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Autore: HelenHM    27/11/2015    3 recensioni
"Draco" lo chiamò sorridendogli.
"Sì, Madre" rispose automaticamente lui, rivolgendole uno sguardo interrogativo.
"Penso che sia arrivato il momento di parlare del tuo piccolo ... disturbo notturno"
Il diciottenne si irrigidì immediatamente, mentre una sgradevole sensazione di calore incominciava a pizzicargli le guance, solitamente esangui.
"Non so proprio a che cosa tu ti riferisca"
Narcissa ignorò quest'ultima esternazione "Io e tuo padre pensiamo che dovresti farti aiutare da un ... Guaritore" ... "Esperto in Disturbi Mentali, ovviamente"
Aggiunse quest'ultima informazione tutta d'un fiato, mentre sul volto di Draco si dipingeva un espressione di indignazione totale.
Lui, un Malfoy, da uno ... strizzacervelli? Sarebbero dovuti passare sul suo cadavere.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
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I maglioni furono i primi ad essere scaraventati per terra, vittime di un turbinio feroce di sensazioni. Poi fu il turno della maglietta sgualcita di Harry, impietosamente accartocciata sul comodino. Dita inesperte e trepidanti sbottonarono la camicia azzurra di Draco, svelando parte dell’esile torace.  Una domanda inespressa aleggiava su di loro, mozzando i respiri. Posso?   Timidamente, Harry insinuò una mano tremante sotto il tessuto, incontrando con le dita le cicatrici dell’altro. Trattenne il respiro e represse l’istinto di ritrarre i polpastrelli.  Quelle ferite rimarginate avevano zampillato sangue, un tempo. Per colpa sua.  Draco aveva rischiato di perdere la vita, di morire. Come poteva convivere con quel pensiero fisso? Tutte le volte che scorgeva quell’arabesco di pelle rattoppata, si sentiva schiacciato dai sensi di colpa. Non ne avevano mai parlato. Era già abbastanza difficile sopravvivere nel presente, per avere il lusso di indugiare nel passato. 

Harry riprese ad accarezzare il busto esangue di Draco, beandosi della sua espressione rilassata e tranquilla. Negli ultimi giorni, la sua vita aveva preso una piega decisamente inaspettata che non sapeva dove lo avrebbe condotto. Harry non sapeva esattamente che cosa fosse accaduto due sere prima, quando si era presentato alla sua porta, in compagnia di un improbabile animale domestico. Immaginava che la questione riguardasse  il rapporto conflittuale con i genitori, ma Draco non aveva mai espresso il desiderio di parlarne né lui aveva avuto il coraggio di chiedere spiegazioni.
Repentinamente e con grande naturalezza, si era insediato nella sua vita e nelle sue abitudini. Si destreggiava tra le sue cose come se non avesse fatto altro per anni. Trascorrevano molte ore insieme nella tranquillità della casa, ed erano felici. Bastavano a se stessi e non avvertivano neppure l’esigenza di uscire di casa, di vedere gente. Ai suoi amici aveva detto di essere molto impegnato, paventando scuse assurde a cui – miracolosamente – sembravano aver creduto. Hermione doveva senza dubbio aver captato qualcosa, ma fortunatamente aveva deciso di rimanere in disparte.

Harry scacciò quei pensieri inappropriati, insediatisi nella sua mente come uno stormo di rapaci fastidiosamente gracchianti. Intendeva godersi ogni singolo istante: lui e Draco non erano mai stati tanto vicini. Ad uno sguardo esterno, non sarebbe stato possibile distinguere con certezza il proprietario di un braccio, di una gamba, di un piede. I loro corpi ancora adolescenziali si protendevano l’uno verso l’altro, alla ricerca della propria metà perduta. Ad Harry parve il momento perfetto per agire. Respirò a fondo, raccogliendo il coraggio necessario per andare oltre. Lanciò un’occhiata al ragazzo sotto di lui, alla disperata ricerca di conferme e rassicurazioni, senza successo. Draco aveva gli occhi chiusi, i capelli spettinati ed un adorabile rossore gli tingeva il viso. Non dava segni di disagio o incertezza, per questo Harry decise.  Rozzamente, cercò di sfilare i boxer a Draco, che prontamente si irrigidì, allarmato. L’equilibrio che tanto faticosamente avevano costruito nel corso di quei mesi fu crudelmente lacerato da quel gesto, nota stonata in un’armonia altrimenti perfetta.

No, no…Harry, piantala! Ho detto di NO!
Draco sgusciò via dal letto, ansante e furibondo.   Con un gesto irritato raccattò i pantaloni stropicciati da terra mentre  Harry cercava a tentoni gli occhiali sul comodino. Una volta inforcati, mise a fuoco l’espressione ferita di Draco. La bramosia , il desiderio feroce e cieco che avevano influenzato il suo comportamento erano scivolati via, lasciando il posto ad un palpabile imbarazzo. Aveva lo sguardo ancora un po’ appannato dalla smania che si era impossessata del suo corpo, non lasciandogli scampo. Si coprì pudicamente con un lenzuolo spiegazzato, improvvisamente conscio di quanto accaduto. Fece per balbettare qualcosa, ma rimase come ipnotizzato a guardare Draco ritornare a letto, appoggiarsi alla testiera di ferro battuto, mettersi la testa fra le mani e scoppiare in singhiozzi. Non ci furono lacrime e, forse, questo rese quella manifestazione di dolore ancora più cupa e desolante. Il modo in cui il ragazzo si abbandonò a gemiti  e lamenti allarmò Harry all’inverosimile. Si precipitò al fianco di Draco, ormai dimentico di ciò che lo aveva fatto vergognosamente divampare. Di fronte a quella sofferenza lancinante, nulla aveva più importanza né senso. Gli tenne la mano per tutto il tempo, restando in silenzio, accarezzandolo con gli occhi, digrignando i denti e desiderando di patire al posto suo. Si sentiva anche responsabile, almeno in parte, di quello sfogo. Forse, la sua reazione era stata sbagliata e troppo impulsiva. Lo aveva ferito, quando Draco – soprattutto in quel momento – doveva essere trattato con i guanti di velluto.

Mi dispiace. Bofonchiò, infine, rivolgendosi a Draco. Si era rannicchiato su se stesso, sembrava così fragile, così delicato.  Draco io… Harry alzò gli occhi disperato, alla ricerca delle parole giuste.  Si passò una mano sulle tempie pulsanti, desideroso di cancellare gli ultimi minuti. Perché si era comportato in modo così irruento ed impulsivo? Aveva avuto forse intenzione di violentarlo?  Era sempre stato piuttosto freddo e scostante sotto le lenzuola: di per sé, il sesso non lo aveva mai interessato per davvero; perlomeno, con Ginny. Malfoy aveva completamente ribaltato questa convinzione. Lo desiderava in modo quasi brutale e sanguigno: era un pensiero divorante, che mal si addiceva alla sua personalità tranquilla e riservata. Eppure, era così che si sentiva ogni volta che le sue narici venivano colpite dal suo profumo. Vivere insieme aveva amplificato ed esasperato queste pulsioni riprovevoli, di cui neppure lui era davvero stato consapevole fino al malaugurato momento in cui aveva avuto libero accesso alla pelle delicata del giovane Malfoy.  

È questo ciò che accade quando le passioni vengono lasciate a macerare nell’oscurità dell’anima: rimangono silenti per un po’, prima di esplodere travolgendo tutto.

Angolo dell'autrice:
Grazie a chi ancora ha la pazienza di aspettare gli aggiornamenti della mia storia.
Aspetto i vostri commenti, un bacione!
 
  
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