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Autore: Girasolerossofuoco    03/12/2015    1 recensioni
Sakura cercava erbe medicinali, quando viene attaccata da loschi individui. Cosa vorranno mai da lei i membri dell'Akatsuki? Riuscirà a sfuggire dalle loro grinfie? La giovane kunoichi rosa di Konoha dovrà affrontare varie prove, conoscendo meglio gli animi dei ninja traditori. E se si ricredesse sul conto di qualcuno, che inaspettatamente le offrirà il suo aiuto?
///// aggiungo tra i personaggi anche Itachi! All'inizio pensavo avrebbe avuto un ruolo marginale, poi ha prepotentemente ottenuto un ruolo da protagonista :D
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Akasuna no Sasori, Akatsuki, Deidara, Konan, Sakura Haruno
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Naruto Shippuuden
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Quando Sakura aprì gli occhi, si trovò di fronte un muro grigio, chiazzato di umidità e sporcizia. L'aria era soffocante, pesante.
Si mise a sedere e si rese conto di esser stata distesa su un materasso molto basso e scomodo. La testa le doleva tanto, la tempia destra pulsava incessantemente, così vi si portò le dita. Non era ferita, ma la era stata, perché aveva una crosta molto spessa.
Provò ad alzarsi, ma le gambe le cedettero. Dovette accontentarsi di guardarsi attorno. Non c'era nulla nelle vicinanze tranne una serie di sbarre grigie. Finalmente comprese dove fosse: si trovava in carcere. Quale non avrebbe saputo dirlo.
Si sforzò di ricordare, ma nel suo cervello pareva essersi formato un buco grande come una casa.
Guardò in basso e poi si mise a canticchiare, le sembrava l'unica cosa sensata da fare.
Dopo poco udì dei passi, lenti, quasi strisciati.
"Ehy, micetta. Come ti sentì? Mi hanno detto che ti sei svegliata." Kakashi si aggrappò alle aste metalliche. Le sorrise dolcemente, ma non riuscì a nascondere la preoccupazione che lo aveva attanagliato per così tanto tempo.
"Maestro!" Sakura tentò di alzarsi, ma non ci riuscì.
"Stai ferma, entro io," ordinò. "Hanno paura che ti faccia scappare, ma in realtà non saprei dove portarti. Questo, però, loro non lo sanno."
"Perché sono qui? Io... Non ricordo."
Il maestro si sedette accanto alla ragazza. Restò qualche tempo in silenzio, posando la testa al muro, poi pian piano si voltò.
Si era tolto la fascetta col simbolo i Konoha, così Sakura sentiva quelle perle policromi puntate addosso, con un'aria indagatrice. Se ci fosse anche del biasimo, non riuscì a stabilirlo.
"È stata colpa mia," sentenziò il maestro, col tono di chi non ammette replica. "Non avrei dovuto parlarti di quei fiori, forse adesso non saresti..."
"Sarei?"
L'Hatake sospirò. Poi distolse lo guardo, era troppo penoso pronunciare quelle parole guardandola in viso. "Dimmi la verità, Itachi non ti ha rapita." Non era una domanda, era un'affermazione bisognosa di un'ulteriore conferma. Nel suo cuore sperava che si fosse sbagliato, che l'Uchiha l'avesse sequestrata e violentata con la forza, ma sapeva benissimo che non era così. In lei non vi era alcun segno di sofferenza, anzi sembrava una donna rinata, inoltre, quell'anello? Ammesso che avrebbe pure potuto essere stata costretta a sposarlo, ma anche a tenere la fede? E quel peluches a forma di orsetto?
"No," confermò la ragazza. "Sono stata rapita dall'Akatsuki, volevano che guarissi Itachi."
Kakashi scrollò la nuca. "Ma nella terra dell'acqua non c'erano tutti quelli dell'organizzazione." Sospirò. "E va bene, Konan mi ha detto che tu e l'Uchiha siete scappati insieme, in una specie di fuga d'amore."
"Konan?" Domandò sbalordita l'Haruno. Quando si erano parlati? Perché il sensei stava assumendo quello sguardo zuppo di delusione? "Itachi non è come sembra."
Kakashi annuì. "Ti credo, anche Konan ha provato a spiegarmelo, solo che nessuno tranne me ti crederebbe, neanche Tsunade. Danzo e gli anziani insistono affinché tu venga dichiarata nukenin."
"Ma io non ho tradito Konoha!" Strillò. Sentì le lacrime salire agl'occhi. Come poteva l'amore portare a qualcosa di brutto? Non era forse il più nobile dei sentimenti?
Kakashi sospirò per l'ennesima volta. "Danzo e gli anziani non brillano per l'intelligenza, se avessero parlato con Konan..."
"Come fa a conoscere Konan? L'ha già nominata tre volte, ma lei non dovrebbe neanche sapere che esista!"
Il sensei sorrise sotto la maschera. Possibile che, tra tutte le cose che aveva vissuto e che avrebbe dovuto affrontare, volesse conoscere come aveva incontrato la kunoichi della pioggia? Era proprio buffa, quella dolce micetta, anche se ormai la sentiva molto più lontana, ormai si era trasformata in una donna. "Cosa avranno quegli Uchiha di così attraente," pensò, ricordando la cotta di Sakura per Sasuke. "Le donne sono incomprensibili," ammise.
"Eh va bene, ti racconterò tutto, ma poi dobbiamo preparare un piano d'attacco per Danzo."
"Vuoi ucciderlo?" Domandò titubante l'Haruno. Dopo quello che le aveva confessato Itachi non le parve una brutta idea.

"È troppo tardi." Disse Konan osservando i due ninja di Konoha.
"C-cosa?" Balbettò Gai. Non ebbe neanche finito di formulare la domanda che gli occhi gli si riempirono di lacrime. "Povera bambina! Nel fiore del suoi anni giovanili!" Poi sopraffatto dal dolore, si lasciò andare ad un pianto disperato.
Kakashi sgranò gli occhi. Non poteva essere morta. Se uno dei suoi cuccioli fosse stato in pericolo era certo che l'avrebbe sentito. Quindi doveva essere viva.
La Kunoichi alzò un sopracciglio, sbigottita. "Cos'hai capito testa a caschetto? Non è più qui, non la troverete alla casa bianca. O meglio, non troverete nemmeno quella, visto che qualcuno a pensato bene di raderla al suolo."
Kakashi sospirò per il sollievo. Il suo sesto senso non l'aveva ingannato, non era ancora troppo tardi.
Ora che il suo cuore aveva ricominciato a battere normalmente, osservò il cappotto della donna dai capelli blu. Non era forse uguale a quello che aveva indosso a Kisame e Itachi? Che Sakura fosse stata rapita dall'Akatsuki e fosse scappata? Sperava proprio che fosse così, eppure c'era una calma surreale.
"Dov'è ora?" Azzardò l'Hatake, conscio che la risposta sarebbe potuta essere dura da digerire.
Konan alzò le spalle. "Non ne ho idea, tuttavia se volete seguirla, dovremmo sbrigarci."
Kakashi si voltò verso Gai in cerca di un aiuto per comprendere quel "noi", ma il moro si stava asciugando il viso con la manica della tuta e non aveva udito una parola. "Hai intenzione di accodarti?"
Lei annuì. "I soggetti della ricerca non sono esattamente gli stessi, ma diciamo che se troviamo lei, troviamo anche lui e viceversa."
"Che intendi?"
Konan sembrò stufa. "Io seguo Itachi, voi Sakura, quindi andiamo nella stessa direzione."
“Non capisco.” mentì il jonin, in realtà cominciava a capire: era stata rapita dall'Uchiha!
La donna lo osservò per qualche secondo, indecisa se rivelargli la verità o meno, poi decise che fosse meglio prepararli psicologicamente. “La ragazzina sta rincorrendo Itachi, diciamo che hanno avuto un piccolo diverbio tra innamorati.”
“Cosa?” Gridò Gai, che aveva appena ricominciato ad udire la conversazione. “Chi è innamorato!”
Kakashi lanciò un'occhiataccia al compagno, poi rifletté su ciò che quella kunoichi aveva appena riferito. Era incredibile, ma non impossibile. In ogni caso avrebbero fatto bene a seguirla. Se fosse stata sincera e i due ragazzi si trovassero nello stesso posto, era necessario che lui raggiungesse Sakura prima, o per lo meno nello stesso momento, in cui l'avrebbe scovata Konan. Non conosceva le intenzioni di quella donna.
“Va bene, ma non giocarci brutti scherzi,” le raccomandò. Per quanto potesse essere potente erano in vantaggio numerico, non doveva essere troppo pericoloso.
Partirono immediatamente e Kakashi si premurò di non perderla d'occhio e lui osservò l'ordine in maniera impeccabile: per sei mesi non li smosse da lei.
Dopo sei mesi di ricerche, erano arrivati a Tokibawa, una graziosa cittadina nella terra dell'acqua. Avevano chiesto di loro in giro e tutti gli avevano riferito che c'era stata una coppia giovane fino a poco tempo prima, ma che da qualche settimana erano spariti. “Forse,” avevano
aggiunto, “saprete qualcosa di più dai loro vicini, i Kotare.”
Konan soffocò un'esclamazione, non poteva davvero essere così sfortunata. Erano sulle loro traccie da così tanto tempo che le sembrava una missione assurda. Come potevano sempre sfuggirgli per così poco?
Bussarono alla porta dei Kotare e aprì una vecchietta, con in mano una piccola borsetta. “Buongiorno giovanotti, posso esservi utile?”
“Oh, sì, dolce vecchina!” Esclamò Gai, facendosi spazio tra i compagni. “Cerchiamo una giovane ragazza, che è stata rapita da un mostro sbav...” Kakashi gli diede una gomitata e lo spinse via.
“Ecco, signora, noi cerchiamo questa fanciulla.” Il maestro estrasse una fotografia.
La vecchietta appena vide l'immagine, chiuse loro la porta in faccia. “Non farete del male a quella piccola creatura, teppisti! Cara,” chiamò la nipote da dentro casa, “aiutami, ci sono gli amici di quei quattro ladri, quelli maleducati.”
“Signora, non siamo ladri! Io sono il maestro di Sakura!” Gridò, sperando di essere ascoltato.
Nessuno gli rispose. Dopo qualche secondo una sostanza scura cominciò a fuori uscire dalla porta, sempre più veloce.
Istintivamente Konan esplose in mille fogli di carta, mentre l'Hatake balzò in alto e si riparò su un ramo, Gai invece corse lontano, ma il liquido lo raggiunse, imprigionandolo. “Cos'è sta roba?” Tentò di alzare un piede, esso però rimase incollato a terra.
Dalla porta uscì una fanciulla bionda e molto carina. “Non vi diremo mai dove sono andati Sakura-chan e Itachi-chan, ve la dovrete vedere con me, Rin Kotare.” Si mise le mani sui fianchi, per darsi un tono. Konan si ricompose e si piazzò dinanzi a Rin, leggermente sollevata da terra.
“Siamo loro amici.”
“Non ci credo.”
“Kakashi vi ha mostrato la foto della sua allieva.”
La bionda corrugò la fronte, quel nome non le era nuovo, anzi, Sakura le aveva parlato molto del suo maestro mascherato che assomigliava ad uno spaventapasseri. Ora che riusciva a scorgerlo dalle fronde in cui si era nascosto, poté appurare che fosse proprio come glielo aveva descritto. Puntò il dito contro l'Hatake. “Voi siete il pervertito!”
Konan alzò un sopracciglio, ma non disse nulla, a differenza di Maito che annuì e assicurò che fosse proprio lui.
Nel frattempo la nonnina sbucò dalla soglia della porta. “Tutto bene, cara?”
“Sì. Quell'uomo appollaiato lì è Kakashi Hatake, il maestro di Sakura, che facciamo?”
“Mmmh,” mormorò la vecchietta. Si avvicino piano piano all'albero (su di lei la colla non aveva effetto). Guardò un po' l'Hatake poi tornò sui suoi passi e osservò la donna e Gai. “Liberali,” annunciò, “sembrano brave persone.”
Così fece e i tre furono invitati ad entrare in casa.
Kakashi frugò nelle tasche per trovare la foto che aveva con gli allievi. Le prime cose che uscirono però furono le mutandine di Sakura che aveva usato per rintracciarla. Imbarazzato, le ricacciò in profondità. Anche se ora erano lavate e profumate, non voleva farsi vedere con della biancheria nascosta nella giacca.
Rin servì il tè. Il maestro la osservò meglio. Doveva essere coetanea di Sakura, forse di un anno in meno. Aveva dei bei occhi azzurri e i capelli biondi. Era completamente diversa da lei, nonostante portassero lo stesso nome.
“Grazie,” mormorò. Teneva stretta dentro la tasca la foto, era indeciso se mostrarla o meno. Quando tutti si furono accomodati, crebbe di aver trovato il momento giusto per iniziare con le domande. “Avete detto che Sakura non era da sola...” cominciò, sperando che la conversazione prendesse il verso giusto.
La ragazza, che si era seduta di fianco al maestro annuì. “Sì,” esclamò, “era con Itachi-chan, sono così una bella coppia!” Disse con gli occhi trasognanti. A quelle parole Kakashi per poco non sbrodolò il tè che stava sorseggiando. Sgranò gli occhi e li rivolse a Konan. Possibile che quella donna avesse ragione? Con la mente di un uomo, comprendeva che i due potessero essere veramente innamorati, l'amore, d'altronde era un grande mistero, tuttavia col cuore paterno di un maestro rifiutava quell'idea. Non poteva essere stata sedotta da un nukenin, non importava quanto lunghe avesse le ciglia o quanto penetrante e misterioso fosse il suo sguardo: era un traditore, per Dio!
“Chi li ha cercati?” La kunoichi riportò la fanciulla alla realtà.
Lei alzò le spalle, “non lo so. Erano tre ragazzi e una ragazza, cercavano Itachi, credo.”
“Certo che volevano lui” Sakura è venuta ad avvisarci qualche giorno prima che andassero via da Tobikawa. Disse che c'era qualcuno che voleva far del male a suo marito (a quelle parole Gai e Kakashi soffocarono le grida di stupore che minacciarono di fuoriuscire) e di stare attenti ai soggetti sospetti. Io ho posato una mano sul cuore,” replicò il gesto per enfatizzare le sue parole, “e le ho assicurato che nessuno a Tobikawa poteva toccare un cittadino senza assaggiare la mia vendetta.” Sospirò, poi con un biscotto in mano, disse: “che brava ragazza, come si fa a voler del male ad una bambina così? E anche lui, così gentile...”
Kakashi si sentiva un po' confuso a sentir parlare così dell'Uchiha. Riorganizzò i suoi pensieri: non doveva rimuginare su particolari inutili e tralasciare le cose importanti. Loro sapevano che qualcuno li stesse inseguendo, quindi di chi potevano sospettare? Sakura poteva credere che qualcuno di Konoha la stesse inseguendo, tuttavia non lo avrebbe mai considerato un soggetto sospetto. La mente di Itachi invece era un mistero per Kakashi. Probabilmente poteva temere che fosse qualcuno dell'Akatsuki, e in questo caso voleva dire che li aveva traditi, oppure sempre qualcuno di Konoha, ma più probabilmente si trattava di...Sasuke. Certo, era logico. Quelli dell'Akatsuki non avevano ancora raggiunto i due sposi, quindi non potevano essere scappati per causa loro, doveva trattarsi per forza del fratello.
L'Hatake sospirò. Sapeva benissimo che quello sarebbe stato un altro colpo al cuore. “Per caso,” esordì, “tra i soggetti che sono venuti qui a Tobikawa, c'era pure lui?” Estrasse la foto e la mostrò. I visi preoccupati delle due signore gli indicarono che aveva fatto centro.
“Come?” Chiese Rin disorientata.
“Questi sono i miei tre ex allievi,” tagliò corto.
“Perché quel ragazzo vuole far del male ad una sua amica?”
“E' un discorso lungo,” mentì. Non era vero, era piuttosto corto invece: Itachi aveva sterminato la sua famiglia e il fratello aveva deciso di vendicarsi ricalcando le orme del primogenito, Sakura era semplicemente una curiosa coincidenza che non aveva niente a che fare con le vendette familiari. Tuttavia ancora non riusciva a capire come potesse aver sposato quell'Uchiha, non era innamorata di Sasuke? Perché? Kakashi scrollò la testa; era impossibile comprendere le donne.
Quindi, ricapitolando, l'allievo che più assomigliava a lui aveva imboccato la strada del non ritorno della vendetta, Naruto era passato ad un insegnante migliore, mentre Sakura, l'unica che gli era quasi rimasta (quasi perché era pressoché sotto le dipendenze di Tsunade.shishou, anche se non formalmente) era scappata via con un nukenin. “Bravo,” si complimentò sarcasticamente con se stesso. “Ottimo lavoro. Minato-sensei ne sarebbe fiero.”
“Vi sentite bene?” Domandò titubante Rin, accorgendosi dell'ombra che si era addensata nello sguardo dell'uomo.
Come scosso da un brivido annuì. “Sapete dove si sono diretti?”
“No, forse a nord. Sono in pericolo?”
“No, se li raggiungiamo prima noi.”
“Come farete?” Rin era vivamente preoccupata per Sakura, probabilmente erano diventate amiche nel tempo passato come vicine di casa.
“Non ti preoccupare, piccola!” Esclamò Gai. “Abbiamo un ottimo segugio!” E indico Kakashi. “E' il migliore tra i cani.”
Rin reclinò un po' la testa. A lei non sembrava che avesse un aspetto canino.
Konan si alzò. “Possiamo chiedervi una notte di ospitalità?”
I compagni di viaggi si voltarono a guardarla, incuriositi. Per quale motivo intendeva fermarsi in quella città? Non avevano tempo da perdere, dovevano sbrigarsi e recuperare Sakura-chan.
Lei, notando le occhiatacce, spiegò: “abbiamo bisogno di un'altra persona, nel caso incrociassimo Sasuke e il suo gruppo prima di Itachi e Sakura.”
“Perché?” Chiese Gai.
“Siamo in svantaggio numerico, e non bisogna mai sottovalutare gli avversari, anche se si tratta di ragazzini. Non sappiamo quanto siano forti, tuttavia essere in meno significherebbe che uno di noi dovrebbe combattere contro due di loro.”
“Lasciatemi Sasuke,” supplicò Kakashi, senza chiedere chi intendesse chiamare. Che si trattasse di quell'inquietante essere dai capelli arancioni?
“Siete i benvenuti,” ammise la nonnina. “Gli amici di Sakura sono amici miei,” aggiunse Rin con un grande sorriso.
Dopo cena, Gai andò a sdraiarsi sul divano a lui destinato e si mise a russare dopo poco. Kakashi seguì con gli occhi Konan e la vide nel prato fuori la casa, intenta a scrivere qualche biglietto. I due pezzi di carta si trasformarono in due farfalle bianche e volarono via. La donna rimase seduta sull'erba, a fissare la luna.
“E' la sua donna?” Domandò Rin, arrivatagli alle spalle.
Kakashi sussultò, non l'aveva udita avvicinarsi. Lei gli si affiancò, accanto alla finestra. “No, no,” mormorò.
“Sembra triste,” continuò la ragazza.
L'Hatake si voltò ad osservarla. Il suo viso era rivolto un po' alla luna e un po' alla kunoichi. Era molto carina...perché pensava a cose del genere? Il suo solito e squallido istinto animalesco si stava risvegliando? No, doveva dominarsi, non poteva fare il porco con una fanciulla così giovane.
“E chi non lo è?” Domandò, di rimando. Non era forse vero? Esisteva un ninja felice ed in pace?
“Lui lo pare.” Indicò Gai che dormiva abbracciato al cuscino. Mentre sbavava un pochino, continuava a bisbigliare: “konnie, konanuccia, konan.”
I due ridacchiarono. “Credo che si sia preso una cotta per lei.”
“Magari ne è innamorato perso.”
“Possibile, nel caso spero che sia un po' meglio del suo allievo nel dichiararsi.” Ricordava quando Sakura gli aveva raccontato di come Rock Lee si fosse presentato al loro team e la sua “proposta” di fidanzamento.
Rin rise. “Parli di Rock Lee? Sakura me l'ha raccontato!”
“Davvero?” Un piccolo ghignò si affacciò sulle sue labbra. “E cos'altro ti ha raccontato?”
Lei finse di pensarci su. “Che siete un ritardatario senza speranza e anche un po' tirchio, per esempio.”
Kakashi sussultò. “Come?” Sospirò, doveva rassegnarsi dell'etichetta che gli avevano affibbiato quei mocciosi.
“E' triste anche lei,” commentò. Non era una domanda, era un'affermazione.
Lui la osservò incuriosito.
“Ho visto il suo viso oscurarsi quando parlavate dei ragazzi.” Non aggiunse altro. Aspettò che fosse il jonin a dire qualcosa, ma lui rimase in silenzio. “Sa, dovrebbe sgombrare la mente da pensieri penosi. Sakura è un ninja formidabile, quindi dovrebbe essere fiero di lei. Solo perché ha perso un allievo non vuol dire niente.” Rin tentava di confortarlo, e quella premura scaldò il cuore dell'Hatake.
“La verità è che sono un completo fallimento in ogni cosa, quindi...” le parole gli morirono in gola. Quindi cosa? Non provare a consolarmi? Non aver pietà di me? Ma voleva veramente fuggirne?
“Non dica così!”
Lui fece una smorfia da sotto la maschera.
“Come mai il suo viso è così coperto? Da cosa vuole difendersi? Dal dolore, forse?”
Kakashi sentì le guance avvampare. “Non credo siano affari tuoi.” Subito dopo si dispiacque di averle detto cose così dure. Lei aveva abbassato il mento e aveva mormorato delle scuse.
“No, è colpa mia, non so comportarmi con le persone.”
Lei sollevò la testa e sorrise. “Va bene, allora accetta questo?” Gli porse un piccolo braccialetto pieno di perline e ciondoli di legno. “E' un porta fortuna.”
Lui le permise di avvolgerglielo attorno al braccio. Non appena finito di fare il nodo, lei allontanò subito le mani dal braccio del maestro e fece un passo indietro. Prima che si voltasse, però, Kakashi le afferrò una mano. “Grazie.”
Rin sussultò. “Non è niente.”
“Non è vero. Sei una ragazza dolce.” Intrecciò le dita con quelle sottili della fanciulla. Il suo sguardo era fisso sul suo, non lo aveva distolto come temeva.
Rin deglutì a fatica poi compì qualche passo indietro, trascinando quell'uomo così misterioso. Sapeva benissimo che era troppo grande per lei e Sakura le aveva spiegato che fosse un po' strano e lettore accanito di romanzi erotici, ma in quel momento le sembrava senza alcun peso. Aveva scorto in lui un cucciolo bisognoso di amore.
Kakashi seguì la ragazza al piano di sopra. Senza dire nulla. Succedeva spesso che qualche donna fosse attratta da lui, anche se non sapeva spiegare come mai, ma quella volta c'era qualcosa di diverso. Il suo cuore batteva forte. Che fosse perché fosse così giovane?
Quando lei lo portò in camera non si oppose, anzi si lasciò baciare teneramente. La camera era buia, solo la luna rischiarava un po' il luogo, tuttavia gli bastò un'occhiata per capire dove fosse il letto. La prese in braccio e lei incrociò le gambe attorno alla sua vita, poi la sdraiò sul materasso. Era timida e impacciata, a differenza della naturalezza e perizia di lui, tuttavia sembrava desiderarlo molto. Possibile che suscitasse in lei una passione così forte?
Kakashi non si fece molte domande, in fondo quella ragazza non l'avrebbe più vista ed era stata lei a trascinarlo in camera. Probabilmente anche lei voleva condividere solo qualche attimo d'amore, niente più, senza pretese.
La spogliò e la baciò su tutto il corpo morbido. Aveva un seno generoso, soffice. Le cosce erano tese e strette l'una all'altra. Kakashi si levò gli indumenti da solo, perché lei non sembrava intenzionata a farlo. Che si fosse pentita?
La baciò di nuovo e lei lo ricambiò, teneramente.
L'Hatake fece scivolare la mano lungo l'inguine, ma trovò l'ostacolo delle cosce. “Rilassati, cucciola,” mormorò. Lei annuì e pian piano dischiuse il tesoro che il maestro cercava.
La fanciulla era già pronta e questo eccitò l'uomo ancora di più, ma si impose di controllarsi. Non voleva fotterla come faceva con Anko o con le altre, lei era più delicata, aveva bisogno di più cure e attenzioni. Non gli piaceva quel modo di far l'amore, ma in quel momento gli andava bene così. Nella sua testa risuonò una strana frase: col tempo si fiderà di me. Cosa intendeva con “col tempo”? Aveva veramente intenzione di rivederla?
La prese, con dolcezza, senza movimenti bruschi e senza turpiloquio, la chiamò più volte. Quel nome era quasi sacro per lui, non lo aveva più pronunciato da quando la sua Rin era morta, quella notte, però, non gli sembrò sacrilego farlo riecheggiare nel buio, tra i gemiti della passione.
Quando si svegliò, la mattina dopo, si rese conto di essersi cacciato in una strada pericolosa. Rin dormiva cheta sulla sua spalla, mentre una gamba cadeva trasversale al suo corpo. Non la respinse, anzi rimase ad osservarla, mentre con la mano cercava la maschera.
Erano completamente nudi. Come aveva potuto? Non stava pensando al sesso, ma a quello che era accaduto dopo.



////////Salve salvino. Questo capitolo esce con enorme ritardo, dovuti a mancanza di ispirazione. Ma sono intenzionata a concluderla! (un po' di incoraggiamenti non guasterebbero u.u)
In questo capitolo Sakura è a Konoha, prigioniera dei suoi compaesani. E' passato un po' di tempo (qualche giorno) da quando si è divisa da Itachi. Cosa è successo da quando ha incontrato Sasuke ad ora? Beh, nel prossimo capitolo verrà (spero) tutto spiegato da Kakashi e potrebbe rivelare qualche sorpresa...
un bacio, grazie a chi legge questa storia. :D
   
 
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