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Autore: Somriure    02/12/2015    1 recensioni
Una vacanza per abbattere ogni pregiudizio.
Una vacanza per dimostrare la propria personalità.
Una vacanza per cambiare.
Harry, diciassettenne timido e impacciato con le ali tarpate dai genitori troppo severi e oppressivi.
Louis, ventunenne ribelle e solo, allontanato da tutti per stupide credenze e pregiudizi.
Sotto la luce del grande Faro si incontreranno e diventeranno amici.
Forse dalla loro amicizia nascerà qualcosa di più; forse la luce del Faro li farà scottare e allontanare per sempre.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le onde del mare sbattevano impetuose sugli scogli appuntiti del molo. Un fresco venticello pomeridiano faceva oscillare l'amaca del giardino di Louis, che cullava dolcemente i corpi dei due ragazzi innamorati. La testa riccioluta di Harry posava delicatamente sul petto del ragazzo del faro che con un piede accarezzava il suo polpaccio.

In quel groviglio di mani e piedi Harry e Louis parlavano del loro futuro, dei loro progetti e dei loro buoni propositi.

-Lou, come ti vedi tra 10 anni?- chiese Harry con gli occhi socchiusi a causa del troppo sole.

-Perché questa domanda, Haz?- chiese intrecciando distrattamente le sue dita tra i morbidi capelli del ragazzo.

-N-non lo so... mi era venuta in mente...-borbottò imbarazzato. Louis ridacchiò. La sua risata era una delle meraviglie del mondo intero.

-Umh... tra 10 anni mi vedo a convivere con il mio compagno e i nostri tre bambini, in una bella casa in riva al mare e con un grande cagnone. Tra 10 anni spero di essere entrato nella Marina Militare, mi piacerebbe seguire le orme di mio nonno. Tu invece?-

-I-io... io non lo so. Spesso ci penso ma non riesco mai a penare a niente. Probabilmente mi piacerebbe avere una famiglia abbastanza numerosa; mi piacciono i bambini piccoli!- eslamò sorridendo teneramente. -Credo di voler lavorare sempre nell'ambito della moda, ma mio padre non mi vorrà mai.-

-Saresti un ottimo stilista! Sei molto portato per il disegno. Dovresti provare! Al mondo non esiste solo l'azienda di tuo padre, potresti cercare in giro, sono sicuro che ti prenderebbero immediatamente.- disse. Harry annuì. Louis riusciva sempre ad infondergli fiducia.

-Facciamo un patto.- propose Louis. -Tra due anni dovremmo aver realizzato parte dei nostri sogni lavorativi: tu sarai diventato uno stilista e io sarò entrato in Marina. Ci stai?- chiese spostando leggermente il busto per guardare negli occhi Harry.

-Umh...- esitò il riccio. -Veramente io speravo di incontrarti prima di due anni...- borbottò a testa bassa.

-Ma quello è ovvio, idiota del mio cuore!- ridacchiò Louis. -Sto già iniziando a mettere da parte i soldi per venirti a trovare il più presto possibile!- disse scompigliando i ricci del suo ragazzo. Harry rialzò lo sguardo e con gli occhi colmi di gioia abbracciò di slancio Louis. Il ragazzo del faro rise beatamente e ricambiò quell'abbraccio pieno di affetto e di emozione.

-Allora, abbiamo un patto?- chiese nuovamente. Harry annuì sorridendo.

-Abbiamo un patto!-

I due si stesero di nuovo sull'amaca rimanendo abbracciati. Improvvisamente Harry sospirò. Louis si voltò e iniziò a fissarlo con un'espressione confusa.

-Cosa ti prende piccolo?- chiese accarezzando i suoi riccioli

-E' solo che... mi mancherai tanto. Mi mancherà la tua felicità. Il tuo coraggio, il tuo modo di fare. Mi mancherà tutto di te, anche il tuo essere così estremamente disordinato e pasticcione.- mormorò il riccio con gli occhi lucidi.

-Oh Harry! Mi mancherai anche tu, tesoro mio. Mi mancherai tantissimo. Quest'estate mi hai cambiato profondamente. Ti ricordi quando il primo giorno ti sei seduto affianco a me e mi hai offerto delle patatine? Ecco, io quel giorno ho sentito qualcosa dentro di me frantumarsi. Improvvisamente tutte le barriere che con gli anni mi ero costruito si sono sgretolate alla vista di due soli smeraldi: i tuoi occhi. Appena ho incontrato il tuo sguardo sono diventato un completo idiota incapace di parlare e pensare razionalmente. Mi hai completamente ubriacato, Hazzold! Sarà difficile tornare alla normalità. Sarà difficile riuscire a sopportare la tua assenza.- sospirò il ragazzo.

-Louis, non puoi partire con me? Tu mi rendi forte. Io voglio averti vicino.- mormorò il riccio guardando distrattamente il volto del suo ragazzo mentre giochicchiava con un bottone della sua camicia.

-Amore, piacerebbe moltissimo anche a me, ma devo restare qui! Questo è il mio posto, non saprei vivere altrove. E poi devo aiutare mio nonno e gestire il faro.- spiegò il ragazzo lisciando con i polpastrelli i ricci di Harry.

-E... e come pensi che possa andare avanti questa storia?- chiese timidamente. Le sue farfalle stavano dando un party esclusivo nella sua pancia: con alcool, droga e musica.

-Harry, sei la prima persona che mi abbia mai fatto battere il cuore così forte. Non ti lascerò andare tanto facilmente, stanne certo!- il riccio sorrise immergendo il suo naso nel petto di Louis e beandosi del suo profumo.

-Mi prometti una cosa, amore?- chiese. Harry annuì distrattamente. -Promettimi di non lasciare che quel pallone gonfiato ti metta i piedi in testa. Tu sei forte non hai bisogno di un padre finto che si prenda gioco di te.- il riccio annuì nuovamente sospirando.

-Sarà difficile.- mormorò. -E' pur sempre mio padre.-

-Lo so, ma so anche che puoi farcela! E se sei riuscito a rompere con così tanta facilità le mie barriere rese alte e possenti dall'indifferenza e dalle discriminazioni della gente, riuscirai sicuramente anche a difenderti da quell'uomo. Io credo in te, Harry.-

Il riccio osservava il suo Louis con occhi pieni di amore e riconoscimento. Ricordava benissimo il Louis che aveva conosciuto: un Louis cinico e indipendente, che non aveva bisogno di niente e di nessuno. Ora al suo fianco aveva un ragazzo del tutto coinvolto, che provava emozioni vere e genuine.

-Anche tu mi hai cambiato. Ci pensavo proprio l'altro giorno: se... se non ti avessi incontrato non avrei mai avuto la spinta per uscire dal guscio e iniziare a vivere... la mia vita. Senza di te mi sarei, imitato ad essere... un pulcino spennacchiato, per sempre. Tu mi hai aperto gli occhi al mondo, dandomi la possibilità di scoprire tutte le sue caratteristiche.-

-Credo che questo sia stato il pensiero più lungo che tu mi abbia mai detto.- ridacchiò Louis baciando la guancia del suo ragazzo. Harry sorrise arrossendo.

-E' quello che penso.- sussurrò.

-Lo so, amore.- rispose Louis lasciando un dolce bacio sulle labbra del suo ragazzo. Harry ridacchiò e sorrise.

-Mi mancherai proprio tanto, lo sai?-

-Anche tu, mio piccolo Hazzold.- mormorò il ragazzo del faro con aria triste. -A che ora partirete dopodomani?- chiese con cautela.

-Non lo so e non voglio saperlo. Non voglio rovinare questi ultimi momenti con te!- iniziò a scaldarsi Harry.

-Va bene, tesoro. Non è poi così importante.- lo calmò Louis strusciando il naso sulla sua guancia.

Il ragazzo del faro era pieno di pensieri. La partenza imminente di Harry lo stava rendendo triste e malinconico. Era sicuro che in qualche modo sarebbe riuscito a tenersi in contatto con il suo ricciolino, ma sapeva anche che i rapporti a distanza erano tremendamente difficili da portare avanti e poi Harry era, nonostante i suoi problemi, un ragazzo di città, non un misero ragazzotto di mare; avrebbe potuto iniziare a vivere veramente e avrebbe potuto lasciare le sue quattro mura domestiche per recarsi alla scoperta del mondo. Perché si sarebbe dovuto ricordare di lui che nella vita poteva solo aspirare a diventare un pescatore? Avrebbe avuto più che ragione se un giorno avesse deciso di dimenticarlo.

Louis sospirò rattristandosi improvvisamente. Harry si voltò verso di lui e iniziò ad osservarlo con curiosità.

-Che succede?- chiese lasciando un piccolo bacino sullo zigomo del ragazzo.

-Niente...- mentì Louis forzando un sorriso. Harry annuì poco convinto, voltandosi ad osservare il mare. Dopo qualche istante di silenzio tornò a guardare Louis negli occhi.

-Louis, non ti dimenticherò, stanne certo.- disse come se avesse capito i pensieri dell'altro. Louis sorrise sentendo quel peso che aveva nello stomaco sciogliersi e volar via. Si strinse nelle braccia del suo ragazzo e mormorò:

-E io non dimenticherò te, Hazzold!-

Harry accarezzò delicatamente la guancia di Louis con la sua grande mano. Poi posò le sue labbra carnose su quelle del ragazzo de faro, concedendogli un lungo e passionale bacio colmo di amore.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Dall'ultimo piano del faro il vecchio Nathan, con una tazza di tè corretto, osservava con tenerezza i due giovani. Era da tempo che non ricordava suo nipote così felice e spensierato. Sentiva che presto sarebbero tornati i giorni felici e che tutto sarebbe andato bene.

Era tempo di togliere il disturbo. Lui il suo lavoro l'aveva fatto. Il suo nipotino era divenuto un uomo ormai, era in grado di continuare la sua vita anche da solo. La sua malattia stava progredendo. Presto non sarebbe riuscito neanche più a svolgere le normali attività, sarebbe dovuto rimanere tutto il giorno coricato a letto, o peggio, Louis una mattina lo avrebbe potuto trovare morto.

Il suo medico gli aveva proposto più volte di rimanere in clinica per essere assistito da personale qualificato ad ogni ora del giorno, ma il vecchio Nathan non ne voleva sapere. Era nato libero e sarebbe morto libero. Non poteva trasgredire i suoi principi.

Il vecchio si alzò debolmente dalla sedia e scese lentamente e con fatica dalla stanza della lampada. Con un passo incerto si recò nella sua stanza. Aprì il cassetto del mobile accanto al letto e tirò fuori la lettera che molto tempo prima aveva scritto al suo Louis. La posò sul petto e sospirò. Quella lettera avrebbe sancito un nuovo inizio per suo nipote. Quella lettera lo avrebbe guidato.

Aprì la busta e vi mise dentro tutti i soldi che gli erano rimasti. Poi la richiuse con cura. Se la mise nella tasca della giacca e debolmente uscì dal faro.

I due ragazzi non erano più sull'amaca; Louis era seduto sulla sabbia ad osservare il mare, se le onde fossero state più alte avrebbe sicuramente surfato, conosceva bene suo nipote, sapeva che in momenti come quelli aveva solo voglia di immergersi tra le onde e diventare un tutt'uno con l'acqua.

Lentamente il vecchio Nathan si diresse verso la lussuosa villa degli Styles. Citofonò e aspettò pazientemente sotto il caldo sole dei primi giorni di settembre.

Quando la porta si aprì una giovane ragazza lo salutò sorridendo.

-Salve, signorina, vorrei vedere Harry!- disse schiarendosi la voce.

-Glielo chiamo subito!- esclamò la ragazza gentilmente.

Dopo qualche istante Harry corse giù dalle scale e si avvicinò saltellando alla porta. Quando si accorse del vecchio Nathan e della figuraccia che aveva appena fatto davanti al nonno del suo ragazzo arrossì di colpo deviando lo sguardo. Gemma scoppiò a ridere tornando in camera sua, Nathan si limitò a sorridere alquanto divertito.

-Ciao, Harry!- disse.

-Salve signor Nathan.- rispose educatamente il ragazzo.

-Doveri chiederti un favore, ragazzo.- Harry alzò lo sguardo per mostrare maggiore attenzione all'anziano signore.

-Vorrei che tu consegnassi questa al mio Louis.- disse tirando fuori la lettera. Harry lo guardò confuso.

-In...in che senso?- chiese.

-Quando lo riterrai il momento adatto dovrai dargliela.- spiegò meglio il vecchio.

-Come farò a sapere qual è il momento adatto?- chiese ancora più confuso.

-Confido in te, Harry. So che capirai alla perfezione quando arriverà questo momento.- il ragazzo annuì prendendo la lettera e rigirandosela tra le mani.

Il vecchio Nathan osservava con commozione il ragazzo che aveva riportato la gioia nel cuore di suo nipote. Preso da uno slancio di contentezza cinse il corpo di Harry con le sue braccia.

Harry in un primo momento esitò, ma poi ricambiò l'abbraccio respirando a fondo l'odore di tabacco e mare che l'uomo emanava. Un odore che gli ricordava Louis.

-Grazie per aver fatto tornare il mio vero Louis.- mormorò il vecchio tra le spalle del ragazzo. Harry si limitò a sorridere orgoglioso delle parole che aveva appena ricevuto.

Dopo qualche istante il vecchio si staccò e lasciò un buffetto sulla guancia del ragazzo.

-Arrivederci, Harry! Prenditi cura di te!- lo salutò prima di sparire.

Nathan con il suo passo lento e incerto tornò al faro. Salì nuovamente la scala a chiocciola e si diresse in camera sua. Lentamente si guardò intorno catturando con lo sguardo tutte le cose che avevano caratterizzato la sua vita: la sua prima canna da pesca che suo padre gli aveva regalato a sei anni, il suo primo nodo da marinaio, il suo cappello della Marina, il vecchio mandolino che lo aveva accompagnato in ogni viaggio, il primo dentino caduto di Louis che conservava gelosamente in una piccola teca. Questi oggetti avevano pian piano costruito le sue giornate e i suoi attimi, personalizzando la sua vita. Nathan sentiva il bisogno di ripercorrere la sua vita dall'inizio per scrivere una volta per tutte la parola fine.

Si alzò in piedi e dolcemente accarezzò le pareti di quel faro che moltissimi anni prima aveva costruito insieme a suo nonno. Quelle pareti umide e ruvide avevano segnato la sua storia. Nathan non riusciva a ricordare un periodo in cui non avesse vissuto lì: il suo letto di quercia ormai mangiucchiato dai tarli, appartenuto un tempo a sua nonna che da bambino aveva accolto i suoi salti, degni del miglior ginnasta. I segni sulla porta che sua madre tracciava per misurare la sua altezza e quella dei suoi fratelli, che negli ultimi anni erano stati affiancati dai segni che lui aveva iniziato a tracciare per misurare la crescita di Louis. La parete di conchiglie che si divertiva a collezionare e poi incastonare nel muro. Erano tanti i ricordi che lo legavano a quell'ambiente. La vita al faro era stata la miglior vita che avesse mai potuto desiderare. Si era sempre accontentato solo delle onde del mare, del sole cocente e dei gabbiani, era tutto ciò di cui aveva bisogno per essere felice.

Sistemò il letto e annaffiò le piantine che aveva sul davanzale. Si diresse verso la porta e diede un ultimo sguardo alla sua stanza ispirando a pieni polmoni il suo profumo vissuto.

Scese le scale a chiocciola traballanti e raggiunse suo nipote seduto sulla sabbia del bagnasciuga. Gli mise una mano sulla testa e volse lo sguardo al mare.

Louis alzò la testa e sorrise al vecchio.

-Il vento è abbastanza forte oggi. Stasera ci sarà il mare grosso.- disse con la sua pipa in bocca. Louis annuì.

-Dobbiamo ricordarci di mettere tutto dentro. Potrebbe piovere!- consigliò il giovane.

-Bravo ragazzo, sei cresciuto bene. Sono fiero di te, Louis.- disse stringendo la spalla di suo nipote. -Riuscirai ad affrontare la vita egregiamente, ne sono certo!-

-Gra-grazie nonno.- lo guardò confuso il ragazzo. -Come mai mi dici questo?-

-Arriva un momento della vita in cui dobbiamo ammettere ciò che ci sta più a cuore. Io sentivo il bisogno di dirti queste cose. Avevo bisogno di dirti che sei diventato un ragazzo responsabile e maturo e che sono molto orgoglioso di te.- disse guardandolo negli occhi.

-Grazie!- sorrise Louis. Il vecchio gli scompiglio i capelli e torno a fissare il mare.

-Credo che farò un giretto in barca, mi piace questo clima.-

-Vuoi che venga con te?- chiese il giovane alzandosi dalla sabbia.

-No, non preoccuparti. Ci rivedremo!- gli assicurò il vecchio.

-Beh, certo che ci rivedremo! Per cena ci sono i calamari fritti, non puoi perderteli!- ridacchiò il ragazzo. Il vecchio Nathan sorrise e dopo aver osservato per qualche secondo la figura di suo nipote lo strinse in un abbraccio. Louis rimase sorpreso, ma poi ricambiò.

I due rimasero abbracciati per qualche minuto, poi Nathan salì sulla vecchia barca e iniziò a remare verso l'orizzonte.

-A dopo.- mormorò Louis con una strana sensazione addosso osservando la scia che lasciava l'allontanarsi della barchetta.

Se solo avesse saputo che quelle sarebbero state le ultime parole dette a suo nonno probabilmente le avrebbe scelte con più cura. Probabilmente gli avrebbe espresso tutto il suo affetto. Probabilmente lo avrebbe raggiunto a nuoto per pregarlo di non partire.

L'unica cosa che fece però fu quella di sedersi sulla sabbia e osservare la vecchia MobyDick allontanarsi.


 

Nathan raggiunse l'orizzonte. Nathan ritrovò la sua libertà.


Angoletto

Sono imperdonabile, lo so, ho fatto passare di nuovo tantissimo tempo tra i due capitoli. Mi dispiace tanto, ma la verità è che avevo un po' perso l'ispirazione. Non avevo la testa per continuare a scrivere.

Questo è il penultimo capitolo della storia, ma non vi libererete di me tanto facilmente, infatti ho intenzione di scrivere un sequel! Yay!

Come vi è sembrato questo capitolo? Sperco che vi sia piaciuto, fatemi sapere! :)

Il vecchio Nath è felice ora. Non preoccupatevi!

Ora corro a studiare, queste per me saranno delle settimane di fuoco, ma tra 22 giorni è Natale! *_*

A presto, Somriure! <3


 

  
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