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Autore: EDVIGE86    03/03/2009    4 recensioni
Kagome è tornata a casa sua per qualche giorno e ignora tutto ciò che stà accadendo a Inuyasha e compagni. Proprio durante questa visita, suo nonno le darà in custodia un oggetto molto speciale che la condurrà a spasso nel tempo. Ma dove?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Quando Kagome aprì gli occhi non riuscì subito a mettere ben a fuoco le immagini davanti a lei

Quando Kagome aprì gli occhi non riuscì subito a mettere ben a fuoco le immagini davanti a lei.

Dovette sbattere una seconda volta le palpebre per rendere  le forme e i colori attorno a lei ben definiti, e non sformati e indecifrabili.

Si mise seduta, portandosi una mano alla fronte. “Ahi, che mal di testa…..ma….dove sono?”

Si guardò attorno, non riconoscendo quell’ambiente: era distesa su un tatami ed era stata ben coperta; vicino a lei vi era un grande pentolone fumante, dal quale proveniva un profumo molto dolce.

“Come sono finita qui?” Kagome si sforzò per tentare di ricordare gli ultimi avvenimenti: ricordò il demone venirle contro, e poi di aver sbattuto la testa a terra, ricordò il piccolo Atreju…e infine…ben visibile nella sua mente, apparve Inuyasha che la sollevava fra le sue braccia e la portava in salvo.

“Inuyasha?……”

Un piccolo rumore cigolante arrivò alle sue orecchie e, un attimo dopo, gli occhi di Kagome furono trafitti da un caldo raggio di sole.

“Bene, ti sei svegliata finalmente”

Fu la voce  di una donna a parlare, una voce molto calda e profonda.

Istintivamente Kagome voltò il viso verso la porta ma fu costretta a proteggersi gli occhi con un braccio per non essere accecata dai raggi del sole che penetravano all’interno.

La figura in ombra di una sacerdotessa fu tutto quello che inizialmente vide; anche se le immagini non le erano chiare potè riconoscerne le lunghe vesti e i capelli raccolti in una coda bassa.

Quando la donna aprì del tutto la porta della casa, la luce che colpì Kagome fu troppo forte e lei dovette chiudere gli occhi.

“Scusa” si sentì dire. “Fuori c’è un bel sole estivo”.

Questa voce…………lei conosceva questa voce!! Ma non poteva essere!! Era assurdo!!!!

Scansò il braccio dal suo viso e aprì gli occhi, trovandosi finalmente faccia a faccia con la sacerdotessa misteriosa, e per poco Kagome non svenne nuovamente.

La ragazza davanti a lei parve accorgersene perché le si inginocchiò davanti sorridendole.

“Calma Kagome…..prendi un bel respiro e rilassati”. Le disse.

“Ma come è…possibile?”

Un altro sorriso della donna.

“Tu sei…..me…..” “Capisco il tuo stupore ma tranquilla, non sei impazzita….io sono te, si”

“Io, non ci capisco più nulla…pensavo di essere finita nel futuro….e poi ho creduto di essere arrivata nel passato, fino a quando non ho capito che non mi era mai mossa da futuro…cioè, dal mio futuro, non dal tuo…e ora dove sono?!!”

La Kagome del futuro vedendo se stessa agitarsi come e dimenarsi in preda ai dubbi e allo stupore, cercò di calmarla poggiandole una mano sulla spalla.

“Kagome stà tranquilla….si è vero, la clessidra che ti ha dato tuo…ciòè, il nonno, ti ha veramente portata nel futuro…nel tuo futuro…. che come vedi, sarà nell’epoca Sengoku.”

Kagome finalmente si calmò, ascoltando per bene tutto quello che l’altra se stessa le aveva appena detto.

“Questo è veramente il mio futuro?…Ma, io ho visto quei bimbi….Atreju e Mari…e lei chiamava Kaede zia….”

La Kagome del futuro si alzò andando verso la porta. “Mari, amore vieni qui”

Un attimo dopo, quella simpatica bimba dai lunghi capelli neri, e gli occhi ambrati entrò nella stanza trotterellando.

Kagome arrossì leggermente guardandola: era carinissima…una vera bambolina.

La piccola le si avvicinò porgendole una cosa che teneva stretta nella mano. “Questa è tua?” le disse.

Con grande sorpresa di Kagome, Mari le aveva appena porto la clessidra magica.

“Si, grazie piccola….” Le disse sorridendo.

“L’ha trovata vicino all’ luogo del vostro incontro” Le spiegò l’altra Kagome.

La bimba continuava a sorriderle, e Kagome non potè che riconoscere se stessa in quella espressione così sincera.

“Ti va di venire fuori a giocare?”Le chiese Mari prendendola per mano.

Il cuore di Kagome fu colpito da una sensazione tanto strana e nuova quanto forte; sentì come se il suo essere fosse stato all’improvviso riempito d’amore e di calore; forse solo un’altra volta aveva provato una sensazione simile: la notte in cui lei e Inuyasha erano stati attaccati dai demoni ragno e Inuyasha era stato colpito dal loro veleno mentre era in forma umana.

Kagome ricordava perfettamente il tumulto che aveva colpito il suo cuore, quando quella notte, per la prima volta, Inuyasha si era aperto con lei, rivelandole che in realtà adorava il suo profumo.

Allora non sapeva esattamente perché una rivelazione simile l’avesse toccata tanto nel profondo, in quanto non si era ancora resa conto di starsi innamorando di lui sempre di più.

“Mari, lascia stare la nostra ospite….va tu fuori a giocare” Le disse sua madre.

“Stai ancora male?” Chiese Mari con un velo di tristezza nella voce e guardando profondamente Kagome negli occhi.

Con il cuore e la mente ancora in confusione, Kagome le si inginocchiò davanti, carezzandole il testolina.

“No, non stò male….vengo volentieri fuori con te”.

“Evviva!!!” Saltellando per la gioia, Mari uscì dalla capanna, felice di sapere che poco dopo la giovane donna l’avrebbe raggiunta.

La Kagome del futuro sorrise rivolgendosi poi all’altra se stessa.

“Perdonala ti prego. Mari è un terremoto di allegria….non ci si annoia mai con lei. E’ una bimba molto vivace.”

“No…non preoccuparti….” La voce di Kagome era quasi un sussurro; non riusciva a staccare gli occhi dal punto in cui pochi istanti prima era la piccola.

“Quella bambina è…..lei è veramente…” Si fermò, girandosi per incontrare lo sguardo di Kagome adulta. “Tua figlia.?”

Finalmente era riuscita a dirlo, e a liberarsi di quel ribile ma meraviglioso dubbio che l’assaliva.

“E’ nostra figlia…..perché un giorno ci sarai tu qui al mio posto”

Kagome aprì leggermente la porta della capanna, per osservare da lontano Mari, giocare con un’altra ragazzina dai lunghi capelli neri.

“Quella è la mia bambina…..” Ora una nota di gioia coloriva la sua voce.

“E’ bellissima” Aggiunse.

“Si…..è la luce dei miei occhi….il mio cielo e il mio sole.”

“Quindi Atreju è il suo fratellino?….Anche lui sarà mio figlio?”

“E’ già……”Sorrise l’altra.

Kagome cadde sulle ginocchia, completamente spiazzata da tutte quelle rivelazioni.

“Scusa è che……troppe emozioni tutte insieme.” Disse, mentre l’altra si chinava al suo fianco.

“Lo immagino…..” “Sai, prima di arrivare qui….io e Inuyasha avevamo litigato….ero vera,emte fuori di me…..mentre ora….scoprire tutto questo….”

“Sei felice vero?”

“Felice?….Mi chiedi se sono felice?” Disse fissandola dritta negli occhi mentre una strana luce le avvolgeva il viso. “Giorno dopo giorno non facevo altro che tormentarmi sul mio futuro, una volta sconfitto Naraku. Pensavo che sarei tornata a casa e che non l’avrei più rivisto. Inoltre, ci sono giorni in cui vivo nel terrore che Inuyasha possa trovare nuove tracce di Kykio e correre da lei lasciandomi sola.

So che non dovrei parlare così” Aggiunse abbassando lo sguardo. “Non è giusto. Io posso stare con Inuyasha ogni giorno….mentre Kykio…..e lei lo ama esattamente come me. Inoltre, io sono viva. Per questo ogni volta che faccio certi pensieri mi sento in colpa. Tutta via, l’immagine di Inuyasha e lei stretti l’uno all’altra è come un coltello che mi trafigge il cuore.”

“Si….lo ricordo bene. La volta in cui Naraku attaccò Kykio sull’ Aqurei, Inuyasha era veramente distrutto. Avrei tanto voluto aiutarlo in qualche modo, ma sapevo che non avrei mai potuto chiudere quella ferita. Soffrivo nel vederlo così….e soffrivo perché mai come allora ai miei occhi, il suo amore per Kykio era manifesto.”

“Tutta via, anche se ero consapevole che non avrei mai potuto scacciare il ricordo di Kykio dal cuore di Inuyasha, sapevo che gli avrei voluto sempre e incondizionatamente bene.” Finì la Kagome del presente.

“Mi chiedi se sono felice?….Non sono mai stata più felice nella mia vita” Aggiunse, mentre due calde lacrime le rigavano il viso. “Loro hanno un passato che non può essere dimenticato o cancellato, non sarebbe nemmeno giusto farlo. Ma io ho un presente da vivere con Inuyasha, stò con lui tutti i giorni…..e ora, so che avrò anche un futuro meraviglioso al suo fianco. Un futuro mio…nel quale lo farò felice, e nel quale lui sarà solo mio.”

“Non chiedermi di dirti che ne sarà di Kykio, Kagome. Non posso farlo.” Le disse l’altra.

“Quello che hai scoperto è sufficiente.” Disse alzandosi. “Ti dico solo una cosa”.

Kagome la fissò, alzandosi a sua volta. “Non odiarla…..” “Ma io non la odio!!” Si affrettò a dire Kagome. “Ammetto che più di una volta ne sono stata gelosa…e forse lo sono anche adesso…..ma non la odio….non la odio.”

Kagome le sorrise. “Ne sono felice. Col tempo capirai anche perché”

La Kagome adulta aprì la porta della capanna. “Vieni, ci sono alcuni amici che vorranno salutarti”

 

Una volta fuori, subito Mari le corse incontro sorridente. “Sei arrivata finalmente!!”

La prese per mano. “Vieni!!”

Kagome si fece guidare dalla piccola verso la ragazzina che poco prima aveva visto giocare con Mari proprio li fuori.

“Ciao Kagome” La salutò questa.

A Kagome bastò un attimo per riconoscerla. “Non ci posso credere?!…Ma tu sei Rin!”

“Si….ora vivo qui con voi, ma il signor Sesshomaru viene spesso a trovarmi…e anche Jaken!”

“Sesshomaru in questo villaggio?” “Si!” Sorrise compiaciuta Rin.

La piccola che era stata salvata molto tempo prima dal fratello di Inuyasha era si cresciuta, ma aveva conservato la sua aria fresca di bambina, la sua dolcezza e il suo sorriso travolgente.

“Rin ora vive con me.” Aggiunse la vecchia Kaede che si era avvicinata a Kagome.

“Vecchia Kaede!” “Devi perdonarmi se ieri ti ho aggredito ma, ho temuto fossi un demone venuto per catturare Mari.”

“Ciao Kagome!!”

“Kagome!!!!!!”

Altre due persone si avvicinarono alla ragazza: una ragazza bella e bruna e un giovane demone dagli occhi verdi e lo sguardo simpatico.

“Sango! Shippo!!!Siete voi!!”

Kagome non resistette e si gettò fra le braccia dell’amica.

“Ci eravamo già viste noi due no?” Le disse la sterminatrice.

“Si è vero…ma non abbiamo avuto tempo per salutarci come si deve.” Disse Kagome.

Le parole di Kagome furono seguite da una specie di miagolio proveniente dalla spalla di Sango.

“Kirara” La gatta si lanciò fra le braccia di Kagome leccandole il viso e ricevendo subito alcune carezze. “Ti devo ringraziare Kirara, se non ci fossi stata tu prima….”

“Povera Kirara, era venuta a cercarmi e quando siamo tornate a prendervi, tu e Atreju eravate spariti.” Disse Sango. “Ci siamo prese un bello spavento.”

“Ma come a loro baci e carezze e a me niente!!!!! Rimpiango quando ero cucciolo!” Si lamentò Shippo.

“Oh Shippo” Kagome lo abbracciò stretto. “Come sei cresciuto. Adesso sono costretta ad alzare la testa se voglio guardarti negli occhi.” Sorrise, facendo arrossire il demone volpe.

“Sono diventato anche molto forte sai?! Inuyasha mi stà allenando bene”

“Inuyasha…..” Istintivamente, Kagome iniziò a guardarsi attorno per cercare di scorgere il mezzodemone, ma di Inuyasha pareva non esservi traccia.

“Non è qui adesso.” Le disse Kagome adulta, notandolo. “Ma presto tornerà. Era molto in pena per te”

Kagome annuì. “E Miroku?….” Chiese poi. “Purtroppo è dovuto andare a uno dei villaggi vicini questa mattina presto per un esorcismo. Sai ora lo fa seriamente” Spiegò Sango.

“Ha messo la testa apposto allora!” “Già, dopo il matrimonio è cambiato molto. Sono una donna molto fortunata”

Il viso di Kagome si illuminò. “Allora vi siete sposati?!!!”. Sango annuì.

“Oh evviva!!!!!!!….Sono felice per voi!!” Le disse Kagome, prendendo le mani dell’amica.

“Grazie…”

“Quindi la bambina che ho visto con te è figlia di Miroku!”

“Già….si chiama Sumi…ma abbiamo anche altri due bambini.”

Le disse facendole un segno con la mano verso il fiume, dove due bimbe stavano giocando.

“Sono gemelle. Sumi e Sura.”

Kagome le guardò raggiante di gioia. “Sono meravigliose. Somigliano molto a Miroku!”

“Si è vero….mentre Juri, nostro figlio più piccolo somiglia più a me.”

“E dov’è adesso? Mi piacerebbe conoscerli!”

“E’ con il suo amato zio Koaku…sono praticamente inseparabili. Quando Miroku è via per lavoro, Juri stà sempre in giro con lo zio a caccia di demoni” Scherzò Sango.

“Un vero ometto!!” Rise Kagome.

“Basta adesso.” S’intromise la vecchia Kaede. “Non va bene che le raccontiate tutte queste cose. Già ciò che ha visto è grave, ora sarà meglio non peggiorare le cose”

“Hai ragione Kaede.” Disse La Kagome di quell’epoca .

“Capisco….” Asserì mogia l’altra.

“Solo una cosa però” Chiese poi. “Perché quei demoni ci hanno attaccato? Cosa volevano da Atreju e ….dov’è ora?”

Fu Kagome a risponderle. “Di questo vorrei che ne parlassi con un’altra persona……Mari?”

Chiamò poi la figlia per cambiare discorso.

La bambina arrivò di corsa. “Perché ora non giocate un po’ assieme vi va?…Le puoi mostrare anche l’arco di mamma.”

“Voi vederlo?” Le chiese Mari.

Kagome sorrise. “Certo….quello che voi”

La piccola la prese per mano, iniziano a correre verso la capanna.

“E’ bellissimo e quando sarò grande la mamma ha detto che sarà mio!!”

Quando furono sparite all’interno della capanna, la vecchia Kaede si avvicinò a Kagome.

“Kagome dobbiamo parlare”

“So già che voi dirmi e sono d’accordo. Ho già preparato tutto mentre dormiva.”

“Mi dispiace ma lasciare le cose così è troppo pericoloso…..”

“Si….lo so…”. Rispose con una nota di tristezza la giovane sacerdotessa.

 

 

La piccola Mari aveva mostrato a Kagome l’arco di sua madre, custodito con cura nella capanna.

La ragazza lo prese fra le mani e subito avvertì una strana sensazione avvolgerla: da quell’arco proveniva un grande potere spirituale, un potere che per ora di certo lei non possedeva.

Doveva aver studiato tanto in quegli anni.

“E’ bello vero?…Ora la mamma dice che sono piccola ma presto mi insegnerà ad usarlo. Ma non basta perché sai il mio papà è un demone forte forte, e anche io voglio diventare forte come lui!!”

“Ma certo, la più forte di tutte” le sorrise Kagome.

“Purtroppo la spada di mio padre andrà al mio fratellone, ma da grande diventerò più forte di lui perché anche io la voglio usare uffa!!” Disse con il broncio.

“Lui la può avere perché un maschio….e non è giusto.”

“Ma non sei felice di avere l’arco di mamma?” Le chiese Kagome un po’ dispiaciuta che magari la figlia potesse preferire l’eredità di Tessaiga alla sua; ma allo stesso tempo divertita dal temperamento di Mari.

“Certo che sono contenta! La mia mamma è la più brava di tutte!! Ma non è giusto che Art possa fare tutto perché è un maschio e io una femmina.”

“Su questo hai ragione. Ci dobbiamo far valere Mari!”

“Anche la mamma lo dice sempre con papà quando lui è…….”

Mari non riuscì a finire la frase, sembrava che non ricordasse una parola.

“Come si dice quando uno ti vuole proteggere troppo?” Chiese, con lo stesso sguardo che le rivolgeva Inuyasha ogni volta che si trovava di fronte a una delle cose “strane” che Kagome portava dal suo tempo.

“Iperprotettivo?”

“Si quello….allora lei lo manda sempre a cuccia!” Rise la piccola e anche Kagome rise assieme a lei.

Passarono molto tempo assieme a parlare.

Kagome avrebbe tanto voluto farle qualche domanda in più, ma non voleva creare qualche problema, così si trattenne e seguì le istruzioni di Kaede.

Si ricoceva molto in quella bambina, ma vi era tanto anche di Inuyasha, doveva ammetterlo.

Passata circa un’ora, Kagome adulta rientrò nella capanna per preparare una buona tisana e stare un po’ con la figlia e giovane se stessa.

Quando però porse la tazza con il liquido caldo alla ragazza, vi sciolse una stana polverina verde che si sciolse immediatamente con la bevanda.

Una volta terminato la Kagome del futuro suggerì a quella del presente una passeggiata solitaria fino al pozzo, ma prima di andare, Mari le si avvicinò e le porse uno dei suoi nastrini che portava fra i capelli.

“Tieni, te lo regalo” Aveva detto con un sorriso e a Kagome le si era sciolto il cuore.

 

Kagome non dovette camminare tanto per giungere a destinazione.

Era quasi arrivata quando udì due voci arrivarle alle orecchie; una di queste le era ben nota.

“Inuyasha!”

Corse in quella direzione e scorse subito il mezzodemone assieme ad Atreju, che stava guardando estasiato suo padre far roteare Tessaiga fra le mani.

L’odore della ragazza non sfuggì a nessuno dei due che interruppero ciò che stavano facendo e si voltarono a guardarla.

“Scusatemi…io…bè io ero venuta per…” Kagome si sentiva decisamente in imbarazzo; dopo le rivelazioni dell’altra se stessa, quella era la prima volta che incontrava Inuyasha, e non poteva ora non vederlo sotto un’altra luce.

“Art, per favore torna a casa.” Gli disse suo padre. “Io devo parlare con Kagome.”

Il piccolo si alzò da terre e si incamminò verso la ragazza.

Le si fermò davanti e le sorrise.

“Vedi che non mi ero sbagliato Kagome.”

La superò, senza darle il tempo di dire nulla.

“Ah, Kagome…” La richiamò e la ragazza si voltò a guardarlo. “Grazie di tutto….sarai una mamma straordinaria.”

La ragazza arrossì mentre vide il piccolo saltare su un albero e sparire tra le fronde.

“Grazie…Atreju.” Sussurrò.

Dei passa vicino a lei catturarono la sua attenzione vide Inuyasha avvicinarsi.

Non era per niente cambiato.

“Vieni” Le disse.

Kagome lo seguì fino al pozzo mangia ossa, dove si sedette per ascoltarlo.

“Immagino che sarai rimasta spiazzata da tutto questo” Le disse.

“Si, decisamente….ma…ne sono anche molto felice.” Ammise arrossendo sulle gote.

“Credo sia giusto darti delle spiegazioni…ma, non potrò dirti tutto…mi dispiace” Le disse Inuyasha guardandola dritta negli occhi, e Kagome, se mai fosse stato possibile, arrossì ancora di più.

“Non preoccuparti” Rispose abbassando lo sguardo e torturando con le mani le pieghe della gonna.

“Dimmi ciò che puoi….”

“Che hai Kagome?…Mi sembri stana?” Domandò Inuyahsa notando lo stato d’imbarazzo della ragazza.

“No….nulla” Precisò lei con poca convinzione.

Inuyasha sorrise e le si inginocchiò davanti  prendendole le mani fra le sue, facendo si che i loro occhi si incontrassero nuovamente.

“Non sei mai stata brava a dire le bugie…..si sincera ti prego…”

“Mi dispiace…..è solo che….ok lo ammetto, mi sento in imbarazzo”. Ammise mettendo il broncio.

“In imbarazzo? E perché mai? Non lo sei mai stata con me” Le rispose ingenuamente lui.

“Io non sono mai stata in imbarazzo con te????” Urlò Kagome, senza nemmeno rendersene conto.

Inuyasha fece uno scatto indietro. “Ehi ma sei matta? Che ti urli?”

“Saranno passati 10, 20, 30 anni ma tu….” “13…..” Precisò lui.

“Quello che è!!!!” Sbottò ancora lei. “ Ma tu non cambi mai vero?…Uffa!!”

“Ehi ma cosa ho fatto di male?” “Come fai a dire che non sono mai stata in imbarazzo con te?…Lo sono ogni volta che ti avvicini e mi sfiori, o ogni volta che mi prendi fra le braccia o che solamente mi sorridi!!”

Inuyasha la guardava perplesso; non riusciva proprio a capire da dove le partisse uno sfogo del genere.

Fu allora che Kagome prese un bel respiro e si calmò. “Ecco, te l’ho detto.” Disse tranquilla.

“E ora…mi sento veramente molto meglio.”

“Ah bè mi fa piacere, considerando che mi hai assordato”

“Veramente?”

“Ma sei scema? Hai urlato che parevi matta!!” “Susserio ho urlato?…Mi dispiace non me ne sono resa conto”. Ammise.

“Ma tu guarda….” Inuyasha si rimise in piedi dandole le spalle.

“Guarda che lo so che per colpa mia hai sofferto molto Kagome…e me ne dispiace sinceramente.

Non è una giustificazione da parte mia ma, all’epoca il mio cuore non era libero di poter esprimere ciò che veramente sentivo per te. Il passato mi tormentava di continuo….mi sentivo in colpa, e non credevo di meritarmi di poter essere felice, quando invece Kykio era morta per seguirmi.”

Anche Kagome abbassò la testa. “Lo so Inuyasha….io…non te ne ho mai fatto una colpa per questo. E’ vero che sono stata gelosa di voi, ma ti ho sempre capito e voluto bene”

Inuyasha si voltò nuovamente a guardarla.

“Tu Kagome mi hai restituito la voglia di vivere. Tu mi hai sempre accettato per quello che ero, un mezzodemone, e mi hai insegnato ad avere fiducia negli altri e a sorridere alla vita.” Mentre parlava si stava avvicinando a lei.

“Io ti devo tutto Kagome.”

La ragazza non riuscì più a trattenere delle lacrime di gioia che ora scendevano calde sul suo viso.

Inuyasha le si inginocchiò davanti prendendole nuovamente le mani.

“Ti ho sempre amata per questo….ma ero disposto anche a lasciarti andare pur di non vederti più soffrire.”

“Inuyahsa.” Kagome non resistette più e si gettò fra le braccia del mezzodemone; aveva bisogno di stringerlo a se, di sentirne il calore, di avvertire la sensazione dei loro cuori vicini pulsare d’amore l’uno per l’altra.

Inuyasha la strinse forte a se, carezzandole i capelli. “Ci vorrà ancora del tempo Kagome….” Sussurrò.

“Quanto?” “Non posso dirtelo….ma abbi fede in noi.”

Kagome si scostò da quel tenero abbraccio. “Lo farò….io avrò sempre fiducia in te.”

Inuyasha si alzò in piedi. “E’ ora di tornare a casa”

Anche Kagome si alzò, ma quando le fece avvertì la testa girarle e traballò un poco sulle gambe.

Anche Inuyasha se ne accorse ma finse di non averci fatto caso; lui sapeva bene cosa stava accadendo alla ragazza.

Kagome si riprese subito e si avvicinò nuovamente al mezzodemone.

“Posso domandarti una cosa prima di andare?” “Quale?” “Si tratta di Atreju. Quei demoni, perché lo hanno attaccato? Che volevano da lui?”

Gli occhi di Inuyasha, a sentire quella domanda, furono attraversati come da un ombra scura.

“Atreju e Mari sono due esseri molto speciali, Kagome. Vedi loro uniscono il mio sangue di demone alla tua forza spirituale di sacerdotessa.

Il potere demoniaco sarebbe in netto contrasto con la purezza spirituale, ma nel loro essere si sono adattati perfettamente, rendendo Atreju e Mari due mezzidemoni molto potenti.

I demoni che hai visto vogliono questo potere. Ecco perché siete stati attaccati.”

“Ma è terribile!” Disse Kagome sconvolta.

“Non temere per loro….li proteggerò io.”

“Ne sono convinta” Rispose lei sorridendogli.

“Ora devi andare….” “Già ma…come faccio a tornare?”

Inuyasha le si avvicinò e le sfilò dalla tasta la piccola clessidra.

“Usa i tuoi poteri. Devi concentrarti intensamente sul tuo presente. Coraggio puoi farlo.”

Kagome annuì e, prendendo l’oggetto magico fra le mani, chiuse gli occhi per concentrarsi.

Un attimo dopo però Kagome riaprì gli occhi e cercò Inuyasha che la guardava sorpreso.

“Che c’è?” “Non posso andare via senza prima fare una cosa”

Inaspettatamente Kagome corse verso Inuyasha, gettandosi contro il suo corpo e posando le sue labbra rosee su quelle del mezzodemone.

Preso alla sprovvista, Inuyasha ne rimase un attimo sorpreso, ma poi abbracciò Kagome ricambiando il bacio.

Delicatamente la ragazza si staccò da lui. “Ora posso andare” “Tu sei tutta matta” Rise Inuyasha.

“Che vuoi? E’ un anno che desidero farlo! Con tutti i baci che ti ho visto dare a Kykio, al meno voglio portare con me questo ricordo.”

“Si certo…” Rispose lui con una nota cupa nella voce.

“Ora va però…..”

Kagome strinse forte la clessidra fra le mani, pensando intensamente al suo mondo: vide passare davanti ai suoi occhi tutti i suoi amici che le sorridevano, i boschi verdi dell’epoca Sengoku, la vecchia Kaede e infine lui, Inuyahsa che le porgeva una mano per aiutarla a tornare.

Kagome non aspettò oltre e  l’afferrò con sicurezza.

 

“Kagome attenta!!”

Sentì la voce di Inuyasha gridarle qualche cosa e una specie di strappo allo stomaco.

Subito dopo aprì gli occhi e si ritrovò fra le braccia del mezzodemone, ai piedi di un grosso albero.

“Kagome, ti sei fatta male?”

La ragazza si guardò attorno confusa.

“Che è successo?” Domandò mentre Inuyasha la sollevava. “Hai la mia testa….mi gira”

“Sei inciampata e stavi per cadere” Le spiegò lui.

“Mi sento un po’ strana….possiamo tornare?” Domandò a Inuyahsa.

“Certo…coraggio sali” Le disse lui, invitandola a salire sulla schiena.

“A proposito Kagome.” “Eh, si dimmi….” “Non andrò a cercare Naraku…..non ora.”

Nella mente di Kagome riaffiorò il ricordo della lite con Inuyasha, della sua fuga nel bosco e anche di quella maledetta radice.

Ma come aveva fatto a scordarsi?

“Dici davvero Inuyasha?” “Si. Mi dispiace se ti ho fatto preoccupare…..scusami.”

Kagome si accoccolò per bene sulla schiena di Inuyasha, poggiando la guancia sui capelli d’argento del mezzodemone.

“Grazie Inuyasha.”

“ Ah senti Kagome?”

“Dimmi, che c’è?”

“Prima ti è caduto questo” Inuyasha le porse un piccolo nastro rosa.

Kagome lo afferrò per osservarlo meglio: non era suo, non sapeva di chi fosse ne dove mai potesse averlo preso; ma in un certo senso sentiva che non gli era estraneo quell’oggetto e che in qualche modo ci era legata profondamente.

Sorrise e se lo legò al polso per non perderlo.

“Grazie Inuyasha”

.

 

Inuaysha era ancora fermo immobile a guardare il punto in cui Kagome era sparita.

“E’ tornata a casa vero?”

Inuyasha non ebbe bisogno di voltarsi per riconoscere la voce di sua moglie che, avvicinandosi gli aveva poggiato una mano sulla spalla, che lui strinse.

“Si….Sperava di portare qualche ricordo con se”

“Lo so….ma era pericoloso Inuyasha. Nemmeno a me è piaciuto darle quella pozione ma era necessario.”

“Già…..”

“Non essere triste amore…avremo tutto il tempo per vivere momenti felici noi due, con i nostri figli”

Inuyasha l’abbracciò, dandole un bacio a fior di labbra.

“Si..una vita intera Kagome.”

 

 

Fine

 

 

Raga grazie, vi giuro che mi sono commossa a leggere i vostri commenti.

Siete state tutte dolcissime e troppo, troppo gentili.

Per me è stato fondamentale il vostro aiuto e sostegno per portare avanti questo progetto; come ho detto all’inizio, non avevo mai scritto su Inuyasha anche se adoro sia il manga che l’anime, e quindi avevo veramente paura di fare un disastro.

Mi pare giusto e Super doveroso salutarvi una per una a questo punto.

Carissima Saku, le tue parole sono state ogni volta come un tuffo nell’allegria per me.

È entusiasmante leggere le tue parole, ti ringrazio tantissimo!!!

Nella mia fantasia mi sono sempre immaginata Inuyasha e Kagome felici con i loro pupetti;  purtroppo non potevo farle intuire subito la verità se no addio sorpresa….doveva arrivare al momento giusto J

Per fmi: grazie dal cuore anche a te!!Sono felice che ti sia piaciuta e spero che anche questo capitolo abbia potuto regalarti qualche minuto di relax.

Grazie per l’imbocca al lupo, ne ho bisogno!!!!!

Per Achaori: tesora, grazie mille anche a te che sei stata dall’inizio presente e mi hai sostenuta.

Grazie!!!! Eh si hai ragione, anche a me sarebbe venuto naturale fare qualche domanda in più ma si sa, quando di mezzo c’è Kykio la nostra amica Kagome si fa prendere dalle paranoie e inoltre ho dato loro poco tempo per parlare.

Mi fa piacere che ti sia piaciuta la somiglianza fra Atreju e Inuyasha, mi sono sempre immaginata il loro primogenito molto come papà.

E in fine, ma non nel mio cuore J un mega grazie anche a Brooke-davis!! Grazie per il tuo sostegno, per le tue parole cosi carine nei miei confronti.

Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo perché non vorrei mai lasciarvi con l’amaro in bocca; se fosse così ti prego di dirlo pure, che così magari rimedio in qualche modo.

Che altro dire amici miei?…Che siamo alla fine…

Mi sono divertita tanto a scrivere questa fic e penso che ne scriverò altre sul nostro Inuyasha perché ho qualche idea che mi frulla per la testa.

Mando un grosso bacio a tutti, e un altro mega GRAZIEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

 

  
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