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Autore: FairySweet    03/12/2015    2 recensioni
Non esisteva più la paura, niente esitazioni né incomprensioni perché ora, nel suo piccolo mondo sicuro, aveva qualcuno per cui lottare, qualcuno da difendere e poco importava cosa pensasse il mondo, ci stava bene in quel mondo e non avrebbe permesso a nessuno di rompere i muri spessi che lo tenevano al sicuro, nemmeno ai fantasmi ...
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Generale Jarjayes, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Vi conosco?” “Perdonatemi” esclamò il giovane scendendo da cavallo “Probabilmente sarei dovuto venire prima contessa ma non ne ho avuto il tempo” “Non sono una contessa” “Vero” esclamò l'altro avvicinandosi a lei “E non siete nemmeno nobile ed elegante” socchiuse gli occhi cercando di capire chi diavolo fosse quell'uomo sbucato dal nulla.
Era alto e forte, con dei bellissimi occhi azzurri e la voce profonda. Indossava un elegante abito dai colori autunnali e i suoi movimenti erano controllati quasi regali “So che di questi tempi dichiararsi nobile è pericoloso. La monarchia è morta e questa surreale realtà in cui viviamo rende tutti follemente dediti all'amore per la nazione” “Perdonatemi, io non credo di capire cosa ...” “Sono qui per conto di vostro padre” trattenne il respiro stringendo più forte il gioco di Renée tra le mani.
“Mio padre?” “Sono il duca Maxime Julian Bertrand, ero al servizio di vostro padre” “Si ho … ricordo il vostro nome” “Davvero?” domandò incuriosito “Mio padre mi ha parlato di voi, eravate assegnato al secondo reggimento. Avete portato grande onore al mio generale” “Avete buona memoria contessa” “Non vi ho mai incontrato di persona” “Io vi ho incontrato molte volte” “Davvero?” domandò confusa "Vi ho vista quando eravate un giovane fiore in boccio. Così piccola, con i capelli corti e ricci e quegli occhi grandi ma ora ...” si fermò qualche secondo sorridendole “ … ora siete così bella da togliere il fiato” non rispose, si limitò ad annuire appena sosteneno quello sguardo senza cedere.
“Non era mia intenzione offendervi contessa” “Perché siete qui?” “Vostro padre desidera vedervi” “Perché?” ma l'altro sorrise “Quando il popolo si è rivoltato vostro padre ha lottato fino a che le forze lo hanno permesso” “È per caso accaduto qualcosa? ” “Vostro padre è stato ferito durante la rivoluzione, ormai è accaduto molti anni fa” “Due” mormorò tremante “Ha pregato in ogni lingua del mondo per voi. Sperava che foste al sicuro, lontana da ogni pericolo. La ferita alla gamba non è più così preoccupante ma l'età di vostro padre non aiuta certo la guarigione. Voi lo conoscete bene, sapete quanto possa essere testardo e ostinato” voleva rispondere, voleva bloccare quel fiume di parole e rispedire quell'uomo indietro il più velocemente possibile ma sentì la manina di Etienne stringersi dolcemente attorno alla sua.
Osservava incuriosito quell'uomo venuto da lontano, gli occhi socchiusi e le labbra leggermente arricciate “Mi aiuti con i miei esercizi mamma?” il duca sorrise chinando leggermente il capo verso il bambino “Vi conosco signore?” domandò confuso Etienne “No, ma non immaginate nemmeno che piacere è vedervi. Siete uguale a vostra madre” “Vi ringrazio duca per esservi scomodato arrivando fino a qui” esclamò gelida posando le mani sulle spalle del figlio “Tornerete?” “No” “Non dovreste rispondere così in fretta, mancate molto a vostro padre e sono certo che anche voi provate la stessa cosa” “Duca io non ...” “Non vi chiede di tornare per sempre. Tutto quello che desidera è vedervi per qualche ora e parlarvi” le sorrise stringendo le redini del cavallo tra le dita “Vi ringrazio per la vostra visita duca, vi auguro un rientro piacevole” l'altro scosse leggermente la testa salendo di nuovo a cavallo e senza aggiungere più una parola, partì al galoppo lasciandoli soli.
“Chi era?” domandò Etienne sollevando il volto verso la madre “Ricordi quando ti ho raccontato la favola di quel conte orgoglioso?” il bambino annuì silenzioso concentrandosi sugli occhi di sua madre, su quello sguardo confuso che mai, mai in tutta la sua giovane vita aveva velato quel colore di cielo tanto bello “Ricordi cosa ti ho detto su quel conte?” “Che è arrabbiato con te perché l'hai lasciato solo e che quel conte, anche se tanto arrabbiato, ci vuole bene” “Esatto” sussurrò sfiorandogli il volto “Vi vuole bene, anche se al momento è un po' confuso e stanco” “Perché vuole vederti?” “Perché non si sente molto bene ora” “Non devi andare per forza mamma” “Se tu stessi male e io fossi lontana, vorresti vedermi?” “Sempre mamma” sorrise tirandolo dolcemente tra le braccia “Andiamo?” “Mi aiuti con il latino? Papà è ancora lontano” “Certo che ti aiuto” gli fece l'occhiolino ridendo per quell'espressione divertita che colorava il volto del figlioletto.




“Ci andrai?” “Non lo so” si lasciò cadere sul letto, lo sguardo perso chissà dove mentre le mani slacciavano uno dopo l'altro i bottoni “Non è sbagliato” “Non voglio che entri nella nostra vita” “È tuo padre” mormorò raggiungendola “Lo conosci, sai cosa pensa di tutto questo” “E allora?” si inginocchiò davanti a lei sorridendole “Non importa quello che pensa, niente di quello che dirà potrà mai sfiorare il nostro mondo” sospirò mordendosi leggermente le labbra “Non puoi lasciarlo fuori dalla tua vita per sempre. È arrabbiato con noi, tu non lo saresti?” le sfiorò il volto giocando con quella pelle di seta “Siamo scappati di notte, come due ladri colpevoli Oscar. Sono passati sette anni amore mio, sette anni di silenzio. È diventato nonno e ha incontrato per caso i suoi nipoti, hai un'idea di quanto sia sconvolgente per lui?” la mano della ragazza si strinse dolcemente alla sua, tremava combattuta tra la voglia di rivedere suo padre e la paura di quegli occhi.
“Ti ho chiesto più e più volte se ti mancava, se eri felice” “Sono felice” “Lo so, ma a quella felicità manca qualcosa Oscar” “Oh per favore” “Mi hai fatto un regalo meraviglioso. Mi hai regalato una famiglia” un debole sorriso le sfiorò le labbra mentre si lasciava cullare dalle sue parole “Non riesco più nemmeno ad immaginare la mia vita senza di voi, passo le notti a chiedermi come diavolo sono riuscito a sopravvivere senza i miei bambini, senza di te per tutti questi anni. Sei una madre meravigliosa e ...” le sfiorò le labbra continuando a sorridere “ … tuo padre non ha nemmeno avuto la possibilità di vedere la dolcezza dei tuoi gesti. Non mi fa paura lottare contro la sua testardaggine” “Se gli permetto di avvicinarsi a me, se gli permetto di entrare nelle nostre vite non se ne andrà più” “Lo caccerò via” “Non scherzare André” “Non sto scherzando” “Si sentirà in diritto di prendere decisioni, di dare consigli che nessuno ha chiesto e ...” abbassò lo sguardo sospirando “ … non voglio che la sua presenza distrugga la nostra famiglia” “Non accadrà” “Non ha alcuna intenzione di accettare i nostri figli Andrè, è me che rivuole nella sua vita e non la nostra famiglia. Non gli interessa niente dei giochi di Renée, della sua voglia di vivere o della bravura di Etienne nella musica e nella scherma” le sollevò il volto perdendosi nel suo sguardo “Andrà tutto bene” “Me lo prometti?” un altro sorriso, delicato, leggero.
Le sue labbra erano miele, invitanti, dolci, delicate come petali di rosa.
Resistere? Come poteva anche solo pensarlo? Fece un bel respiro alzandosi leggermente, le labbra si posarono sulle sue, sfiorò con le mani la pelle delicata del collo perdendosi sul calore violento di quel bacio sempre più profondo.
La camicia si allentò di colpo mentre spogliava velocemente ogni centimetro di quella purezza meravigliosa.
Lei era il suo respiro, era la sua vita e l'amore profondo che ogni giorno aveva chiuso a chiave nel cuore.
Per sette anni l'aveva avuta solo per sé e ringraziava il cielo per ogni minuto passato accanto a lei, per ogni sorriso, per ogni bacio e tremito, per i suoi bambini e per quella nuova vita che lo cambiava giorno dopo giorno.


 
  
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