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Autore: Panenutella    04/12/2015    2 recensioni
Dal primo capitolo.
"Uno spiraglio fra loro e lo vedo: rimango sbalordita.
Alto, due spalle larghe così, capelli scuri, ricci e lunghi, occhiali da sole, maglietta grigia a maniche corte, tatuaggi lungo tutto un braccio.
Mannaggia la miseria.
È Harry Styles."
Basta capitare nel posto e nel momento voluti dal destino, e l'impatto dell'incontro tra una non-fan italiana dei 1D e Harry Styles cambierà per sempre le vite di entrambi.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3 – Serata

Non so quanto tempo rimango priva di sensi, ma quando rinvengo mi ritrovo sdraiata sul divano con le gambe appoggiate contro il muro. Sposto lo sguardo per cercare Harry, e lo trovo seduto sul bracciolo, accanto alle mie gambe. Mi guarda.
- Scusami – Parla a voce bassa, con quel timbro basso e roco. – Volevo chiamare un’ambulanza, ma mi sono accorto che il 999 in Italia non esiste.
- Il numero è 118… - rispondo. Mi guardo intorno, ancora semidisorientata. – E tu mi hai messo sul divano invece del letto a mezzo metro da qui?
- Non è facile traspostare un peso morto.
Ci fissiamo per due secondi buoni. E scoppiamo entrambi a ridere.

- L’appuntamento è da Pinciano alle sette e mezza.
Annuisco. Pinciano è uno dei ristoranti più buoni e costosi di Roma, in uno delle zone più chic della città.
- Vuoi farti un giro mentre mi preparo?
Scuote la testa grattandosi un braccio nudo. – Non saprei come orientarmi… e poi dove vado per così poco tempo?
Spalanco gli occhi e mi lancio verso il cellulare per guardare l’ora. Sono le sette meno un quarto. Le. Sette. Meno. Un. Quarto.
- Merda!
Afferro Harry per un braccio e lo spingo verso l’angolo pittura, con la faccia rivolta verso il muro.
- Analizza questi disegni. Analizzali e non voltarti!
Lui obbedisce, ma il suo petto è scosso dalle risate.
Corro verso l’armadio, lo apro e fisso il marasma all’interno. Cosa devo mettermi per Pinciano? Cosa devo mettermi per i One Direction??
Tuffo una mano nel cassetto in fondo all’armadio e tiro fuori un vestito di raso rosa chiaro senza maniche che mio padre mi aveva mandato dal Londra per il compleanno. Poi un reggiseno chiaro.
Poi emetto un gemito.
- Cosa c’è? – Chiede Harry sforzandosi di non voltarsi. Sta osservando di nuovo il quadro sul cavalletto.
- Non ho i tacchi! – Mi lamento quasi urlando. – Ok, ci penso dopo!
Corro in bagno sbattendo la porta. Mi tolgo le sneakers con un calcio e i leggins, e mi guardo inorridita le gambe.
Sono pelose.
Mi sbatto una mano sulla faccia. – Ma porca troia!

Dieci minuti dopo esco dal bagno: non mi sono mai preparata così in fretta per una serata, non per amore dei dettagli quanto per pigrizia.
Mi sono depilata le gambe, infilata il vestito, pettinato i capelli indietro in una croccia disordinata, messo eyeliner, blush e lucidalabbra. Per fortuna tengo la scarpiera in bagnoPiù semplice di così…
Esco dal bagno senza fare rumore, sbirciando Harry: ora è seduto sul divano a smanettare col cellulare.
- Sono le sette meno cinque, e sono pronta!
Sorrido a trentadue denti, attirando l’attenzione di Harry. I suoi occhi mi scansionano dalla testa ai piedi, soffermandosi poi sulle scarpe. Scoppia a ridere.
- Cosa c’è? – Chiedo incrociando le braccia.
- Hai abbinato un vestito di quell’eleganza… a delle All Star nere?
Metto su il broncio. – Non ti piaccio?
Harry si passa una mano sugli occhi. – No, no, non è così… Mi sorprendi.

Mi sono rifiutata di cambiare le scarpe e ora, alle sette precise, siamo nel mio catorcio di macchina. Una panda verde chiaro, che ho trovato in un sito di vendite online al ribasso: l’ho comprata per cinque mila euro, ma aveva la marmitta a terra, i sedili sfasciati e il freno a mano che poteva essere usato come mazza da baseball.
Per fortuna un mio amico del liceo fa il meccanico e ha accettato di ripararmela in cambio di trecento euro e ritratti di tutta la sua famiglia. Sono andata avanti a scatolette per un mese e mezzo.
- Spero di trovare parcheggio… - Borbotto mentre siamo fermi a un semaforo.
- Non preoccuparti. Sei stata gentile ad accompagnarmi, alla fine potevo chiamare un autista.
- Te l’ho detto, mi dispiaceva far scomodare un pover’uomo per le strade di Roma. Piuttosto… Harry, per favore, dimmi come devo comportarmi.
- Sii te stessa, Annie. Non preoccuparti.
Tutta questa situazione mi sembra irreale, anzi totalmente pazzesca. Volevo passare del tempo con me stessa oggi, e mi ritrovo ad andare a cena con Harry Styles e gli altri membri della band. Se qualcuno questa mattina mi avesse detto cosa stava per accadere, avrei riso a crepapelle.
Trovo un parcheggio a mezzo chilometro da Pinciano, e io e Harry ci incamminiamo. Abbiamo studiato una strategia mentre eravamo in macchina: Lui cammina quattro passi dietro a me per non destare sospetti, in caso ci fosse qualche paparazzo appostato dietro a una macchina. Quando arriviamo di fronte al ristorante io continuo a camminare e mi nascondo dietro a un angolo, aspettando trenta secondi. Poi torno indietro. Mi sembra di essere James Bond in uno dei suoi libri.
Varco la soglia del ristorante, una porta di vetro girevole che dà su un pavimento di marmo di Carrara di una grande reception. Fuori dalla porta, sulla strada, due buttafuori grandi come armadi stanno in piedi a scrutare chiunque provi a entrare, compresa me. Ricambio lo sguardo di uno di loro come un cane bastonato, e per qualche strano motivo mi lasciano passare. Sento lo zampino di Harry, che mi sta aspettando appoggiato al muro accanto al bancone della reception.
- Nessuno in vista! – Sorride striminzito venendomi incontro. Mi porge un braccio. – Ce l’abbiamo fatta.
Accetto il braccio che mi sta offrendo con il cuore a mille, e ci incamminiamo verso la sala. Una grandiosa, gigantesca sala con quattro specchi ogni lato. Niente finestre, ma lampadari appesi al soffitto affrescato. Ad un tavolo spostato dal centro della sala, quello verso cui mi sta conducendo Harry, stanno seduti tre dei quattro ragazzi che compaiono nel video di Drag Me Down.
Uno dai capelli biondi sparati in aria tipo Super Sayan e dal viso dolce, uno con i capelli come la cresta di un gallo e gli occhi scuri, e uno dai capelli scuri e il viso magro.
Vedono arrivare Harry e lo salutano con un sorriso, poi realizzano che ci sono anche io e il sorriso muore sui loro volti.
- Che diamine? – Quello con la cresta di gallo sembra il più stupito di tutti.
- A posto, Liam. Non è come credi. – Harry allontana una sedia tenendola ai lati con due mani, e mi fa cenno di sedermi. Da vero gentiluomo. Poi si siede accanto a me.
- Ci avevi detto che avresti portato qualcuno alla cena, Harry, ma non che era una fan. – Puntualizza il biondo.
- Non sono una fan. Io non vi conosco. – Mi intrometto, e le loro mascelle cadono definitivamente a terra. – Piacere, sono Annie. Annie Everdeen.
Mi alzo per stringere loro la mano, e non capisco perché siano così lenti a rispondermi.
Il primo che reagisce e mi stringe la mano è proprio il gallo.
- Sono Liam.
- Liam. – Ripeto. Poi quello biondo.
- Niall – si presenta.
- Niall.
E infine quello dal viso magro.
- Mi chiamo Louis.
- Louis. Ok ragazzi, ve lo dico subito, fra cinque minuti avrò già dimenticato i vostro nomi! Non offendetevi, per favore. Siete diversi dal video di Drag Me Down.
- Hai visto solo quello? – Mi chiede… Liam?
- Sì, è la prima vostra canzone che ho ascoltato.
Si scambiano strane occhiate. Io analizzo come sono vestiti. L’unica semi elegante a questo tavolo sono io: i ragazzi sono tutti parecchio informali. Niall, ad esempio, indossa un maglioncino; Liam una camicia.
Per fortuna non avevo i tacchi e mi sono messa le All Star!
- Ve l’ho detto, lei è diversa – afferma Harry.
Non riesco a comprendere perché quel “She’s different” mi colpisce come mi aveva colpito “Focused on the drawing” davanti al Colosseo.
C’è silenzio al tavolo, e un cameriere si avvicina. I ragazzi lasciano a Louis il compito di ordinare un po’ di tutto, e io seguo l’esempio. Mi viene in mente che non ho idea di come farò a pagare la mia parte, dal momento che in questo ristorante solo il cestino del pane viene sette euro. Spero davvero che sia pane buono.
- Scusatemi davvero se mi sono intromessa nella vostra serata, ma mi ha invitato Harry.  – Lo indico con un cenno del capo. – Non sapevo nemmeno che foste in città, a dirla tutta.
- Ci siamo incontrati di fronte al Colosseo. Lei stava disegnando.  – Puntualizza Harry. – Si è avvicinata e mi ha fatto i complimenti per il disco.
- Davvero? – Chiede il biondo, come se non ci credesse.
- Sì, Louis… Oddio, scusami! Ehm… Niall? Niall!! – schiocco le dita, imbarazzatissima per la figura di merda colossale che sto facendo. Da scrivere negli annali delle figure di merda mondiali, al primo posto in classica nella top ten. Niall sorride e anche Harry. Liam e Louis mi fissano. – Anzi, lo ripeto a voi: complimenti per il disco, siete molto maturati come gruppo dal vostro primo singolo. “Drag Me Down” e “If I could fly” sono le mie tracce preferite. Non ho avuto il tempo di ascoltarle tutte.
- Lo avrai, se domani verrai al concerto! – Esclama Liam. In effetti non avevo considerato quell’opzione.
- Mi piacerebbe… Liam… ma non credo che ci siano più posti.
- No, abbiamo fatto Sold Out – conferma Harry. – Ma puoi sempre stare nel backstage.
- Sul serio, Harry? – Louis gli lancia un’occhiata di esplicito rimprovero. – Dici davvero sul serio?
- Ehi, scusami. – Mi intrometto ancora, cercando di attirare la sua attenzione. – Lo so che siete abituati alle fan sfegatate che farebbero carte false per stare del tempo appiccicate a voi, ma vi giuro che non sono una di loro. Starvi addosso è veramente l’ultimo dei miei pensieri, anzi non vorrei assolutamente starvi tra i piedi, e non ho mai avuto l’intenzione di tramare per essere qui stasera. Mi piace la vostra musica, mi piace quello che fate, fine della storia. Harry mi ha invitato e io ho accettato, tutto lì.
Un attimo di silenzio, interrotto dal cameriere che porta il cestello del vino. Lo prende, lo stappa e lo versa a tutti. Io fisso Louis negli occhi, ma sento su di me lo sguardo di tutti, specialmente di Harry. Spero che non mi stia rimproverando.
Louis ricambia il mio sguardo, poi sorride apertamente. Alza il bicchiere col vino in un brindisi, e i ragazzi lo seguono.
- A una nuova amica.
Addirittura??
- Cheers!

Due ore e mezza dopo siamo ancora al tavolo, a finire le seconde portate. Sono piena come un uovo, ma il cibo è talmente buono che continuo a trovare spazio per mangiare ancora.
Ho appena finito l’ultimo boccone di pernice, e siamo tutti piuttosto su di giri per il vino: siamo alla terza bottiglia.
I ragazzi hanno voluto sapere tutto su di me, sulla mia vita, sul mio lavoro. Hanno fatto tutti un sacco di domande, ma meno di tutti proprio Harry e mi sarei aspettata il contrario. Si è limitato per la maggior parte del tempo a guardarmi con quei suoi occhi profondi.
- Annie mi ha regalato un suo dipinto. – Dice infine posando le posate sul piatto ormai vuoto. – Molto bello. Ma a lei non piace.
- Le cose che non ti piacciono le dai via? – Chiede Niall.
- Sono aperta alle opinioni altrui, in realtà – Rispondo svuotando il bicchiere. – Se Harry non se ne fosse interessato, probabilmente sarebbe finito nella spazzatura.
- Prima o poi voglio vedere i tuoi disegni, Annie – afferma Louis. – L’arte mi piace molto. E se magari un giorno vorrai farci dei ritratti, saranno i benvenuti.
“Se magari un giorno”… vorrebbe dire che sperano che rimaniamo in contatto? Ci penso un secondo: da quello che è successo oggi, non so più che cosa ha in serbo per me la mia vita. È una cosa che mi fa sentire in balia delle onde, ma che mi eccita da morire: l’ignoto del futuro.
- Ragazzi, dolce! – Grida Harry, praticamente fuori di testa per il troppo vino che ha bevuto. Applaudiamo tutti gridando d’entusiasmo.

Le mie preoccupazioni per il conto si sono rivelate infondate, in quanto Harry ha pagato di tasca propria la sua parte e la mia, per un totale di quasi trecento e passa euro. Immagino che si possa permettere questo e altro.
Usciamo in gruppo dal ristorante: ho le gambe che tremano un pochino, ma per fortuna riesco a leggere l’alcool. Credo comunque di non poter guidare il mio pandino, e che dovrò lasciarlo lì dov’è. Appena metto piede fuori dal ristorante, una ventata di freddo colpisce le mie braccia nude. Nella fretta dell’uscita mi sono dimenticata di prendere una giacca.
Liam, Louis e Niall (ormai ho imparato i loro nomi) camminano lungo il marciapiede, tutti insieme. Harry rimane indietro, accanto a me.
- Cazzo, che freddo fa?! – Gemo sfregandomi le braccia. Non solo sono senza maniche, ma tutto il calore del mio corpo è concentrato sull’apparato digerente. Risultato: freddo glaciale.
Un attimo dopo, sento caldo sulle spalle. Harry si è sfilato la giacca me la sta porgendo per aiutarmi a metterla. Lo ringrazio con un sorriso, infilo le braccia nelle maniche: sono molto più lunghe di me e le mani restano nascoste all’interno.
- Non c’è di che.
La mano di Harry indugia sulla mia spalla, poi scende lungo il braccio e tira su la manica per far uscire la mia mano. Me la sfiora con il dorso, leggero, caldo. Poi si sposta verso il mio palmo, e lentamente intreccia le sue dita con le mie.


Lungo questo capitolo, spero che vi sia piaciuto quanto è piaciuto a me scriverlo! Baci, Nut.


 







   
 
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