« Sono anni che non vedo una mente così complicata, ragazzo ».
« Lo so ».
« Allora, William… ».
« Preferirei che mi chiamasse Sherlock*. A questo punto direi “Signor Cappello Parlante”, ma lei non è un umano, né tantomeno un signore ».
Il ragazzino con i ricci capelli scuri si sistemò meglio sullo sgabello, raddrizzando la schiena davanti a tutta la Sala Grande. Evitò contatti visivi con chiunque fosse seduto al lungo tavolo alla sua destra; non voleva che pensassero che volesse finire tra di loro. E lui sapeva che, se l’avesse fatto, l’avrebbero pensato. Ne era certo. Conosceva il linguaggio umano,  e riusciva a capire che il ragazzo davanti a lui, del settimo anno a giudicare dalla sua spilla da Caposcuola,  Grifondoro, aveva mangiato delle Cioccorane sul treno, venendo meno ai suoi doveri di Caposcuola. Dalla tasca della veste spuntava una figurina accartocciata sovrappensiero,  lo si poteva notare dal modo in cui era piegata; inoltre, un mago non avrebbe mai piegato una figurina delle Cioccorane, condannando il mago all’interno di essa a vivere per sempre accartocciato, se non fosse stato sovrappensiero. L’aveva poi messa in fretta e furia in tasca prima di scendere dal treno, aveva ancora le mani sporche di cioccolato, non aveva avuto il tempo di pulirsi.
« Impressionante, Sherlock » la vocina continuò a parlare vicino il suo orecchio « hai notato tutto ciò in quanto? Due secondi? ».
« Un secondo e quarantacinque ».
« Be’, complimenti. Il primo consulente investigativo al mondo, eh? Ambizioso, molto ambizioso. E Serpeverde ti aiuterebbe a raggiungere il tuo obiettivo».
« Lì c’è Mycroft. Assolutamente no».
« Ne sei sicuro? Mi sembra adatto a te. Furbizia e astuzia, anche».
« La furbizia e l’astuzia non sono altro che sfumature dell’intelligenza. Io so già dove devo andare».
« Però sei coraggioso. E vedo che sei disposto a tutto, per i tuoi amici. Oh, mi correggo, quando ne troverai qualcuno ».
« Non ho bisogno di amici ».
« Tutti hanno bisogno di amici, Sherlock ».
Il ragazzino puntò i suoi occhi azzurri su un ragazzino biondo che fremeva in mezzo a quelli del primo anno. Magari, un giorno, avrebbe potuto aver bisogno di un amico.
« John Watson? Sì, mi sembra adatto » commentò il Cappello Parlante « Potrei Smistarlo in Grifondoro, secondo i tuoi ricordi. Potresti andarci anche tu».
« No, io… non ho bisogno di amici. Ho bisogno di mettere alla prova il mio intelletto superiore. Mi ritroverei circondato da idioti ».
« Però, sei anche un gran lavoratore quando ti ci metti. Come per il caso di Carl Power ».
« Non sono riuscito a risolverlo ».
« No, ma i Tassorosso apprezzerebbero il tuo averci provato».
« Tassorosso… così sentimentali ».
« Ma tu volevi bene a Barbarossa. Eri sentimentale».
Sherlock arrossì, e abbassò lo sguardo, mentre il Cappello Parlante ricominciava a parlare.
«Sei un ragazzino complicato, Sherlock ».
«Mio fratello dice che sono stupido. Tutti dicono che sono stupido. Ma io non mi sento stupido ».
« Non sei per niente stupido. Sei una delle menti più brillanti che abbia mai visto ».

« Ci riuscirai… CORVONERO! ».
Sherlock alzò gli occhi al cielo « Ovvio ».

---

 E niente, loro ci stanno sempre. Salve, chiunque sia entrato in questa cosa. Ho apura di aver usato la sezione  sbagliata quindi please correggetemi se ho sbagliato. Spero che questa piccola OS sul mio personaggio  preferito in assoluto nonché crush vi sia piaciuta. A mio parere, Sherlock è un Ravenclaw come me.
 Spero che continuiate a leggere anche le altre e lasciate una recensione se vi va :3
 Miss Neverland

 *William Sherlock Scott Holmes. Il Cappello lo chiama con il suo primo nome, e Sherlock lo corregge.