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Autore: KeyLimner    27/11/2015    1 recensioni
"Sono secoli che Marta cammina nel Labirinto.
Ha appena lasciato dietro di sé l’Angolo dei Buoni Propositi e quello del Duro Lavoro, e si avvicina al Sentiero dei Bei Voti. Vorrebbe imboccare quella stradina, che le appare così luminosa e piacevole, ma l’ingresso è recintato: accanto, un cartello che invita a tornare all’Angolo del Duro Lavoro. Marta prova a ripercorrere i propri passi, ma d’un tratto si ritrova a un bivio e non ricorda più che strada avesse scelto. Disperata, ne imbocca una a caso: naturalmente, quella sbagliata. Ancora qualche svolta, ed eccola di fronte al Vicolo della Dieta e dell’Esercizio Fisico, che ignora. Ma quando giunge al Sentiero del Fisico Perfetto, e vede che l’accesso è negato come nel precedente e c’è un segnale che la rimanda al Vicolo della Dieta e dell’Esercizio Fisico, emette un gemito esasperato. Cade in ginocchio.
Quand’è che è entrata nel Labirinto? Non se lo ricorda più"
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono secoli che Marta cammina nel Labirinto.
Ha appena lasciato dietro di sé l’Angolo dei Buoni Propositi e quello del Duro Lavoro, e si avvicina al Sentiero dei Bei Voti. Vorrebbe imboccare quella stradina, che le appare così luminosa e piacevole, ma l’ingresso è recintato: accanto, un cartello che invita a tornare all’Angolo del Duro Lavoro. Marta prova a ripercorrere i propri passi, ma d’un tratto si ritrova a un bivio e non ricorda più che strada avesse scelto. Disperata, ne imbocca una a caso: naturalmente, quella sbagliata. Ancora qualche svolta, ed eccola di fronte al Vicolo della Dieta e dell’Esercizio Fisico, che ignora. Ma quando giunge al Sentiero del Fisico Perfetto, e vede che l’accesso è negato come nel precedente e c’è un segnale che la rimanda al Vicolo della Dieta e dell’Esercizio Fisico, emette un gemito esasperato.
Cade in ginocchio.
Quand’è che è entrata nel Labirinto? Non se lo ricorda più. Ricorda che sedeva alla scrivania, tracciando forme a casaccio con i suoi pastelli colorati, e qualcuno è venuto a strapparle la matita di mano, e le ha detto che per disegnare una casa non doveva scarabocchiare in quel modo, ma doveva fare così e così. E lei ha fatto così e così. E un secondo dopo era nel Labirinto, e non erano più soltanto le case che dovevano essere fatte così e così, ma anche i fiori, gli alberi, i cani, i gatti… Poi è comparsa una signora gentile di nome “Maestra”, e le ha spiegato che esistono cose chiamate Libri, e una strana cosa chiamata Matematica, e che deve studiarli se vuole trovare la sua strada.
All’inizio sembrava facile. Poi tutto è diventato sempre più complicato. A un certo punto ha provato il forte impulso di fuggire, ma non rammentava più da dove fosse partita. Adesso sta ancora cercando la strada… per tornare indietro o per andare avanti, ormai non fa differenza… e si sente sempre più persa.
Mentre se ne sta lì accasciata, vede sfrecciare davanti a sé un’ombra. Incuriosita, la segue, ma quella è troppo veloce. Non riesce ad acchiapparla.
«Fermati!», le grida. «Non voglio farti del male!».
Ma l’ombra continua a correre. Forse non si fida.
Dopo un po’, inciampa e cade, e non riesce più a rialzarsi. Marta la raggiunge. Sulla parete di fronte a lei, campeggia il gigantesco affresco di una villetta di campagna, con tanto di veranda e terrazzino. Ai suoi piedi, una bambina di quattro anni, circondata da una manciata di pastelli e da un foglio, su cui sono disegnate alcune forme colorate dai tratti incerti.
Si alza una folata di vento, e il foglio vola via.
  
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