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Autore: Emmastory    27/11/2015    1 recensioni
Sempre nel tumultuoso anno 1615, la giovane Miriel continua a vivere la sua vita. Il tempo continua a scorrere, e nessuno sa cosa potrebbe succedere a lei e alle sue amate sorelle dopo ciò che è accaduto al suo amato Xavier. Una nuova avventura attende le tre giovani streghe, che si ritroveranno divise fra il loro segreto e le importanti decisioni che il loro essere impone con viva e inimmaginabile forza.
(Seguito di "Sangue di strega: Origine Magica)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di strega'
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Sangue-di-strega-II-mod
Capitolo XIII
Buio all’alba
Il silenzio. Sovrano di questa notte, mi regna attorno, e si rompe solo con il sibilare del vento e l’ululare dei lupi nei boschi. Sono ancora sveglia, e manca poco all’alba. Alzandomi, mi avvicino alla finestra, ed è allora che la vedo. Pura, lucente e magnifica, è indice dell’inizio di un nuovo giorno nella mia vita. Il vento è oggi freddo, e dati i miei trascorsi, qualcosa mi induce a credere che un evento mi sconvolgerà. Intanto, ammiro lo splendere e il sorgere del sole, gemma dorata che lentamente diviene regina del cielo. Poco dopo, sorrido, inspirando a pieni polmoni la gentile aria del mattino. Esco dalla mia stanza, e noto che Salem porta qualcosa in bocca. Un piccolo topo, cacciato durante una delle sue notti solitarie, con cui ora gioca tenendolo ben fermo fra le zampe. Quasi ignorandolo, mi siedo sul divano di casa, per poi immergermi nella lettura. Il tempo scorre, e il mio interesse si sposta su un vecchio e polveroso tomo lasciatomi in eredità da mia madre. È ormai passata a miglior vita, e come molte streghe, è stata scoperta e messa a morte sul rogo. Ha tentato di salvarsi, ma non ce l’ha fatta. I suoi occhi e il suo essere l’hanno tradita, e al contrario di me, lei non ha avuto nessuno al suo fianco. Così, piangendo amare lacrime e urlando a causa del dolore derivante dalle bruciature, ha lentamente accettato il suo destino, smettendo di dibattersi e tacendo definitivamente. Ora come ora, di lei non mi rimane nulla, salvo i miei nitidi ricordi uniti a questo libro, contenente tutte le informazioni riguardanti il nostro mondo. Un’ora trascorre veloce, e il ticchettio del vetro della finestra mi distrae. Sospendendo quindi tale attività, mi alzo al solo scopo di controllare, scoprendo che Hero, il gufo appartenuto a Logan, mi ha fatto visita. Aprendo la finestra, gli accarezzo il plumbeo piumaggio, per poi notare che stringe qualcosa nel becco. Istintivamente, gli mostro una mano, così da invitarlo ad aprirlo. Il mio espediente sembra funzionare, e appena un attimo dopo entro in possesso di quello che scopro essere un biglietto. Spinta dalla curiosità, lo tengo fra le dita, per poi capire che si tratta dell’invito al matrimonio di mia sorella. È scritto in maniera fine ed elegante, e afferma che i due si sposeranno fra un mese. In quel momento, Xavier mi raggiunge, ed io gli mostro quanto ho appena scoperto. “Logan e Minerva si sposeranno.” Dico, per poi tacere lasciando che le mie labbra si dischiudano in un sorriso. Mantenendo il silenzio, Xavier sorride a sua volta, e prendendo in mano quel biglietto, ne legge mentalmente il contenuto. Subito dopo, lo appoggia sul tavolo, scegliendo di concentrarsi su di me. Senza proferire parola, mi bacia, ed io fatico a negare i miei sentimenti. Seduti l’uno accanto all’altra sul divano di casa, continuiamo lo scambio di effusioni, intenso ma al contempo dolce e privo di esitazione. Il tempo scorre, e la notte cala. Xavier ed io siamo di nuovo insieme, decisamente in vena di amarci. La notte e nostra compagna, e la luna splende sui nostri corpi, raggiungendo poi i nostri cuori nobili e colmi d’amore. Il mattino successivo arriva senza farsi attendere, e mentre lo stesso sfuma nel pomeriggio, qualcuno bussa alla mia porta. Aprendola, scopro l’arrivo di mia sorella Minerva, venuta a farmi visita come è solita fare da tempo ormai immemore. Per qualche strana e arcana ragione, non parla, e ha il viso scuro, contratto in una smorfia di tristezza. “Che ti succede?” le chiedo, provando istintivamente pena per lei. “Niente.” Risponde, mentre una lacrima le solca il volto. Istintivamente, le cingo un braccio attorno alle spalle, confortandola e invitandola a parlare. Respirando profondamente, si prepara a farlo, ma fallisce nel suo intento scoppiando a piangere. “Ho perso il bambino.” Ammette, faticando a respirare e tirando su col naso. “Mi dispiace.” Rispondo, in tono mesto. Subito dopo, la abbraccio nel tentativo di rinfrancarla, e lei accetta senza proteste. Seppur lentamente, le ore diurne si susseguono, e il buio torna a scurire il cielo. “Posso restare?” mi chiede, sperando nella mia ospitalità. Sorridendo, annuisco, congedandomi da lei unicamente per cercarle una coperta. Gli anni sono inesorabilmente passati, e molte cose sono ormai cambiate. Difatti, mia sorella avrebbe potuto occupare la camera degli ospiti, ma sin dal giorno in cui Jocelyn è entrata a far parte delle nostre vite, tale soluzione non è applicabile, ragion per cui, non le resta scelta dissimile dal dormire sul divano. Stringendosi nelle spalle, Minerva non batte ciglio, sistemandosi quindi per la notte. Imitandola, raggiungo la mia stanza, per poi sdraiarmi sul letto e addormentarmi cadendo in un sonno profondo. La mattina dopo, sono in piedi di buon’ora, e nonostante sembri sveglia e pronta ad iniziare una nuova e lunga giornata, mia sorella sostiene di essere priva di forze. Guardandola, non chiedo ulteriori spiegazioni, riuscendo a comprenderla perfettamente. Ha appena perso quello che sarebbe diventato il suo primo figlio, e dopo quanto le è accaduto, si è letteralmente chiusa in sé stessa. Avvicinandomi, l’ho dolcemente spronata a vestirsi, asserendo che l’avrei presto riaccompagnata a casa. Non proferendo parola, si è limitata ad annuire, per poi mettersi in piedi e raggiungere autonomamente la porta di casa. Il suo animo è ora ferito, e nonostante l’amore che la sua intera famiglia provi per lei, ora non riesce a vedere nulla ad eccezione del buio prima della nuova e luminosa alba che attende con pazienza.  
   
 
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