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Autore: albalau    02/12/2015    2 recensioni
E se alcuni personaggi di IE incontrassero la magia? Questa storia è una AU, l'ispirazione l'ho presa dal telefilm Streghe, ma non è proprio tutto uguale...
Ci saranno delle streghe, o meglio stregoni, demoni, angeli e altre creature legate alla magia.
Ma chi vincerà la lotta per la supremazia?
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel/Shuuya, Mark/Mamoru, Nathan/Ichirouta, Shawn/Shirou
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 

Il silenzio che era sceso appena il nuovo arrivato era entrato in casa non voleva cessare. Kazemaru, seduto sempre sulla solita poltrona, fissava il cugino. Non poteva negare di essere felice di rivederlo dopo così tanto tempo, però era combattuto. L'affetto e l'amore che provava nei suoi confronti contrastava con la rabbia. Credeva di non nutrire certi sentimenti verso di lui, come aveva detto poco prima e lo pensava seriamente, ma il suo arrivo inaspettato aveva acceso qualcosa che era difficile da spiegare. O meglio, lui stesso non se lo spiegava.

Afuro, invece, era in piedi appoggiato allo stipite della porta che collegava il corridoio al salone. Anche il biondo guardava Shirou mentre, con un asciugamano, si tamponava i capelli e si asciugava il viso. Vederlo lì, in quella sala, in quella casa dopo anni lo metteva a disagio. Se fosse stato per lui l'avrebbe cacciato all'istante. Con che diritto si presentava di fronte a loro? L'astio, il rancore erano molto forti. Non negava di volergli bene, quello no, ma il comportamento di Shirou era stato deplorevole.

-Perché sei qui?- il biondo non riuscì a trattenersi.

Shirou abbassò il telo fino a poggiarlo sulle gambe. Fissò il cugino per niente impressionato, nonostante il tono che avesse usato non era certo dei più amichevoli. Anche se sé lo aspettava.

-Sono appena tornato dal mio viaggio e, se non mi sbaglio, questa è anche casa mia.- rispose sollevando appena le spalle.

Kazemaru sobbalzò appena, mentre Afuro scattò.

-Casa tua? Con che diritto la definisci tale! Te ne sei andato, non sei nemmeno venuto al funerale della nonna e ora pretendi di stare qui?- le sue urla si potevano benissimo sentire anche dall'esterno.

Shirou Fuuki non fece una piega, anzi, si accomodò meglio sul divano, accavallando le gambe.

-Ho avuto i miei motivi per non presentarmi.- disse con tranquillità.

-Quali motivi?- Kazemaru, d'improvviso, si era fatto curioso.

Non per la risposta in se, ma per la calma con cui l'aveva data.

Il grigio lo guardò dritto negli occhi, per poi abbassarli.

-Avevo parlato con la nonna circa una settimana prima che morisse e gli avevo anche spiegato le mie intenzioni. Sapeva benissimo che me ne stavo andando a tempo, diciamo, indeterminato. E sapete che mi ha detto? Fai quello che ti senti di fare, ma sappi che qui ci sarà sempre qualcuno ad attenderti.- la sua voce si era fatta improvvisamente dolce, come lo era stata in passato, come la ricordavano.

I due ragazzi sgranarono gli occhi. La nonna, la loro amata nonna sapeva che non ci sarebbe stato, gli aveva dato, in un certo senso, anche la sua benedizione, e confidava in loro, nel legame che avevano sempre avuto.

-Quindi lei sapeva.- mormorò l'azzurro.- Sapeva che noi...-

-Più che altro lo sperava. Lo sapete anche voi che è sempre stata sentimentale, la famiglia veniva prima di tutto.- continuò Shirou per lui.

-Ma ciò non toglie che...che...tu ci hai abbandonati!- sbottò ancora Afuro.- E se pensi che ci passi sopra o ti permetta di vivere qui ti sbagli di grosso.-

Kazemaru lo ignorò, facendo un'altra domanda.

-Per quanto ti fermerai?-

-Dipende. Forse un po', forse per sempre. Non lo so ancora.- il tono era tornato beffardo, quel tono a lui sconosciuto, quel tono che inconsciamente metteva i brividi agli altri due.

Afuro e Kazemaru si fissarono per un istante. Che fare? Di sicuro sbatterlo in strada non era l'opzione ideale, anche se il biondo non si sarebbe fatto di certo dei problemi. Sospirarono in contemporanea. Dovevano lasciarlo alloggiare lì, tanto una camera in più c'era. E poi, in fondo, era anche casa sua dovevano riconoscerlo.

-D'accordo. Ricordi ancora la tua stanza?-

Shirou annuì.

-Se non vi spiace, visto che abbiamo raggiunto un accordo, vado a stendermi. Notte cugini.-

Prese il borsone con cui era arrivato e salì le scale, sempre sotto lo sguardo vigile dei due ragazzi.

-Secondo te, per quale motivo è tornato?- l'astio di Afuro era palpabile.

-Non lo so, ma non credo che sia un male. Forse potremmo ricucire il nostro rapporto.- Kazemaru, benché dentro di sé fosse sospettoso quanto l'altro, cercava di essere ottimista.

-Io non ne sarei così sicuro Ichi.- raramente usava quel diminutivo e quando lo faceva era davvero preoccupato.

L'altro sorrise sentendo un nota dolce e nello stesso tempo apprensiva da parte di Afuro.

-Ora andiamo a dormire.- e gli diede una leggera pacca sulla spalla.

 

Era notte fonda, tutto era tranquillo. Anche la pioggia aveva smesso di cadere, come se la bufera di poche ore prima fosse solo un ricordo lontano. Shirou si alzò dal letto e si sedette sul davanzale della finestra, appoggiando la fronte sul vetro. Ripensava a quello che era accaduto solo poche ore prima. Immaginava di certo che il suo improvviso ritorno avrebbe colto di sorpresa i due cugini, anzi credeva che non gli avrebbero nemmeno permesso di fermarsi lì. Invece... Comprendeva in pieno i loro sentimenti, la loro rabbia, la loro delusione, non si era certo comportato nel migliore dei modi. Lui stesso si sentiva uno schifo per quello. Da piccoli, da quando la nonna era diventata la sua tutrice dopo la morte della sua famiglia, loro tre si erano uniti molto. All'inizio, quando era giunto in quella vecchia villa a due piani, era chiuso in se stesso, ma come dargli torto. In un attimo aveva perso il suo mondo, aveva visto morire i suoi genitori e suo fratello. Alcune volte, quando chiudeva gli occhi, risentiva ancora le grida della madre, l'urlo del padre, la stretta di suo fratello mentre la valanga gli portava via tutto. Non c'era da stupirsi se era caduto in depressione. Ma in quella grande casa aveva conosciuto altri due bambini, Kazemaru e Afuro. Inizialmente si teneva a distanza da loro, ma poi, pian piano, la dolcezza di Kazemaru e la personalità prorompente di Afuro avevano fatto breccia nel suo muro di tristezza e solitudine ed erano diventati inseparabili. Quante volte avevano fatto ammattire la nonna con le loro marachelle? Sorrise a quel pensiero, ma poi tornò subito serio. La sua vita, a quel tempo, procedeva spensierata, felice. Ma... Nessuno se ne era mai accorto, ma forse la nonna aveva percepito qualcosa, un qualcosa che lo aveva cambiato. Non ne aveva mai fatto parola, però era così stavano le cose. Tutto era accaduto quando aveva quindici anni. Di colpo una voce aveva cominciato ad entrargli nella testa, a parlargli. All'inizio si era spaventato, non capiva, credeva di essere diventato pazzo. Invece comprese che non era così non appena riconobbe quella voce. Suo fratello, era lui. Era Atsuya. Da quel momento era avvenuto il suo cambiamento, infatti ogni tanto la sua vera personalità spariva e compariva quella del fratello e si trasformava in un ragazzo più determinato, più forte, più indipendente e più strafottente. Praticamente faceva quello che voleva, ignorando tutto e tutti e così si era anche allontanato da sui due cugini. Loro non lo capivano, a stento si capiva lui stesso. Ma non poteva andare avanti così, aveva bisogno di andarsene, stare da solo, comprendere il perché era capitato questo. Ne avevano parlato, lui e la nonna, e quella dolce vecchina aveva compreso. Gli aveva detto di andare per la sua strada e quando sarebbe stato pronto ad accettare la situazione tutto gli sarebbe apparso chiaro. Le sue labbra gli sfiorarono la fronte, una carezza toccò la sua guancia, un dolce sorriso l'aveva rassicurato. Ed era partito. E aveva fatto bene. In quegli anni il motivo di quello strano fenomeno gli si era chiarito. La promessa che lui e Atsuya si erano fatti, restare sempre insieme. Quello era accaduto. Uniti per sempre.

Anche per quello aveva preso la decisione di tornare, voleva finalmente spiegare tutto alle due persone che più gli erano state vicino. Si sentiva ancora in colpa per averli abbandonati.

-Domani lo farò nonna, hanno diritto di sapere. Però adesso a...- un rumore interruppe le sue parole.

“Che diamine è stato?”

Si alzò e accostò l'orecchio alla porta. Non potevano essere Kazemaru e Afuro. Aveva sentito chiaramente le porte delle loro stanze chiudersi un paio di ore prima e poi quel rumore non veniva da quel piano, ma gli sembrava dalla soffitta. Un'altra volta udì un suono, un cigolio.

“Non dirmi che hai paura.”la voce di Atsuya si insinuò nella sua testa.

“Piantala, mi chiedevo solo cosa fosse.” lo rimbeccò.

“ Beh, vai a vedere allora.”

Shirou sbuffò, non gli piaceva il tono beffardo del fratello, comunque fece come gli aveva detto, anche lui era curioso in fondo. Aprì piano la porta e si avvicinò alla scala che conduceva in soffitta. Lanciò uno sguardo alle camere dei cugini, ma di loro nessuna traccia. Prese un profondo respiro e cominciò a salire i gradini fino a giungere davanti all'uscio. Ricordava bene che quella porta era sempre stata chiusa a chiave e che la nonna mai una volta aveva dato loro il permesso di entrare, accampando la scusa che lì dentro ci fossero solo cianfrusaglie e che avrebbero potuto farsi male. Non erano mai stati convinti, ma era lei che comandava in quella casa. Però non era più un bambino, quindi poteva “disubbidire”. Allungò la mano, ma mentre stava per afferrare la maniglia fu la porta stessa ad aprirsi, da sola. Deglutì sonoramente. Forse era stata una corrente d'aria a fare quello. Si riprese e varcò la soglia, con il cuore che sembrava volergli uscire dal petto da quanto forte batteva. Avanzò sul pavimento in legno, che produceva scricchiolii ad ogni passo. Arrivato al centro della stanza si fermò, guardandosi attorno. Sembrava una normale soffitta. C'erano scatoloni impilati a ridosso della parete dietro di li, vecchi giocattoli, la casa delle bambole con cui Afuro si divertiva a giocare da piccolo. Già quel ragazzino era sempre stato un po' strano... Soprammobili antichi, ninnoli dal dubbio gusto, niente di strano. Poi voltò la testa e vide che effettivamente una delle finestre era aperta e la tenta svolazzava.

-Lo sapevo, tanta paura per niente.- sospirò con un sorriso.

“Sei il solito fifone Shirou!”

“Ha parlato quello che appena vedeva un insetto scappava e urlava.” lo sbeffeggiò l'altro.

“Ehi! Avevo solo sei anni!” Atsuya si sentiva punto sul vivo.

Shirou decise di lasciar perdere il battibecco col fratello e si accinse a chiudere la finestra. Appena ebbe fatto si rigirò, intenzionato a tornare a letto, visto anche quello che gli sarebbe spettato il giorno successivo, ma non fece nemmeno un passo. La sua attenzione venne attirata da un vecchio baule, che si era aperto da solo.

-Ok, questo non l'ha fatto il vento.- la sua voce tremava appena e come dargli torto?

Avvertiva che anche Atsuya si era spaventato. Voleva andarsene, ma qualcosa di più forte lo attirava a quel baule. Titubante si inginocchiò davanti ad esso e guardò all'interno. Mica sarebbero saltati fuori i fantasmi, no? Invece le sue paure furono subito cancellate. Dentro c'era solo un libro. Un libro abbastanza grande, con la copertina in cuoio marrone consumata e un simbolo incrociato al centro. Lo afferrò e se lo mise in grembo. Chissà che conteneva. Forse qualche segreto di famiglia.

“Dai, aprilo!”

“Stai calmo. Ora lo faccio.”

Atsuya era impaziente, Shirou curioso. Sollevo la pesante copertina. I fogli erano di carta spessa color avorio, ma erano tutti privi di scritte.

“Pensavo chissà che.”

“Forse la nonna lo aveva conservato per qualche motivo che noi ignoriamo.”

“O forse era solo una vecchia pazza.”

“Smettila! Non ti permetto di parlare di lei in questo modo!” Shirou era arrabbiato, nessuno poteva toccare la sua amata nonna, nemmeno suo fratello.

“Va bene, scusa.” Atsuya capì di aver esagerato, in fondo anche lui gli voleva bene e non l'avrebbe mai ringraziata abbastanza per quello che aveva fatto per Shirou.

“Comunque qui non c'è niente.”

Stava per chiudere il libro quando vide che l'ultima pagina non era vuota, ma scritta.

-E questo?-

Sembrava una filastrocca e la rilesse più volte. Non aveva senso.

La disse ad alta voce, provando a vedere se così aveva una logica.

 

 

“Ascolta le parole degli stregoni

i segreti che abbiamo nascosto nella notte,

i più antichi tra gli dei ho invocato,

la grande opera della magia ho cercato.

In questa notte e in questa ora

l'antico potere ci onora.

Manda i tuoi poteri a noi tre cugini:

vogliamo i poteri, dacci i poteri!”

 

 

No, non c'era nessun senso.

Ad un tratto una scossa fece tremare il pavimento, la casa, ma durò pochissimo, forse un secondo. Però era stata violenta. Shirou chiuse immediatamente il libro, uscì dalla soffitta, scese le scale e si chiuse in camera.

-Troppe emozioni stanotte, meglio dormire.- si disse.

 

Ma non aveva notato che il simbolo sulla copertina si era illuminato cambiando colore, da marrone scuro a oro. Come non poteva vedere che la foto di loro tre cugini all'ingresso era cambiata.

 

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice

 

Eccomi qua con il primo capitolo. Qui ho iniziato a delineare uno dei personaggi, Shirou appunto. Ma ci sarà ancora molto da scoprire su di lui. Pian piano verranno fuori anche Kaze-chan e Afu-chan. Come avete letto ho deciso di sfruttare la doppia personalità di Shirou che sarà importante in seguito. Qualcosa si sta iniziando a muovere con la scoperta del libro. Ammetto, la formula magica l'ho presa paro paro dal telefilm, non sono brava a fare le rime se filastrocche....

Il prossimo chappy sarà più movimentato.

Chissà perché!

Un saluto

Lau!

  
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