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Autore: Emmastory    07/12/2015    1 recensioni
Alcuni anni sono passati, e le nostre tre giovani streghe continuano a vivere la loro vita. La loro felicità sembra costantemente vacillare, così come la sicurezza del profondo e recondito segreto che custodiscono. Nessuna sarà al sicuro, e alcuni nemici a loro già noti non rappresenteranno che una grave minaccia. Il destino di Miriel, Minerva e Astrid, sembra quindi appeso a un filo sottile.
(Seguito di "Sangue di strega: Giochi di potere)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di strega'
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Sangue-di-strega-III-mod
Capitolo XI
L’infrangersi di un cuore
I lunghi giorni scorrevano, e la guerra continuava ad imperversare. Le condizioni del villaggio peggioravano di minuto in minuto. Gli alberi bruciavano, le genti fuggivano, e le urla si sentivano ovunque. Io ero tornata a casa, e mi era unita a Xavier nella ricerca di un rifugio. “Ci troveranno.” Continuavo a ripetere, mentre ero impegnata a passeggiare nervosamente per tutto il salotto. “Calmati.” Mi diceva Xavier, avvicinandosi e stringendomi in delicati abbracci al solo scopo di riportarmi alla normalità. Ad ogni modo, gli stessi non sembravano avere effetto su di me. Ero troppo tesa, e per qualche strana ragione, continuavo a fissare la porta di casa ora chiusa. Pochi istanti dopo, la vidi aprirsi con uno scatto, e notai mia sorella Minerva fare il suo ingresso sulla scena. Sembrava triste, e il suo volto era contratto in un’espressione inequivocabilmente mesta. Alla sua vista, corsi ad abbracciarla, ringraziando il cielo che fosse ancora viva. Il suo corpo era fortunatamente privo di ferite, ma un differente particolare finì per catturare la mia attenzione. Le mancava qualcosa. “Dov’è il tuo anello?” le chiesi, prendendole delicatamente una mano e facendole notare l’assenza di quel gioiello. “L’ho gettato via.” Rispose, tirando su col naso e faticando a trattenere delle lacrime che riuscivo a vedere chiaramente. “Cosa?” esclamai, incredula. “Ho deciso di farlo. Logan mi ha tradita.” Confessò, nascondendo poi il volto con le mani, volendo semplicemente evitare di intristire la piccola Jocelyn, che allarmata da quanto stava accadendo, ci aveva raggiunti. “Il problema non è solo questo.” Continuò, trovando faticoso perfino l’atto di parlare. Continuando a guardarla, provai pena per lei, così, lasciandomi muovere dalla compassione, mi avvicinai per offrirle conforto. Subito dopo, Minerva tentò di calmarsi respirando a fondo, per poi pronunciare una frase che mi fece gelare il sangue nelle vene. “Mi mentiva sin dall’inizio, e le Streghe lo hanno punito. Ricordi la lettera che avevi ricevuto?” mi disse, completando il suo discorso con quella domanda. Mantenendo il silenzio, annuii lentamente, e nulla potè prepararmi alla risposta che mi diede. “Era stata colpa sua. Diceva di non sapere che fossimo sorelle, ma ha mentito.” Disse, facendosi improvvisamente seria e scura in volto. Alle sue parole, raggelai. “Hai fatto la cosa giusta.” Le dissi, guardandola negli occhi e tacendo solo dopo la fine di quella frase. Intanto, il conflitto appena fuori dalle mura di casa continuava, e prima che riuscisse a rendermene conto, vidi la porta di casa venire aperta con violenza. Improvvisamente, un uomo dal volto incappucciato posò gli occhi su mia figlia, e afferrandole un polso, me la portò via. Colta alla sprovvista, rimasi immobile, e con gli occhi velati dalle lacrime, gridai il suo nome. Per pura sfortuna, il mio urlo non ricevette risposta, ed io non sentii altro che disperato pianto della mia amata bambina. Urlando con quando fiato avesse in gola, invocava il mio aiuto, e pur volendo intervenire, mi scoprii troppo spaventata per farlo. Rimanendo immobile, non smettevo di piangere, fissando quello che riconobbi come un violento Cacciatore, strapparmi via la parte più importante di me. Istintivamente, spostai il mio sguardo su Xavier, che notando la mia preoccupazione, si precipitò fuori di casa. “Andrò a prenderla.” Mi disse, poco prima di allontanarsi e sparire fra la neve e la nebbia. Annuendo, rimasi impassibile, per poi scoprire di essere rimasta letteralmente da sola. Minerva era ancora con me, ma era ormai divenuta come invisibile. Non lo credevo reale, eppure Jocelyn mi era stata sottratta una seconda volta. Piangendo amare lacrime, passai quella notte a pregare. Il tempo continuava a scorrere, e con esso aumentava la mia preoccupazione. Avevo nuovamente perso la sicurezza e la fiducia in me stessa, e non mi restava che piangere. Sapevo bene che i poteri di Jocelyn avevano appena iniziato a manifestarsi, ma data la sua età, temevo che gli stessi non sarebbero stati abbastanza forti da proteggerla. Sconsolata, volsi il mio sguardo alla luna, reiterando la mia sentita preghiera. In quel momento, non avevo desiderio dissimile dalla salvezza della mia bambina, e quello che avevo appena sperimentato, non era che dolore unito all’infrangersi di un nobile cuore.
   
 
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