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Autore: Shayleen Fairchild    27/11/2015    1 recensioni
Shadowhunters and Downwolders, la vostra amica Shayleen è tornata a sottoporvi una nuova storia. Si tratta della mia prima long, spero che questo piccolo estratto dal primo capitolo vi incuriosisca. Se così sarà, ci vediamo dentro. ;)
Dal primo capitolo:
Il maggiore dei fratelli Lightwood stava semplicemente avendo un incubo, un incubo che stava scavando dentro di lui una terribile voragine lasciandogli una sensazione di perdita, di solitudine, come se qualcosa gli fosse stato strappato via dal petto, lasciandolo sanguinante e incompleto. Si svegliò di soprassalto mettendosi a sedere sul letto ormai completamente disfatto e cercando di riprendere a respirare in maniera normale anziché con l’affanno, come se avesse appena corso o combattuto una decina di battaglie senza fermarsi. Si portò una mano sul cuore, socchiudendo gli occhi, ma non riusciva a far passare quella brutta sensazione. “Probabilmente è solo un residuo del sogno”, si disse.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Colloqui e Speranze
Quando entrarono nella salone principale, Maryse non alzò nemmeno lo sguardo da tutti i documenti sulla sua scrivania che ad Alec sembravano per lo più messaggi o rapporti. –Ragazzi devo parlarvi abbiamo un...- La sentì cominciare a parlare e bloccarsi quando, alzato lo sguardo, vide lo stregone accanto a lui. –Magnus Bane?- Disse poi interrogativa.
-Avete proprio un Magnus Bane al vostro cospetto, Maryse.- Disse lui con un sorrisetto divertito per la sua stessa battuta e Alec poté notare Izzy e Jace sorridere appena.
-Stavo per dire che abbiamo un problema e dovevo parlare con i miei figli, ma se ci sei anche tu è molto meglio!- Rispose Maryse e Alec cominciò a sentire una strana sensazione, come un brutto presentimento.
-Che succede mamma?- Chiese Isabelle, sedendosi su uno dei divanetti della stanza con Clary e Jace accanto a lei.
-Siamo davanti ad un nuovo problema.- Sentì dire a sua madre, mentre Alec prendeva posto sulla poltrona, vedendo Magnus sedersi sul bracciolo accanto a lui. Vide sua madre ancora leggermente sorpresa, ma non disse nulla ed Alec gliene fu grato. –Dei nuovi demoni, mai visti prima e che il Consiglio non sa riconoscere hanno iniziato ad attaccare diverse città negli ultimi mesi. Ci sono stati sempre solo feriti, morti successivamente a causa delle ferite inferte dagli artigli di quei demoni. Non sappiamo esattamente cosa vogliono, ma sappiamo che hanno attaccato a Dublino, a Roma, e qui in America a Seattle.-
-Credo sia abbastanza chiaro che stanno cercando qualcosa. Ma si ha un’idea di cosa?- Si intromise Jace, guardando Maryse.
-Jace... Non sappiamo nemmeno chi sono...- Cominciò Maryse, Alec fece un profondo respiro e interruppe la madre.
-Noi forse si!- Le disse, guardandola e abbassando poi gli occhi, sotto lo sguardo leggermente arrabbiato della donna.
-Che vorrebbe dire “voi forse si.”? Cosa mi state nascondendo, Alexander?- Sua madre si era rivolta direttamente e lui e quando Alec sentì Magnus pronto a parlare gli mise una mano sulla coscia come a fermarlo e rialzò lo sguardo sulla madre.
-Due giorni fa avevo scoperto che Magnus era stato rapito,  nel suo loft avevo trovato un foglio in pergamena che diceva che non dovevo avvertire il Conclave altrimenti mi avrebbero mandato un “pensierino” per farmi sapere che facevano sul serio. E volevano anche che Magnus facesse qualcosa per loro. Noi...- Disse facendo comprendere alla madre che erano tutti coinvolti, ma non si preoccupò vedendo gli sguardi orgogliosi di Jace e Isabelle. -...abbiamo fatto delle ricerche, ma in realtà non avevamo trovato molto, se non fosse stato per un appunto che avevamo trovato da Magnus, e le stesse ricerche le abbiamo fatte poi nei suoi documenti. Lascerò che sia Magnus a spiegarti di loro però... c’è un’altra cosa che devi sapere. Ieri sera abbiamo fatto irruzione dove lo tenevano prigioniero e ne abbiamo fatti fuori una ventina, liberando Magnus.- Alzò di nuovo lo sguardo sul viso di sua madre e vide un’espressione strana, quasi come fosse orgogliosa di loro, ma cambiò subito e Alec credette di averlo immaginato.
-Parlami di questi demoni, Magnus Bane, la cosa si è fatta troppo seria.- Gli disse Maryse, alzandosi dalla scrivania e andando più vicina a loro, quasi come se così potesse sentire meglio il racconto dello stregone.
-Sono demoni che per millenni non si sono mai fatti vedere, non si sa quasi nulla di loro, a meno che non si abbia la loro stessa età, o si sappia bene come cercare.- Iniziò Magnus, ed Alec vide qualcosa nel suo sguardo rabbuiarsi per poi tornare quello di prima. –Non hanno un proprio nome, camminano sempre in gruppo e si fanno chiamare l’Alleanza di Sokovas. Per quello che sono riuscito a scoprire sono demoni creati direttamente da Lilith, per questo si definiscono suoi figli. Avrebbero dovuto essere suoi soldati, ma un giorno si ribellarono e lei li maledisse, asservendoli a sé per il resto dell’eternità.- Maryse avevo lo sguardo sempre più preoccupato, mentre Magnus parlava.
-Se erano asserviti a lei per l’eternità, li ha mandati lei?- Chiese guardando lo stregone negli occhi.
-Lo avevo pensato anche io, ma mentre ero in cella ho sentito dire da uno di loro che Asmodeo li aveva liberati perché compissero una missione.- Sentì pronunciare quel nome per la seconda volta dalla voce di Magnus, ma quella volta sentì un fremito, come se faticasse a pronunciarlo. Spostando lo sguardo su sua madre, vide che era sbiancata, completamente pallida.
-Uno dei principi degli Inferi?- Sussurrò Maryse, spostando lo sguardo da Magnus, che semplicemente annuì alla sua domanda, alla sua scrivania. –Devo mandare un messaggio al Console e far anticipare la riunione della settimana prossima.- Disse andando verso la scrivania e scrivendo un messaggio e mandandolo a Jia Penhallow.
-Penso sia la cosa migliore. Credo che la situazione sia più complicata di quello che pensaste.- Affermò Magnus, vedendo il foglio con il messaggio sparire poco dopo.
Maryse si voltò a guardare i ragazzi sul divano. –Dovreste lasciarmi da sola con Magnus Bane, abbiamo delle cose da discutere.- Disse la donna, guardando poi direttamente Clary. –Tu dovresti andare a casa e dire tutto a Lucian e tua madre.- Le suggerì Maryse, vedendo Clary annuire e stringersi contro Jace che aveva posato un braccio sulle sue spalle come per rassicurarla. Poco dopo Alec sentì lo sguardo della madre su di lui. –Dovresti andare anche tu, Alexander.-
Alec si alzò, facendo un passo verso la madre per protestare, ma si sentì afferrare il polso e si voltò verso Magnus. –Vai, non preoccuparti. Non potrei nasconderti nulla comunque, lo sai.- Gli disse in un sussurro, così che Maryse non li sentisse. Alec semplicemente gli sorrise dolcemente e annuì, raggiungendo la sorella fuori dalla porta.
Alec e Izzy, dopo essersi chiusi la porta alle spalle e aver lasciato Magnus con Maryse, si erano diretti silenziosamente nella stanza del maggiore dei Lightwood. Appena furono entrati entrambi, Alec si chiuse la porta alle spalle.
-Cosa credi che succederà?- Si sentì chiedere da Isabelle e si voltò a guardarla, vedendola visibilmente preoccupata.
-Beh, essendoci la riunione, penso che andremo tutti ad Alicante. Voglio dire, in fondo, siamo gli unici ad aver visto e sconfitto quei demoni, anche se non ne sappiamo molto nemmeno noi.- Le disse, andando a sistemare il letto per tenersi impegnato in qualcosa. Vide Chairman salire sopra il copriletto appena sistemato e si sedette lui stesso.
-Sono preoccupata Alec. Sì, siamo abituati a combattere demoni, ma qui parliamo di demoni inviati da uno dei principi degli Inferi.- Disse Isabelle, rabbrividendo appena e andando a sedersi sul letto del fratello.
-Lo so Iz, lo capisco. Sono preoccupato anche io. Ma ce la faremo, ho un buon presentimento.- Le disse, cercando di rassicurarla, sorridendole come quando erano bambini ed andando accanto a lei, sedendosi dietro di lei e abbracciandola.
-Mi mancava questo abbraccio.- Sussurrò lei, chiudendo gli occhi, posando le mani su quelle del fratello intrecciate sulla sua vita e lasciandosi andare contro di lui, sentendosi protetta da tutto.
Alec sorrise a quella frase, posando il mento sulla spalla della sorella e restando stretto a lei. –Sono un po’ più tranquillo sapendo che voi non potrete combattere.- Le disse, dopo un po’, pur sapendo che lei avrebbe cominciato a protestare.
-E tu credi che io e Jace ti lasceremo scendere da solo sul campo? Senza di noi?- Chiese lei, voltandosi appena, guardandolo con occhi di fuoco.
-Probabilmente nemmeno sarò “sul campo”, ma prenderò una buona posizione dall’alto con il mio arco.- Le rispose lui, cercando di tranquillizzarla.
-Non importa. Dovrai legarci per non farci combattere.- Disse lei, facendo sospirare il fratello.
-Iz, non ti ricordi di essere stata ferita ieri? Meno male che Magnus è intervenuto subito, non voglio immaginare cosa sarebbe potuto succedere...- La voce di Alec diventava sempre più flebile mentre parlava e Isabelle si voltò un po’ nel suo abbraccio e lo guardò, dispiaciuta, buttandogli poi le braccia al collo.
-Mi dispiace Alec.- Sussurrò lei, contro il suo orecchio, mentre lui la stringeva nuovamente.
-Tranquilla.- Rispose Alec in un sussurro, accarezzandole la schiena. –Non preoccupiamoci prima del tempo. Stiamo a vedere che succede, okay?- Le chiese, scostandosi appena per poterla guardare negli occhi.
-Okay. Stiamo a vedere.- Rispose lei, dandogli un bacio sulla guancia, sciogliendo poi l’abbraccio e uscendo dalla stanza.
Quando Isabelle uscì dalla stanza, lui si lasciò ricadere contro i cuscini con un sospiro e sentì Chairman infilarsi sotto la sua mano in cerca di coccole. –Che c’è Chairman?- Il gattino fece semplicemente le fusa mentre lui lo accarezzava e Alec sorrise appena. Portò anche le gambe sul letto, non preoccupandosi di avere ancora le scarpe ai piedi e lasciò i pensieri vagare, liberi. Ripensò a sua madre e a quella specie di espressione orgogliosa che le aveva visto per circa due secondi, gli era sembrata quasi un sogno, ma perché non sperare che sua madre fosse davvero orgogliosa dei suoi tre figli? Niente gli impediva di lasciarsi cullare da quella speranza. Parlando di speranza, i suoi pensieri vennero subito catapultati in tutt’altro luogo. Era uno dei sogni più belli e felici che aveva fatto e, chissà, forse un giorno sarebbe riuscito a farlo avverare.
Chiuse gli occhi ripensandoci e senza accorgersene si addormentò, ritrovandosi in quel sogno.
Si trovava a Idris, ne era piuttosto sicuro, ma non conosceva quel luogo. Non sapeva se era frutto della sua immaginazione, ma poco gli importava. Era su un prato enorme, di un verde brillante, con degli alberi che si scorgevano in lontananza. Alzò lo sguardo su di lui e vide la linea della cucitura del bordo del tendone color avorio, rivelando subito dopo il cielo blu scuro, punteggiato di mille stelle luccicanti. Spostò lo sguardo attorno a sé vedendo decine e decine e decine di tavoli rotondi coperti con tovaglie dello stesso avorio, così come l’imbottitura delle sedie. Sopra ogni tavolo, c’era un bouquet di rose bianche spruzzate di glitter dorati, e tra i tavoli un’infinità di gente come lui mai aveva potuto vederne, tutti con il sorriso sulle labbra e la maggior parte con un calice di champagne in mano. Scorse sua sorella, coperta da un meraviglioso vestito in seta azzurro, che parlava con Simon e Magnus. Quando vide lo stregone, il suo cuore perse un battito per poi accelerare, vedendo il suo fisico racchiuso in un meraviglioso abito da cerimonia dorato e, conoscendolo, con una camicia avorio glitterata sotto. Normalmente l’oro era il colore delle donne Shadowhunters ai loro matrimoni, ma Magnus sapeva che il suo Alec non si sarebbe mai vestito in quel modo, quindi aveva optato lui per quella scelta, essendo piuttosto sicuro che sarebbe stata apprezzata da tutti. Quando Alec abbassò lo sguardo e vide il proprio vestito, sorrise vedendo che Magnus gli aveva concesso il nero, bordato d’oro e con le rune dorate come voleva la tradizione, a patto che portasse la camicia in avorio. E lui aveva acconsentito. Cos’altro avrebbe potuto fare? In fondo sapeva benissimo che anche potendo lui non avrebbe mai nemmeno provato a negare qualcosa a Magnus nel loro giorno speciale. Perché per lui essere felice significava vedere felice il suo stregone, suo marito. Faceva così strano pensarlo, si erano sposati solo da un paio d’ore e ancora non riusciva a crederci. Perso nei suoi pensieri non si rese conto di nulla, nemmeno di aver chiuso gli occhi, fino a che non sentì le braccia di Magnus cingergli il collo e lui li riaprì per incontrare il verde-oro degli occhi del suo Stregone.
-Che fai qui tutto solo Fiorellino?- Sussurrò Magnus, sorridendogli però felicemente. Era tutta la giornata che entrambi avevano quel sorriso, ma non potevano non essere felici.
-Pensavo che non riesco ancora a crederci...- Rispose Alec, stringendo le braccia attorno ai fianchi di Magnus.
-Oh, mi dispiace per te, ma sei mio Alexander.- La voce di Magnus però non lasciava intendere nessun dispiacere.
-A me per nulla!- Sussurrò Alec, prima di avvicinarsi alle sue labbra e baciare Magnus, dolcemente e con amore, sentendo le labbra dello stregone che si modellavano perfettamente con le sue, come se fossero due pezzi di puzzle fatti per incastrarsi solo tra loro.

Piano piano, Alec riemerse dal sogno, stropicciandosi gli occhi come faceva da bambino e sentendosi ancora un dolce sorriso sulle labbra.
-Fatto un bel sogno?- Si sentì chiedere dalla voce di Magnus. Quando aprì gli occhi, lo trovò seduto accanto a lui, sul letto, intento ad osservarlo e sorridergli dolcemente.
-Il migliore mai fatto in vita mia!- Rispose Alec, mettendosi seduto, senza distogliere lo sguardo da Magnus.
-Non vuoi dirmi cosa hai sognato?- Gli chiese curioso lo stregone, sperando di convincerlo a rivelargli qualcosa.
-No. Ti dirò solo che si, c’eri anche tu!- Rispose lui, guardandolo con un sorrisino divertito. –Probabilmente un giorno te ne parlerò.- Sussurrò Alec, sporgendosi e posando le labbra sulle sue dolcemente, in un bacio a stampo.
Sentì le dita di Magnus posarsi sulla sua guancia per quei pochi secondi e il suo leggero sospiro. –Mi piacerebbe non fermarci qui, ma devo parlarti di una cosa molto importante, Alexander.- Magnus aveva una voce così dannatamente seria che Alec quasi si preoccupò.
-Che succede?- Gli chiese vedendo Magnus spostare lo sguardo sulle proprie mani, ora sul suo grembo e torturandole come di solito faceva lui.
-Credo sia arrivato il momento di farti la confessione più brutta che potrei mai fare.- Sussurrò Magnus e alzò un istante lo sguardo in quello blu di Alec. –Promettimi che mi lascerai finire di parlare.-
Alec annuì a quella frase. –Si, certo. Se è importante per te...- Disse, con sicurezza, rivolgendogli uno sguardo dolce e preoccupato al tempo stesso. Aveva capito che era qualcosa che per Magnus era molto difficile da rivelare, ma che se voleva rivelarglielo, non serviva dirgli che non doveva. Attese paziente che Magnus cominciasse a parlare, senza mettergli ansia, seppur mantenendo lo sguardo su di lui.
-Tu sai benissimo che per nascere Stregoni, siamo figli di demoni. Questo voleva dire che mia madre era stata ingannata da un demone che aveva assunto le sembianze di suo marito.- Magnus aveva cominciato dalle cose basilari, chiunque sapeva questa parte, motivo per cui gli stregoni venivano chiamati “Figli di Lilith”, Alec però sapeva che gli serviva per poter arrivare all’argomento vero e proprio. –Quando ad un certo punto volli capire, forse per curiosità, chi fosse il mio vero padre, cominciai con le ricerche ed avendo una buona conoscenza delle gerarchie demoniache, fui sorpreso di quello che scoprii... Evocai perfino Asmodeo, per avere conferma. E si, alla fine scoprii che era vero. Io sono figlio di Asmodeo.- Alec era terribilmente sorpreso di quella rivelazione e per un istante fu felice che Magnus non lo stesse guardando perché era sicuro di avere un’espressione parecchio shockata. Si riprese un attimo e notò che Magnus aveva alzato lo sguardo su di lui.
-Tuo padre è un principe degli Inferi, okay... Ma questo non cambierà mai e poi mai quello che io provo per te. Capisco perché fossi così restio a rivelarmelo e mi dispiace se ti sono sembrato troppo curioso.- Gli disse Alec con la voce piena di amore, posando una mano sulla sua.
-Avevo quasi paura che mi avresti allontanato dopo questa scoperta, stiamo combattendo una guerra causata da mio padre.- Sussurrò Magnus, sorridendogli e stringendo la sua mano.
-E perché mai? In fondo non ho allontanato Jace quando c’era di mezzo Valentine, a cui lui comunque un po’ teneva. Tu non mi sembra ami tuo padre, o no? E io amo te, troppo per perderti per colpe che non hai.- Gli disse sinceramente Alec, sentendosi le guance avvampare per quelle parole così spontanee, dette con il cuore in mano.
Magnus non gli disse nulla, semplicemente si sporse verso di lui e lo abbracciò, affondando il viso nel suo collo, mentre Alec, portava le mani dietro di lui e lo abbracciava, stringendolo a sé.
Passarono qualche minuto abbracciati, godendosi la profonda intimità che un gesto come quello aveva creato e quando si staccarono e si guardarono negli occhi, avevano quasi paura di parlare per rovinare l’atmosfera che c’era tra loro.
Dopo un po’, Magnus si riscosse e parlò. –Torniamo alle cose pratiche per un istante.- Disse con un sospiro, alzandosi e camminando per la stanza.
-Si tratta di ciò di cui avete parlato tu e mia madre?- Chiese Alec scivolando verso il bordo del letto, guadandolo. Vide Magnus annuire e sentì Chairman accanto a sé che sbuffava.
-La riunione è stata anticipata a domani. Maryse ha detto che avevamo delle informazioni e Jia ci ha convocati tutti il più presto possibile.- Gli rivelò Magnus, fermandosi un istante a guardarlo. -Tua madre mi ha anche chiesto di stanotte, di dove... io abbia dormito.- Aggiunse in un sussurro vedendo Alec che arrossiva.
-Che... Che le hai detto?- Chiese Alec guardandolo mentre prendeva Chairman e se lo metteva in grembo accarezzandolo per calmarsi.
-Le ho dovuto dire la verità Alec, lo sapeva, non aveva senso mentirle. Ma quello che mi ha detto dopo non me lo sarei mai aspettato.- A quelle parole Alec alzò lo sguardo sempre più curioso verso i suoi occhi.
-Che ti ha detto?- Gli chiese, mentre sentiva il suo cuore battere un po’ più forte.
-Letteralmente? “Fa soffrire il mio bambino e non mi importa che sei il rappresentante dei Figli di Lilith, ti farò a brandelli così minuscoli che nemmeno il Labirinto a Spirale riuscirà a sistemarti.”- Rispose Magnus con un sorriso divertito, guardando l’espressione di Alec diventare quasi shockata.
-Mia madre ti ha detto così?- Disse Alec incredulo. Non che non credesse a Magnus, ma non si aspettava certo quelle parole da una donna come sua madre, sì aveva sempre voluto bene ai suoi figli, ma erano anni che non faceva loro una dimostrazione come quella.
Magnus annuì, ridacchiando appena. –Esattamente! E pensare che quando la incontrai per questioni del Circolo, l’avevo trovata davvero odiosa. Mi son dovuto ricredere.- Disse poi lo stregone, prendendogli Chairman dalle braccia e coccolandoselo.
-Okay, troppe informazioni tutte insieme!- Rise Alec, riprendendosi appena da quelle rivelazioni. –Mi racconterai bene in un altro momento.- Aggiunse poco dopo, guardandolo con un sorriso. –Allora, cosa avete deciso di fare? Portale per Idris?-
-Esattamente. Aline Penhallow ci aspetterà dall’altra parte del portale. Si parte prima di pranzo.- Spiegò Magnus ritrovando la compostezza che aveva per le questioni ufficiali, e per un istante Alec desiderò di vedere sul suo viso il sorriso di pura gioia che aveva nel sogno.
-Portale per Alicante, riunioni su riunioni, interrogatori. Perché è ovvio che Jia ci interrogherà per sapere cosa sappiamo di quei demoni. E mio padre lì presente, come Inquisitore, pronto a criticare ogni mia parola. Si prospettano delle belle giornate.- Mormorò Alec, mettendo poi un specie di broncio, mentre cominciava a prepararsi per la partenza.
Era ormai quasi ora di pranzo, il cielo invernale era grigio dei nuvoloni che preannunciavano pioggia e loro erano tutti nel giardino dell’Istituto, racchiusi nei loro cappotti. Alec e Isabelle stavano chiacchierando di quello che la loro madre aveva detto a Magnus, con grande sorpresa perfino di Izzy, Jace e Clary stavano vicini, tenendosi per mano, ma nient’altro dato che erano tenuto sotto stretta sorveglianza da una Jocelyn parecchio scura in viso che veniva abbracciata da un Luke che cercava di calmarla. Poco distanti da loro Maryse e Magnus stavano parlando tra loro, senza che nessuno riuscisse a sentirli. Alec ad un certo punto vide Magnus avvicinarsi al muro e cominciare a tracciare le rune del portale. Non appena fu pronto tutti si avvicinarono. Luke e Jocelyn passarono per primi, seguiti da Jace e Clary, Izzy si avvicinò a sua madre e passarono insieme, lasciando Magnus e Alec per ultimi. Lo stregone prese la mano del suo Cacciatore e insieme attraversarono il portale, mano nella mano.


L’angolino di Shayleen:
Ragazzi/e sono qui! Cioè, forse non importa molto, ma io ci sono. Stavolta mi sono impegnata per farvi avere il capitolo in non più di 17/20 giorni e ce l’ho fatta! Ne sono passati esattamente 16, e credetemi tra impegni, scuola, studio e vita privata (fingo di averne una) non è assolutamente semplice mettersi al pc a correggere un capitolo, soprattutto quando anche il pc fa i capricci! T_T
Comunque, finalmente siamo arrivati al fatidico incontro con Maryse, anche se non è niente di eccezionale, però c’è una parte di questo capitolo che è la mia preferita e…. SI! Sto parlando del sogno di Alec! *.* (Cucciolo miooo!) Okay, perdonate il mio sclero! Lol 
Volevo ringraziare tutte/i voi che seguite questo mio sclero e darvi un piccolo anticipo: I capitoli in tutto saranno circa 14 più 1. E non vi dico altro per ora! E soprattutto ringrazio le 7 persone che hanno messo la storia tra le seguite, la persona che l’ha messa tra le preferite e un’altra tra le ricordate. Siete un amore! Tutte quante! <3
Al prossimo capitolo e se vi va lasciatemi una recenzioncina!
Baci baci
Shayleen <3

 
   
 
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