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Autore: Emmastory    06/12/2015    1 recensioni
Alcuni anni sono passati, e le nostre tre giovani streghe continuano a vivere la loro vita. La loro felicità sembra costantemente vacillare, così come la sicurezza del profondo e recondito segreto che custodiscono. Nessuna sarà al sicuro, e alcuni nemici a loro già noti non rappresenteranno che una grave minaccia. Il destino di Miriel, Minerva e Astrid, sembra quindi appeso a un filo sottile.
(Seguito di "Sangue di strega: Giochi di potere)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di strega'
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Sangue-di-strega-III-mod
Capitolo X
Miracolo provvidenziale
I minuti scorrevano, le urla echeggiavano, ed io ero incosciente. Ogni voce mi appariva eterea, e l’unica cosa che ero in grado di vedere era una forte luce. I miei occhi erano chiusi, e per l’ennesima volta, temetti di morire. Improvvisamente, sentii qualcuno scuotermi con delicatezza, riuscendo a svegliarmi solo in quel momento. Riaprendo gli occhi, mi guardai intorno, scoprendo di essere sdraiata su un letto all’interno di una casa che non riconobbi. “Dove sono?” chiesi, faticando a riprendere le forze. “Al sicuro.” Rispose l’uomo che mi aveva soccorsa, il cui volto era ancora nascosto da un cappuccio. A quelle parole, sorrisi debolmente, e spostando il mio sguardo sul pavimento della casa, vidi la distinta figura di un lupo. Alla mia vista, l’animale agitò la coda, per poi colpirmi una mano col muso. “Bevi questa.” Disse quel misterioso uomo, aiutandomi a sedere sul letto e porgendomi quella che identificai come una tisana. “Stai meglio?” mi chiese, non appena finii di bere. Mantenendo il silenzio, annuii lentamente, per poi decidere di far luce sul mistero che lo circondava. “Chi sei in realtà?” chiesi, tacendo nella mera attesa di una risposta. “Non vuoi davvero saperlo.” Mi disse, nel semplice tentativo di dissuadermi dal conoscere la sua vera identità. “Dimmelo.” Continuai, sfidandolo con la voce. “Sei sicura?” mi chiese, posando il suo sguardo su di me. Quella domanda non trovò una risposta, poiché mi limitai a continuare a fissarlo. Fu quindi questione di singoli attimi, e l’identità di quell’uomo si palesò davanti ai miei occhi increduli. Non riuscivo a credere a ciò che stavo vedendo, eppure il mio amato Xavier era di fronte a me. “Perché l’hai fatto? Perché sei fuggito di nuovo?” chiesi, mentre delle amare lacrime iniziavano a sgorgare rigandomi il volto. “Non volevo che succedesse, ma ho dovuto combattere.” Rispose, tentando di giustificarsi. “Tutti noi dobbiamo farlo!” gridai, alzandomi in piedi e affrontandolo a muso duro. “Sono sparito solo per proteggerti, e Mistral mi ha portato da te.” Continuò, riferendosi alla lupa che sedeva immobile al suo fianco. A quelle parole, non risposi, scivolando nel mutismo più completo e tentando in ogni modo di smettere di piangere. “Non posso più fidarmi.” Sussurrai, guardandolo negli occhi e procedendo a dargli le spalle. Quasi ignorando le mie parole, Xavier si avvicinò a me, e afferrandomi un polso, mi costrinse a voltarmi. Da quel momento in poi, la mia rabbia svanì. Le nostre labbra si unirono in un bacio, e sentendo i miei sopiti sentimenti riaffiorare, e il mio cuore ricominciare a battere, ne assaporai ogni istante. In poco tempo, mi trovai letteralmente con le spalle al muro, e quando l’abbraccio in cui ci eravamo stretti si sciolse, mi resi contro di tremare. “Ricorda, io ti amo, e finchè io sarò qui, tu non morirai.” Ascoltai quelle parole in religioso silenzio, per poi provare la più strana delle sensazioni. Il mio cuore batteva forte, e per qualche arcana ragione, mi abbandonai piangendo fra sue braccia. “Andrà tutto bene, te lo prometto.” Mi disse, tentando di consolarmi e lasciando che mi sfogassi. Di lì a poco, eravamo nuovamente stretti in un secondo abbraccio, e un secondo bacio aveva unito le nostre labbra. Il mio dolore era finalmente svanito, e ora sapevo di potermi fidare. Xavier era l’uomo che amavo, e che durante questa guerra, aveva rischiato la sua stessa vita pur di non perdermi. Mi aveva scelta, e mi amava davvero, e tutto nonostante l’odio che ero ormai abituata a gettargli in faccia durante le nostre liti. Non volevo forse ammetterlo, ma a dispetto di quanto ci stava accadendo, e stando ad una concatenazione di eventi che non aveva fatto altro che dividerci, io lo amavo ancora, e non sopportavo l’idea di stargli lontano. Lentamente, ognuno dei miei ricordi trovò un preciso posto nella mia memoria, ed io riuscii a rimembrare perfettamente ogni attimo trascorso assieme a lui. Il nostro amore era diverso, e non poteva certamente essere paragonato a nessun altro. Un sentimento proibito, e nato grazie a quello che ora consideravo un miracolo provvidenziale.
   
 
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