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Autore: Emmastory    28/11/2015    1 recensioni
Sempre nel tumultuoso anno 1615, la giovane Miriel continua a vivere la sua vita. Il tempo continua a scorrere, e nessuno sa cosa potrebbe succedere a lei e alle sue amate sorelle dopo ciò che è accaduto al suo amato Xavier. Una nuova avventura attende le tre giovani streghe, che si ritroveranno divise fra il loro segreto e le importanti decisioni che il loro essere impone con viva e inimmaginabile forza.
(Seguito di "Sangue di strega: Origine Magica)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di strega'
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Sangue-di-strega-II-mod
Capitolo XV
Ritrovarsi
Un anno era ormai passato, e molte cose non erano più le stesse. Mia sorella aveva coronato il suo sogno d’amore, mia figlia aveva appena compiuto tre anni, ed io avevo finalmente rivisto Astrid. Avevo perso i contatti con lei nel giorno della mia fuga verso Bakriat, e il matrimonio di nostra sorella aveva agito da tramite per farci rincontrare. Ora come ora, lei mi fa compagnia, e sedendo sul divano di casa, mi parla di come la sua vita sia cambiata in un così lungo lasso di tempo. “Ho qualcosa da dirti, ed è importante.” Mi ha detto, tacendo al solo scopo di respirare a pieni polmoni e trovare il coraggio di parlare. Con un gesto della mano, non ho fatto che incoraggiarla, facendo in modo che si concentrasse sullo smeraldo che portava al collo, fonte dei suoi poteri e chiave del suo vero essere. “Credo di essermi innamorata.” Confessò, guardandomi negli occhi e attendendo una mia risposta. “Chi è? Come si chiama?” chiesi, spinta da una reale e genuina curiosità. “Il suo nome è Jonathan, e credo davvero di amarlo.” Rispose, riuscendo a far sparire dalla mia mente quella domanda. “Sei seria?” continuai, stranita da quelle parole. Mantenendo il silenzio, Astrid si limitò ad annuire, per poi mostrare un ampio e luminoso sorriso. “Ci frequentiamo da qualche mese, e ogni giorno è migliore.” Aggiunse, lasciando che la sua mente vagasse riportandola ai momenti passati con lui. “Sono felice per te.” Le dissi, sorridendo e stringendola in un abbraccio. Con l’arrivo della sera, la vidi andarsene da casa mia, scegliendo quindi di andare a letto e sognare il mio avvenire. La mattina dopo, mi svegliai piena di energie. Alzandomi dal letto, svegliai anche la piccola Jocelyn, e leggendole una favola, mi presi cura di lei fino al ritorno a casa di Xavier. Sin da quando ci eravamo sposati, era stato lui a prendere le redini della mia attività, mentre io ero rimasta a casa con la bambina. “Hai notizie di Minerva?” mi chiese, non appena rientrò a casa. “È felicissima, e Astrid sta anche meglio.” Risposi, sorridendo debolmente. “Che cosa sai di lei?” continuò, lasciandosi guidare dalla curiosità. “Ha trovato l’amore.” Dissi, tacendo subito dopo. A quelle parole, Xavier mi regalò un sorriso, scegliendo di abbracciarmi e posare le sue labbra sulle mie. Ad ogni modo, quel pomeriggio Xavier ed io tornammo a Farebury con la chiara e precisa intenzione di fare visita a mia sorella Astrid. Volendo farle una sorpresa, portammo con noi anche la piccola Jocelyn. In fin dei conti, lei era già venuta a trovarmi, ed ora pensavo che fosse arrivato il momento di ricambiare il favore. Come sapevo ormai da lungo tempo, non vedevo mia sorella da circa un anno, e lei non aveva idea di avere una nipote, ragion per cui, decisi di renderla felice e presentargliela. Ad ogni modo, il nostro viaggio verso Farebury ebbe inizio quello stesso pomeriggio, finendo unicamente con l’arrivo della sera. Non appena arrivai, bussai educatamente alla porta, attendendo con pazienza che venisse aperta. Alcuni preziosi istanti scomparvero dalla mia vita, e la porta venne aperta da un ragazzo che non credevo di aver mai visto. I suoi capelli erano biondi, e gli occhi erano neri come la pece. “Voi dovete essere Miriel e Xavier.” Suppose, guardandoci negli occhi e sorridendo apertamente. “Entrate, Astrid mi ha parlato molto di voi.” Aggiunse, scostandosi dall’uscio così che facessimo il nostro ingresso in casa. Subito dopo, vidi mia sorella Astrid, e istintivamente, corsi ad abbracciarla. “Mi sei mancata.” Mi disse, non appena quell’abbraccio si sciolse come neve. “E lei chi è?” chiese, indicando la piccola Jocelyn con un cenno del capo. “Questa bimba è tua nipote.” Risposi, mostrandole un debole sorriso. “Posso prenderla?” continuò, chiedendo il permesso di tenerla in braccio. Senza proferire parola, annuii lentamente, per poi vederla sollevare da terra la bambina, che sorrise trovandosi al sicuro fra le braccia della zia. Sedendoci poi sul divano di casa, approfittai del sonno della piccola per parlare con Astrid. “Gira voce che il pericolo sia in agguato, tu cosa farai?” osai chiedere, sperando in una sua risposta. “Non lo so, ma credo sia meglio rimanere all’erta.” Rispose, portandomi a rimembrare le parole della nostra cara nonna Zelda. Alcuni minuti passarono, e guardando per un attimo fuori dalla finestra, mi resi conto dell’ora tarda, così ripresi in braccio Jocelyn, e salutando Astrid, tornai subito a casa. Poteva sembrare prevedibile, ma averla rivista e aver analizzato il suo punto di vista riguardo all’imminente conflitto che ci saremmo presto trovate ad affrontare, mi aveva davvero aiutata. Mi sentivo molto più calma e tranquilla, ed era come se nonostante i miei trascorsi, ogni sentimento negativo avesse ormai abbandonato il mio corpo.
   
 
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