13/12/2015
4 recensioni
The Sorting Hat
Rachel Berry
Rachel Berry si scaraventò sullo sgabello in legno appena la professoressa McGranitt pronunciò il suo nome, cercandola con lo sguardo tra la folla di primini.
Rachel si sistemò sullo sgabello, raddrizzando la schiena in atteggiamento fiero. Si guardò attorno, studiando le facce dei suoi compagni una ad una, con un grosso sorriso stampato in volto.
La McGrannit le posò il Cappello Parlante sul capo, e Rachel sentì una vocina vicino al suo orecchio.
« Ambizione! Tanta, tanta ambizione » le sentì dire. Rachel chiuse gli occhi, aspettando il verdetto. Sapeva di essere ambiziosa. Era anche probabilmente la cosa che preferiva di se stessa.
« So di essere ambiziosa » pensò, con un certo orgoglio.
« Voglia di mettersi alla prova, anche » riprese il Cappello Parlante « E il coraggio che ci vuole per dimostrarlo ».
« Non credo di essere coraggiosa. Insomma… ».
« …Non credevi che saresti riuscita a ricevere la lettera per Hogwarts. Sì, lo so ».
« Uno dei miei due papà gay è un Babbano, e molti, uhm, Mezzosangue, sono Babbani. Ma sapevo che ci sarei riuscita. Far parte di qualcosa di speciale ti rende speciale, giusto? » disse la bambina.
Il Cappello Parlante si zittì. Sembrava quasi rimuginare su quelle parole. Rachel sapeva che il Cappello aveva sbagliato. Era sempre stata sicura delle sue capacità.
« Non sempre, signorina Berry. Solo molto, molto spesso ».
« Io so cantare ».
Era un tratto fondamentale della sua personalità. Una ragazzina precoce, dicevano molti. Anche molto talentuosa. A soli undici anni, Rachel, quella mattina, aveva intrattenuto la cabina in cui era capitata con svariati altri ragazzini nell’Hogwarts Express. Aveva iniziato a cantare senza farselo ripetere due volte, quando un certo Kurt Hummel le aveva chiesto di intonare un la. Rachel aveva cantato tutta Don’t Rain On My Parade, dal suo musical preferito Funnygirl, e credette che Kurt si fosse offeso. Poco male, aveva pensato Rachel, il talento non era per tutti. E lei traboccava di talento.
« Cantare è parte di me » pensò ancora la bambina mentre si torturava le mani « Senza la mia voce non sono niente ».
« Hai tutta la vita davanti, Rachel, e Serpeverde ti condurrebbe sulla via della grandezza. Del potere ».
« E la fama? ».
« Ambizione che si fa sentire. Sì, anche sulla via del successo. E la furbizia e l’astuzia non ti manca ».
« Sono pronta a tutto per raggiungere i miei obbiettivi ».
« Allora… ».
Rachel si allarmò. Il Cappello Parlante stava per annunciare la sua Casa, e non si sentiva pronta. Non si sentiva adatta.
« Cappello! …mi scusi, Signor Cappello Parlante, io sono una Mezzosangue » pensò, cercando di evitare che il Cappello annunciasse a tutta la scuola la sua Casa. Non si sentiva pronta. Doveva essere sicura. «I Serpeverde non hanno il vizio di prendere in giro i Mezzosangue? ».
« Molti Mezzosangue erano Serpeverde. Severus Piton, uno dei salvatori della Seconda Guerra Magica, era un Serpeverde ed era un Mezzosangue. Voldemort stesso, Erede di Salazar Serpeverde, era un Mezzosangue ».
« Non verrò presa in giro? » chiese Rachel timorosa. Non voleva rivivere ancora le esperienze della sua scuola precedente.
« Rachel, tu verrai presa in giro. Più spesso di quanto non ti piacerà o di quanto vorrai. Per colpa del tuo talento, del tuo essere irritante e del tuo naso » La bambina si portò una mano al naso, sentendosi stranamente offesa.
« Ma è da lì che nasce la tua ambizione» continuò il Cappello, con un tonò che sembrò più dolce « È di lì che nasce tutta la tua voglia di metterti in mostra, alla prova ».
« Non è molto rassicurante » mormorò la bambina, giocherellando con il bordo della veste.
« Invece dovrebbe. Ora va’, dai tuoi compagni di Casa» disse il Cappello Parlante, prima di urlare: « SERPEVERDE! ».
Sono tornata! *applausi*
Anyways, amatemi, amate Rachel, amate questo Cappello Impiccione che mi piace immaginare così, E AMATE DAN E PHIL, DEI! shippate phan.
Nulla, uhm, recensite! ^^
Miss Neverland
Rachel si sistemò sullo sgabello, raddrizzando la schiena in atteggiamento fiero. Si guardò attorno, studiando le facce dei suoi compagni una ad una, con un grosso sorriso stampato in volto.
La McGrannit le posò il Cappello Parlante sul capo, e Rachel sentì una vocina vicino al suo orecchio.
« Ambizione! Tanta, tanta ambizione » le sentì dire. Rachel chiuse gli occhi, aspettando il verdetto. Sapeva di essere ambiziosa. Era anche probabilmente la cosa che preferiva di se stessa.
« So di essere ambiziosa » pensò, con un certo orgoglio.
« Voglia di mettersi alla prova, anche » riprese il Cappello Parlante « E il coraggio che ci vuole per dimostrarlo ».
« Non credo di essere coraggiosa. Insomma… ».
« …Non credevi che saresti riuscita a ricevere la lettera per Hogwarts. Sì, lo so ».
« Uno dei miei due papà gay è un Babbano, e molti, uhm, Mezzosangue, sono Babbani. Ma sapevo che ci sarei riuscita. Far parte di qualcosa di speciale ti rende speciale, giusto? » disse la bambina.
Il Cappello Parlante si zittì. Sembrava quasi rimuginare su quelle parole. Rachel sapeva che il Cappello aveva sbagliato. Era sempre stata sicura delle sue capacità.
« Non sempre, signorina Berry. Solo molto, molto spesso ».
« Io so cantare ».
Era un tratto fondamentale della sua personalità. Una ragazzina precoce, dicevano molti. Anche molto talentuosa. A soli undici anni, Rachel, quella mattina, aveva intrattenuto la cabina in cui era capitata con svariati altri ragazzini nell’Hogwarts Express. Aveva iniziato a cantare senza farselo ripetere due volte, quando un certo Kurt Hummel le aveva chiesto di intonare un la. Rachel aveva cantato tutta Don’t Rain On My Parade, dal suo musical preferito Funnygirl, e credette che Kurt si fosse offeso. Poco male, aveva pensato Rachel, il talento non era per tutti. E lei traboccava di talento.
« Cantare è parte di me » pensò ancora la bambina mentre si torturava le mani « Senza la mia voce non sono niente ».
« Hai tutta la vita davanti, Rachel, e Serpeverde ti condurrebbe sulla via della grandezza. Del potere ».
« E la fama? ».
« Ambizione che si fa sentire. Sì, anche sulla via del successo. E la furbizia e l’astuzia non ti manca ».
« Sono pronta a tutto per raggiungere i miei obbiettivi ».
« Allora… ».
Rachel si allarmò. Il Cappello Parlante stava per annunciare la sua Casa, e non si sentiva pronta. Non si sentiva adatta.
« Cappello! …mi scusi, Signor Cappello Parlante, io sono una Mezzosangue » pensò, cercando di evitare che il Cappello annunciasse a tutta la scuola la sua Casa. Non si sentiva pronta. Doveva essere sicura. «I Serpeverde non hanno il vizio di prendere in giro i Mezzosangue? ».
« Molti Mezzosangue erano Serpeverde. Severus Piton, uno dei salvatori della Seconda Guerra Magica, era un Serpeverde ed era un Mezzosangue. Voldemort stesso, Erede di Salazar Serpeverde, era un Mezzosangue ».
« Non verrò presa in giro? » chiese Rachel timorosa. Non voleva rivivere ancora le esperienze della sua scuola precedente.
« Rachel, tu verrai presa in giro. Più spesso di quanto non ti piacerà o di quanto vorrai. Per colpa del tuo talento, del tuo essere irritante e del tuo naso » La bambina si portò una mano al naso, sentendosi stranamente offesa.
« Ma è da lì che nasce la tua ambizione» continuò il Cappello, con un tonò che sembrò più dolce « È di lì che nasce tutta la tua voglia di metterti in mostra, alla prova ».
« Non è molto rassicurante » mormorò la bambina, giocherellando con il bordo della veste.
« Invece dovrebbe. Ora va’, dai tuoi compagni di Casa» disse il Cappello Parlante, prima di urlare: « SERPEVERDE! ».
Sono tornata! *applausi*Anyways, amatemi, amate Rachel, amate questo Cappello Impiccione che mi piace immaginare così, E AMATE DAN E PHIL, DEI! shippate phan.
Nulla, uhm, recensite! ^^
Miss Neverland