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Autore: Hi Im a Kupo    03/12/2015    5 recensioni
Il ricordo dei giorni passati con i tre pirati è ancora vivido nella mia mente, fin troppo, tanto da non esserci stato un solo giorno in cui non abbia pensato a loro.
I primi tempi dopo la separazione, beh, un inferno. Alternavo momenti di serenità a momenti di tristezza improvvisi, che scaturivano appena vedevo qualche cosa di anche solo vagamente riconducibile a loro.
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi rendo conto di essere ancora lì, con lo sguardo fisso su di lui e quel sorriso ebete stampato in volto. Lo guardo e ancora non mi sembra reale. Dopo l'infinità di volte in cui ho immaginato di vederli, rendendomi poi conto di non aver fatto altro che seguire delle mere allucinazioni dettate dal dolore della loro mancanza, non riesco a credere di vederlo qui davanti a me.
Sbatto un paio di volte gli occhi, dopo aver udito le sue parole, prima di riprendermi dal momentaneo stato di shock e fissarlo, finalmente seria, negli occhi.
"Dimmi Zoro"
Mi lascio andare in un sorriso compiaciuto quando sento il suo nome scivolare fuori dalle mie labbra, con una naturalezza spiazzante alla quale non sono più abituata.
"Mi hanno mandato a prenderti."
E la sua schiettezza mi apre un cratere nello stomaco. Un brivido di eccitazione mi scorre lungo la schiena e mi porta a mordermi morbidamente il labbro inferiore nel vano tentativo di celare quella gioia immensa che stava prendendo possesso di me così rapidamente.
"Davvero?" 
Non so neanche perché glielo stia chiedendo, so che è vero, so che può essere, lui è lì davanti a me e ora tutto è possibile, ma non riesco ancora a capacitarmi del fatto che tutto ciò stia succedendo davvero. Sento il bisogno dentro di me di esserne certa, di cercare sicurezza nella sua risposta, così da convincermi davvero, definitivamente.
E lui, questa certezza, me la da.
"Direi di sì" 
Ghigna, si diverte a vedermi così spaesata e felice. Ed io non posso fare altro che sorridere, lasciando traspirare la mia incontenibile felicità dagli angoli inarcati della bocca.
"Quando partiamo?"
Stringo i pugni eccitata, imponendomi autocontrollo per evitare di mettermi a saltellare come una bambina davanti allo zucchero filato.
"Ora."
Ora? Corruccio la fronte tentando di accogliere quella risposta così spiazzante e improvvisa. 
Non che mi dispiaccia, ma ho bisogno di fare alcune cose prima di partire. Devo, ad esempio, avvisare i miei che starò via, magari anche Sara, lasciandole un bigliettino sulla scrivania dell'appartamento, e avrei bisogno di racimolare alcuni vestiti e quel poco di oggetti personali che mi potrebbero servire per imboccare questa tortuosa avventura.
Ma ahimè, altro non riesco a fare che spalancare gli occhi dopo aver visto Zoro estrarre la spada con un movimento fluido. Indietreggiare di appena mezzo passo prima di sentire un acuto dolore al braccio accompagnato dal movimento rapido e fulmineo della sua lama. Lasciar uscire appena una sillaba di protesta mentre la sua mano si posa velocemente sulla parte del mio corpo lesa, stringendo con forza tale da causarmi un improvviso bruciore che mi fa stringere le palpebre.
E poi nulla, il buio.
Buio che dura appena un secondo, seguito subito dopo da una luce intensa, quasi accecante.
Sento la sua mano mollarmi, e crollo come un sacco di patate col sedere a terra.
Mi porto la mano agli occhi a ripararmi dal sole cocente che ha preso il posto del tramonto rossiccio della viottola davanti al mio appartamento, e mentre il sangue caldo inzuppa la manica del mio giubbotto, mi sento ribollire di una sorta di fastidio nervoso.
"Cazzo Zoro, potevi aspettare un secondo!" strillo socchiudendo gli occhi per mettere a fuoco la verde figura davanti a me, mentre mi puntello con la mano sul pavimento per sistemarmi in una posizione più dignitosa.
"Benvenuta nel Nuovo Mondo, Gin"
A quelle parole spalanco completamente gli occhi, lasciandomi travolgere dalla luce calda e dall'emozione immensa del vedere dove realmente sono.
Mi lascio sfuggire un sospiro di ammirazione, mentre mi guardo lenta intorno e mi rendo conto del dolce movimento ondulatorio della nave sulla quale mi trovo.
Passo in rassegna il viso di tutte le persone che si trovano vicino a me, e che a loro volta mi guardano incuriosite. E non posso far altro che sorridere, dimenticandomi di tutte le mie preoccupazioni.
"Piacere, Ginevra" 
Ridacchio quasi imbarazzata dall'avere tutti quegli sguardi puntati addosso e mi porto la mano dietro la testa a grattarmi la cute in un gesto automatico, ancora accucciata per terra, in quella posizione scomposta e imbarazzante.
"Gin!" sento la voce di Rufy e immediatamente mi giro verso di lui, presa dall'entusiasmo dell'idea di rivederlo, finalmente.
È lì, in mezzo agli altri, col suo sguardo felice e sicuro. Esplodo dentro quando incrocio i suoi occhi coi miei, dopo tutto quel tempo in cui avevo sperato succedesse. 
Mi alzo facendo leva col braccio sano e mi catapulto verso di lui, finendogli addosso con uno slancio esagerato, tanto da farlo indietreggiare per mantenere l'equilibrio.
Lo sento ridere, e lo stringo forte quanto un orsetto di peluche, dondolandomi felice.
Sento salire una nota di magone, che scaccio via rapidamente. 
Non è certo il momento per lasciarsi andare in smancerie tali, questo.
"Gin, Nami non mi lascia usare ancora il suo waver"
E questo è il mio turno di ridere, mentre mi allontano e gli sistemo alla bell'e meglio la camicia rossa sbottonata, stravolta dal mio tuffo contro di lui.
"E questo mai succederà" sento una nuova voce provenire da oltre le mie spalle, questa volta femminile, e ciò mi porta a girarmi in direzione di essa, in un moto di curiosità.
Rimango allibita vedendo la figura di Nami a pochi passi da me. Bellissima non è abbastanza per descriverla.
I lunghi capelli rossi ondulati, il fisico perfetto e quelle forme da far mancare il fiato.
E che dire, la mia autostima cade a pezzi nell esatto istante in cui poggio gli occhi su di lei.
"Ti giuro che è migliorato" ridacchio amichevolmente mentre percorro la breve distanza fra di noi e le porgo la mano, rispettosa. "Piacere, Ginevra!" concludo lasciandomi andare in un sorriso.
Sorriso al quale mi risponde, fin troppo furbamente per i miei gusti, afferrandomi la mano con sicurezza.
"Nami" 
Completo la stretta e poi mi ritraggo. Avrò bisogno di tempo per sentirmi a mio agio con lei, di questo ne sono sicura.
"Ci hanno parlato molto di te"
Sento una nuova voce, alla quale mi sento di dare molta più fiducia della precedente, e volto la testa nella sua direzione.
Nico Robin, bella quanto, se non di più, di Nami, mi si avvicina con calma e con un sorriso disponibile.
Ho sempre voluto bene a quella ragazza, mi ha sempre ispirato una gran dose di fiducia e rispetto, e mi sento estremamente onorata dall idea di conoscerla dal vivo.
Allargo ancora di più il mio già ampio sorriso quando le stringo la mano presentandomi.
"Mi piacerebbe sapere di più sul tuo mondo e sulla sua storia, se ti andrà"
Incrocia il suo sguardo col mio, amichevolmente.
"Certo!" esclamo felice "magari un giorno ci farai un giro anche tu!"
Ridacchio, molto meno in imbarazzo della presentazione precedente, sicura di potermi fidare di lei. 
È sempre stata il mio personaggio femminile preferito, quello più rispettato in assoluto, probabilmente perché porta con sé tutte le caratteristiche che apprezzo maggiormente nelle persone. 
"Luce dei miei occhi, donna più bella di te non poteva cadere dal cielo!" 
Inutile dire che questa volta il sorriso sul mio viso si gela di un poco, sentendomi strattonare dolcemente il braccio dal biondo ragazzo ora al mio fianco, che si dilunga in un romantico baciamano.
"Oh signore.." balbetto imbarazzata, sentendo assolutamente fuori luogo quell affermazione e quel gesto teatrale, soprattutto davanti alle due ragazze.
"Lasciala in pace sopracciglione, che è la donna del dottore quella lì"
La voce ghignante di Zoro mi sorprende, e mentre i ragazzi cominciano ad insultarsi pesantemente a vicenda, io mi guardo intorno. 
Tra tutta la marea di gente, Law non c'è. 
Parte dell'incondizionata gioia sfuma rapidamente al rendermi conto di questa triste evidenza, e qualcuno, tra la massa, se ne accorge.
"Abbiamo la sua vivre card" 
Un vocino mi distoglie dai miei pensieri, e mi fa concentrare l'attenzione su di lui. 
Chopper, dall aspetto ancora più morbido e dolce di quanto l'anime o il manga l'avessero mai fatto apparire, stava vicino a me, guardandomi con i suoi occhioni.
Aveva capito benissimo dove i miei pensieri si stavano andando ad incastrare, oscurando quell'alone di entusiasmo che mi brillava indistintamente sul viso. 
"Fra pochi giorni sbarchiamo su un isola dove si dovranno trovare anche i pirati Heart." continua lui, mentre una strana speranza comincia a risplendere di nuovo nei miei occhi.
"Davvero?" 
Appoggio le mani sulle ginocchia, inclinandomi in avanti per avvicinarmi maggiormente.
"Si, è stato lui ad organizzare il tuo recupero mentre ancora eravamo su Zou" 
Felicità. Ecco cosa si fa largo nel mio cuore. 
Lo rivedrò, lo rivedrò davvero. E lui non si è dimenticato di me, anzi.
Mi vien da ridere a pensare all'ironia della scelta del chirurgo, nell'aver mandato proprio Zoro a recuperarmi, e così mi lascio travolgere da un sorriso dirompente.
"Grazie Chopper, mi hai sollevato il morale." concludo anche io, accarezzandolo lievemente con la mano, grata, avendo come immediata conseguenza il suo arrossamento e un vago borbottio imbarazzato.
Mi rendo conto solo ora, spostando tutto il peso del busto contro l'arto ferito, del taglio inflitto da Zoro.
"Ginevra, ti devo medicare il braccio!"
Pare essersene accorto anche lui, molto probabilmente seguendo il mio sguardo che si era andato a posare incuriosito alla fonte del dolore.
"Oh.." 
Torno ad indagare sulla ferita e sul mio parka ormai irrimediabilmente macchiato, e maledico mentalmente lo spadaccino per aver rovinato il mio unico giubbotto buono con così tanta leggerezza di spirito.
"Mi farebbe molto piacere, se ti va."
Borbotto sorridendogli, lasciando che il mio povero capo d'abbigliamento scivoli lungo le braccia, facendolo accartocciare a terra esanime, mentre mi arrotolo la manica della maglietta per lasciar libero il taglio, rendendomi conto solo ora dell'effettiva temperatura esterna.
Piena estate. Caldo assurdo.
Mentre la piccola renna mi pulisce, disinfetta e medica la ferita, vengo sommersa da un numero estremo di domande. Usop e Brook si alternano parlandosi l'uno sopra l'altro nella voglia esagerata di essere al centro dell'attenzione.
"Avrai sicuramente sentito parlare di me, sono il gran capitano Usop, colui che ha.."
"Mi scusi signorina, non è che mi può mostrare le sue mutandine, cara?"
Mi metto a ridere, quando Nami mi libera dalle pressioni dello scheletro tirandogli un sonoro schiaffo sulla nuca, o ciò che ne resta.
"Razza di incivile!" gli urla dietro dopo aver appoggiato con severità le mani sui fianchi ampi, provocando uno sbuffo estasiato da parte di Sanji.
"Gin!" 
Mi arriva Rufy di corsa davanti, prima di arrestarsi di colpo e guardarmi con due occhioni innocenti degni del gatto con gli stivali.
Ghigno, nell attesa di sentire la nuova uscita del ragazzo.
"Non è che hai per caso quella cosa buona là, la Nupella?"
Rido, tornando a riappropriarmi del mio braccio appena sistemato dal piccolo medico di bordo.
"No Rufy, non ho la Nutella, mi spiace"
E mai quanto ora, mi sento davvero a casa.
   
 
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