non ti avessi mai visto nuda! – la cugina
rimase un secondo in silenzio poi iniziò a ridere e come risposta le fece un
bel dito medio – passando ad argomenti più seri: secondo me a Luke piaci
proprio. Cioè con tutte quelle frecciatine che Ashton gli ha fatto non potrebbe
essere altrimenti"
"Si me ne sono accorta anche io però non riesco a capire perché prima mi
rispondeva a monosillabi; io credevo che dopo ieri un po’ si era sbloccato e
invece oggi sembrava che neanche volesse parlarmi. Non lo capisco proprio: se
gli piaccio dovrebbe fare conversazione con me non dovrebbe comportarsi in quel
modo, o sbaglio?"
"No, no, non sbagli, sono d'accordo con te. Ma a te piace? Con tutta la
faccenda di Evan non vorrei che poi si illudesse per niente, mi fa tanta
tenerezza. Ha un faccino così carino, a parte quando rimane incantato a pensare
a chissà cosa nel suo mondo fatto di arcobaleni e unicorni" disse Abigail
portandosi le mani sulle guance e stringendole.
"In che senso?" chiese trattenendo una risata la cugina.
"Nel senso che quando si incanta fa una faccia stupidotta, carina ma
stupidotta; dai non posso credere che tu, che noti perfino se l'attaccatura del
collo alla spalla è bella o brutta, non abbia fatto caso a questa cosa"
"D'accordo, d'accordo, lo ammetto, l'ho notato ma è così tenero e carino
che uno ci passa sopra – disse la ragazza uscendo dalla doccia e infilandosi
l'accappatoio – che poi ti sei persa una scena mentre stavamo al casinò. In
pratica avevo un po’ di sete così, visto che la roulette era occupata, gli ho
chiesto se gli andava di prendersi qualcosa da bere. Ci mettiamo in fila e
quando stavamo arrivando davanti al barman lui mi sussurra all'orecchio "Non so se ti danno da bere, mi sa che
chiedono la carta d'identità" al che io gli chiedo che problema ci
fosse e lui "Non possiamo bere, non
abbiamo 21 anni" allora io gli faccio "Parla per te e aspettami qua" – Abigail stava per morire
soffocata dal troppo ridere. A lei sembrava che sia lei che Kim dimostrassero
la loro vera età ma invece sembrava non essere così. Un sacco di volte le era capitato
di dover mostrare la carta d'identità per prendere un drink o semplicemente per
dimostrare alla gente che lei in realtà fosse una ventiduenne – arrivo davanti
al tipo che, effettivamente, mi chiede la carta d'identità e mi da i due drink.
Raggiungo Luke e mi fa "Ma ti sei
portata la carta d'identità falsa?". Ti giuro in quel momento non ce
l'ho fatta più e sono scoppiata a ridere come una matta. Gli ho detto che era
vera e lui l'ha voluta vedere a tutti i costi; avresti dovuto vedere la sua
faccia quando ha realizzato che ero più grande di lui di tre anni. Avrei voluto
fargli una foto per fartelo vedere, troppo divertente. Poi gli ho chiesto
perché pensava che avessi meno di 21 anni visto che lavoro e lui mi ha risposto
che non aveva realizzato il fatto che per fare il tecnico veterinario serviva
una laurea. È proprio un ragazzo distratto, vive sulle nuvole".
Abi si asciugò le lacrime che le erano uscite dal troppo ridere e mentre si
spogliava disse "Beh almeno adesso possiamo affermare che tutte le ore
spese a fare massaggi, a mettere creme, a bere acqua e a fare sport sono
servite a qualcosa; abbiamo trovato la formula della giovinezza"
"In effetti non devo darti tutti i torti – disse Kimberly indossando
l'intimo che aveva portato in bagno – tu invece che hai combinato con
Ashton?"
"Niente di che a parte il fatto che avrei voluto ucciderlo
perché mi ha portato a vedere un film horror al cinema 4D"
"A te non piacciono gli horror" affermò la cugina.
"Infatti, però lui è tutto scemo e avevamo fatto una scommessa, che
ovviamente ho perso, e quindi ho dovuto accettare"
Kimberly la guardò male per un secondo prima di abbassare la testa e iniziare
ad asciugarsi i capelli: "Non capisco perché insisti a fare scommesse se
poi tanto le perdi sempre" urlò questa per sovrastare il rumore del phon e
quello dell'acqua che scorreva.
"Lo so ma è più forte di me, mi piace fare scommesse; prima o poi
vincerò"
"Convinta te" tagliò corto Kim che aveva sentito già troppe volte
quella frase uscire fuori dalla bocca della cugina.
Dopo essersi lavate ed asciugate le ragazze stavano sedute sulla moquette della
stanza davanti lo specchio a finire di truccarsi.
"Oh ma poi non mi hai più finito di raccontare di come è stato al cinema
con Ashton. Che ha combinato? Ti ha stretto tra le sue possenti braccia? Su
racconta" esordì Kimberly mentre cercava di fare dritta la riga
dell'eyeliner.
Abigail era alle prese con un trucco nude, aveva già un vestito impegnativo non
le andava di esagerare con il trucco. "In realtà mi ci sono buttata io tra
le sue braccia – disse la ragazza mettendo il mascara; con la coda dell'occhio
vide la faccia sorpresa della cugina così continuò – non è stato voluto – si
affrettò a giustificare – era veramente pauroso quel film perché in pratica tu
vedevi con gli occhi del protagonista e a un certo punto è saltato fuori uno
zombie dal nulla e mi sono messa paura. Ho fatto un urlo e mi sono
letteralmente buttata su Ashton. Cacchio a me piacciono i cartoni animati non
queste cose horror, io ho un animo sensibile"
"Sì, hai un animo sensibile solo quando pare a te" disse Kim
facendole l'occhiolino e allontanandosi da lei per evitare di ricevere un pugno
sul braccio.
"Non è vero! Quanto sei scema! E comunque poi mi ha tenuta stretta a se
tutto il tempo" rispose con un sorriso da ebete stampato in faccia.
"Guarda che sorriso da pesce lesso hai, allora ti piace! Lo sapevo!"
Urlò la cugina in preda all'euforia. In quel momento Abi avrebbe voluto
risponderle che, si, le piaceva Ashton, le piaceva un ragazzo che conosceva da
due giorni e di cui non sapeva neanche il cognome, le piaceva perché non era un
peso stare in sua compagnia, la faceva ridere e soprattutto la faceva sentire
speciale ma, proprio in quell'attimo, qualcuno bussò alla porta: erano arrivati
i ragazzi e Abigail dovette tenere per se le sue confessioni.
Finalmente vediamo i ragazzi interagire un po' di più e conoscersi un po' meglio. Luke scopre che Kim è più grande di tre anni, mentre Ashton e Abigail passano un po' di tempo insieme: dite che la ragazza cederà, prima o poi?
Se il capitolo vi è piaciuto, fateci sapere cosa ne pensate <3
Un bacio