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Autore: clif    03/12/2015    3 recensioni
“Non andiamo in cerca di guai. Di solito sono i guai che trovano noi”
Così dicono i gemelli Potter, Harry ed Heather, studenti della prestigiosa scuola
di magia e stregoneria di Hogwarts.
Infatti due gemelli non sono al sicuro: un famigerato assassino è evaso
dalla terribile prigione di Azkaban e sta dando loro la caccia,
deciso ad ucciderli.
Questa volta nemmeno la scuola magica potrebbe rivelarsi un luogo tranquillo
I legami con i loro amici, che hanno tanto faticato a creare, vengono messi alla prova
Tra zie isteriche, ippogrifi scontrosi e provini per il Quidditch, ecco a voi il terzo capitolo della serie
Sequel della storia “Harry e Heather Potter_ la camera dei segreti”
Ambientazione: 2002-2003
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Harry e Heather Potter'
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Prima ancora che Draco si rendesse conto di cosa stava succedendo, Harry era riuscito ad afferrare il boccino mettendo fine così alla partita. Peccato che il risultato non fu quello sperato.

200 – 180 per Serpeverde. I 150 punti guadagnati da Harry prendendo il boccino non erano serviti per far vincere loro la partita. Heather era riuscita a segnare la bellezza di 16 volte (guadagnando così 160 punti), più 40 punti effettuati dai suoi compagni.

La squadra portò in trionfo la loro nuova cacciatrice: la coppa del Quidditch era loro, e il merito era tutto della Potter. I festeggiamenti andarono avanti tutta la notte, con somma irritazione della giovane (odiava tutta quella confusione). Tra alcol e fumo, i festeggiamenti finirono alle quattro del mattino. Ovviamente Heather si era dileguata il prima possibile.

La mattina dopo lei era l’unica studentessa a frequentare divinazione.  L’ora prima era dei Grifondoro. Aveva visto suo fratello uscire, non l’aveva neanche salutata. Sembrava sconvolto da qualcosa. Tutti i suoi compagni di casa che frequentavano quella materia erano a letto con un emicrania pazzesca. Mentre dei Corvonero (la casa con cui i Serpeverde condividevano quell’ora di lezione), erano solo in due a frequentare quella materia e per un motivo o per un altro non c’erano.

L’ora passò molto lentamente, o almeno era questo che sembrava alla Potter. Tra predizioni sul fondo delle tazze e tentativi di interpretare i sogni il tempo sembrava non passare mai. Finalmente dopo un’ora di inferno la campana suonò.

-Oh, è già finita. Buona giornata, cara- Disse la docente con la sua solita aria profetica. Heather annuì appena. Fece per prendere le sue cose e andarsene, pure abbastanza in fretta, ma un rantolo la fece voltare. La donna aveva cominciato a guardare un punto fisso di fronte a se, le sue pupille si erano leggermente dilatate, e tutto il corpo si era come paralizzato.

-Professoressa, sta bene?- Domandò con tono incerto la Potter. Sembrava essere caduta in trans. La studentessa le poggiò una mano sulla spalla per scuoterla da quello stato, ma a quel punto la donna fece uno scatto e cominciò a parlare. Non si stava rivolgendo a lei: sembrava stesse per dire una profezia.

-Quando il suo servo lo raggiungerà, il signore oscuro tornerà…- Iniziò a dire. Heather la guardava in silenzio, senza interromperla.

-… A quel punto, la scelta che la ragazza sopravvissuta dovrà fare si avvicinerà…- A quelle parole, Heather si fece più attenta. Parlava di lei? Probabilmente.

-… Dovrà scegliere quale strada seguire. Ma a prescindere dalla sua scelta, le sue mani si macchieranno di sangue lo soooooooo…- A quel puntò la donna sembrò tornare in se e si guardò intorno, confusa. Dove si trovava? Era nella sua aula, ma le sembrava di essersi dimenticata qualcosa. Mentre la donna era ancora confusa da ciò che era appena successo, Heather in silenzio uscì.

Di cosa stava parlando quella donna? Era chiaro che si stesse riferendo a lei. ma non riusciva ugualmente a capire. “Mani sporche di sangue”? “Strada da scegliere”? l’unica cosa che aveva colto con chiarezza era il fatto che un servo sarebbe tornato da Voldemort e lo avrebbe aiutato a risorgere.

Per un po’ fu indecisa se andarne a parlare con il preside, ma poi decise di lasciar correre. In fondo si trattava della professoressa Cooman: la stessa che alla prima occasione profetizzava la morte di uno studente a caso. Probabilmente si stava preoccupando per niente.

Passarono alcuni giorni e il fatto fu completamente accantonato dalla Potter. Intanto vi furono altre novità: sia belle che brutte. La coppa del Quidditch era ormai matematicamente in mano ai Serpeverde, qualunque cosa gli avversari avrebbero fatto.

Un’altra bella notizia erano i rapporti tra Draco e Caroline che si facevano sempre più freddi e forzati ogni giorno che passa. In effetti non sapeva perché, ma la rendevano di buon umore. L’unica pecca riguardava il processo contro l’ippogrifo di Hagrid: avevano perso, e l’animale era stato condannato a morte.

Il giorno dell’esecuzione alla fine arrivò. Heather non sapeva se andare o no. Alla fine si decise: sapeva che Harry ci sarebbe stato, avrebbe potuto fargli da appoggio morale. In fondo, finite le lezioni, non aveva niente da fare.

Appena la giornata scolastica finì, la Potter si diresse fuori dal castello. Doveva stare attenta a non farsi scoprire, così decise di usare l’incantesimo di disillusione. Qualche settimana prima quello scemo del fratello si era fatto requisire la mappa speciale dal professor Lupin. Per sua fortuna gli era rimasto il mantello dell’invisibilità.

Lungo il tragitto passò di fianco al platano picchiatore. Quell’albero era pericoloso. La ragazza si era sempre chiesta a cosa potesse servire. Perché lo avevano piantato lì? Venne riscossa dai suoi pensieri a causa di un pianto in avvicinamento.

Alzò lo sguardo e scorse tre figure che venivano nella sua direzione. Erano Harry con i suoi amici. Hermione stava piangendo sulla spalla del fratello: probabilmente era arrivata tardi, avevano già giustiziato l’ippogrifo. Un esclamazione di dolore fece attirare la sua attenzione su Ronald: il suo ratto gli aveva appena morso un dito.

-Crosta!- Esclamò Weasley, mentre il topo iniziò a correre verso di lei. con un rapido gesto della mano, la ragazza afferrò il grosso e spelacchiato roditore. Sembrava terrorizzato da qualcosa, continuava a muoversi cercando di divincolarsi e scappare via. A quel punto Heather annullò l’incantesimo di disillusione. I tre ragazzi rimasero sorpresi di vederla.

-Heather!- Esclamò il fratello. Anche Ron era rimasto sorpreso dal trovarsi davanti la sorella del suo migliore amico con in mano Crosta. Hermione invece la guardava in silenzio. Aveva già avuto modo di vedere la sua capacità di rendersi invisibile.

Solo in un secondo momento, Heather si accorse di due figure al centro della sala.

Hermione Granger stava cercando di tirare su uno svenuto Ronald Weasley. Ma ciò che impensieriva Heather non era quello, ma la mancanza di Harry: dove diavolo era finito quel demente? Si avvicinò alla giovane Grifondoro ed annullò l’incantesimo di disillusione.

-Dov’è Harry?- Per poco Hermione non collassò. Se l’era ritrovata davanti all’improvviso. Riuscì comunque a ritrovare l’uso della parola.

-Ecco il tuo topo, Ronald- Disse Heather. La ragazza fece per avvicinarsi al rosso e restituirgli il ratto, ma un ruggito li fece voltare verso la boscaglia. Un cane nero di grossa taglia uscì da dietro un cespuglio e balzò verso di loro. Dopo paio di secondi, Heather se lo ritrovò praticamente addosso.
  
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