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Autore: Eliatheas    01/03/2009    9 recensioni
Resto qui, guardandoti andare via, con le spalle voltate verso di me.
Resto qui, sotto la pioggia incessante che cade su di me con violenza, che mi inzuppa i vestiti, che mi incolla i capelli al viso.
Resto qui, sotto la pioggia, nella voragine.
Fanfiction partecipante al Pre-Twilight Contest indetto da Queen_of_sharingan_91 e piazzatasi settima.
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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In the rain ~

Piove.
Dannazione, piove sempre, qui. Piove come al solito. Non c’è un giorno in cui non piova in questa maledetta riserva di questa maledetta città.
Piove anche ora, mentre te ne stai impalato accanto ad un tronco, senza sapere cosa dire.
Neanche io so cosa dire, ora.
“Che cosa vuol dire che non ce la fai?” chiedo, con voce rabbiosa. Non sono mai stata irascibile, ma tutto questo - il tuo comportamento, le tue azioni, le tue parole – mi hanno fatto male e cerco di nasconderlo dietro una maschera di rabbia.
“Che non ce la faccio, Leah. Sono stanco di fingere” Ti scosti dall’albero e mi vieni incontro, con aria tormentata. Mi fai paura, Sam. Non sei più tu, dannazione. E’ come se un altro avesse preso le tue sembianze annullando il tuo carattere. Dove sei, Sam? Dov’è quel ragazzo felice, allegro, con il sorriso stampato sul volto? Dov’è il ragazzo che amo [e che mi ama] ?
Perso da qualche parte qui a La Push, immagino. Forse nascosto dietro una casa, in attesa che io lo trovi. Ma non lo farò, Sam. Io ne ho abbastanza di cercare te.
La pioggia mi colpisce incessantemente, ma non mi scosto, non cerco di ripararmi. Perché so, in qualche modo, che quello che tu stai per dirmi farà più male delle gocce di pioggia che cadono con violenza su di me.
Mi prendi il viso tra le mani e mi guardi con gli occhi pieni di lacrime. Le tue mani sono calde, bruciano sul mio volto. Mi divincolo dalla tua presa, ma tu sei più forte di me e mi arrendo, sospirando. Guardo nelle tue iridi nere, ma mi rendo conto che questi non sono i tuoi occhi. Sono occhi che mi fanno solo male.
“Fingere cosa, Sam?” domando. La collera svanisce dal mio tono di voce, forse perché quando sono vicina a te non riesco a fare finta. E la voragine si spalanca nel petto, inesorabile. Ci cadrò dentro, senza la minima speranza di uscirne.
“Fingere che vada tutto bene” rispondi. La tua voce è tormentata, spezzata da singhiozzi inesistenti. Mi ferisce più di quanto pensassi.  “Non va bene, Leah. Tra noi due, intendo”
Ti fisso con le lacrime agli occhi, ma so che non piangerò. Non voglio piangere, non voglio essere debole anche questa volta. Devo essere capace di andare avanti, di dimenticare. Devo avere il controllo di me.
“Cosa c’è che non va?”
Ancora una domanda, ma stavolta tu non rispondi e ti allontani da me, appoggiandoti nuovamente all’albero.
La pioggia continua a cadere su di noi, ma tu non te ne accorgi neanche. Sento freddo, mi stringo le braccia al petto, la camicia che indosso è zuppa e incollata al mio corpo. Ma non mi sposto. Non posso spostarmi. O forse non voglio. La linea di confine è così sottile che non la vedo neanche.
“Mi molli, allora? Non hai il coraggio di affrontare questo momento e decidi che deve finire così?” chiedo. La mia voce è ferma, non piango. Delle gocce di pioggia colpiscono le mie guance. O forse sono le mie lacrime, ma non lo voglio ammettere.
“Credo che sia inutile continuare così, Leah, se io non ti amo più”.
Crac.
Un dolore sordo al petto, sento il mio cuore frantumarsi in miliardi di schegge che urtano dappertutto. E il dolore è dappertutto. Nel mio cuore inesistente, nelle braccia che tengo inerti accanto al corpo, nelle mani che sono chiuse a pugno, con le unghie che mi penetrano nella pelle; nelle gambe che non mi reggono in piedi... Non riesco a liberarmi di questo dolore, neanche per un secondo. E’ come se fosse già parte di me.
“Non … non mi ami?” chiedo, scandendo con particolare attenzione tutte le parole. Come se non potessi crederci. No, non ci posso credere. Non riesco a credere che il mio Sam, colui che mi ha stretta a sé per tanto tempo, che ha fissato storto chiunque mi guardasse per più di due secondi, che mi ha baciata con tanto ardore, la prima volta, che mi ero sentita svenire...non posso credere che il mio Sam possa dirmi che non mi ama più.
“E’ da un secolo che cerco di dirtelo, Leah, ma tu hai sempre fatto finta di nulla” Tremi, ti torturi le mani. Sarà il senso di colpa, vero? Perché di me non te ne importa più di nulla, visto il riguardo con cui mi hai trattata. “Ma ora devi capire, Leah. Devi capire che non è te che voglio accanto a me”
Spero con tutta me stessa di aver capito male, ma ormai dovrei sapere che le speranze sono destinate a infrangersi contro la verità.
“Okay” sussurro. Non so da dove venga questo tono di voce tranquillo e rilassato. La pioggia è violenta sul mio corpo, mi fa male. Ma non è nulla in confronto alla voragine che ha divorato il mio cuore. Ci sono dentro e non so uscirvi. Non so se mai ne uscirò, se qualcuno mi tenderà la mano e mi aiuterà a salire. Per ora, però, mi limito a rimanere sul fondo, senza forze, senza la voglia di salire. “Va bene. Va bene, Sam”
Ho gli occhi lucidi, ma non lo do a vedere.
E’ solo la pioggia.
“Leah, sono innamorato di tua cugina”
Si può spezzare un cuore già rotto?
“Di... Emily?” Che domanda stupida. Quante altre mie cugine conosci, Sam?
“Sì”
Già, di Emily. La mia dolce, delicata, eterea e bellissima cugina, che, in realtà, è come se fosse mia sorella. E, da un secondo all’altro, mi ritrovo ad odiarla, a non volerle più parlare, a pensare a lei con dolore.
Ti ha portato via, Sam. Ti ha portato via da me con i suoi sorrisi esitanti e i suoi sguardi schivi. E tu ti sei lasciato trascinare, incurante del fatto che io ti ami ancora. Ti sei lasciato trascinare, abbandonandomi indietro, ad arrancare, a cercare di raggiungerti.
Ma adesso basta.
Non arrancherò più dietro di te, non cercherò più di raggiungerti. Perché ora so che non ne vale la pena.
“Quindi... è finita” mormoro, guardanti con insolita calma. Fingere è diventato il mio principale obiettivo. Fingere che non stia male, che il mio cuore non sia spezzato. Fingere di essere insostenibilmente calma.
“Sì” Una sillaba che racchiude tutto il dolore del mondo. Perché stai male, Sam, se sei innamorato di mia cugina? Ti senti in colpa per me, per non aver saputo evitarmi il dolore?
Sta’ tranquillo, Sam. Ci penserò io a me stessa. Sono brava in questo, no? Te l’ho sempre detto.
Ti avvicini un po’ e mi prendi il viso tra le mani, ancora una volta. La tua stretta brucia sulla mia pelle, un dolore fisico che non è minimamente paragonabile a quello che ho dentro, ora. Perché ti ostini a comportarti così, sapendo di farmi del male? Perché mi dici che non mi ami più e poi mi tratti come se tutto fosse tornato come prima?
Ti chini su di me e posi un lieve bacio sulle mie labbra. Cerco di tenerti stretto a me, mi appiglio alla tua camicia, passo la mano fra i tuoi capelli, ma non serve a nulla. Ti scosti da e mi sorridi tristemente, lasciandomi sola nella voragine.
E vorrei urlarti di salvarmi, mentre tu ti stai allontanando sotto la pioggia. Vorrei urlarti che io ti amo e che a te non te ne frega nulla di me.
Vorrei fermarti, sotto la pioggia, e baciarti ancora, stringermi a te per riscaldarmi, sentire che tu mi ami, ma non faccio nulla di tutto questo.
Resto qui, guardandoti andare via, con le spalle voltate verso di me. Resto qui, sotto la pioggia incessante che cade su di me con violenza, che mi inzuppa i vestiti, che mi incolla i capelli al viso.
Resto qui, sotto la pioggia, nella voragine.
E penso che mi mancherai.

 

Angolo Autrice



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E’ con questo lavoro che mi sono presentata al Pre-Twilight Contest indetto da Queen_of_sharingan_91, piazzandomi settima.
Be’, non è così male, considerando che è il mio primo contest.
So che Sam è OOC –tremendamente, aggiungerei -  ma all’ epoca non me ne ero accorta. Me ne sono accorta una volta inviata la storia, come una deficiente.

   
 
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