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Autore: Sylvie91    28/11/2015    2 recensioni
-Perché il tuo libro ha il nome di Bilbo?-
-Non lo so, ti posso solo dire che il titolo non mi è nuovo… è come se l’avessi già letto, ma quando l’ho aperto ho scoperto che non vi è scritto nulla dentro-
Gandalf apre il libro con aria incuriosita, poi rialza lo sguardo verso di me e dice –C’è un capitolo-
-Cosa?-
- Si è scritto, c’è il racconto dell’incontro tra me e Bilbo, di te non c’è alcuna citazione al riguardo è come se non esistessi-
Gli prendo il libro dalle mani e comincio a sfogliarlo in maniera nervosa, leggendo a salti e in maniera incompleta; alla ricerca del mio nome, perché non è scritto? È come se non esistessi ed allora cosa sono in questo mondo?
... IN REVISIONE!!! MOLTI CAPITOLI CAMBIANO, ALTRI SONO RIVEDUTI E CORRETTI... vi auguro comunque una buona lettura se vi va! le recensioni vecchie non le ho cancellate ma saranno man mano spostate al capitolo corrispondente.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bilbo, Gandalf, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'angolo del nano.'
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-…Alla brace.- conclude Gandalf –Scappate!-
Gloin mi issa ancora sulla schiena, il mio senso di inutilità aumenta a dismisura; tutto ciò che non volevo essere lo sono diventata: un peso, da trasportare su e giù, maledetta caviglia dolorante.
Mi viene da piangere a pensare che tutti gli allenamenti e gli sforzi fatti sono  inutili in questo stato, e mi dispiace per Gloin gli sto rallentando troppo la fuga –Gloin, mi dispiace… sono troppo pesante.-
-Non ti preoccupare,  porto così mio figlio talvolta  e pesa un po’ di più.- mi risponde il nano cercando quasi di rincuorarmi.
-Hai un figlio?- chiedo stringendo un po’ di più la mia presa sul collo.
-Sì, il mio piccolo Gimli.-
-Sicuramente sarà un nano coraggioso come il padre, di nuovo grazie.- dico sorridendo.
-Tranquilla e reggiti forte.- a queste parole mi stringo maggiormente mentre il nano comincia a saltare i dislivelli con un agilità nascosta e che non credevo che avesse ad essere sincera.
I mannari scendono veloci lungo il dorso della montagna, i ringhi sembrano sempre più vicini come la notte che sta accelerando il suo passo rendendo la nostra corsa più difficile, nascondendo con la sua oscurità i piccoli rami o rocce, che alla luce del sole sarebbero stati facilmente superabili.
Ormai ci hanno raggiunto e velocemente tentiamo di neutralizzarli, anzi tentano di neutralizzarli io ho solo due coltelli da lancio nella cintura e la spada; ma non mi permetto di utilizzarla avendo paura di ferire Gloin.
Purtroppo la nostra corsa finisce, prima di quanto pensavamo infatti siamo dinnanzi ad un dirupo –Salite sugli alberi, forza!- ordina Gandalf urlando.
Gloin mi poggia sul ramo più basso e poi cerco di arrangiarmi spingendomi con il piede sano e issandomi con le braccia; Nori ed Ori che sono stati i più veloci  mi aiutano fino ad arrivare ad un altezza di sicurezza sufficiente.
Un attimo dopo vediamo i Mannari sotto di noi che attendono la nostra discesa, assieme a queste bestie arrivano anche gli orchi guidati da un orco pallido,  gigantesco, col corpo pieno di cicatrici come anche il viso, il braccio mutilato con al suo posto una specie di protesi di ferro; pensavo che il Re dei goblin bleffasse quando parlava di quell’orco, ma l’incredulità regna nel mio animo come in quello dei miei compagni.
Soprattutto Thorin è incredulo nel vederlo ancora vivo e nei suoi occhi leggo un odio mal celato,  e nella sua voce si sente la voglia di ucciderlo e di straziarlo –Azog- sibila.
Con un lingua a me sconosciuta l’orco parla a Thorin e subito dopo ordina l’attacco verso di noi ai mannari che si lanciano contro gli alberi  cercando inutilmente di prenderci, rompendo i rami più bassi e scuotendo i fini tronchi.
I mannari non riuscendo a raggiungerci saltando, decidono di sradicare l’albero in cui sono appesa e ci riescono tanto che appena sento che comincia a inclinarsi, sono costretta a saltare su un ramo dell’albero vicino; purtroppo il mio salto è corto dandomi la spinta con un solo  piede e ci arrivo a pelo aggrappandomi con le mani, mentre le mie gambe sono a penzoloni.
Non riesco a sollevarmi dato che i mannari hanno rotto i rami sotto non ho alcun appoggio, guardo giù e vedo un mannaro saltare verso di me essendo quella più a sua portata; chiudo gli occhi convinta di divenire cibo per cani, ma vengo tirata su velocemente.
Li riapro e davanti a me c’è Fili, faccio per ringraziarlo ma lui sale sul ramo più alto per poi allungarmi la mano ed aiutarmi a salire con lui, su quello che è un temporaneo riparo, dato che i Mannari stanno sradicando anche quest’altro di albero.
Senza dirmi niente e senza guardarmi mi prende per la vita e mi aiuta a saltare sino ad arrivare sull’ultimo albero quello più vicino al dirupo, su cui sopra c’è Gandalf all’apice, che si guarda intorno cercando di farsi venire in mente un idea.
Lo stregone infine prende una pigna dandogli fuoco con il suo bastone e la scaglia addosso i mannari, ne accende altre e ce le passa in modo da poter aumentare il numero di “proiettili”  da tirare.
Miriamo alle bestie, in modo che il fuoco possa mangiare il loro pelo e bruciare le loro maledette carni e bruciamo anche lo spiazzo che ci circonda, si levano alte fiamme intorno a noi, mentre i mannari arretrano.
Io sto semplicemente a guardare preoccupata lo spettacolo avendo l’impressione che siamo ancora ben lontani dalla fine di questo scontro e soprattutto mi chiedo come potremo mai salvarci; prima o poi il fuoco mangerà il nostro rifugio.
Guardo Gandalf e lo vedo a con in mano una farfallina dalle ali blu, a quest’immagine mi coglie un leggero mal di testa chiudo gli occhi di riflesso e nella mia mente vedo, come se fosse un film, i nani su delle aquile andare via lontano incontro all’alba.
Se questo era un flash vuol dire che c’è speranza e che ci salveremo, forse.
-Anaïs, raggiungi Gandalf… sarai più al sicuro lì in alto.- mi distrae Fili allungandomi una mano per aiutarmi a salire, e che accetto per non avere brontolamenti da parte del nano; da una parte vorrei provare a mettere in atto una mia idea, tuttavia mi rendo conto che è davvero rischiosa e forse è meglio non fare pazzie.
-Tieni, magari riesci a lanciare qualche freccia.- afferma Kili fermando la mia salita e passandomi velocemente il suo arco con faretra, dato che il mio è rimasto nella caverna –Ci proverò.- rispondo avvicinandomi sempre più allo stregone.
Appena arrivo vicino a lui chiedo seriamente -Gandalf, hai chiamato le aquile in soccorso, vero?-
Lo stregone mi guarda accigliato -Come fai a saperlo?-
-Sai i flash… spero che arrivino presto, ho paura.- confesso a bassa voce.
-Come te spero presto, per il momento dobbiamo solo aver pazienza e resistere.- ribatte lo stregone guardando i mannari che continuano a scontrarsi contro il nostro albero con l’effettivo intento di abbatterlo; e se ci riescono ho paura che faremo un bel salto nel vuoto.
Infatti proprio in quel momento l’albero si inclina  verso il dirupo, Ori scivola cadendo dall’albero, per fortuna Dori è riuscito ad acchiapparlo prima di perderlo -Signor Gandalf!- urla il nano perdendo la presa sul suo ramo.
Gandalf veloce lo salva allungando il suo bastone in modo che questi si possa appigliare, io faccio un sospiro di sollievo e mi avvicino cercando di allungare la mia mano verso quella di Dori, per alleggerire lo stregone.
Mentre cerco di recuperare Dori, lancio uno sguardo anche agli altri e noto che Thorin si sta alzando dalla sua posizione sguainando la spada, per poi correre vero l’orco pallido, supera il tronco abbattuto ed arriva nello spiazzo bruciato.
L’atmosfera è carica di tensione, l’aria freme a questo scontro che si sta per consumare davanti ai nostri occhi; rimango come incantata a vedere Thorin con il suo scudo di quercia che carica l’orco in groppa sul mannaro; quasi dimenticandomi di Dori che cerca di prendere la mia mano.
Pago caro questa distrazione e perdo la presa sul ramo che utilizzavo per reggermi, credo di essere lì per lì  per dire la parola fine a questa avventura e magari alla mia vita…
Dalla paura chiudo gli occhi, finchè non sento delle mani forti e grandi stringere forte i miei polsi, riapro gli occhi solo per incontrare lo sguardo azzurro di Fili e il suo sorriso –Non credere che ti lasci andare così.- sussurra per poi cercare di tirarmi su senza risultato, anche lui è spossato e rivolge preoccupato verso il proprio zio.
Thorin arrivato allo spiazzo viene attaccato dal mannaro, cavalcato dall’orco pallido, che lo supera con un balzo, mi volto verso lo stregone impegnato a reggere Dori e Ori -Gandalf, quando arrivano?- chiedo agitata.
-Arrivano, chi?- chiede Fili confuso.
-Non manca tanto.- mi risponde lo stregone con uno sforzo immenso.
-Non manca tanto per cosa?- chiede nuovamente Fili irritato, alternando lo sguardo tra me e lo stregone.
-Fili, fra un po’ mi dovrai mollare…- gli dico -… così potrai soccorrere Thorin.-
-No, Anaïs. Sei impazzita? Non ti mollerò. No.- nega lui convinto stringendo maggiormente la presa.
-Stanno arrivando!- mi avvisa Gandalf, contento dell’arrivo dei rinforzi.
-Mollami, Fili! Vai da Thorin!- urlo cercando di convincerlo, senza risultato… ma devo trovare un modo per liberarmi, qualsiasi cosa.
Mi rigiro e vedo Thorin a terra appena colpito dalla mazza del mostro, poco dopo si alza anche Bilbo sul tronco andando silenziosamente in soccorso del nano torturato ora dalle zanne del mannaro, per poi essere lanciato contro una roccia, vedo la disperazione negli occhi dei miei compagni.
Vedo Azog che ordina ad un altro orco qualcosa e questi si avvicina con spada alla mano, la alza sopra la testa di Thorin, sta per abbassarla mettendo la parola fine alla vita del nostro Re… quando Bilbo interviene placcando l’orco e lottando contro di lui per poi ucciderlo.
Cerco di spingere con il piede buono contro un ramo in modo da issarmi almeno per poco verso Fili, mi avvicino a lui mentre guarda suo zio preoccupato… non so perché ma l’unica cosa che mi è venuta in mente per inebetirlo è quello di dargli un bacio.
Appoggio le mie labbra sulle sue, vedo che sgrana gli occhi verso di me e sorpreso molla la presa quel poco che mi serve per scivolare via.
Per fortuna che il mio salto nel vuoto non dura molto, all’improvviso atterro sulle piume morbide di un aquila gigante, nella testa ancora la voce di Fili che mi chiama appena persa la presa, mi appoggio al morbido piumaggio con la  testa –Aiuta i miei amici, ti supplico.- prego chiudendo gli occhi.
L’aquila fa un verso che spero sia di approvazione e punta verso l’alto per poi virare ritornando sul luogo della battaglia.
Degli orchi stanno per attaccare Bilbo, mi accorgo di avere ancora l’arco di Kili e quindi prendo la prima freccia, respiro piano e mi concentro come mi hanno insegnato, miro e scocco: con mia sorpresa riesco a colpirne uno in mezzo agli occhi.
Dall’alto dell’aquila cerco di parare le spalle ai miei compagni che si sono buttati a dare man forte a Bilbo, colpisco diversi orchi e salvo i nani in difficoltà; nonostante la mia momentanea incapacità a correre e camminare sono riuscita a fare qualcosa.
Oltre all’aquila in cui vi sono io,  ne arrivano altre che vanno contro gli orchi e ripuliscono la zona dei mannari buttandoli nel dirupo, dopo aver fatto una veloce e terribile pulizia le aquile prendono anche i miei compagni e Thorin, che viene riparato dagli artigli di una di queste.
Voliamo via lasciando dietro di noi l’urlo di rabbia dell’orco pallido, proprio come avevo previsto poco prima.
Sono ancora sulla mia aquila, l’alba ormai ci sta accogliendo mi guardo intorno per vedere come stanno i miei compagni, quando sento urlare Fili disperato –Thorin!- .
Non so neanche quantificare quanta angoscia ci sia nella voce di Fili, so solo che ciò mi rende triste e vorrei tanto condividere la mia aquila con lui per riuscire a confortarlo.
Thorin deve resistere, ora vederlo così inerme con un braccio penzolante e privo di forza è quasi difficile da vedere, deve svegliarsi il nostro viaggio è ancora molto lungo e lui dopotutto è la nostra guida; stiamo andando al sicuro lontano dal suo nemico, se potesse vedere ciò che ci circonda …stiamo toccando le nuvole pur avendo l’umore a terra.
Superiamo le montagne in volo, un volo comunque malinconico ed opprimente finchè non arriviamo su un isola rocciosa, il nido delle nostre salvatrici e su questo piano appoggiano Thorin ancora privo di sensi, spero; scendo dalla mia aquila e la ringrazio con un inchino, per poi dirigermi zoppicando verso il nano.
Vicino a me c’è anche Gandalf anche lui sceso con facilità, ci chiniamo entrambi ai lati del nano che non risponde alle nostre chiamate, le mie lacrime scendono copiose a bagnargli il volto e noto che anche gli altri nani si sono riuniti intorno a noi –Thorin! Svegliati! Voglio ancora litigare con te! Voglio vederti diventare Re di Erebor, ti prego!-
Ad certo punto Gandalf pone la sua mano sopra il volto del nano e lo vedo pronunciare delle parole sconosciute e melodiose e miracolosamente Thorin apre gli occhi piano come se si fosse appena svegliato da un dolce sonno –Il mezz’uomo?- chiede sottovoce.
-Sta bene Bilbo è qui.- risponde Gandalf –E’ salvo.-
Il nano si alza e si rivolge direttamente a Bilbo –Tu, cosa credevi di fare, ti sei quasi fatto uccidere, non ti avevo detto che saresti stato un peso, che non saresti sopravvissuto alle terre Selvagge, che non c’è posto per te tra noi.-
Il silenzio cala a queste parole ,tutti noi sappiamo quanto sono ingiuste, ma viene presto rotto dallo stesso Thorin che sorride quasi teneramente -Non mi sono mai sbagliato tanto in vita mia.- conclude abbracciandolo.
Finalmente Thorin è riuscito a vedere com’è veramente Bilbo, quest’abbraccio vuol dire molto e lo sappiamo tutti, finalmente Thorin lo ha riconosciuto come parte integrante della compagnia e ne sono contenta, sento un leggero pizzicore sugli occhi mi sta venendo da piangere dalla commozione.
Anche gli altri festeggiano a questo gesto, contenti di avere un nuovo compagno e anche di vedere il loro Re felice di accogliere una nuova persona nella sua famiglia.
-Scusa se ho dubitato di te.- afferma il nano rilasciando lo hobbit dall’abbraccio stritolatore.
-No, anch’io avrei dubitato di me; non sono un eroe né un guerriero, neanche uno scassinatore.- risponde BIlbo a Thorin, facendoci ridacchiare sotto voce.
-Sei il nostro Hobbit.- dico sottovoce sentita solo da Kili che mi è accanto, mi sorride ed allunga la mano per aiutarmi ad alzare, quando solleviamo lo sguardo vediamo in lontananza la Montagna Solitaria che svetta comparendo su un cielo rosato dei colori dell’alba.
-Erebor , la Montagna Solitaria l’ultimo grande regno dei nani della Terra di Mezzo!- esclama Gandalf.
-Casa nostra.- sussurra Thorin, con gli occhi ripieni di speranza.



Ciao:3
Ho pubblicato prima del previsto, ieri credevo di uscire ed invece la febbre ha cambiato i miei piani e io ne ho approfittato per modificare il capitolo!
Parecchie cose cambiano, non c’era un bacetto prima ed inoltre Anais si buttava nel vuoto liberamente per attaccare gli orchi con un aquila; troppo Mary Sue.
In questo caso anche se l’azione non cambia, volevo dare l’idea che per quanto la ragazza sia coraggiosa ha anche lei un po’ di scaga… ecco che non diventa un eroina, ma solo una ragazza che sa di essere comunque in salvo e che vuole salvare Thorin lasciando Fili… che casino!
Allora come sempre ringrazio tutti! Sono contenta che questa nuova versione piaccia! Un particolare ringraziamento ile223 che ha aggiunto la storia tra le seguite!
A presto
Bisous
Syl

 
   
 
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