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Autore: Vic_Evy    02/12/2015    1 recensioni
Due ragazze,amiche per la pelle,in una giornata qualunque decidono di recarsi ai mercatini natalizi
ignare di ciò che le aspetta.
Vengono in possesso di due chiavi che in apparenza sembrano normali. Sono in gioco forze capaci di rovesciare l'ordine del mondo e loro due saranno al centro degli eventi.
"Meglio regnare all'inferno che servire in paradiso"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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The Pen and the Sword

 

Prologo

 

“Clang….clang….clang…” 

Il suono incessante del martello sull’incudine riempiva la stanza bianca offuscata da fumi azzurrognoli e dai riflessi delle lingue di fuoco sacro della fucina. I colpi erano precisi,metodici,e l’uomo possente che stava modellando l’acciaio in quel momento si concesse una breve pausa. Si sedette su uno sgabello,tergendo il sudore dalla fronte con il dorso della mano annerita dai fumi. L’uomo scostò i capelli neri ,lunghi e lisci,e osservò il capolavoro che stava creando : una spada,dalla lama quasi del tutto serpentina,impregnata del fuoco primigenio,il fuoco della vita e anche della morte.
Il fabbro prese un disegno ,su pergamena,che aveva lì vicino :erano i progetti delle opere che stava creando . Non era nato come forgiatore,ma si stava impegnando a fondo:dopotutto,un ordine del Signore non si rifiuta mai.  Lanciò lo sguardo verso il tavolo lì vicino,dove vi erano poggiati su panni di velluto le opere già compiute :un grande arco ricavato dal legno di uno degli alberi dell’Eden ,finemente intagliato e dipinto di verde,impreziosito da intarsiature dorate . Accanto a questo vi era una lunga lancia dorata,dalla punta affilata e elaborata che ogni tanto sprizzava scintille. E infine una mazza ferrata,dalle punte acuminate e lavorate minuziosamente,fino a renderla elegante e allo stesso tempo letale. Ogni pezzo aveva una gemma incastonata,dai colori del verde smeraldo,al colore del cielo e del giallo oro. Altre due gemme,un rubino e un lapislazzuli,aspettavano di essere collocate al loro posto.

“Bene..dopo questa spada,mi resterà da fare solo la penna.” Disse tra sé e sé ,scrollando le ali bianche ripiegate su sé stesse sulla schiena nuda e madida di sudore per il calore della fornace. “Dio sarà fiero di me,e finalmente capirà quanto io davvero valgo nella sua armata celeste…”
Si rialzò in piedi e riprese a lavorare: non sapeva da quanto tempo avesse iniziato,il tempo era solo una forma inutile creata per Umani.
Sciocchi mortali,pensava l’uomo mentre dava altri colpi di martello sull’incudine,che senso ha creare il concetto di tempo quando semplicemente si può vivere senza e in pace come loro? Ma allo stesso tempo era sbalordito sul fatto di  come gli Umani fossero così facili da controllare. Così stupidi. E dire che Dio li aveva plasmati a loro immagine e somiglianza,rendendoli quasi pari agli abitanti Celesti. Il Signore era troppo buono con loro ; gli venne in mente quando ,alla creazione di Eva e Adamo nell’Eden,il Signore si accigliò con lui,il suo angelo più bello,per il parere che espresse a proposito.
“Dovete ucciderli,mio Signore. Sono creature sciocche e porteranno solo crucci e fastidi.”
La risposta del Signore era ancora impressa vividamente nella sua memoria. 
“Silenzio.”
Una sola parola lo aveva fatto ammutolire e allo stesso tempo infuriare quel giorno ; Il Signore non lo aveva mai zittito prima d’ora.
I suoi pensieri furono interrotti da uno scricchiolio del portone in legno ; un ragazzo dai capelli bianchi entrò ,vestito di una tunica leggera che in  parte scopriva il petto dalla pelle diafana. Gli occhi azzurri del ragazzo guizzarono sulla spada ancora incompleta e si avvicinò.
“Come va il lavoro? Stanno uscendo una meraviglia…Non  ho mai visto nulla di simile!”
“Gabriel sei troppo buono…non sono nemmeno nato come angelo forgiatore .Direi che me la sto cavando abbastanza bene.” Rispose l’uomo con aria quasi altezzosa. “Forse sarei perfino in grado di creare cose più belle della razza umana."
Il ragazzo dai capelli bianchi e il viso giovane e levigato trasalì leggermente;poi soffocò un riso,prendendo le parole dell’altro come una scherzosa battuta.

“Sei sempre il solito,Lucifero.”

 

Tutti gli angeli del Paradiso erano lì riuniti,in cerchio,lungo le volute dorate che formavano una spirale . Il Signore era al centro ,seduto sul suo trono di stelle,il viso celato da una cortina dorata e alla sua destra vi era Michele,l’arcangelo. Tutti attendevano Lucifero.
L’angelo arrivò insieme a Gabriel,portando le armi ormai ultimate; le disposero in fila davanti al Signore,e si inchinarono al suo cospetto.
“Signore ,il vostro ordine è stato eseguito.”
Nonostante la cortina ,Lucifero sentì su di sé lo sguardo di Dio,che compiaciuto rispose .
“Bene,o mio cherubino. Sarai ricompensato egregiamente per il tuo lavoro. Non sapevo che saresti stato capace di creare,come io creai.”
Gabriel e tutti gli altri angeli sorrisero e levarono un applauso per Lucifero,che si alzò in piedi sorridendo ,soddisfatto. L’unico a non sorridere o applaudire era Michele,che lo scrutava con occhi fiammeggianti da sotto la celata dell’elmo d’oro. 
“Pertanto” proseguì il Signore nel suo discorso.”E’ giunto il momento di svelare a voi ,mie creature,a chi saranno destinate le armi.”
Si levò un mormorio generale,tutti si interrogavano da sempre a chi fossero destinate quelle creazioni prodigiose,capaci di controllare gli elementi della Creazione Universale. Dio con un cenno della mano riportò il silenzio.
“Le armi saranno portate sulla Terra,ed esse diventeranno chiavi. Coloro che saranno destinati saranno i Custodi delle chiavi . I prescelti saranno gli Umani puri di cuore.”
A queste parole gli angeli parlarono tra loro con agitazione.
“Le armi agli umani? Ma è inammissibile ! Non c’è più religione…” Replicò un angelo a pugni stretti al suo vicino.
“Ma è la volontà del Signore…” rispose l’altro.
“Ma se fino a ieri progettava di annegarli  col Diluvio Universale in futuro per punirli…” Sbuffò un angelo dai capelli rossicci.
Mentre si levava l’indignazione più o meno generale,Lucifero guardava Gabriel in viso,per nulla stupito.
“Gabriel…ho lavorato per niente.”
“Non è così,hai reso un grande servizio a Dio. Gli Umani gli sono così cari,e per loro ha grandi progetti.”
“NON LO MERITANO! SONO FECCIA!” Urlò.
L’urlo lacerò il brusio e creò il silenzio: tutti gli sguardi puntavano su Lucifero. Gabriel sembrava paralizzato,non lo aveva mai visto così adirato.
Lucifero prese a respirare velocemente,stringendo i pugni tanto che le nocche sbiancarono e le vene del braccio si delinearono.
“ Si proprio così! Ascoltatemi!” E Lucifero,dando le spalle a Dio ,levò la testa in alto.
“Noi,gli Angeli della Vita,della Morte,della Battaglia…Illustri creature,che viviamo nei secoli…noi,fonte di bellezza e di luce.” 
Si levò un “oooh!” generale. Lucifero aveva catturato la loro attenzione.
“E adesso,questo buffone che ha avuto il piacere di crearci,vuole vendere anni di fatiche,sudore e sangue buttati al vento per dei miserabili. La razza umana è spregevole: non sono nemmeno degni di essere ammessi nell’Eden.  E ora le armi che io ho faticosamente creato verranno buttate agli umani. Sai che ti dico ?” Dio alzò la testa.
“Queste le prendo io. Perché io le merito. Sono migliore di te.”
La folla spettatrice rimase scioccata e impietrita ; Michele aveva lo sguardo carico di ferocia. Quando Lucifero si rese conto,le piume delle sue ali erano mutate durante il suo discorso, in  un nero pece,come i suoi capelli.
“Ah beh…questo colore mi dona molto più del bianco,senz’altro. Allora? Chi vuole unirsi a me?”
Dopo alcuni minuti ( dove il Signore non pronunciò parola) una ventina di angeli si fecero avanti. Nel momento stesso in cui si affiancarono a Lucifero,le loro ali divennero carbone. Gabriel ,malfermo sulle proprie gambe,urlò.
“Cosa stai facendo? Attirerai l’ira su di te e sui tuoi compagni! “
“Io non mi faccio indietro! Sono stufo ! Ha concesso il libero arbitrio agli umani,quindi perché noi dobbiamo essere comandati da uno stupido?”
Gabriel guardò Lucifero negli occhi. Rivide davanti a sé i giorni,i momenti passati con lui,il suo amico. Ora non lo riconosceva più.
Mosse i propri piedi e avanzò alla sinistra del Signore,in opposto a Michele,mormorando col labiale delle labbra un  “Mi dispiace.” 
Ben presto gli angeli si divisero in due fazioni ; neri e bianchi.
Lucifero ghignò. “Non dici nulla,simpatico vecchietto?” 
Dio continuò a rimanere in silenzio ,ma avvicinò la mano rugosa a quella di Michele,che capì e pronunciò funeste parole.

“Per ordine del Signore verrai bandito nelle lande desolate dell’Inferno. I demoni saranno tuoi compagni,verrai disperso nel caos. Ma poiché il Signore ti ama ,e in te brilla la sua stella, non ti ucciderà né sarai ucciso da vecchiaia mentre regnerai all'Inferno. Solo un’arma del fuoco primigenio potrà annientarti.”

Lucifero assunse un espressione di pura ira. “Bene. Provateci. Io non voglio ubbidire. “

E  fu battaglia. E fu la caduta.

   
 
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