Videogiochi > Mass Effect
Segui la storia  |       
Autore: En Sev En    01/12/2015    1 recensioni
Tutto è compiuto. Il comandante Viola Shepard giace ai piedi delle rovine della Cittadella mentre il male che opprimeva la galassia sembra essere stato sconfitto. Ma l'oscurità la avvolge fin da Mindoir, passando per Akuze o con i razziatori e non sarà facile per lei rompere definitivamente questa minaccia. Eppure potrebbe bastare una piccola cosa di cui lei è ancora all'oscuro... presto Liara, il comandante è ancora in pericolo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Comandante Shepard Donna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Per la prima volta nella sua esistenza personale i giorni trascorrevano finalmente tranquilli . Di solito si pensa sempre che i ricordi degli eventi infausti della propria storia siano esagerati ma non era questo il caso: fino a sedici anni la sua vita era trascorsa in maniera serena, senza eccessive agiatezze, come si conveniva ad una coloniale, ma anche senza particolari restrizioni.
L'assalto dei Batarian aveva cambiato tutto.
I Batarian erano soliti compiere raid per depredare colonie ed ottenere schiavi e Mindoir era esattamente in una zona contesa tra la giovane Alleanza terrestre e l'Egemonia Batarian il che ne faceva un facile bersaglio. L'assalto fu rapido e deciso, non ci fu scampo per i coloni terrestri. Non erano passati neanche vent'anni dal primo contatto con una razza aliena e già l'umanità era divenuta bersaglio di due di queste . La conseguenza fu la nascita di moti nazionalistici anti-alieni e l'integrazione con le altre specie subì notevoli ritardi e complicazioni a causa dell'opposizione interna e del furente sentimento anti-alieno.

E Viola conosceva bene questo sentimento. Su Mindoir perse in un sol colpo la sua giovinezza oltre che i genitori, i suoi amici, tutto ciò che fino a quel momento era la sua vita. Perse anche la sua umanità. Fu anche fortunata a non finire come schiava dei Batarian, triste sorte che invece capitò a qualcuno dei suoi conoscenti di allora. Fu una pattuglia dell'alleanza a salvarla e questo evento tragico segnò definitivamente la vita di Shepard e sancì il suo ingresso nella marina dell'Alleanza.
Sette anni più tardi il destino sferrò un altro colpo micidiale alla vita del futuro comandante: 21 suoi compagni d'armi furono massacrati da un divoratore su Akuze mentre erano impegnati ad investigare su di una colonia scomparsa in quel posto. Solo lei sopravvisse all'impari lotta ma nulla poté fare per salvare i suoi compagni. Un senso di colpa che continuò ad accompagnarla per il resto della sua vita facendole ripromettere che mai più sarebbe successo e che avrebbe migliorato sè stessa per evitarlo. Ma sapeva bene ormai che non era possibile in guerra salvare tutti, sapeva bene che i buoni propositi venivano spazzati via dal destino come le foglie dal vento.
E tre anni fa scoprì che almeno in quest'ultima disgrazia il destino non c'entrava nulla o quantomeno aveva un nome preciso: Cerberus. Il divoratore faceva parte di un esperimento degli scienziati di Cerberus che volevano sperimentare e testare la resistenza degli umani agli effetti dell'acido della bestia. E su Ontarom scoprì l'orribile verità: durante la missione Shepard ritrovò il suo vecchio compagno d'armi creduto morto, il caporale Toombs, con la bocca della pistola puntata alla testa del dr. Wayne e con la verità dei fatti sulla sua di bocca. In passato non avrebbe esitato a sparare lei stessa a quel – lurido verme – ma anche lei non era più la stessa persona rabbiosa cresciuta dopo gli eventi di Mindoir.

A quei tempi il desiderio di vendetta le ardeva il cuore completamente, le era stato strappato tutto ciò che di più prezioso aveva e con questo spirito si stava esercitando nei ranghi della marina dell'Alleanza. Con la speranza di ripagare l'universo con la stessa moneta ricevuta. Ma le lezioni più importanti ci vengono sempre impartite nei modi più inaspettati.
Circa sei anni dopo il suo arruolamento, lei ed alcuni suoi commilitoni erano in licenza presso una bettola in uno sperduto spazio-porto vicino alla frontiera turian. Con loro c'era il sergente Johnson, un tipo tosto secondo Viola, un uomo con un'esperienza drammatica simile alla sua ma che per le sue capacità di comando e risolutezza veniva molto rispettato da tutti i suoi compagni. Perfino i suoi superiori erano ossequiosi e deferenti nonostante la differenza di grado.

Martin Johnson aveva perso tutta la sua famiglia a Shanxi nella guerra del primo contatto con i Turian; lui, durante le serate in compagnia , aveva sempre ricordato i drammatici eventi di quel periodo. L'aggressione ingiustificata dei Turian, l'assedio e la morte dei suoi cari e dei suoi amici, l'umiliazione della resa. Ma lui aveva perso anche sua moglie, una giovane donna sposata da solo pochi mesi e probabilmente non perse solo lei; fu sempre vago su quest'argomento ma molti giuravano che aveva affrettato il loro matrimonio per un evento imprevisto. Un lieto evento imprevisto, ma agli occhi della gente non sarebbe stato onorevole per la giovane donna non essere sposata....
Il locale si chiamava Serenity, un nome quantomai propizio vista la posizione: semmai ci fosse stato bisogno di serenità in un posto dello spazio, la frontiera Turian-umana era di sicuro quello più giusto. Ma il locale al dispetto del nome altisonante era una vera bettola di porto: le risse erano parte dei menù e non passava giorno senza che qualcuno ci lasciasse la pelle. In particolare la frequentazione di Turian e umani rendeva la situazione bollente benché il titolare intimasse sempre a tutti di lasciare la guerra fuori dalle porte del locale. Sarebbe stato più facile per un fiume scorrere dal mare verso la montagna!
Quella sera, mentre Johnson, Shepard e gli altri compagni stavano allegramente ubriacandosi come di consuetudine, all'improvviso entrò Atticus Maric. Atticus era uno dei Turian più temuti dell'intero esercito, a capo già in giovane età di una nave spaziale per le sue indubbie capacità belliche e strategiche. Ma era anche un assassino: era lui che su Shanxi guidò le truppe orbitanti sulla colonia e fu dalla sua nave che partirono i colpi che posero fine alla vita di Alison, la giovane moglie di Johnson. Ma la guerra ha sempre un duplice volto: anche Atticus perse nel conflitto che si scatenò successivamente molte delle persone a lui care. Ed in particolare il sergente Johnson fu uno dei principali responsabili della perdita di sua moglie e dei suoi tre figli.
Due uomini così diversi ma con la storia così tanto uguale ed ognuno di loro aveva inflitto danni letali alla sua controparte.

Non sarebbe forse stato meglio che le loro strade non si fossero mai incrociate?
E non sarebbe stato meglio che quella sera le loro strade non si fossero incrociate?
No.

I due si guardarono in silenzio a lungo, ognuno di loro sapeva bene chi avesse di fronte. Shepard era già pronta a compiere un ennesimo bagno di sangue: era capace di utilizzare discretamente alcuni poteri biotici ed aveva già preparato uno dei suoi colpi migliori. Già pregustava il sapore della vendetta, non importava che non fossero Batarian, erano alieni e gli alieni avevano inflitto così tanto dolore a così tante brave persone. Con lo spirito accecato dall'ira vide finalmente Johnson e Atticus avvicinarsi tra di loro e porsi uno di fronte all'altro. Gli altri occupanti del locale erano già intenti a scommettere sull'umano o sul Turian, tutti sapevano chi erano e non occorreva un indovino per predire che il proprietario del locale avrebbe dovuto di lì a poco ripulire da sangue più o meno colorato tutto il pavimento (e non solo) del locale.
Ma accadde un evento inconcepibile: i due si fronteggiarono per un minuto , un solo minuto che sembrò non finire mai. E quando si mossero...si abbracciarono!
Shepard pensò di aver visto male, forse si stavano pugnalando alle spalle; sgranò bene gli occhi in cerca di lame o ferite o sangue sgorgante, ma non ne vide.
I due si abbracciavano forte, come fossero fratelli che avessero vissuto da sempre insieme e con un'intensità da far ammutolire tutti nel locale.
L'unico liquido che a Shepard sembrò di scorgere era quello proveniente dagli occhi del Turian ma non ne era sicura, troppo sconvolta dalla scena che aveva di fronte. Eppure avrebbe giurato che anche Johnson, benché lo vedesse solo di spalle, stesse piangendo copiosamente.

Erano due individui notevoli ma adesso avevano mostrato il perchè: l'odio è una fiamma che non necessita di propellente per essere alimentata ma occorre un grande sforzo d'animo per spegnerla. Molto più semplice uccidere che smettere di farlo. Ma i due avevano capito quanta insensatezza aveva distrutto le loro vite: se invece di iniziare a lottare le loro due specie si fossero semplicemente parlate o avessero vissuto un po' insieme, i loro cari sarebbero vivi. Magari i loro figli avrebbero giocato insieme.
E' una cosa così semplice da comprendere, un concetto così banale che qualsiasi bambino applicherebbe in maniera naturale e spontanea. Ma un politico o un militare no. La vita li rende sospettosi ed spaventati dall'ignoto, da ciò che non conoscono e gli effetti sono esattamente quelli che si vorrebbero prevenire.
E loro due avevano duramente capito e compreso l'amara lezione.

Il silenzio durò a lungo e continuò anche quando Shepard e gli altri tornarono alla loro compagnia. Ma non dimenticò lo sguardo che Johnson le rivolse durante il ritorno, uno sguardo sereno accompagnato da un sorriso sconosciuto sul viso del duro sergente che ben conosceva il passato e l'indole del soldato lì presente di fronte a lui.
Fu un evento che scioccò Viola Shepard e che la fece riflettere su cosa fosse accaduto nella sua vita e su cosa fosse divenuta. Sull'odio che l'aveva consumata nonostante la giovane età, sul vuoto che sentiva dentro, sull'impossibilità di essere felice. Questo era ciò che era ma non ciò che sarebbe potuta diventare.
Per questo le parole di Sha'ira l'avevano così colpita sulla cittadella: non erano parole della consorte quelle che aveva pronunciato l'asari, erano i suoi pensieri più profondi e puri. E lei aveva colto tutta l'essenza del suo essere, del suo dramma ma anche del suo avvenuto cambiamento.
E non sarebbe stato meglio che quella sera le loro strade non si fossero incrociate?
No, adesso Viola sapeva bene che la risposta era no.
Senza quell'incontro lei sarebbe stata persa per sempre.

In quei giorni le capitava spesso di ripensare a questi eventi, ma nonostante la drammaticità dei fatti non poteva fare a meno di averne un ricordo dolce e soffuso. E poi era più intenta a sforzarsi di riuscire a camminare nuovamente in maniera normale senza alcun supporto o drone di appoggio. E pensò a Joker e alla sua malattia: non aveva mai ben compreso la portata della sindrome di Vrolik ma d'altronde nessuno riesce mai a capire in profondità i problemi degli altri. Sviluppiamo una certa empatia ma è una cosa ben differente dal vivere il problema concretamente.
“Vorrà dire che dalla prossima volta gli farò fare un turno di servizio in meno” pensò divertita, come se in realtà potesse fare a meno realmente del suo timoniere e che questo potesse cambiare il suo stato.
Erano già passati due mesi e mezzo ormai dai noti eventi e somigliava ancora più ad un invertebrato che ad un normale essere umano. Ma la Chakwas era ormai sicura di averla salvata. Ora era solo una questione di tempo anche se le aveva dovuto rimuovere l'87% degli impianti del suo corpo. Un'operazione lunga e laboriosa ma resa possibile dalla grande competenza delle due dottoresse. E da Miranda.

Miranda era l'unica persona esterna a cui la Chakwas permettesse di farle visita e la cosa la incuriosiva ed indispettiva allo stesso tempo: possibile che Karin riuscisse a tenere a bada Hackett, il Consiglio, ma sopratutto la sua scatenata squadra? Possibile che Garrus, Wrex, Tali, Zaeed, Samara se avessero voluto visitarla non sarebbero riusciti a passare? Se avessero voluto.... era questo il pensiero che la indispettiva,
“ma d'altronde perchè rischiare ancora di stare vicino a me visto che ogni cosa che tocco viene distrutta? La cittadella correva meno rischi durante il ciclo che con le mie visite!”
Quei pensieri le avevano riportato in mente una vecchia frase letta in un altrettanto vecchio libro – sono nata per la distruzione, la mia culla era mossa dal fato -.
In fondo era un bene che la gente non le fosse vicino, chiunque l'aveva fatto era praticamente morto.

“Garrus, Wrex,Tali......LIARA! “ Si Liara, l'amore della sua vita ancora non era venuta al suo capezzale, eppure era certa che fosse viva.
Per Liara aveva istintivamente eseguito un gesto che mai un freddo soldato come lei avrebbe compiuto in azione compromettendo completamente la missione: durante la corsa per arrivare al raggio-condotto per la cittadella, Liara rimase ferita dallo scoppio di un Mako. Non ci fu un ragionamento, non ci fu una tattica raffinata ma solo puro istinto nel richiamare la Normandy per recuperarla e portarla in salvo; un puro e mero sentimento egoistico.
Aveva messo in pericolo la vita di tutti gli occupanti della sua nave, del suo team, dei suoi compagni che avevano riposto in lei tutte le loro speranze. L'araldo era lì pronto a fare scempio di tutti ma fortunatamente era solo lei il bersaglio da abbattere. Non ci aveva mai ripensato ma adesso la cosa le parve evidente ed il suo io più profondo non poté non biasimarla per un atto tanto indegno.
Ma l'amava.

L'amore era un sentimento sconosciuto per lei; fino a sedici anni aveva avuto nient'altro che una semplice cotta per un giovane amico lì sulla colonia. Un flirt giovanile ma nulla di più.
Successivamente gli eventi cancellarono questa parola dal suo cuore e fino alla maturazione seguita ai fatti del “Serenity” solo l'odio fu la sua ragione di vita. E così fino a Liara non c'era mai stato nessuno di stabile nella sua vita: con lei aveva abbracciato l'eternità, il suo legame era più profondo di una semplice passione fisica ed adesso aveva ben compreso perchè qualsiasi essere di qualsiasi razza fosse così impetuosamente attratto dalle asari. Il rapporto avveniva ad un livello superiore.
Lei non era lì, non era mai venuta o perlomeno mai quando da quando era pienamente cosciente; ma sapeva che in realtà non era venuta neanche quando non era sveglia, lo sentiva semplicemente. Un velo di tristezza le coprì il viso nonostante vi potessero essere mille ragioni plausibili per la cosa.

“Dai Shepard fammi un sorriso” disse Miranda ridestandola dai suoi pensieri.
Era venuta per i soliti test e controlli sempre necessari vista la sua condizione fisica. Ma osservava come Miranda fosse molto cambiata da quando l'aveva conosciuta: adesso indossava sempre un abito differente ogni giorno, uno stile ben diverso dal – pigiama- che indossava in precedenza almeno secondo la commando asari che avevano incontrato salvando Oriana. Oggi indossava un elegantissimo abito lungo, stretto sui fianchi che le arrivava sopra le scarpe riallargandosi leggermente a mò di gonna. Niente a che vedere con le classiche tutine attillate che portava ai tempi di Cerberus. Anche i colori erano indice di buon gusto, un rosato tenue principale con motivi floreali verdi ed azzurri ma molto discreti. L'effetto cromatico era decisamente notevole ed il corpo perfetto della Lawson veniva comunque messo in mostra seppur coperto da vestiti non più così provocanti.
“E' sempre bellissima, i suoi geni perfetti hanno fatto un buon lavoro” pensò Shepard.
Ma anche lei non era da meno. Il viso non mostrava alcun segno delle numerose battaglie sostenute, indice anche del livello di abilità e pericolosità del comandante. Il naso era definito ma proporzionato ad un viso rotondo e soffice . Le labbra erano naturalmente carnose ma non enormi, le ricordavano quelle di un attrice del XX secolo che aveva visto in film retrò, Angelina Jolie le pareva di ricordare, ed erano leggermente sporgenti, suggerendo una morbidezza che molti uomini avrebbero voluto provare. Ma i suoi occhi erano la sua “arma” principale: di un azzurro tenue ma definito, un tono leggermente triste ma decisamente ipnotici e carismatici; con un solo sguardo ben assestato avrebbe potuto soggiogare interi eserciti di uomini o almeno questa era la voce che circolava tra la truppa che la seguiva. Trucco appena accennato sulle guance e una leggera ombreggiatura scura sopra gli occhi completavano la perfezione estetica del suo viso. Anche il suo corpo longilineo ma ben disegnato indicava un'abbondante generosità di madre natura, nessun aiuto esterno come invece era in voga per le donne della Terra di quel periodo con i prodotti della Sirta per il rimodellamento artificiale. Il comandante era semplicemente meravigliosa ed anche se lei non sembrava rendersene conto, molti uomini - e non solo - sarebbero stati pronti a buttarsi tra le sue braccia. Ed era il motivo per il quale molti uomini – e non solo – provavano un invidioso risentimento verso una certa giovane asari...

Tuttavia una cosa la invidiava a Miranda: ogni volta che entrava i suoi morbidi e fluenti capelli neri tracciavano nell'aria un movimento sensuale e ipnotico. La loro lucentezza poi sembrava poter illuminare anche il buio nonostante fossero dello stesso colore. Ed avresti potuto contare i capelli che componevano la sua chioma per quanto erano ben definiti e strutturati.
Lei invece li portava mediamente lunghi ma sempre raccolti all'indietro in una coda semplice e non troppo voluminosa. Capelli di colore castano scuro.
Aveva provato una volta a tingerli, unico pegno alla sua vanità mai pagato in vita sua, e la desuetudine a certi comportamenti venne messa apertamente in mostra; era una tintura rossastra, la “redax pigmentaris” la cui pubblicità recitava che i propri capelli sarebbero divenuti di un rosso simile al fuoco della passione. Fortuna volle che il pubblicitario non giunse mai davanti al fucile a particelle del comandante! I suoi capelli divennero di un rosso ramato acido rendendo la sua testa molto più simile a dei fili scoperti di un cavo danneggiato che a dei capelli umani, se fosse andata in visita alla cittadella in quelle condizioni ci sarebbe stato il pericolo che i custodi intervenissero pensando a un guasto a qualche terminale... Ed ovviamente la tintura disponeva di una nuova fibra microcellulare sintetica assolutamente resistente ad ogni lavaggio o diluente conosciuto e purtroppo per Shepard quella era l'unica cosa vera della réclame Non restò altro da fare che radersi completamente in attesa che il tempo le restituisse la sua chioma naturale, maledicendosi ogni giorno nel frattempo per la sua stupidità.
Un altro pensiero assurdo l'assalì in quel momento: i suoi capelli erano sempre stati legati in una coda semplice da quando aveva sedici anni e non li aveva mai  lasciati al vento o sciolti. Neanche quando dormiva o si lavava. Neanche dopo la prima ricostruzione, neanche adesso. Sembrava come una di quelle bamboline per bambine che non devono mai modificare il proprio aspetto: diventerebbero improvvisamente un'altra cosa, sconosciute ed anonime, con una storia non più riconoscibile.

Ma Miranda era lì davvero bellissima, non poté fare a meno di osservarlo.
“Che sguardo comandante, se Liara fosse presente chissà cosa penserebbe!“ la fulminò con le sue parole “ ma non temere, ben presto verrà a trovarti; ci sono motivi precisi per i quali non ha potuto fino ad adesso...” diavolo di donna adesso è capace di leggere anche nel pensiero ?
Più semplicemente Miranda aveva pensato alla sua situazione ed era facile immaginare che dopo circa 80 giorni in cui vedeva solo lei , la Chakwas e la Michel si sarebbe posta delle domande. Domande a cui forse avrebbe risposto cedendo al carisma di Viola se non fosse intervenuta la Chakwas zittendola bruscamente “Miranda non annoiare il comandante con questioni inutili, pensa solo al tuo lavoro. Per certe cose ci sarà tempo in futuro. Adesso abbiamo a disposizione tutto il tempo che vogliamo per fortuna”
Parlava la Chakwas ma ambo le donne avrebbero giurato che fosse l'uomo misterioso a proferire quelle parole, ed ambo le donne rabbrividirono istintivamente. Anche la Michel era nel frattempo sopraggiunta mentre la matura dottoressa stava finendo il suo pseudo rimbrotto
“Ormai sei fuori pericolo Viola ma per poter recuperare in pieno le tue funzionalità fisiche e biotiche avrai bisogno ancora di pace e serenità e di restare sola, ancora per un pò”
“In effetti ti conviene godertela Shepard perchè a breve rimpiangerai questa solitudine e tranquillità” intervenne rapidamente Miranda mentre voltandosi verso la Michel erompeva in una risata sincera e fragorosa subito spontaneamente imitata dalla Chloe. Mentre la Chakwas divenne paonazza e furiosa cacciando in malo modo e con estrema risolutezza le due donne.
“Adesso capisco come faccia a tenere tutti fuori, non l'avevo mai vista così arrabbiata ma è incredibile e non è neanche armata!” osservo divertita Shepard.
Tuttavia rimuginò in maniera perplessa sull'accaduto” ma perchè si è arrabbiata così tanto?”

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mass Effect / Vai alla pagina dell'autore: En Sev En