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Autore: Rin Hisegawa    03/03/2009    2 recensioni
Magneto ha 28 anni, Mystique 17. I due si incontrano per caso, ed ha inizio una collaborazione che è destinata a durare per moltissimo tempo... La mia versione di come Raven e Erik (del SINGERverse) si sono incontrati, con qualche spunto dal comics, scritta PRIMA dell'uscita di X-Men: First Class. [MAGNETO / MYSTICA]
Genere: Azione, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Erick Lensherr/Magneto, Raven Darkholme/Mistica
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Per prima cosa grazie mille anche a Cicciolgeiri, che mi ha lasciato un commento in cui chiede di aggiornare presto... quindi... la accontento subito! :D I commenti mi fanno sempre piacere, quindi vi prego se leggete recensite! Com'è possibile che il capitolo II abbia 12 pageviews e solo un commento? E tutti gli altri? Se la storia non vi è piaciuta, comunque mi piacerebbe saperlo! :P Inoltre, vorrei comunicare che sto finendo di scrivere il capitolo 4, quindi non sono particolarmente avanti con la stesura. Spero di riuscire a tenere un buon ritmo di pubblicazione, ma siccome mi è ricominciata l'università non garantisco nulla. In ogni caso, cercherò di non farvi aspettare degli anni. XD

I suoi capelli sul pavimento.
Raven osserva le ciocche cadere con leggerezza a terra, sparpagliandosi sulla superficie di marmo liscio senza fare alcun rumore. Monique ha deciso che c'è bisogno di un cambiamento, e dice che il miglior modo per dimenticare il passato è tagliare i ponti con la vecchia se stessa.
Sentendosi la testa più leggera, a Mystique sembra davvero di aver lasciato indietro gran parte di quello che era. La nuova pettinatura le dona: è pratica e fresca, e la fa sentire più simile all'idea che ha di sé. Si volta, guardandosi nel grande specchio illuminato: è la prima volta che trascorre così tanto tempo di fronte ad una superficie riflettente, di solito rifugge la propria immagine come se ne fosse spaventata.
Non si tratta di paura, ovviamente, ma piuttosto di disgusto per quello che è.
Ora è circondata da persone che considerano come un dono la sua maledizione, e la mutazione come una caratteristica distintiva degli eletti, le creature destinate a costruire un mondo nuovo sulle ceneri della razza precedente...
E' una visione della vita abbastanza inquietante ed amara, ma è l'unica che le permetta di restare vicina a quelle persone. Le uniche persone che la capiscano davvero.
Allontanandosi dallo specchio con un'ultima scrollata di spalle, Raven trotterella dietro a Monique per aiutarla a rimettere in ordine il bagno.
C'è sempre tanto da fare!
I giorni sembrano sfuggire via come sabbia fra le dita, piacevolmente simili gli uni agli altri, una lunga vacanza in buona compagnia. Con gli occhi rivolti al muro di mattoni oltre il giardino, talvolta Raven si domanda per quanto tempo ancora un simile sogno sia destinato a durare.
- Posso parlarti un attimo, Mystique?
Magneto fa capolino oltre la porta, osservando le due ragazze intente a riordinare. I suoi occhi chiari sono illuminati da una vivace attenzione, le mani affusolate strette attorno al legno chiaro dello stipite.
- Arrivo, Erik. - risponde semplicemente lei, lasciando a metà quello che stava facendo per seguirlo in silenzio attraverso i corridoi.
Non ha bisogno di domandargli il motivo, non serve sapere di cosa abbia bisogno. Quando verrà il momento, lui glielo dirà; e lei obbedirà, competente e tempestiva.
E' strano quel rapporto di perfetto equilibrio che si è venuto ad instaurare in quella breve, fugace settimana di convivenza: quasi che potesse leggerli nel pensiero, Mystique si muove attorno a Magneto come un satellite gravita attorno al proprio pianeta.
E' sempre perfettamente consapevole di quello che gli passa per la testa, e ovviamente lo stesso sembra valere all'inverso da parte di lui. Ogni volta che Erik le sorride, con quegli occhi acquamarina in cerca dei suoi, Raven sa benissimo di cadere in trappola, di fare il suo gioco.
Ed ogni volta obbedisce, competente e tempestiva.
- Siediti, Mystique.
Hanno raggiunto l'ufficio di lui: grande, moderno e quasi sempre immerso nella penombra.
La stanza funge da studio e da camera da letto, la zona notte separata del resto per mezzo di un soppalco raggiungibile attraverso una scala di legno.
Raven non è mai salita su per quella scala, ma dal piano inferiore riesce a scorgere, attraverso la ringhiera, uno stralcio del materasso e di un'abat-jour blu scuro.
Magneto sorride, raggiungendo la propria posizione al di là della scrivania. Le imposte sono abbassate, la luce attraversa fioca le fessure negli scuretti chiusi. Lui incrocia le dita, e appoggia il mento sulle mani.
- Vorrei parlare del tuo potere, Raven. Adesso dovresti essere sufficientemente in forze da poterlo utilizzare al meglio, non è così?
Mystique annuisce in silenzio, senza staccare gli occhi da quelli di lui. E' strano, ma con Erik non si stente mai a disagio. Appoggia entrambi i palmi sulla plastica fredda della scrivania, e sospira.
In un lampo, eppure abbastanza lentamente da poter scorgere il cambiamento, la pelle blu scuro e squamosa si ritira letteralmente, lasciando il posto ad una carnagione chiara e delicata. Le iridi perdono il loro colore ambrato e diventano castane; i capelli assumono una gradazione tendente al mogano, più discreta.
Pian piano, ma con istantanea precisione, la curva rosata delle labbra si piega in un fugace sorriso. Il naso dritto, gli zigomi alti, l'espressione ancora un po' infantile: c'è tutto, c'è sempre stato; eppure adesso è lì, non come appare ma come lo vorreste vedere.
Il sorriso si trasforma in un ghigno, che scopre i denti di Raven: si era tenuta da parte quel numero, ansiosa di vedere l'espressione di Magneto di fronte al cambiamento che è in grado di realizzare. La nuova se stessa, la se stessa sotto la maschera di realtà in cui è imprigionata.
Lui annuisce, soddisfatto e rapito.
- Straordinario! - esclama, unendo i polpastrelli e flettendo le dita – E così è questo che sai fare.
- Posso assumere qualsiasi aspetto, copiare ogni caratteristica di chiunque veda – replica lei, nascondendo a stento la soddisfazione.
Erik annuisce di nuovo, e Mystique sa che ha capito.
“Guardami. Questa sono io. Non mi chiedi per quale motivo non abbia scelto la via più semplice? Non vuoi sapere perchè non mantengo il mio bel faccino roseo e innocente di fronte a questo mondo crudele?” No, non vuole saperlo.
Probabilmente, conosce già la risposta.
“Non hai mai provato a non essere un mutante?”
“No, mai.”

Trovare un volto alternativo a quello che la Natura le ha donato. Decisamente, quella sarebbe l'umiliazione peggiore.
Magneto si alza, la raggiunge al di là della scrivania. Le poggia una mano sulla spalla, si china fino ad arrivare, col volto, all'altezza di quello di lei.
- Sapresti fare una cosa per me? - chiede.
Raven sa già di non essere in grado di rifiutargli qualcosa. Lui sorride, lui sa, tiene il mondo stretto in una mano. Il magnetismo terrestre, quella maledetta fregatura.
Annuisce rapita, e l'inaspettato rossore che raggiunge le sue guance la irrita non poco. Avere la pelle scura è un bel vantaggio, permette di nascondere una buona metà delle emozioni.
- Ho bisogno di qualcuno che mi accompagni ad una festa. Qualcuno che sappia bene come comportarsi in certi casi. Pensi di riuscirci?
Muove il capo, di nuovo. Si. Cos'altro potrebbe dire? La ha trovata, la ha scelta. Erik si fida di lei, le sta dando una possibilità di dimostrare quanto vale.
Si, vuole farlo.
Si, lo seguirà.
Anche in capo al mondo, se fosse necessario.
Erik le dà un rapido buffetto sulla guancia, rialzandosi rapidamente per tornare al suo posto. C'è una luce strana, in quei begli occhi acquamarina. Una luce che non promette assolutamente nulla di buono.
- Brava ragazza - esclama, più a se stesso che a lei. E' già perso nei propri pensieri.
Mystique si alza in piedi, in silenzio: è il momento di andare. Raggiunge la porta, la apre senza far rumore. Salutare? Il piccolo ecosistema che si sono creati non prevede simili formalità. Lancia un'ultima occhiata a Magneto, la testa completamente svuotata da ogni pensiero.
Lui si volta lentamente ma inaspettatamente, sorridendo di nuovo. E' come se in un attimo il suo sguardo si rischiarasse, spazzando via qualsiasi preoccupazione per un istante fugace.
- Ah, Raven, un'ultima cosa – dice, col tono pragmatico di chi è già immerso nei progetti futuri – Sei carina così, ma ti preferisco con la pelle blu e tutto il resto.
Abbassa gli occhi sui fogli che ha davanti, e torna al proprio lavoro. In perfetto silenzio, Raven abbandona la stanza e scivola attraverso il lungo corridoio.
Eh, si: avere la pelle color della notte è proprio una grossa fortuna: nessuno se ne accorge, se diventi rossa come un peperone.



- Hai capito quello che devi fare?
Erik cammina su e giù attraverso la stanza, come un generale intento nella pianificazione alla vigilia della battaglia decisiva.
Raven annuisce solenne, marziale, la fotografia del “suo” uomo stretta tra il pollice e l'indice, al sicuro. L'uomo di cui lei si deve occupare, l'uomo a cui deve estorcere le informazioni che Magneto vuole ottenere. Un uomo che presto sarà la loro vittima, perché è necessario agire prima che quella stessa persona si trasformi in carnefice.
Dicono di stare cercando una cura.
Una cura contro il gene mutante: studiano il caso da un paio d'anni, convinti che la mutazione non sia altro che una brutta malattia.
- Quello che mi serve è sapere se hanno già trovato un modo per impedire la trasformazione; devi riferirmi di che cosa si tratta, penseremo poi a come evitare che possa essere messo in pratica.
Mystique si rigira la foto tra le mani, scrutando quel volto solenne che la fissa dalla carta plastificata. Warren Worthington, il ricco industriale.
Warren Worthington dell'omonima casa farmaceutica.
Ha studiato tutti i fascicoli che lo riguardano: ligio al dovere, estremamente impegnato, xenofobo e radicale per quanto riguarda i rapporti con chiunque sia “diverso”. Donnaiolo incallito, nonostante sia sposato da dodici anni.
Ha un figlio, che di anni ne ha sedici. Porta il suo stesso nome.
“Un figlio, poi un nipote, un giorno; una salda discendenza che conduce l'impero familiare. Sicuri di se stessi, della purezza del proprio sangue, certi che mai la malattia potrà corrompere la vostra perfezione di homo sapiens...”
Non lo sanno ancora, del bambino che nascerà tra qualche decennio. Il piccolo homo superior dalle ali piumate, Warren Worthington III, la cui mutazione spingerà il padre a riprendere in mano le ricerche iniziate dal suo predecessore... ma questa è un'altra storia, una storia che deve ancora verificarsi.
Per ora, non c'è atro che una fotografia spiegazzata.
- Non ti deluderò, Erik.
Mystique si allontana verso la propria stanza, muovendosi rapida e sinuosa: è il momento di prepararsi all'entrata in scena. Scivola nel semplice tubino nero che lui le ha procurato per l'occasione, e allaccia alla caviglia i sandali in tinta. Tacchi alti. Odia quel genere di trappole.
I lisci capelli castani sfiorano appena il suo collo: ha scelto d mantenerli come Monique glieli ha tagliati, variandone solo il colore. La pelle è chiara, diafana, e gli occhi color mogano risaltano nitidi e scuri tra le ciglia nere. Le donne umane si truccano: svogliatamente, Raven si passa un filo di ombretto sulle palpebre, e una sfumatura di rossetto sulle labbra.
Avrebbe potuto benissimo trasformarsi direttamente così, col vestito e tutto il resto; Magneto, ridendo, le ha detto che comportarsi da persona normale l'aiuterà a fare pratica per le azioni future.
Scende giù dalle scale, stando attenta a non uccidersi sui tacchi alti. Ha diciassette anni; ne dimostra ventidue. Mettendo in funzione le cellule cerebrali destinate alla mutazione, potrebbe tramutarsi in un'anziana, o persino in un uomo, se solo volesse.
Stasera, può accontentarsi di essere una bella ragazza invitata ad un ricevimento di ricchi industriali. Magneto la scorta solenne fino alla macchina, in abito nero.
“Il sogno di qualsiasi giovane umana, indossare tacchi a spillo e andare alle feste in abito da sera...”
L'albergo in cui è stato organizzato il party è enorme, modernissimo e minimale. Le luci sono soffuse, e gli invitati si aggirano per le sale chiacchierando a bassa voce fra loro. In quel tripudio di formalità, Erik le appoggia una mano sulla spalla e la guida con delicatezza verso un gruppo di persone vestite di scuro. Sembra perfettamente a suo agio, la giacca che evidenzia gradevolmente la linea delle spalle ed un sorriso smagliante sul volto rilassato.
- Buonasera – saluta cordialmente il trio di uomini, scambiando con loro qualche stretta di mano.
- Lupus in fabula, Erik, parlavamo proprio di te! - esclama uno di loro, un individuo basso e tarchiato con un paio di baffi scuri – Così giovane, eppure così promettente. Come vanno gli affari?
Magneto sorride serafico, stringendosi nelle spalle.
- Al solito, Walter... una meraviglia. Del resto i metalli pesanti hanno sempre un buon mercato, no?
Raven sogghigna tra sé, seminascosta dalla schiena di Erik. Certo, l'industria metallurgica. La piccola copertura del giovane imprenditore Lensherr. Lui le ha raccontato l'intera storia, ovviamente, per prepararla alle eventuali domande.
“Sono nato in Polonia, nel 1935. La mia famiglia era di origini ebree,e per questo motivo spesso vittima delle persecuzioni antisemite che imperversavano in quel periodo. Io ero solo un bambino, e non capivo molto di quanto stesse succedendo; cominciai a rendermi conto della situazione solo quando i veri problemi erano già iniziati da un pezzo.
I miei genitori avrebbero voluto lasciare il paese, ed avevano già pianificato ogni cosa. Avevo uno zio, qui in America, che sarebbe stato in grado di ospitarci e garantirci protezione. Tuttavia, a pochi giorni dalla partenza, un gruppo di Nazisti fece irruzione nel luogo dove ci nascondevamo.
Fummo reclusi ad Auschwitz, e subito mi separarono dalla mia famiglia, che non rividi mai più. E' in quella occasione che ho scoperto i miei poteri: senza neppure sfiorarlo, ho ridotto il cancello del lager ad un ammasso di rottami senza forma.
Qualche anno dopo il mio arrivo al campo riuscii a fuggire, e a raggiungere gli Stati Uniti dove sapevo di poter incontrare mio zio. Avevo quindici anni, e ho vissuto con lui fino a venti. Mi era molto affezionato, e quando è morto mi ha lasciato in eredità il suo impero commerciale.”

Questo, il racconto della vita di un mutante. Naturalmente, il trascurabile dettaglio legato al potere non doveva mai essere menzionato. Per il mondo Magneto non esisteva, ed Erik era solo un giovane e brillante industriale, unico erede dell'impresa metallurgica di suo zio.
- E chi sarebbe la bella signorina con te? - domandò un secondo uomo, alto e magro, distogliendo bruscamente Raven dai propri pensieri.
Erik si scosta leggermente per permetterle di avvicinarsi, e Mystique muove qualche passo verso di lui trasformando rapidamente il suo sogghigno in un gentile sorriso.
- Lei è una mia amica, Raven Darkholme. - la presenta, mettendole una mano sulla spalla.
Gli uomini si scambiano brevi occhiate ammiccanti, che lei riesce a cogliere fin troppo chiaramente. Ma continua a mostrarsi tranquilla ed affabile, fingendo di non capire, perchè del resto questo è ciò che deve sembrare.
Almeno, deve esserlo sino al momento in cui non scorgerà il “suo” uomo.

Rin-chan's hetare notes ~

1) “Costruire una nuova razza sulle ceneri della precedente” è un concetto abbastanza nazista, a dirla tutta. Non voglio entrare nel merito, la mia è una storia di fantasia e non deve essere corrotta dalle tendenze politiche della gente. Se la mia frase non vi è piaciuta, limitatevi a pensare che Magneto è stato rinchiuso in un campo di sterminio, quindi non credo nutra tanta simpatia per quel genere di persone... Eppure, nonostante questo, ho pensato che una simile espressione si adattasse bene col suo progetto. Infondo, l'estremismo portato all'eccesso è sempre piuttosto rischioso...
2) “Hai mai provato a non essere un mutante” è la domanda che la madre di Bobby Drake pone all'Uomo Ghiaccio nel II film di X-Men, quando lui le confessa del proprio potere. Qui l'ho riutilizzata, facendo dire a Raven quello che secondo me avrebbe dovuto rispondere l'Uomo Ghiaccio fin da subito.
3) Warren Worthington, nonno di Angelo e padre dell'uomo che, nel terzo film di X-men, ha scoperto la “cura”. I personaggi del RATNERverse non mi piacciono, quindi il mio Magneto sarà un po' diverso dal vecchietto patetico che permette a Jean di uccidere Xavier senza far nulla, abbandona Mystique senza temere ritorsioni e si lascia trasformare in umano come l'ultimo dei deficienti [!] ... Però, non ho resistito alla tentazione di utilizzare la cara famiglia Worthington. Se ci fate caso, nel film è chiaro che Warren II comincia a cercare la cura perchè suo figlio è diventato mutante. Quello che non si spiega è: si tratta davvero di un progetto totalmente nuovo? Qui, Warren I inizia ad interessarsi alla questione, e Magneto rivela il proprio malcontento in proposito: prima di pensare che questo possa stravolgere la trama del film, vi consiglio di continuare a leggere la storia! :X
4) Mystique e la mutazione. Non mi sono molto chiari i limiti che le sono imposti dal suo potere, ma mi sembra di capire che nel film possa solo copiare l'aspetto delle altre persone, ovvero assumere le sembianze di coloro che ha visto almeno una volta. Questo dalla conversazione con Nightcrawler in X-Men II, quando lui le chiede se possa imitare chiunque. Tuttavia, mi sembra logico e lecito pensare che Raven possa trasformarsi anche in se stessa, come sarebbe se fosse homo sapiens. Del resto si tratterebbe solo di modificare il colore degli occhi e dei capelli, ed eliminare scaglie e pelle blu... Mi sembra davvero il minimo, se si considera che stiamo parlando di una che può fingersi addirittura una miniatura della statua della libertà {in X-Men I}. XD
5) Okay, la storia di Magneto è inventata di sana pianta. Tutto ciò che viene detto di lui nel film è che è stato rinchiuso nel 1945 in un campo di concentramento polacco, e che ha conosciuto Xavier quando questi aveva diciassette anni. Io ho messo in mezzo il ricco e facoltoso zio per spiegare in modo conveniente il motivo per cui Erik abbia tutti quei soldi... insomma, ha costruito una macchina per trasformare gli umani in mutanti, ed ha una base fighissima! Quindi ho pensato di tirare in mezzo una fonte di guadagno garantita, che non gli richieda tutta quella fatica perché può essere gestita anche a distanza o per mezzo di intermediari, e che gli permetta di frequentare la buona società per ottenere tutte le informazioni che gli servono. Naturalmente, quando diventi terrorista dichiarato, sei costretto ad abbandonare tutto il tuo impero commerciale... ma questa è una cosa a cui penseremo in seguito. :D
6) Walter Rossini, original character che compare periodicamente nelle mie fanfics e che è stato citato anche in una storia di Mrs Blackmoody. Because we all love Rossini! XD
  
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