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Autore: Soleil Jones    04/12/2015    2 recensioni
∝ ATTENZIONE! - presenza di slash/yaoi (cioé di una relazione tra due individui dello stesso sesso, nel qual caso due maschi) & di incesto. Don't like, don't read. ]
Raccolta di Drabble, Flashfic, One-Shot incentrate su Fred e George Weasley.Pairing: Forge/Gred - [ evviva l'intercambiabilità, LOL. :'D ]
Se la prospettiva dell'incesto tra fratelli vi disturba, ve lo chiedo per piacere: evitate di leggere.
Si tratta di un esperimento. Io stessa mi sto sfidando da sola, sono terrorizzata dall'idea di combinare disastri!
A chiunque leggerà: spero vi piaccia(no)!
Soleil
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Fred Weasley, George e Fred Weasley, George Weasley, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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Titolo: Morra Cinese
Autore: Soleil Jones
Personaggi: Fred Weasley, George Weasley.
Pairing: Forge.
Premessa: I personaggi e i luoghi descritti non mi appartengono, sono di proprietà di J.K. Rowling. Questa storia non è scritta a scopo di lucro, né è basata su fatti reali o volta a creare riferimenti in particolare con coloro che – nella trasposizione cinematografica – interpretano i personaggi coinvolti.
Note: Mi vergogno come una ladra, LOL.
Questa cosa la dedico tutta a MoonlightHelsing (ja, lei che aspettava impazientemente, scommetto, di leggere qualcosa di più spinto scritto dalla sottoscritta xD).
Comincio con il premettervi una cosa: state leggendo per mera curiosità/masochismo/un blocco intestinale o siete particolarmente sensibili a certe scene?
Bene, allora non leggete.
Il capitolo seguente non è completo, nel senso che ne ho "censurato" qualche parte troppo... troppo (perché sì, il raiting, dopotutto, arancione è ed arancione resta! Personalmente non trovo di aver scritto nulla di che, anzi, penso di avere un modo anche molto soft di affrontare certi argomenti, ma sono consapevole di avere strani standard in fatto di senso della decenza et simila xD E so e capisco perfettamente che a qualcuno avrebbe potuto dare fastidio una descrizione più dettagliata, dunque ho tagliato qualche frasetta più spinta qua e là. No worries, in caso c'è la versione integrale, che potrete leggere a vostra discrezione e commentare anche qui, se volete).
Per chi volesse la versione integrale sappia che è disponibile su Archive of Our Own a questo link [clicca qui, prego], ma, di nuovo, mi raccomando, se dico "versione integrale" allora intendo proprio "versione integrale".
Detto ciò, vi lascio.
Ci si sente!
Soleil
 

 


#1  — Morra Cinese
 
Fred e George si considerano eguali.
Dal loro punto di vista non c'è un elemento egemone, un leader; ci sono solo loro.
Fin da bambini, però, a volte hanno dovuto scegliere di cedersi il passo; questioncine da nulla, s'intende. Per decidere equamente hanno sempre usato un giochetto insegnato loro da Charlie: la morra cinese.
Un «Bim, bum, bam!» e la questione è risolta, qualsiasi essa sia, nel vero e proprio senso del termine.
«Fallo ancora.» mormora Fred sulle labbra di George, respirando la sua stessa aria prima di baciarlo quanto più profondamente gli è possibile.
«Fred...» soffia George, riprendendo aria un secondo.
Il minore, estasiato dal modo in cui suona il suo nome pronunciato da quella voce, con quel tono e in quel frangente, non gli da il tempo di respirare oltre. Mentre gli bacia l'angolo destro della bocca sbotta con voce roca e bramosa: «Ancora.» e si rituffa su di lui.
La risata di George gli vibra praticamente in gola, così come il suo nome: «Fred...»
Anche quando alla malizia del momento ci aggiunge quella nota giocosa così sua, così da George — il risultato non cambia, anzi, la scossa di adrenalina ed eccitazione che percorre Fred aumenta solo d'intensità.
«Ancora.» domanda stringendo i fianchi magri dell'altro rosso con un che di possessivo, perché George si è inarcato, sotto di lui e ha preso a strusciare il bacino contro il suo.
Quel piccolo demonio gode nel farlo impazzire: come diavolo ha fatto a passare dall'avere le mani tra i suoi capelli all'usarle per palpargli il sedere lo sa solo lui. Lui che alza le ginocchia e le serra ben bene contro i fianchi di Fred, tanto che il contatto tra i loro sessi pare intensificarsi.
Lui che geme chiaramente: «Freddie...» stringendo la presa sulla pelle nuda del gemello.
Di solito è Fred il tipo da carezze proibite, ma George sa che riceverle gli piace tanto quanto farle e, parliamoci chiaro, nessuno dei due pecca di timidezza.
«Dio, Georgie, voglio fartelo urlare... Non saprai dire altro dopo...»
George inclina il capo di lato, dando più spazio alle labbra del fratello sul collo madido di saliva, arrossato di morsi e succhiotti, e bollente di desiderio. È un suo punto sensibile, quello; Fred sa che sentirsi addosso il suo fiato caldo, il suo odore, il calore delle sue labbra umide manda George ai pazzi.
E lui vive per farlo impazzire; per sentirlo sospirare, gemere, urlare il suo nome; per vederlo e sentirlo rabbrividire mentre lui conta una ad una le lentiggini che gli puntellano la pelle diafana posandoci sopra le labbra o la lingua...
George trattiene il respiro gettando il capo all'indietro e afferrandogli improvvisamente i polsi, e in una frazione di secondi le posizioni si invertono: Fred si sente affondare dolcemente nel materasso del letto, sulle lenzuola sfatte — così bianche e candide in confronto a ciò di cui sono testimoni, eppure così sporche rispetto al sentimento celato dietro quei peccaminosi attimi di perdizione — e prim'ancora che alzi lo sguardo sul gemello quest'ultimo gli imprigiona le dita tra le proprie.
«Cosa vuoi fare, principessa?» domanda sottovoce, come se stessero per confidarsi un importante segreto, gli occhi socchiusi.
George, la fronte poggiata contro quella del fratello e la bocca a meno di un respiro di distanza dalla gemella, ride leggermente. Preme le dita sulla bocca di Fred, percorrendone i contorni e spostandosi pian piano verso quell'adorabile fossetta che compare ogni volta che quest'ultimo sorride.
«Prendere le redini e cavalcare con te incontro al tramonto, mio cavaliere.» risponde in un sussurro, sentendo la presa delle dita di Fred farsi più forte. «O meglio,» aggiunge, ammiccando. «all'alba.»
«Le redini?» Sibila Fred, facendo leva sull'unico gomito libero per alzare il busto. «Non credo proprio.»
Imprigiona le labbra di George tra le sue, ingaggiando un duello tra lingue senza inizio e senza fine, e rimangono così: uno seduto con l'altro a cavalcioni.
E la lotta persiste, con loro che inclinano il capo in ogni angolazione necessaria a un contatto più approfondito. Solo quando sentono i polmoni bruciare in cerca d'aria si separano — un filo di saliva a collegare le loro bocche. Si guardano per pochi istanti prima di sorridersi.
Allora George lascia che Fred si stenda contro il suo petto, tra le sue gambe, sovrastandolo.
Allora Fred lascia che George rubi tutta la sua attenzione solo con la forza del suo sguardo. Sente un familiare tonfo al petto, poi un furioso susseguirsi di "tum, tum" gli scaldi il corpo — dal torace al ventre, alle guance, a tutto — e, succube di quella sensazione, voglioso di sentirla sempre di più, si tuffa nell'incavo tra il collo e la spalla del gemello. Vi si struscia, potremmo dire, inspirando a pieni polmoni quell'odore così familiare e rassicurante.
Nel mentre la sua mano destra sfiora la sinistra di George. Si cercano per poco, prima di fermarsi.
A tempo, mentre Fred traccia un percorso sulla spalla del fratello con il solo uso della lingua, i gemelli muovono le mani; George mormora: «Bim, bum, bam
» stringendo la mano a pugno.
Abbassa appena lo sguardo e piega le labbra in un sorriso: sasso schiaccia forbice.
Eppure, non saprebbe nemmeno lui dire perché, stavolta non gli importa niente di vincere o perdere, così distende le dita nello stesso istante in cui Fred si volta a guardare il verdetto. Un sorriso malizioso gli illumina il viso.
«Forbice taglia carta, piccolo, che ne dici?»
«Dico...» Mormora in risposta George, intrufolando la mano giocatrice tra i loro stomaci in un battito di ciglia. «Diamoci dentro, cow boy
«Oh, tutto quello che vuoi.»
 
  
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