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Autore: luley0    28/11/2015    2 recensioni
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=eWWi3vaC2bA
Il giorno che si incontrarono Sophia e Zayn non potevano immaginare che si sarebbero inseguiti negli anni
Sophia conosce Zayn quando ha soli tredici anni, da quel momento in poi i due saranno destinati a rincontrarsi più volte nel corso degli anni per brevi ma intensi intervalli di tempo. Arrivata all'età di ventitré anni, sul punto di abbandonare Londra e i suoi sogni nel cassetto, le si presenta l'occasione che può cambiare la vita e diventa l'assistente personale di Harry Styles. Solo successivamente scoprirà che Harry è il migliore amico di Zayn, con il quale - dopo una vita passata a trovarsi e sfuggirsi di nuovo - avrà la propria occasione per restare.
«Se ti avessi incontrato prima, forse… mi sarei innamorata di te»
«Forse»

‘Ma allora ognuno, inconsapevolmente, è artefice del proprio destino oppure è quest’ultimo a riproporti combinazioni e combinazioni fino al suo corretto compimento? ’
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Trailer della storia

Capitolo 12
 

 

Il ticchettio dell'orologio da muro in alluminio, alternato al rumore insistente e monotono delle scarpe di Harry che battevano sul pavimento, scandendo il secondo, mi resero più agitata del dovuto. Non sapevo come interpretare il silenzio dall'altra parte della cornetta. Era il buon segno da parte di un interlocutore che stava rassegnandosi alla mia richiesta o quell’usuale esitazione tipica di chi sta per dirti di no, ma fa finta di pensarci su?
Mi voltai verso il finestrone dell'ufficio di Louis, in modo da mantenere quest'ultimo ed Harry fuori dal mio campo visivo.
Non mi ci volevano le loro facce, ero fin troppo tesa anche senza farmi caricare d’ansia dalle loro espressioni apprensive.
In fondo avevo avuto una gran faccia tosta a fare quella chiamata.
Purtroppo, però, i loro sospiri e i loro movimenti nervosi potevano raggiungere ancora il mio orecchio.
Finalmente, una voce squillante e carica di entusiasmo mi rispose, permettendomi di sciogliere il nodo che mi si era formato in gola.
«Sì, esatto... Va bene. Non vedo l’ora!»
Chiusi la chiamata, dopo aver parlato per tre minuti esatti di orologio e aver atteso la risposta per quello che mi parve un tempo indefinibile benché si trattasse solo di qualche secondo.
«Allora?»
«Che ha detto?»
«Ci è cascata?» solo in quel momento mi accorsi che si era aggiunta anche Reese.
«È andata» esclamai vittoriosa, iniziando a saltellare in modo alquanto ridicolo e andando a sbattere contro la riproduzione in scala (quasi) naturale dell'Optimus Prime di Louis.
Esattamente.
Ne aveva una – molto discreta, a suo dire – nell'ufficio.
Come se il canestro montato a ridosso della libreria non fosse già abbastanza ridicolo.
«Cazzo Soph, tu sei un piccolo genio! — Harry mi si lanciò contro e mi prese in braccio, strattonandomi da un lato a l'altro e provocandomi una risata e qualche gridolino — ecco perché ti ho assunta»
Ma facciamo un passo indietro.
Dalla sera a casa di Finch il senso di colpa per non essere riuscita a curare gli interessi di Harry e della casa discografica era stato il mio unico pensiero.
Per cui, nei quattro giorni successivi, non feci altro che pensare ad un modo per avvicinarmi al signor Finch.
Fin quando, l'idea geniale non mi venne girovagando per i vari social. (E poi dicono che sono una perdita di tempo!)
Meredith Finch, che aveva una cotta incredibile per Harry (ma ciò era appurato da tempo), avrebbe compiuto vent'anni l'allora prossimo ventuno dicembre.
Ovviamente era prevista festa in pompa magna in uno dei locali più in voga della città: il Cirque le Soir, club frequentato principalmente da personaggi famosi. Lei, ovviamente, non era da meno e sulla passerella del mondo dello showbiz sfilava da quando aveva cinque anni.
Il signor Finch, il cui nome era diventato quasi un mantra negli uffici della Dreamusic – e in qualsiasi ambiente dove si masticasse almeno in minima parte di musica – era praticamente una divinità dell’industria musicale. Fautore della maggior parte degli artisti più pagati e famosi dell’ultimo millennio, aveva lanciato un paio di format di successo per la tv e fatto soldi in almeno altri mille modi possibili.
Ecco perché era l’uomo che cercavamo.
Niall aveva bisogno di essere lanciato – io l’avrei lanciato giù per le scale, ma questa era un’altra storia – e Finch era il nostro passe-partout per le porte del successo.
In realtà la mia determinazione nell’organizzare un incontro con l’Inarrivabile era motivata anche da fini non del tutto degni di stima.
Uno di questi – o per meglio dire, il principale – era Zayn.
Non solo il buttarmi a capofitto nel lavoro mi avrebbe aiutato a pensare di meno, ma ero venuta a conoscenza di un dettaglio abbastanza rilevante.
Zayn Malik non era estraneo al mondo di cui facevano parte Harry, Niall, Finch e compagnia dicendo, tuttavia era una figura poco chiacchierata e che lavorava nell’ombra.
Intendiamoci, non svolgeva nessuna attività illegale; ma l’astenersi dal passare di bocca in bocca lungo il fiume di chiacchiere sterili tipiche del mondo dello spettacolo era una delle prerogative del suo lavoro.
Zayn si era affermato, un paio d’anni prima, come pubblicista.
Non era una figura professionale molto conosciuta – a meno che non vi chiamate Kate Moss e l’ambiente in cui vivete non sia popolato da personaggi che usano le banconote da cinquanta sterline al posto della stagnola per farsi fare i colpi di sole.
Avete presente quando sfogliate le pagine di un giornale e vi salta all’occhio il vostro attore preferito a cena con l’ultima sua fiamma che, casualità, è proprio quella modella che da poco ha fatto il suo debutto sul grande schermo? Oppure quando, su internet, vengono divulgate foto di una tizia sconosciuta, ma che presto sarà conosciuta, che bacia il cantante di cui sapete tutte le canzoni a memoria?
Bene.
Nel settanta percento dei casi si tratta di trovate pubblicitarie che servono per dare visibilità alla celebrità o a terze persone, in modo positivo ma anche – inaspettatamente – in modo negativo.
Ciò a cui si punta è la tempestività della notizia, cioè la velocità con cui quel personaggio viene messo sotto i riflettori, che predomina sulla notizia stessa rendendo i mezzi, dunque, giustificati dal fine.
La gente – è risaputo – dimentica presto.
Direte, che c’entra Zayn in questa storia?
C’entra eccome, dato che il fatto che si trovasse all’assurda festa con delitto di Finch non poteva considerarsi per nulla una coincidenza.
Lui voleva collaborare con quell’omone dai baffi fin troppo lunghi e gli occhiali dalla montatura rossa; ma Finch non era quel tipo di persona che necessitava di collaborazioni, né con me, né con Zayn.
Ecco perché dovevo fare in modo che sentisse, improvvisamente, tale necessità.
E cosa fai quando professionalmente ti trovi davanti una barriera di acciaio invalicabile?
Semplice, cerchi di arrivare all’obiettivo per vie traverse e non esattamente ortodosse.
E la mia via traversa si chiamava Meredith Finch.
«Mi vedrò con lei domani pomeriggio per scegliere il vestito per la sua festa – annunciai, ancora euforica – ovviamente, le ho detto che avrei trascinato anche te!»
Harry annuì, già consapevole del suo ruolo in tutta quella faccenda.
Ok, stavo usando Meredith – fingendomi sua amica – per arrivare a Finch, ma anche lei mi stava usando per arrivare a Harry! Non era altro che un equo scambio alla pari!
«Harry mi raccomando, scopatela per bene – intervenne Reese e per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva – dipende tutto da te»
Harry si schiarì la voce, visibilmente imbarazzato «Usare qualche escamotage sì, ma non sono disposto ad arrivare fino a questo punto. Io e Sophia riusciremo ad arrivare a Finch anche senza giocare sporco…»
Ree sbuffò commentando a mezza bocca un «siete noiosamente corretti», mentre io sorrisi alle parole di quel ragazzo con i capelli incasinati che non faceva altro che ricordarmi quanto fosse buono.
«Per me potete pure prostituirvi, o legare Finch ad un sedia, o rapire Meredith e chiedere il riscatto – Louis raccolse il giubbino sportivo dal divanetto in pelle nero, infilandoselo – fate quello che vi pare, basta che per domani abbiate quel contatto. Il disco di Niall è in uscita a Gennaio e noi non abbiamo ancora uno straccio di collaborazione con un fottuto artista americano»
«Fratellone, non alterarti – Ree incrociò le braccia al petto seguendo con lo sguardo un Louis alquanto agitato. Parte del suo nervosismo era dovuto al fatto che se il nuovo album fosse stato un flop, la colpa sarebbe ricaduta in particolar modo sulla sua etichetta discografica con cui Niall aveva da poco firmato. In realtà di Finch ce ne stavamo occupando io e Harry, che lavoravamo direttamente per l’agenzia di Horan, ma effettivamente avevamo iniziato a lavorare fianco a fianco con i Tomlinson – Noi siamo in contatto già con qualche nome conosciuto, se Finch non dovesse prenderci in considerazione andremo avanti comunque»
***
«Sembra un gran bel casino»
Meredith aveva uno sguardo da cerbiatta incantevole, e forse era stato quello ad assuefarmi completamente. Non si spiegava, in caso contrario, come avessi deciso che parlare con lei dei miei fatti personali fosse una mossa intelligente. Ma Zayn mi incasinava la testa, e lei era lì all'apparenza disponibile ad ascoltarmi mentre provava l'intera collezione di Stella Mccartney per scartarne ad uno ad uno ogni capo.
«Come hai detto che si chiama lui?»
«Zayn» risposi senza pensarci troppo su, sistemandomi meglio sul divanetto del negozio dal quale stavo a poco a poco scivolando.
«Malik?»
Annuii con la testa, preoccupata solo in quel momento di non aver saputo mantenere la mia boccaccia chiusa.
«È in negoziazione con mio padre»
«Cosa?» sbottai.
«Sì... Ma non chiedermi di cosa si tratta, perché io di queste cose non capisco niente»
«Questo abito è stato disegnato su misura per Rihanna — si intromise la commessa, una ragazza molto più alta di me, con un biondo chignon e delle gambe chilometriche messe in evidenza da una gonna a tubino davvero molto stretta — sono grandi amiche»
Non me ne fregava nulla della sincera amicizia tra Stella e Rihanna in quel momento, il mio cervello era andato in loop dopo le parole ‘Zayn’ e ‘negoziazione’. Esattamente in quel momento sentii lo scatto della porta del negozio e vidi entrare Harry, tutto indaffarato a litigare con l'ombrello che non si chiudeva. Ridendo, mi avvicinai per aiutarlo con il goffo risultato di vederci entrambi incastrati nella porta tra il dentro e il fuori. Provai a prendergli di mano l'ombrello maledetto, bagnandomi con la pioggia anche parte del vestitino che indossavo, ma Harry mi spinse nuovamente verso l'interno.
«Non bagnarti. Ora non stai lavorando»
In realtà, sì.
Era una missione segreta, più o meno. E stava già capitolando, oltretutto.
Si, capitolava. Come stava capitolando Harry al sentore di così tanto feromone nella stanza.
Meredith si catapultò a salutarlo appena questo si tolse la giacca, e lui ricambiò il suo abbraccio posandole un bacio sulla guancia.
Anche la commessa lo accolse, quasi troppo euforica a mio avviso.
 
 
«Quindi voi avete fatto finta di stare insieme?»
«Sì, con pessimi risultati» aggiunsi.
Beh se proprio dovevamo giocarci la carta 'Meredith', tanto valeva ingraziarcela per bene.
Se solo Reese avesse potuto vedermi in quel frangente.
Mi avrebbe dato della stronza psicopatica doppiogiochista, e il peggio è che si sarebbe complimentata con me.
«Ah, ecco perché… mi avevate dato quell'impressione»
«Impressione? Quale impressione?!» domandai schiarendomi la voce un po' imbarazzata, salvo poi camuffare il mio disagio per la conversazione fingendo di essere troppo interessata all'espositore di accessori per guardarla negli occhi.
«Di piacervi —rispose lei — ma ora che mi avete raccontato tutto, capisco che stavate facendo finta»
Harry sorrise, ma non troppo convinto, abbassando gli occhi proprio nel momento in cui i miei si alzarono dalla borsa in camoscio per studiare la sua espressione.
Stavamo facendo finta?
L'esitazione testimoniata nel cipiglio sulla fronte di lui – non mascherata neanche dai suoi capelli che ultimamente tendeva a spostare all’indietro – mi suggeriva altro.
No, non stavamo facendo finta. Questo era poco ma sicuro. Io ed Harry ci piacevamo, ma ciò non doveva stare a significare per forza che ci fosse qualcosa di più tra di noi.
Eravamo amici.
Tuttavia ciò mi aveva dato fin dall’inizio non poche preoccupazioni. Era Harry Styles per la miseria. Lo stesso Harry che mi aveva chiesto se esisteva un modo per ordinare i numeri femminili nella sua rubrica telefonica secondo il numero di taglia di reggiseno.
Non era per niente il tipo di ragazzo che riesce ad essere amico di una donna.
Però, perché quando poi passavamo del tempo insieme ci divertivamo e lui dimostrava di essere completamente rispettoso con me?
Questo suo doppio lato mi mandava in crisi. Sentivo perfettamente che quello che mostrava a me era sincero, ma saremmo stati in grado di mantenere questo equilibrio tra noi?
«Dovreste continuare» Meredith uscì dal camerino con i suoi abiti addosso, ma feci più caso a ciò che aveva appena detto.
«Continuare a fare cosa?» chiesi.
«Fingere di essere una coppia. Non dovresti rinunciare a Zayn così… tutto il discorso di addio che ti ha fatto, è chiaro che ci tiene ancora»
Mi girai verso Harry, non sapendo esattamente cosa volessi ottenere da lui. Infatti non riuscii a trovare nessuna risposta concreta.
A lui non avevo raccontato molto di ciò che Zayn mi aveva detto in biblioteca, mi aveva solamente trovata sul letto della camera a piangere come una disperata.
«No, davvero… abbiamo già percorso questa strada e non è servito a nulla – misi le mani davanti – non mi è sembrato che se ne importasse più di tanto»
«Non siete stati abbastanza credibili – Meredith incrociò le braccia al petto – alla cena di mio padre sembrava che vi piaceste, sì, ma non vi avrei mai preso per una coppia consolidata»
«Cosa avremmo dovuto fare?» chiesi quasi retoricamente.
«Camminare mano nella mano, abbracciarvi… e se necessario darvi qualche bacio»
Meredith impartiva consigli di falsa-coppia, completamente all’oscuro del fatto che, quella sera, cercavamo di nasconderci da lei. Harry infatti tentò di reprimere un sorriso un po’ troppo ovvio che mi fece capire che stavamo pensando la stessa cosa.
«Sentite – disse la biondina, andando verso la cassa per pagare i cinque o sei vestiti che aveva selezionato – stasera al party ci sarà anche Zayn. Provate a farlo ingelosire… sono sicura, Sophia, che tra voi non è finita. Anzi, deve ancora iniziare come si deve»
 
 
«Zayn al party?» mi domandò Harry appena recuperammo la sua auto, dopo aver salutato Meredith.
«Ma è il mio migliore amico o il tuo? – lo presi in giro – ho scoperto qualcosa, a tal proposito»
Harry inserì la quarta, sfrecciando appena la strada si fece più libera, e io continuai «Zayn è in trattativa con Finch. Non chiedermi per cosa o per chi, Meredith non sembrava molto interessata alla questione»
Harry girò la testa verso di me, quasi sconvolto da quella rivelazione.
«Cosa?! – esclamò – quel fottuto figlio…»
«Harry!»
«Ecco perché era così indaffarato»
«Non capisco, qual è il suo obiettivo? per chi lavora? E perché non ti ha detto nulla?»
«Lavora con… ricordi quelle modelle che si trovavano al mio tavolo quando ci siamo conosciuti alla sfilata? – domandò, e accennai ad un sì poco entusiasta – una di quelle, Kayla, lavora con la sua agenzia e sta cercando di lanciarla. Io e lui siamo sempre stati molto competitivi, ma lui gioca sporco»
Harry lasciò cadere il discorso, ignorandomi quando continuai a fargli domande, piuttosto mi chiese «Tu cosa hai combinato con Meredith? Parlerà con suo padre?»
«Non le ho nominato il padre… ma le ho parlato molto di me, di te…. E di Niall. E di quanto sarebbe importante per te portarlo in America. Penso che presto riceverai una telefonata…»
***
«Questo party è così schifosamente uguale agli ultimi trecento a cui sono stata, che ha vanificato tutto il senso di bere fino a non ricordare più niente» Reese lasciò perdere il Gin tonic sul tavolino, incrociando le gambe e abbandonandosi sul divanetto.
«Dallo a me» dissi io. Afferrando con una mano il bicchiere in vetro e tirando con l’altra l’orlo del vestitino più in giù che potessi.
La festa era iniziata da più di un’ora e il posto era già gremito di persone. Molte celebrità, altrettanti sconosciuti che non facevano altro che aggiornare il proprio snapchat sforzandosi di divertirsi. Zayn era anche lui lì, stranamente senza Giselle, e indovinate dove era seduto?
Di fronte a me.
Ed Harry.
Che non si capiva se dovevamo fingere di essere ancora una coppia o no.
«Cercate di non perdere i sensi… perché sarò io ad essere così ubriaco stasera da non riuscire a tornare a casa» disse Louis, che era già al suo quarto superalcolico.
«Dammi le chiavi della macchina» Emma stese il braccio verso di lui, tenendo il palmo aperto in attesa. Louis alzò un sopracciglio, in modo acido, dicendo solo «Le ho lasciate a Reese. Piuttosto, tu non hai un ragazzo da cui farti accompagnare a casa?»
Emma sollevò gli occhi al cielo, poi, scuotendo la testa, si alzò dal divano per perdersi nella folla in direzione del banco del bar.
«Poco geloso?» lo stuzzicò Reese.
«Stai zitta, Ree» la freddò Lou, appoggiando i gomiti sulle cosce e raccogliendo le mani iniziò a fissare un punto imprecisato del pavimento.
Fissai la scena per un po’, ma la pesantezza di uno sguardo scuro e impertinente su di me non riusciva a farmi rilassare.
Zayn, si era messo lì, con indosso ancora il suo giubbino di pelle, e mi fissava. A stento aveva detto due parole ad Harry.
«Al diavolo, andiamo» improvvisamente la voce di Harry risuonò chiara, nonostante la musica alta, ma prima che potessi darle un senso mi sentii trascinare verso la pista da ballo.
«Che fai?!» esclamai.
«Seguo il consiglio di Meredith»
«Che significa?»
Harry mi si avvicinò pericolosamente, non ebbi il tempo per capire cosa stesse succedendo che mi ritrovai seduta su una delle sedie da bar vicino al bancone, e non molto lontano da dove stavamo prima, facendomi abbandonare l’idea che volesse portarmi a ballare.
«Abbiamo iniziato questa storia della falsa coppia, non possiamo fermarci proprio ora – il riccio posò le mani sulle mie cosce, divaricandole leggermente. Avvampai a quel gesto così intimo, ringraziando me stessa mentalmente per non aver messo nessuna gonna inguinale, ma una a campana che copriva da occhi laterali indiscreti – Zayn sta guardando?»
«Tutti stanno guardando» boccheggiai, sottovoce.
Harry si morse il labbro, guardandosi intorno incerto. Era ancora in piedi, tra le mie gambe e non riuscivo a capire quali fossero le sue intenzioni.
«Andiamo a ballare» dissi d’impulso, scendendo dalla sedia. Le sue mani seguirono la mia discesa dalle gambe risalendo poi su per i fianchi e la vita.
«Baciami» la voce era ferma, intransigente e roca. Più roca del solito.
«Sei impazzito – esclamai – questa… tutta questa cosa… è una pazzia»
«No, è una pazzia se rinunci – rispose, mantenendomi stretta per la vita in modo che non scappassi, poi avvicinò la bocca al mio orecchio – Zayn è là che ci sta guardando, e ti guardava anche prima sul divano, e prima ancora mentre chiacchieravi con Reese. E quando ti sei tolta il cappotto, e anche quando sei arrivata e sei andata a salutare Meredith. Ti ha guardata per tutto il tempo, è frustante»
«Probabilmente c’è qualcosa che non va in lui» commentai, aggrottando la fronte.
«Probabilmente ha detto un mucchio di cazzate per allontanarti di proposito. Se fossi felice con la mia ragazza di certo non mi metterei a fissare le altre in modo inquietante»
«Non posso baciarti, Harry – sincerità per sincerità – lo sai. Ecco perché questa idea è stata sbagliata fin dall’inizio.»
«Hai paura di ferire i miei sentimenti? – mi chiese, quasi ridendo. Ma la risata non aveva nulla che suonasse divertente – io non ho sentimenti Soph. Non mi innamoro, e so scindere il lavoro dal piacere… e l’amore dall’amicizia»
Non sapevo come sentirmi a riguardo, forse la musica chiassosa e martellante non mi permetteva di pensare in modo appropriato, ma non potevo negarlo.
Avevo paura di ferire i sentimenti di Harry, ma anche i miei.
«Non puoi pensare che un bacio non porti a delle complicazioni»
«Se non ci sono sentimenti, non ci sono complicazioni – Harry puntò i suoi occhi verdi sulle mie labbra che in quel momento sentivo incandescenti, a causa del troppo calore – tu hai sentimenti verso di me?»
Incomprensibile era il tono con cui mi aveva posto quella domanda. Speranzoso, o ironico?
Risposi quasi di getto, senza pensare veramente, per non fargli notare che ci stessi pensando più del dovuto.
«No»
No, perché Zayn era il mio unico pensiero da sempre. Lui era l’amore che non avevo mai vissuto completamente. Harry… Harry era un bel ragazzo e un buon amico.
Portò le mani sulle mie guance, ebbi giusto il tempo di lanciare uno sguardo verso Zayn che era ancora del tutto interessato alla nostra conversazione. Ricordai la prima volta in cui Harry mi era stato così vicino, e la sensazione che provai fu esattamente la stessa. Annebbiamento di ogni senso, solo il battito accelerato del mio cuore in tilt. Il naso di Harry sfiorava appena il mio, e le nostre fronti calde si toccavano in attesa di ciò che sapevamo entrambi che sarebbe accaduto. Ciò che volevamo entrambi.
«Un bacio è solo un bacio» sussurrò sulle mie labbra dopo essersi staccato di una spanna e aver portato le sue mani sul mio collo.
«Nessuna complicazione» ansimai e smisi di crederci nel momento stesso in cui pronunciai quelle parole.
«Nessuna...» il respiro di Harry si fece affannato, così come il mio, e poi finalmente le sue labbra si chiusero nelle mie.
Lasciai condurre a lui. Dapprima il bacio fu lento, lui socchiudeva le sue labbra catturando prima il mio labbro superiore poi quello inferiore, alternando, senza approfondire. Avrei potuto anche continuare così all'infinito, ma il mio cuore perse un battito nell'instante in cui Harry fece spazio con la lingua per entrare trattenendomi e stringendo sulla stoffa del mio vestito all'altezza della vita. Sentii una stretta allo stomaco ed un formicolio piacevole che si diffondeva per tutto il corpo, quasi un fuoco... che non bruciava ma che me ne faceva volere ancora di più.
Il bacio divenne più appassionato; Harry portò una mano dietro la mia nuca, affondando tra i nodi e le onde dei miei capelli, premendo con il suo corpo e spingendomi all'indietro fino a che la mia schiena non toccò una superficie che riconobbi come la lastra di vetro che separava il privè da un'altra area indefinita del locale. La lingua di Harry si muoveva in cerchi, ogni tanto con uno schiocco si interrompeva un bacio per poi ricominciare subito l'attimo dopo. Il suo corpo premeva sul mio, e io afferrai i suoi ricci sentendo la sua bocca lasciarsi scappare un verso di piacere. Quando esposi leggermente il collo percepii le sue dita percorrerlo delicatamente e i suoi occhi attenti ad ogni piccola mia mossa.
«Harry... — fu allora che riacquistai un minimo di autocontrollo — può andare bene così»
Vidi Harry ingoiare un groppo alla gola, e i suoi occhi pieni di eccitazione ancora fissi sulle mie labbra.
Ero ancora aggrappata alle sue spalle da non riuscire a muovermi.
«Sì — annui, allontanandosi ma di pochi millimetri — meglio... meglio interrompere qui»
Tutto quello che vidi dopo fu lo sguardo torvo e incredulo di Zayn. Se gli occhi avessero potuto uccidere, non so in quel momento che fine avrei fatto. Ma non mi considerò molto, dato che si alzò velocemente dal tavolino dove si era appoggiato per poi allontanarsi con stizza.


 


Capitolo inizialmente di passaggio, in realtà continuerà nel prossimo... e ci sarà più Zayn. Ma serviva anche per spiegare il lavoro di quest'ultimo e del perché si trova sempre alle feste e alle cene di lavoro con Sophia.

Harry e Sophia hanno iniziato a giocare seriamente, promettendosi 'niente sentimenti'. Funzionerà? Zayn inizierà ad avere qualche rimorso dal prossimo capitolo?... piccolo spoiler: una conoscenza del passato tornerà e in arrivo qualche altro flashback tra Sophia e Zayn.

Mi raccomando, non fatevi sfuggire i piccoli indizi che sono disseminati per i capitoli ;)

Volevo dirvi che sto scrivendo un'altra storia... uno spin-off (non saprei come definirlo) che avrà come protagonisti Emma e Louis. La storia parlerà del rapporto tra i due dall'inizio fino ad arrivare alla storia raccontata in questa per poi procedere di pari passo. Le due storie saranno distinte e separate quindi potete decidere di leggere l'una o l'altra senza perdervi niente... fatemi sapere se vi interessa, perché quasi sicuramente la pubblicherò su wattpad ma sono ancora indecisa se pubblicarla qui su efp. 

Niente più, se recensite mi date un'immensa gioia.. adoro leggere quello che pensate! 

Un bacio xx


 

 

   
 
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