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Autore: Xilia    30/11/2015    0 recensioni
John Styles non accetterà mai Zayn Malik nella vita del proprio figlio, non vuole stringano amicizia in alcun modo. Ma tra i due c'è molto di più. E Silver sarà solo una delle sventurate persone che rimarranno incastrate in questo casino. L'autore di questi disagi sarà proprio Harry, che si vede intrappolato tra le sue bugie e il destino che sembra ironicamente prendersela con lui, puntuale come sempre.
Ma non è l'unico con cui il destino se la prenda, e Louis Tomlinson ne sa qualcosa. Preferirebbe non farlo.
Possibile che l'unica cosa che possa aiutarlo sia un'amnesia? E il solo modo che conosce è quello che lo porta alla distruzione, un po' più dell'universo e un po' meno del destino. Zayn invece sembra preferisca la libertà assoluta, vietando al suo cuore qualsiasi sentimento; non è lo stesso per Liam Payne, che asseconda ciò che gli dice la testa per ciò che detta il cuore, nonostante sappia che si romperà presto.
Una lotta giornaliera contro i fantasmi del passato, che può essere vinta dall'amore o lasciarsi vincere dall'odio, odiare se stessi, il mondo, o la persona amata.
{Zarry con accenni Ziam e non solo.}
Genere: Angst, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Louis Tomlinson era davvero un bravo ragazzo, ma la vita tende a cambiare le persone ed i loro atteggiamenti. Aveva passato i vent'anni da un po' ma non poteva di certo dire di non aver visto nulla del mondo. Non che avesse viaggiato molto, ma quello che aveva visto sulle dinamiche della Terra e dei suoi abitanti gli era bastato per far sì che perdesse interesse verso il genere umano.

Mancava poco al suo diciottesimo compleanno quando successe, forse meno di un mese. 
Helena aveva la sua età, avrebbe compiuto diciotto anni il marzo seguente. La piccola creatura nel suo ventre contava già sette mesi, trenta settimane. Louis stava per prendere la patente e aspettavano entrambi gennaio con impazienza. 
Helena amava tanto il Natale. Aveva riempito casa di Louis di addobbi fin dall'inizio di Novembre, nonostante il pancione. Aveva ancora poco a casa dei genitori, la sua roba era tutta a casa di Louis e dei genitori del ragazzo, grande abbastanza da poter dare a loro e la famiglia che si stavano creando privacy e lo spazio che gli serviva. Era una casa su tre piani, ed i due occupavano l'ultimo, dove c'era anche un cucinino e tutto ciò che serviva loro. Il padre di Louis stava perfino facendo costruire un'entrata esterna così che si fossero sentiti più a loro agio. Helena gli era sempre piaciuta, e nonostante non avevano preso benissimo la notizia, non ne fecero un dramma. Anzi, quando si abituarono all'idea di diventare nonni, la famiglia di Louis festeggiò, e con loro la mamma di Helena, ma non suo padre, che si dimostrò contrario. 
La mamma di Louis se lo aspettava fin da quando i due erano bambini, e sotto sotto ci sperava, che un giorno sarebbero stati insieme. 
Lei era sempre stata la migliore amica di Louis. Si erano messi assieme tre anni prima. Louis era felice in quel periodo, ma non completamente. Pensava e ripensava a ciò che provava per lei, a ciò che provava per Zayn. Voleva che sua figlia avesse una bella famiglia, ed Helena era accanto a lui da una vita. Sarebbero stati felici, se lo ripeteva ogni sera, ogni notte. Ad ogni risveglio. Ogni volta che guardava Helena emozionata per la vita che avrebbero avuto. Lo amava tanto, e lui lo sapeva, e teneva troppo a lei per vederla rompersi in mille pezzettini a causa sua. Sapeva che non restava con lei solo per la bambina. Lo sapeva. Allora perché questo senso di colpa?
Dopo l'incidente si ripeté più volte che l'amava, e concordò che l'amava davvero. Lo capì col tempo, ma non era abbastanza da stare una vita intera assieme. Neanche Zayn era abbastanza, no. Zayn era solo ciò che lo distraeva dalla vita che si stava costruendo, ma i sentimenti per Helena non erano costruiti per aria.
Era sempre sorridente, lei. Aveva una frangetta adorabile che si incastrava spesso tra le sue ciglia, e Louis puntualmente gliela scostava, facendo si che si piegasse in una curva che alla ragazza proprio non piaceva, ma non voleva tagliarla. I capelli di quel castano chiaro e gli occhi scuri si contrastavano con la sua pelle così chiara da far quasi intravedere le vene lungo le tempie, e sicuramente erano facilmente individuabili sui suoi polsi minuti. Questi particolari assemblati, insieme a tanti altri, la rendevano di una bellezza diversa da quella che avevano tutte le altre, e Louis questo lo aveva capito fin da piccolo. Mentre Zayn proteggeva lui - ed anche lei, in realtà -, al tempo stesso Louis cercava da sempre di proteggerla, piccola e delicata com'era, e durante la gravidanza anche più del solito, non le lasciava neppure andare a fare la spesa da sola. Il negozio era poco distante da casa loro, ma Louis insisteva. In più diluviava, così si propose per andare da solo. Non ci fu verso, non senza di lei; così Louis decise, per una volta, di fare uno strappo ad una regola e prendere l'auto del padre: in fondo mancava pochissimo all'ultimo esame, che non poteva fare perché ancora minorenne.
I ricordi di quel pomeriggio sono vaghi da ormai cinque anni nella sua testa: una luce abbagliante, Helena con quei graziosi capelli legati sulla testa in uno chignon nonostante le orecchie rosse dal freddo, lei che si gira verso di lui e le mani sulla sua pancia. 
Quello che segue è il risveglio in ospedale, dopo tre giorni di coma. Helena era morta sei ore prima del suo risveglio, e la bambina con lei. Dopo aver ricevuto la notizia sentì un peso al petto che non lo lasciò più, nemmeno nei cinque anni a seguire.

Era a letto a malapena da qualche ora ma si alzò ugualmente, pronto ad un'altra giornata che non sarebbe finita facilmente. Andò in bagno, pronto a lavarsi il viso con acqua fredda, ma prima di farlo incontrò per caso il suo riflesso nel mobiletto vecchio stile che stava sospeso sopra il lavello del suo piccolo bagno. Aveva gli occhi lucidi e rossi, e il viso non era in condizioni migliori: la pelle era bianca, ad eccezione per le occhiaie che, contrastate al suo pallore, sembravano anche più scure di quanto in realtà non fossero. Non volle neppure più aprire il rubinetto, irritato dalla vista delle proprie condizioni, e si allontanò dallo specchio per aprire invece il getto della doccia. L'acqua era calda, gli solleticava la pelle e gli attaccava i capelli alla nuca.

Quando uscì di casa alzò gli occhi al cielo, scuro e chiuso come al solito in quella città. Tirò un sospiro mentre si stringeva nella felpa che indossava e chiudeva la zip fin che poteva, il berretto bordeaux si intonava al colore della felpa; non era un patito della moda, solo gli piacevano quei due indumenti e li indossava quando poteva.
Rigirò le chiavi di casa attorno al dito grazie all'anello di metallo che le teneva unite ed infilò così le mani in tasca, andando a piedi verso la routine giornaliera che non spezzava da talmente tanto che non sapeva nemmeno più dire quando iniziò. Louis non ha mai più guidato una macchina.

Harry non sentiva Zayn da un po' e la cosa iniziava ad infastidirlo. Sapeva che si fosse appostato sotto casa di Liam, ma non molto da allora. Sembrava ossessionato, non preoccupato. Doveva ritrovarlo, ed Harry sapeva che in realtà era solo per parlargli. Per quanto gli costasse ammetterlo, Zayn sapeva che Liam sapeva cavarsela da sola, in più negli ultimi giorni, raddoppiando le visite a casa sua per avere sue notizie, vide la madre più tranquilla, e la donna non era più assillante nei confronti della polizia. Zayn era certo che avesse notizie di Liam. 
Era lì fuori dalle tre del mattino, aveva fregato la macchina alla madre che quel giorno non aveva impegni, per lo meno in mattinata. Rimase nascosto per più di dieci ore, addormentandosi ogni tanto. Ma superata l'ora di pranzo, niente sembrava muoversi. Zayn rinunciò e andò a casa.

Erano passate ore ormai da quando dormiva, gettato sul letto ancora con le scarpe e la giacca di pelle marrone. In quei giorni gli era cresciuta la barba che non voleva tagliare, e ancora doveva abituarsi a dormirci sopra, ma era troppo stanco per far sì che la cosa lo disturbasse. Niente sembrava smuoverlo, neppure la musica alta nella cameretta accanto, quella della sorellina Regan, appena adolescente che non sopportava la vista di Harry. La ragazza che invece era uscita con Harry si faceva chiamare Silver, dati i capelli lunghi ma rovinati dalle tinte che faceva di continuo. I suoi capelli argentei, seppur tinti, facevano contrasto con la sua pelle olivastra. Era bella quanto il fratello, e lo sapeva. Aveva la sua stessa delicatezza nel fare le cose, ma era molto più propensa a parlare e mostrare il suo carattere, con il quale riusciva ad ottenere tutto ciò che voleva. Ma non Harry. Anche essendo usciti insieme, Silver si accorse che non avrebbe potuto far niente per conquistare il ricciolino. 
Gli arrivava ad una spalla, e le piaceva avvinghiarsi al suo braccio con quel tipico fare da ragazze sedicenni possessive verso un ragazzo più grande, ma Harry sapeva lei fosse meglio di così. Per quanto non le piacesse, Silver era la sorella di Zayn, e non poteva negare che aveva molti dei suoi aspetti: come lui, tendeva - a volte - a nascondere la sua troppa maturità per la sua età dietro un incosciente menefreghismo ed irrazionalità. Lo faceva per catturare la sua attenzione, e per quanto Harry si sforzasse, non c'era modo di riuscire a darle ciò che voleva.
Un giorno Harry si sorprese a pensare che probabilmente, se non si fosse innamorato e fino ad allora provato qualcosa di reale solo per ragazzi, le sarebbe piaciuta. Lo ammise con un sorrisetto che non si sapeva spiegare, ma pensando al suo rapporto con Zayn in quel momento, scosse la testa per mandar via quel pensiero. Lo aveva fatto soffrire tanto e non sapeva se lo avrebbe riconquistato.

Zayn si svegliò e dalla finestra non entrava più una linea di luce: era buio pesto. Quando controllò l'orario sul cellulare trovò delle chiamate perse e dei messaggi.

From: Harry [Today, 16.50]
Ti sto aspettando.. dove sei?

From: Harry [Today, 17.13]
Zayn? Ti ricordo il nostro appuntamento.

Un'altra sfilza di messaggi continuava così, accompagnata da 14 chiamate perse. Mentre, già esasperato per essersi totalmente dimenticato dell'appuntamento con Harry, si teneva i capelli tra la mano libera, notò quasi per caso un messaggio che non aveva letto.

From: Liam [Today, 19.02] 
Ti aspetto al solito posto.

I capelli di Zayn rimasero immobili quando mollò la presa. Ancora non era sicuro di quel messaggio. E ora gli toccava scegliere: correre tra le braccia di Harry e prepararsi al peggio o rincorrere Liam, che da lui non era mai fuggito; anzi, lo cercava anche quando veniva allontanato. 
Doveva scegliere tra il suo carnefice e colui che rimetteva insieme i suoi pezzi sacrificando la propria integrità. 
Doveva scegliere tra il nero ed il bianco della sua vita.

   
 
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