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Autore: alessia_0253    29/11/2015    1 recensioni
Un'avvincente storia d'amore tra Ashley e Nathan.
Lei: una ragazza che non si fa "sottomettere" da nessuno, tanto meno da un ragazzo. Ha pochi amici, lo stretto necessario per stare con qualcuno. Vive con la sua migliore amica in un appartamento vicino. All'inizio giudicherà Nathan un ragazzo scorbutico e arrogante. Ma come si dice: le apparenze ingannano, e proprio questo capirà. La sua testa le dirà di stargli lontana invece le sue emozioni no. Inoltre c'è sempre il suo passato, pronto a ritornare.
Lui: frequenta il quinto anno, anche se, vista la sua età, dovrebbe frequentare il college. È il classico ragazzo che tutti evitano per non avere problemi. Tutte le ragazze vorrebbero aver a che fare con lui, tranne Ashley. Proprio il carattere di quest'ultima li farà incontrare. Per lui sarà solo una conquista? Oppure sarà qualcosa di speciale?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Inizio a prepararmi per la festa: indosso una gonna nera e una maglia di pizzo bianca con il colletto. Mi lascio cadere i capelli sulle spalle e li sistemo per bene così da lasciare il viso scoperto. Traccio una linea sopra la palpebra perfettamente dritta con la matita nera e per concludere, un po' di mascara sulle ciglia. «Ottimo» annuncio guardandomi un'ultima volta allo specchio. Come sempre Erin sfoggia il suo fantastico fisico con un vestito nero non troppo corto. Sento suonare alla porta e vedo Erin correre verso la porta. «Ciao ragazzi» dice Erin. Nel frattempo scendo le scale e prendo il telefono dal tavolino del salotto. «Sei bellissima» dice James baciandola sulle labbra. Vedo Nathan appoggiato sulla soglia senza fiatare, fissarmi, ma lo ignoro completamente. «A che ora volete tornare ragazze?» Io e Erin ci guardiamo. «Non lo so. Io vorrei tornare presto.» dico. Sono ancora stanca per ieri e anche Erin è d'accordo con me. «Non solo dobbiamo portarti con noi, santarellina, ma vuoi anche tornare presto altrimenti la mamma si arrabbierà. Sei proprio una bambina.» dice. Poi entra in casa e si avvicina a James. Non sa niente di me ma continua a parlare. «Perché dobbiamo portarla con noi?» «Non sono una ragazzina, voglio semplicemente tornare presto per poter riposare. Tutto qui» ribatto. «Bene, allora rimani qui almeno potrai riposare tutta la serata.» «Non dirmi cosa fare» «Non ti sto dicendo quello che devi fare. Non mi interessa» si avvicina. «Mi raccomando se decidi di venire. Non essere un peso per gli altri, ok?» «Non dire "se decido" io HO deciso e verrò. Non sarà qualche parola detta da un ragazzo stronzo come te a farmi cambiare idea» «Bene» dice sorridendo allontanandosi. «Bene» dico uscendo. «Andiamo o no?» guardo Erin e James che sono rimasti completamente fermi, bloccati. «Non avete risposto alla mia domanda comunque» dice James ma lo fulmino con lo sguardo. «Okay.. Ho capito. Decideremo una volta arrivati» Durante il tragitto Erin continua a fare domande a James della festa e parlano di alcune cose, ma non so esattamente di quale argomento. Io invece resto in silenzio seduta sul sedile posteriore insieme a Nathan. Il viaggio sembra durare un'eternità. Entrambi stiamo fissando fuori dal finestrino, sono troppo arrabbiata per essere amichevole con lui. "I miei giudizi erano fondati" penso. «Siamo arrivati» dice James parcheggiando davanti una confraternita. Scendiamo dalla macchina. «Entriamo!» dice infine facendo un cenno con la mano. Lo seguiamo verso l'ingresso della casa. C'è molta gente, non sono alle classiche feste nei locali ma bensì in una confraternita, è la prima volta e sono un po' agitata. «Qui è la festa?» domando. «Si santarellina, che ti aspettavi?» dice Nathan. «Io..» non faccio in tempo a ribattere che lui mi supera ed entra. Io ed Erin rimaniamo insieme a James. Ci raccomanda di stare attente ad alcuni tipi e di non andare al piano superiore, almeno così ho capito. Non si è sentito molto dato che la musica era ad alto volume. «Su Asly!» grida Erin. Ha bevuto quattro bicchieri di whisky, anche se l'ho rimproverata varie volte, non mi ha dato retta. «C'è un bagno qui?» mi chiede Erin. Capisco che bisogna trovarlo al più presto. Cerco James tra i ragazzi ma non lo trovo. «Scusami dove è il bagno?» chiedo a un ragazzo. «Vieni con me» mi squadra ma alla fine mi risponde. Lo seguo per le scale. «Mi hanno detto che non si può salire» gli dico. «No tranquilla. Seguimi» raggiungiamo una porta. «Grazie» gli dico sorridendo. Mi giro per aprire la porta ma lui mi blocca. Mi prende per un braccio e mi tira a se. «Cosa stai facendo amico?» gli dice Erin un po' sbronza. «Lasciami.» ma lui non molla la presa. Gli lancio un calcio e molla la presa e si piega dal dolore. Ma subito dopo si riprende e mi tira la maglia strappandola. Mi guardo completamente nuda con solo il reggiseno addosso. Raccolgo il pezzo di stoffa, che ormai non si può più definire maglia, e me lo metto sopra per coprirmi. Lo guardo e gli lanciò un pugno. Credo di avergli fatto male dato che la mano è dolorante. Poi si avvicina ma sono pronta al combattimento. «Cosa credi di fare?» sento una voce dietro al ragazzo. Mi giro e vedo Nathan. «Ti vuoi divertire anche tu, amico» dice il ragazzo. «No grazie. Lasciala stare.» Perché Nathan mi ha aiutata? Anche se a me non serviva nessun aiuto, perché lo ha fatto? Non sono solo una bambina per lui? Il ragazzo fa una smorfia e va verso le scale. «Asly. Stai bene?» mi dice Erin. «Vi avevo detto di non salire» è James. «Ti avevo detto di non essere un peso» mi giro verso Nathan che mi guarda, ma noto che non ha il solito sguardo. Non è lo sguardo da stronzo. Ma le sue parole fanno male. Non voglio che succeda di nuovo... «Avevo tutto sotto controllo» gli dico a entrambi tenendo la testa bassa. «Tu quello lo chiami controllo? Poteva stuprarti. Lo sai questo?» «So cavarmela da sola. E non ho chiesto aiuto a nessuno.» «Asly» mi dice Erin. Mi guardo ho la maglietta strappata e si vede il reggiseno, in un attimo sento le guance a fuoco. Mi ritornano alla mente alcuni ricordi di quando ero piccola. Di quando venivo derisa e allontanata per colpa di un passato che neanche mi apparteneva. Di quando mi picchiavano e di quando.. Trevis.. «Asly» grida Erin. Torno alla realtà e sento gli occhi pieni di lacrime. Non posso piangere. «Vado in macchina» dico guardando in basso. Sento qualcosa coprirmi le spalle. È caldo e ha un ottimo profumo. «Tieni, non puoi uscire in quello stato» Mi dice Nathan. "Aspetta, quindi quello è il profumo di Nathan. Cavolo. È così dolce.." penso. «Grazie» distolgo lo sguardo. È rimasto solo con una maglietta bianca a manica corta. Gli dona proprio e risalta i suoi muscoli. Scendo le scale e mi dirigo verso la macchina. Io non ho avuto paura ma mi sono sentita umiliata, io non sono così. Io non scappo davanti a niente. «Torniamo a casa» mi giro e vedo Nathan. «No mi serve solo una maglietta. Non voglio essere un peso per nessuno.» faccio con tono autoritario. Mi guarda sorpreso e mi squadra dalla testa ai piedi. «Cosa c'è?» «Niente.» «Hai le chiavi?» «No. Ma posso accompagnarti con la moto» «A cosa devo questa tua gentilezza?» «Non ti preoccupare. Non voglio niente da te."- «È lo stesso per me. Tranquillo non ti farò niente» «Touche. Comunque vieni sì o no?» «Si grazie» dico superandolo. «Bel combattimento quello di prima» mi giro di scatto e lo vedo divertito. "Ma quindi mi stava guardando da un bel po'. Bastardo". «Me la cavo. Ti conviene moderare le battute con me altrimenti..» dico ridendo e mettendo i pugni alti. «Allora starò più attento con te» dice ridendo. È molto più simpatico di quanto pensavo. Non bisogna giudicare, allora. Mi siedo sulla sua moto e indosso il suo giubbotto di pelle. È un ottimo abbinamento con la mia gonna, me ne ricorderò la prossima volta. Ad un certo punto mi prende le mani e me le mette intorno a se. «Tieniti» mi dice. Non esito e non protesto. Mi avvicino di più per unire le mani l'una con l'altra. Sento quel profumo. Le mie narici ne sono invase e il suo giubbotto mi tiene al caldo. È bellissimo.
   
 
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