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Autore: Emmastory    30/11/2015    1 recensioni
Alcuni anni sono passati, e le nostre tre giovani streghe continuano a vivere la loro vita. La loro felicità sembra costantemente vacillare, così come la sicurezza del profondo e recondito segreto che custodiscono. Nessuna sarà al sicuro, e alcuni nemici a loro già noti non rappresenteranno che una grave minaccia. Il destino di Miriel, Minerva e Astrid, sembra quindi appeso a un filo sottile.
(Seguito di "Sangue di strega: Giochi di potere)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di strega'
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Sangue-di-strega-III-mod
Capitolo II
Il prezzo della verità
Il buio era ormai calato, e ognuna di noi continuava a correre. Eravamo tutte intente a seguire il volo di un gufo dalle ali argentee. Si muoveva sinuoso nel cielo, e mantenendo il silenzio, si librava in aria. Il tempo continuava imperterrito a scorrere, e dopo un tempo che nessuna di noi riuscì a definire, ci ritrovammo in un luogo che sapevamo di non aver mai visto. Attorno a noi la luce pareva inesistente, e non riuscivamo a vedere nulla. Aguzzando la vista, notai alcuni importanti particolari, che organizzati ad arte, mi portarono alla soluzione dell’enigma che sembravo vivere. Alla ricerca di certezze e conforto, guardai in alto, scoprendo che Hero aveva ormai smesso di volare, e si era placidamente appollaiato sul ramo più alto di un albero poco distante. Da quell’altezza, ci guardava, sicuro di averci condotto nel posto giusto. I miei occhi si muovevano a intervalli regolari, e pur continuando a guardarmi intorno, non avevo modo di capire dove mi trovassi. Per un singolo attimo, mi credetti cieca. Improvvisamente, nel buio saettò una luce, ed io compresi ogni cosa. Non ero a casa o nel covo delle Streghe, ma bensì in quella che in molti definivano “Prigione dei Maghi.” A quella forte luce seguì il suono di una voce, che mia sorella Astrid riconobbe quasi subito. Quella che aveva appena avuto la fortuna e l’occasione di sentire, non era una voce comune, ma più precisamente quella del suo amato Jonathan. Guardandola negli occhi, la chiamò per nome, e obbedendo a quella sorta di richiamo, Astrid si avvicinò alle sbarre della cella in cui il suo futuro marito era rinchiuso. Ad ogni modo, qualcosa di completamente diverso attirò la sua attenzione. Difatti, il viso di Jonathan appariva mesto, e sullo stesso giaceva una piccola cicatrice. “Cosa ti hanno fatto?” chiese Astrid, lottando per trattenere le lacrime che sapeva di voler lasciar sgorgare e sferrando inutili pugni contro le ferree sbarre di quella cella. “Calma.” La pregò, allungando una mano al solo scopo di carezzarle la guancia arrossata e ricoperta di lacrime. “È solo un avvertimento.” Aggiunse, alludendo alla ferita che i Cacciatori sembravano avergli procurato. “Perché sei venuta qui? Non avresti dovuto.” Le chiese, per poi ammonirla con quelle ultime parole. “Siamo qui solo grazie a Hero.” Disse, puntando un dito verso il cielo indicando quel coraggioso volatile. “Mi mancavi.” Ammise poi, facendo qualche ulteriore passo in avanti nel tentativo di avvicinarsi. “Anche tu. Ma adesso vattene, o ti prenderanno.” Continuò, sperando che le sue parole venissero ascoltate. “Non me ne andrò senza di te!” dichiarò, alzando bruscamente il tono della voce nel tentativo di farsi sentire dalle famigerate Streghe Superiori. “Astrid, dico sul serio, devi scappare.” La avvertì, finendo per ripetere quella sorta di monito. A quelle parole, Astrid non rispose, limitandosi a mantenere il silenzio e compiere un’azione di cui non credevo fosse mai stata capace. Proprio davanti ai miei occhi, fece uso dei suoi poteri, teletrasportandosi proprio all’interno della cella in cui il suo Jonathan era rinchiuso. “Mi uccideranno, e farai la stessa fine assieme a me.” Confessò, posandole una mano sulla spalla e impadronendosi con dolcezza delle sue labbra. A quel bacio seguì un momento di tetro e lugubre silenzio, che venne rotto da una seconda rivelazione. “Astrid, io ho osato tradirti.” Continuò, guardandola negli occhi e allontanandosi da lei e dandole le spalle al solo scopo di nascondere le piccole e amare lacrime che stava versando. “Ho amato una semplice umana, e sarò condannato a morire.” Disse infine, voltandosi e invitandola a fuggire per l’ultima volta. “Ti prego, scappa.” Biascicò, faticando a parlare a causa del nodo che gli stringeva la gola. Ad ogni modo, Astrid rimase ferma e immobile, e in quel preciso istante, le tre Streghe si materializzarono di fronte a Jonathan, che avvicinandosi a loro con estrema lentezza, non proferì parola, scegliendo di accettare il suo destino. In quel momento, il tempo parve fermarsi. Tutto non era che statico, ma nonostante questo, la reazione mia sorella Astrid fu fulminea. “Non toccatelo!” gridò, avvicinandosi pericolosamente ad una delle Streghe e brandendo minacciosa il suo pugnale. Fu questione di semplici secondi, e la daga finì a pochi centimetri dal collo di quella Strega. “Avvicinatevi e per voi è finita.” Sussurrò, fissando l’aguzzina del suo fidanzato negli occhi. A quella vista, la Strega non si scompose, scegliendo di indietreggiare e sparire dalla sua vista. I momenti che seguirono quella sorta di minaccia furono preziosi, ma nessuna di noi riusciva ad immaginare quello che sarebbe potuto accadere. Facendo un gesto con la mano, Astrid tornò al mio fianco, e guardandosi attorno, attendeva. Era una ragazza semplice, il cui coraggio tendeva a renderla capace di azioni a dir poco incredibili. Aveva ormai preso una decisione dalla vitale importanza. Sapeva di poter aver fiducia nel suo Jonathan, e le conseguenze non l’avrebbero toccato. Avrebbe certamente fatto qualsiasi cosa fosse in suo potere per salvarlo dalla morte, per poi continuare a proteggerlo ed amarlo come aveva fatto fino a quel preziosissimo momento. Era certamente spaventata, ma pronta a qualunque mossa per pagare il prezzo dell’amore che provava e dell’amara  verità che aveva appena scoperto.
   
 
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