Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Titto91    30/11/2015    1 recensioni
Alexander Tarot è un orfano che per sopravvivere legge i tarocchi come ambulante. Complice il suo bell'aspetto è riuscito a racimolare un bel giro di clientela, soprattutto parecchie ragazze che lo interpellano spesso solo per sentirsi dire di avere qualche possibilità con lui. Un giorno però, proprio quando sta per smontare la tenda ed andarsene, arriva una ragazza diversa dalle altre: fiera, orgogliosa, lo tratta con sufficienza mentre gli chiede di leggere le carte per lei, e non aspetta neanche la fine del consulto. Quando gira l'ultima carta infatti Alexander si rende conto che la ragazza illustrata sulla carta si trovava di fronte a lui poco prima. E da quel giorno la sua vita verrà sconvolta per sempre...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 6


 

Per qualche giorno tutto quello che era accaduto nei giorni precedenti passò in secondo piano: tornò alla tenda a leggere le carte alla lunga fila di ragazze che lo aspettava trepidante, incurante delle ore di attesa. Non poté però fare a meno di ripensare a quello che aveva detto la ragazza misteriosa: quelle ragazze erano lì perché lui era bravo giusto? Insomma, non aveva mai sbagliato una predizione, se ne sincerava personalmente chiedendo alle sue clienti all'incontro successivo, eppure, come una goccia che scava la roccia, lenta ma inesorabile, il dubbio si stava insinuando in lui.

Un pomeriggio Matt gli inviò un messaggio.

“Ho alcune novità interessanti. Vediamo alle 18:00 al solito posto”.

-Certo che si è proprio fissato con quel bar...- pensò mentre rimetteva in tasca il cellulare.

Il bar in questione non era altro che il famoso Neko Café di Torino, un locale in cui gli avventori erano circondati da gatti che gironzolavano liberi tra i tavoli. Matt era un vero amante dei gatti: li trovava animali dal fascino imperscrutabile. Anche se doveva ammettere che non dispiacevano neanche a lui.

Mentre entrava nel locale Matt lo salutò con la mano destra; la sinistra era impegnata ad accarezzare un gatto snello ed elegante dal lucido mantello nero. Il micio socchiudeva i penetranti occhi color ambra mentre faceva le fusa.

“Hai già trovato un nuovo amico a quanto pare” disse mentre prendeva posto davanti a lui. Il felino aprì gli occhi per scrutarlo con aria interrogativa, per continuare poi a strusciarsi contro la mano di Matt.

“Si chiama Werther” rispose lui senza smettere di accarezzarlo. “Qui i gatti hanno tutti nomi di grandi autori. In fondo è un caffé letterario no?” continuò rivolgendosi più che altro al micio, che per tutta risposta intensificò le fusa.

Una giovane ragazza col grembiule del locale si avvicinò portando con sé un taccuino. “Ciao! Cosa ti porto?” gli chiese sorridendo mentre lo squadrava da capo a piedi. Chinò il capo imbarazzato mentre ordinava a voce bassa un caffé. La ragazza prese l'ordinazione e se ne andò con un risolino.

“Fai ancora il timido con tutte le ragazze che ti vengono dietro? Ormai dovresti esserci abituato” gli disse Matt mentre sorseggiava il suo the.

“Smettila!”. La cameriera tornò con un vassoio. “Ecco qui il tuo caffé. Ti ho portato anche un muffin. Offre la casa!” gli disse mentre si chinava provocatoriamente verso di lui. Balbettò qualche ringraziamento confuso mentre la ragazza tornava di nuovo dietro il bancone, sussurrando “Che tenero!”.

Aveva il volto infuocato mentre versava lo zucchero nella tazzina. Matt sogghignava divertito dietro la sua tazza da the. “Se ti imbarazza tanto sarà meglio cambiare argomento” disse canzonandolo.

“Sarebbe meglio, si” borbottò mentre girava il suo caffé. L'amico posò la tazza sul tavolino, allungò la mano e prese il muffin. Il gatto, irritato dal fatto che avesse smesso di coccolarlo, seguì con lo sguardo il dolcetto mentre gli passava davanti, leccandosi i baffi. Matt prese un grosso boccone prima di cominciare a parlare.

“Dunque” bofonchiò a bocca piena, “L'iconografia della Giustizia come sai è molto antica. I simboli sono gli stessi in più o meno tutte le culture e le religioni: la spada e la bilancia. L'aspetto è sempre posto in secondo piano rispetto al suo significato. Era importante ciò che rappresentava, e non come era rappresentata”.

Prese un altro boccone mentre il gatto cominciava a miagolare per richiedere la sua attenzione. Staccò un pezzettino del dolce e lo offrì al felino che riprese a fare le fusa contento. “La statua della Giustizia è presente in quasi tutti, se non tutti, i tribunali del mondo. Ma sapevi che le statue greche erano colorate?”

“Mi stai dicendo che le statue non erano bianche?”

“Esattamente. Tutte le statue erano colorate ed avevano anche numerose sfumature! Il tempo ha ovviamente fatto deteriorare i colori ed ora tutto ciò che rimane è il marmo bianco.”

Posò la tazzina sul suo piattino e poi incrociò le dita davanti al volto. “E quindi cosa stai cercando di dirmi?”

Un sorriso soddisfatto emerse sul viso dello studioso. Stava di nuovo per essere sopraffatto dalla frenesia della scoperta.

“Beh, ho chiesto un favore ad una collega del Dipartimento di Beni Culturali. Non ha potuto fare molto, ma è riuscita a ritrovare una pubblicazione riguardante l'utilizzo di una tecnica a luce ultravioletta in grado di rivelare i colori delle statue antiche.”

“Interessante” disse ironico trattenendo a stento uno sbadiglio. Matt non era certo famoso per il dono della sintesi. “Potremmo arrivare al dunque?”

“Il punto è che questa tecnica è stata testata anche su una statua rappresentante la Giustizia esposta al Louvre. E indovina un po'?”

Matt tirò fuori un foglio piegato a metà dalla sua borsa a tracolla e glielo porse. Lo aprì diffidente. Mostrava la stessa foto di una statua, in bianco e nero e a colori. No, non era in bianco e nero, probabilmente era l'immagine della famosa statua, com'era adesso e come sarebbe stata a colori. Sgranò gli occhi nel vedere l'opera colorata. Sbatté più volte le palpebre incredulo.

“È quella la ragazza che hai visto?” gli chiese soddisfatto. Adorava avere ragione.

La bilancia. La spada. Ma soprattutto quei capelli corvini, e quello sguardo, fiero e altezzoso. Di nuovo si ritrovava a fissare l'immagine sputata della ragazza misteriosa.

Un gatto si tuffò dalle numerose mensole disseminate nel locale che creavano un percorso privilegiato per i felini. Lo colse così di sorpresa che lo fece sobbalzare. Aveva un pelo folto color crema, tranne sulle zampe, che erano candide come la neve.

“Oh, un Sacro di Birmania!” urlò Matt eccitato. “Un gatto bellissimo! Misterioso e affascinante, proprio come quella ragazza non trovi?”

Il gatto rimase a fissarlo con i suoi intensi occhi azzurro ghiaccio. Forse era impazzito, ma il gatto sembrava avere la stessa espressione strafottente che ormai lo ossessionava giorno e notte.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Titto91